noia1
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sabato 23 giugno 2018
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il perfetto film maledetto
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Uno scienziato viene inviato nella Foresta Amazzonica a recuperare un gruppo di documentaristi dispersi, li trova ma morti, riuscito a recuperare la loro super-8 risalirà al percorso che li ha portati a perdere la vita, un percorso che sarebbe stato meglio on vedere.
Che Cannibal Holocaust sia un film scandaloso non devo certo venire a dirvelo io, il novanta per cento delle persone che lo hanno visto aspettavano solo di vedere quelle povere bestie morte ammazzate, di questo ne parlerò dopo però perché prima ci tenevo a parlare del film in sé. Fosse stato un mucchio di sangue e merda fine a sé stesso di sicuro non se ne starebbe qua a parlare, questo film in effetti è una delle più spietate apologie sulla cinica vacuità dietro l’ipocrisia dei costumi occidentali attraverso ciò che di più rappresentativo può esserci e cioè il prodotto televisivo, non uno qualsiasi però bensì un istruttivo documentario.
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Uno scienziato viene inviato nella Foresta Amazzonica a recuperare un gruppo di documentaristi dispersi, li trova ma morti, riuscito a recuperare la loro super-8 risalirà al percorso che li ha portati a perdere la vita, un percorso che sarebbe stato meglio on vedere.
Che Cannibal Holocaust sia un film scandaloso non devo certo venire a dirvelo io, il novanta per cento delle persone che lo hanno visto aspettavano solo di vedere quelle povere bestie morte ammazzate, di questo ne parlerò dopo però perché prima ci tenevo a parlare del film in sé. Fosse stato un mucchio di sangue e merda fine a sé stesso di sicuro non se ne starebbe qua a parlare, questo film in effetti è una delle più spietate apologie sulla cinica vacuità dietro l’ipocrisia dei costumi occidentali attraverso ciò che di più rappresentativo può esserci e cioè il prodotto televisivo, non uno qualsiasi però bensì un istruttivo documentario.
Da una parte c’è la violenza delle tribù indigene, barbara ma giustificata da certi principi troppo distanti rispetto a noi come punti di vista e modalità di metterli in atto da parte di indigeni perennemente a contatto con la crudele natura della foresta, si comportano di conseguenza quindi ma non per questo sono ottusi o filosoficamente arretrati. Dall’altra c’è invece la violenza degli uomini occidentali, diffidenti e timorosi malgrado abbiano a disposizione ogni mezzo per non esserlo gli uni mentre crudeli e ipocriti gli altri dimostrando d’avere una moralità pari a zero, rispettivamente i soldati e i documentaristi dispersi, è proprio l’occidentale il vero e proprio barbaro così disposto di punto in bianco a venir meno ai propri principi senza un principio o un criterio.
Oltre all’aspetto del pensiero del regista ricordo che il film fa parte del filone della celebre serie B italiana portandosene dietro tutti i canoni, da una grammatica di regia perfetta ̶ dal montaggio alla luce ̶ fino ad un gusto ed una lettura della sceneggiatura che si gioca giustamente la carta dello stile documentaristico, prima più classico e poi (quando entrano in scena i ragazzi) più movimentato e all’avanguardia come va di moda adesso. Poi ci sono le tante idee e le mille sfaccettature dei personaggi, niente è mai troppo spiegato diversamente dai tempi di oggi, un tempo a certe situazioni spesso si poteva dare una propria interpretazione, si doveva ragionare quel poco perlomeno.
Prima di lasciarmi andare a moralismi o buonismi riguardo alle scene snuff deve essere chiaro che sono pui per giudicare il film, Cannibal Holocaust secondo me sarebbe diventato comunque celebre perché il messaggio è intensamente duro e le scene gore veramente da voltastomaco. Il problema fondamentale delle morti degli animali sta nel fatto che il regista si è rifiutato di girarle e che quindi essendo state fatte da tre tecnici in croce buttati lì fanno schifo, senza uno straccio di gusto e dalla scenografia poverissima. Erano animali che comunque dovevano essere mangiati e in un’epoca dove Thomas Millian doveva fare personalmente le scene degli incidenti, i soldi per lo stuntman non c’erano, ogni occasione era buona per risparmiare dal budget. Il problema vero però poi si è visto nella scena del maialino dove Luca Barbareschi senza dir niente a nessuno ha interpretato una scena intera con un vero fucile carico in mano, quel maialino non doveva essere ucciso, l’attore ha fato tutto di testa sua con gran sorpresa di tutti, regista compreso che poi lo massacrò di bestemmie in faccia. Eˊchiaro, non possiamo farci questo tipo di concessioni perché l’uomo è strano e chi lo sa quale può essere lo stimolo che può spingere una persona a fare chissà che cosa, con la vita non si scherza al di là del sadismo estremo delle scene e della loro inutilità nella trama.
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ennio
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martedì 20 marzo 2018
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anticipatore, comunque un film di culto
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Film che avrebbe meritato non tanto un successo commerciale, ma riconoscimenti e premi della critica. Che non ha avuto perchè la regìa non ha fatto compromessi con le regole del "buon cinema" politicamente corretto, e il film è stato più perseguito nei tribunali che osannato. L'ironia con cui è raccontata la vicenda è evidente, non si vuole esaltare la violenza ma piuttosto metterla in ridicolo come mezzo per fare audience. Quello che faranno i massmedia, cinema compreso, di lì ai prossimi decenni. Anche la tecnica di ripresa, inedita per l'epoca, verrà imitata molto più avanti da pellicole più famose.
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Film che avrebbe meritato non tanto un successo commerciale, ma riconoscimenti e premi della critica. Che non ha avuto perchè la regìa non ha fatto compromessi con le regole del "buon cinema" politicamente corretto, e il film è stato più perseguito nei tribunali che osannato. L'ironia con cui è raccontata la vicenda è evidente, non si vuole esaltare la violenza ma piuttosto metterla in ridicolo come mezzo per fare audience. Quello che faranno i massmedia, cinema compreso, di lì ai prossimi decenni. Anche la tecnica di ripresa, inedita per l'epoca, verrà imitata molto più avanti da pellicole più famose.
Ma ciò che mi rimane più impressa è la splendida colonna sonora di Riz Ortolani, e lo stridente contrasto tra queste melodie e la morbosa violenza delle scene. Avesse composto queste musiche per "Schindler list", Ortolani avrebbe fatto man bassa di Oscar. Ma la bellezza se ne frega degli Oscar.
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raysugark
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domenica 26 novembre 2017
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cannibal holocaust
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Gli anni 70 e 80, sono stati gli anni in cui uscirono spesso pellicole controverse, che hanno scioccato il pubblico per l'estrema violenza come Reazione a Catena, A Clockwork Orange, The Exorcist, Salò o le 120 giornate di Sodoma, Zombie 2, ecc. Queste pellicole inizialmente non sono state accolte positivamente, ma solo gli anni avvenire vengono considerate dei