chris98
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martedì 28 giugno 2011
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stupenda thurman
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Uma Thuman resta una delle mie attrici preferite, in questo film ha una parte diversa dalle sue adorate commedie. Anche lei da giovane e l'amica hanno fatto un ottimo lavoro. peccato solo per il doppiaggio, che rovina il bellissimo personaggio della Thurman.
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ultimoboyscout
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venerdì 21 gennaio 2011
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tempo perso.
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Uma Thurman predica nel nulla più totale e non lo fa nemmeno troppo bene, in un film davvero inutilissimo.
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mauryt
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giovedì 19 agosto 2010
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piace la prima volta e ancor di più la seconda
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A me è piaciuto molto e non credo sia così "complicato", "noioso", "ripetitivo" ecc... come ho letto in alcune delle recensioni, anzi...
La scena che viene ripetuta in crescendo di dialogo fino al finale è la chiave per interpretare correttamente il film.
Una seconda visione fa apprezzare ancor di più parecchi dettagli che possono sfuggire la prima volta: il braccialetto di Diane, la convinzione che il marito la stia tradendo, il piano sequenza (quasi una natura morta) sugli oggetti di cucina, i dialoghi con continui riferimenti alle future scelte da fare nella propria vita delle due adolescenti e tanti altri.
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A me è piaciuto molto e non credo sia così "complicato", "noioso", "ripetitivo" ecc... come ho letto in alcune delle recensioni, anzi...
La scena che viene ripetuta in crescendo di dialogo fino al finale è la chiave per interpretare correttamente il film.
Una seconda visione fa apprezzare ancor di più parecchi dettagli che possono sfuggire la prima volta: il braccialetto di Diane, la convinzione che il marito la stia tradendo, il piano sequenza (quasi una natura morta) sugli oggetti di cucina, i dialoghi con continui riferimenti alle future scelte da fare nella propria vita delle due adolescenti e tanti altri...
Bella la fotografia così come una scelta di costumi molto pacata, Uma Thurman rimane sempre splendida anche senza trucco.
Brave le ragazze e la Thurman, concordo sulla scelta non adeguata del doppiaggio di quest'ultima.
Pessima la scelta di tradurre il titolo in; DAVANTI AGLI OCCHI anzichè LA VITA DAVANTI AI SUOI OCCHI (The Life before her eyes), esplicativo già dal titolo.
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greg2
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martedì 20 luglio 2010
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piacevole sorpresa
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Per la delicatezza dell'argomento trattato, per le sensazioni trasmesse e per il phatos psicologico profuso, a mio modo di vedere Davanti agli occhi è un film stupendo.I personaggi sono caratterizzati benissimo e il finale lascia letteralmente di stucco nonostante dia adito a varie interpretazioni; non è affatto banale e l'eccessiva lentezza è dovuta semplicemente alla delicatezza delle tematiche che vengono affrontate. Un film bellissimo che scava nel profondo dell'animo umano e che lascia dentro qualcosa di profondo e indelebile.
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jack
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mercoledì 14 luglio 2010
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osceno
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doppiaggio della Thurman penoso, attori improbabili, trama che non sta in piedi: di una bruttezza rara
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francesco2
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martedì 2 marzo 2010
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era meglio "the burning plain"
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Qualche giorno fa,recensendo il film "Australia", chi scrive si era posto il problema di come un "Grande film", ponendosi il problema di arrivare al botteghino, avesse ben(ino) fuso diversi generi, non scambiando il "Polpettone storico" per un film non privo di significati, che manteneva nella storia e nella realizzazione uno stile abbastanza personale.
Da questo punto di vista, il film in questione ripropone il problema dlla (Con) fusione di generi.Non solo perché, banalmente, secondo me è più facile definirlo un pastrocchio che non un film complesso e/o significativo,ma anche perché il sostanziale fiasco(Mi pare) di critica e pubblico accentua ulteriormente il dubbio
ch la mescolanza di varie cose si traduca in una macedonia che non(Come ha scritto qualcuno in questa community)in un film dale molteplici letture.
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Qualche giorno fa,recensendo il film "Australia", chi scrive si era posto il problema di come un "Grande film", ponendosi il problema di arrivare al botteghino, avesse ben(ino) fuso diversi generi, non scambiando il "Polpettone storico" per un film non privo di significati, che manteneva nella storia e nella realizzazione uno stile abbastanza personale.
Da questo punto di vista, il film in questione ripropone il problema dlla (Con) fusione di generi.Non solo perché, banalmente, secondo me è più facile definirlo un pastrocchio che non un film complesso e/o significativo,ma anche perché il sostanziale fiasco(Mi pare) di critica e pubblico accentua ulteriormente il dubbio
ch la mescolanza di varie cose si traduca in una macedonia che non(Come ha scritto qualcuno in questa community)in un film dale molteplici letture.
Quando infatti qualcuno invita a non considerarlo un "Thriller" ma un film "Drammatico", complice anche una regia più asciutta rispetto a quella di "Elephant", non solo è facile obiettargli che è vero l'esatto contrario, perché questo(Ma anche altri) film del "Nuovo" Van Sant, sembrano così asciutti da apparire distaccati; ma anche perché questo film,scegliendo la strada dei continui salti temporali tra le due storie, ripete varie volte la scena dell'omicidio di una delle due ragazze, e nel mostrare(credo) una sorta di curiosa continuità tra la Thurman e la figlia, fa sì che la donna venga investita quando, al contempo, perde
il controllo della bambina e vede il marito a braccetto con un'altra. Non ci facciamo mancare neanche il ritorno del "Rosso sangue" che già quindici anni prima aveva contraddistinto una delle (tante) esperieze condivise.
Se il telefilm "Medium" sceglie due livelli , ma per mostrare una (presunta) continuità tra l'inconscio della protagonista e la realtà quotidiana, qui si vuole dimostrare che il passato non l'ha mai "Lasciata", vuoi perché certe esperienze sembrano ricalcare quelle precedenti, vuoi perché la figlia, soggetto da lei generato, ricalca i passi ribelli della madre, quasi come l'amica morta volesse punirla per non essere morta al posto suo(Non a caso la Thurman a un certo punto dice":Non merito quello che ho").Non a caso, trovo che spesso i momenti più riusciti siano legati alla (ri)produzione di elementi della natura.Quando il regista si sofferma sui tuffi della Wood o sui fiori, sembra suggerirci che la natura ha la possibilità di rigenerare e rigenerarci, quasi come l'acqua assumesse una funzione espiatoria per le critiche rivolte alla protagonista.Se l'acqua rigenera, e i tuffi sembrano marcare un "nuovo inizio" mel film, le immagini di uccelli morti ci immergono nell'atmosfera da Twin Peaks che avvolge i protagonisti, come se tutti gli elementi presenti si mescolassero tra di loro,in senso cronologico(Presente e passato),e in quello di una fusione panteista tra uomo e natura.
In conclusione, il discusso "The burning Plain"(Non a caso citato da Porro), appare un esempio un pò più convincente di storie al femminile "A rebours", dato che Arriaga lavora sulle attrici per darci una storia un pò mielosa di espiazione e sentimenti comuni, mentre questo regista costruisce uno spettacolino a tratti suggestivo ma superficiale, che si conclude esattamente come il film , in maniera ambigua(Ma veramente?, senza suggerire però molto di concreto.
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mary22
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venerdì 23 ottobre 2009
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la dolce e amara ala della giovinezza
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A seconda di come lo si legga ovvero se Diane sia morta nell'anima ma sopravissuta o se è è stata davvero uccisa (letture tra loro non incompatibili) questo film è un canto profondo sulla giovinezza e su quella rete magica e intessuta di speranze desideri promesse, genuinità e freschezze destinata a finire, spezzandosi bruscamente in questo caso e cioè: appena prima che...si cominciasse a "vivere la propria vera vita" (dice Diane ragazza).Ma nello stesso tempo fase della vita completa e conchiusa in se stessa, perchè per la morente tutto quel pezzo di vita dietro sè si presenta gravido di tanti preziosi semi e anche di tanti preziosi vissuti come quell'amicizia quasi simbiotica. Bellissime le immagini che si soffermano sul pulviscolo dei fiori, sugli uccelli, sulle corse dei bambini in festa,sulle mani che si intrecciano, sull'acqua soprattutto (elemento vitale).
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A seconda di come lo si legga ovvero se Diane sia morta nell'anima ma sopravissuta o se è è stata davvero uccisa (letture tra loro non incompatibili) questo film è un canto profondo sulla giovinezza e su quella rete magica e intessuta di speranze desideri promesse, genuinità e freschezze destinata a finire, spezzandosi bruscamente in questo caso e cioè: appena prima che...si cominciasse a "vivere la propria vera vita" (dice Diane ragazza).Ma nello stesso tempo fase della vita completa e conchiusa in se stessa, perchè per la morente tutto quel pezzo di vita dietro sè si presenta gravido di tanti preziosi semi e anche di tanti preziosi vissuti come quell'amicizia quasi simbiotica. Bellissime le immagini che si soffermano sul pulviscolo dei fiori, sugli uccelli, sulle corse dei bambini in festa,sulle mani che si intrecciano, sull'acqua soprattutto (elemento vitale).Su quell'effimero che vicino alla morte si riempie di senso.E come tutti i dettagli, in questo sogno lungo l'essenza di una vita, prendono nessuno escluso, una valenza nell'anima. Come la poesia emblematica che Diane legge a sua figlia Emma. Per finire si è tanto insistito sul brutto doppiaggio della Thurman ma che io ho trovato adatto in quanto specchio di un pensiero altrove e in quanto voce di una persona "morta" o morta.
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dian71cinema
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mercoledì 2 settembre 2009
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film psicoanalitico che scava nel profondo..
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FILM MOLTO BEN REALIZZATO..OSEREI DIRE GENIALE, STUDIATO NEI DETTAGLI..DETTAGLI NON TANTO MECCANICI E TECNICI QUANTO PSICO ANALITICI. IL FILM NARRA LA STORIA DI DUE RAGAZZE INSEPARABILI COMPAGNE DI SCUOLA. LA VITA DI PARTE DI QUESTI RAGAZZI VIENE STRAVOLTA DA UN FOLLE, UN LORO COETANEO CHE COMPIE UNA STRAGE. UMA THURMAN NEI PANNI DI DIANE SOPRAVVIVE ALL'EVENTO MA NE RIMANE SCONVOLTA..(COME UN FIORE CHE SI SPEZZA..) TALMENTE SCONVOLTA CHE.. E NON POSSO RIVELARE ALTRO CHIARAMENTE.. INVITO I LETTORI DI QUESTA MIA RECENSIONE A GODERSI QUESTO FILM IN UN LUOGO TRANQUILLO PER IMMERGERSI IN UNA STORIA PSICOANALITICA CHE FA RIFLETTERE E MOLTO. L'INTERPRETAZIONE E' D'AVVERO BUONA (OSEREI DIRE SOPRATTUTTO DELLE DUE RAGAZZE CHE SUPERANO UNA THURMAN BRAVAM MA CARICA DI RUOLI COME SIAMO ABITUATI.
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FILM MOLTO BEN REALIZZATO..OSEREI DIRE GENIALE, STUDIATO NEI DETTAGLI..DETTAGLI NON TANTO MECCANICI E TECNICI QUANTO PSICO ANALITICI. IL FILM NARRA LA STORIA DI DUE RAGAZZE INSEPARABILI COMPAGNE DI SCUOLA. LA VITA DI PARTE DI QUESTI RAGAZZI VIENE STRAVOLTA DA UN FOLLE, UN LORO COETANEO CHE COMPIE UNA STRAGE. UMA THURMAN NEI PANNI DI DIANE SOPRAVVIVE ALL'EVENTO MA NE RIMANE SCONVOLTA..(COME UN FIORE CHE SI SPEZZA..) TALMENTE SCONVOLTA CHE.. E NON POSSO RIVELARE ALTRO CHIARAMENTE.. INVITO I LETTORI DI QUESTA MIA RECENSIONE A GODERSI QUESTO FILM IN UN LUOGO TRANQUILLO PER IMMERGERSI IN UNA STORIA PSICOANALITICA CHE FA RIFLETTERE E MOLTO. L'INTERPRETAZIONE E' D'AVVERO BUONA (OSEREI DIRE SOPRATTUTTO DELLE DUE RAGAZZE CHE SUPERANO UNA THURMAN BRAVAM MA CARICA DI RUOLI COME SIAMO ABITUATI..NON ME NE VOGLIA QUENTIN TARANTINO.. LE IMMAGINI SONO MOLTO SUGGESTIVE E RICCHE DI PRIMI PIANI INTENSI ED INDOVINATI. ALCUNE SCENE SONO VOLUTAMENTE RIPETUTE IN PARTICOLARE QUELLA DEL BAGNO DELLA SCUOLA, DELLA FONTANA DOVE L'ELEMENTO ACQUA E' PREDOMINANTE.. LA SIMBOLOGIA E' MOLTO PRESENTE IN QUESTO FILM PER PERMETTERE ALLO SPETTATORE DI COLLEGARE IL COMPLESSO PUZZLE DEI PENSIERI DELLA PROTAGONISTA DIANE. IL FINALE E' SCONCERTANTE.. VOLUTAMENTE PROVOCATORIO FORSE E CHE SUSCITA INEVITABILI SENSAZIONI CONTRASTANTI..
MA UN FINALE ASSOLUTAMENTE LOGICO PER CHI COMPRENDERA' QUESTO FILM CHE IN FONDO HA PPOI UNA CHIAVE DI LETTURA SEMPLICE E COINVOLGENTE. UN FILM CHE SICURAMENTE RIVEDRO'..PERCHE' RARAMENTE SE NE VEDONO.. UN FILM CHE ANCHE DOPO QUALCHE TEMPO SE SI HA LA "COSCIENZA" (FRASE CHIAVE TRA ALCUNE RIPETUTE NEL FILM) DI COMPRENDERE CHE IL CUORE E' IL MUSCOLO PIU' FORTE E CHE IL CERVELLO HA TANTE CELLULE QUANTE LE STELLE MESSE INSIEME.. IN SOSTANZA UN CORAGGIOSO ESEMPIO DEL BRAVO VADIM PERELMAN DI DIRIGERE UN FILM NON TROPPO COMMERCIALE CON UN CLASSICO FINALE DA SVAGO CHE FA ALZARE DALLA POLTRONA CON UN SORRISO PER DIRE "BELLO MI E' PIACIUTO"..MA UN FILM CHE FA ALZARE DALLA SEDIA CON UNO SGUARDO DAVANTI AGLI OCCHI UN PO' AMARO FORSE, MA CHE FA PENSARE ED INSEGNA QUALCOSA ALLE NOSTRE CELLULE CEREBRALI ED AL NOSTRO CUORE. VOTO 9
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yumi91
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mercoledì 29 luglio 2009
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"davanti agli occhi"
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Film purtroppo quasi sconosciuto, forse a causa della poca pubblicità che gli è stata fatta. Storia di una donna ormai adulta e con famiglia, perseguitata da continui flashback riguardanti la sua adolescenza alquanto movimentata ma, soprattutto, alla quale torna continuamente in mente un episodio per nulla piacevole. Il regista Vadim Perelman ripete più volte alcune scene ma non per questo il film diventa noioso anzi, rimane comunque pieno di suspance e senza tempi morti. Decisamente da vedere.
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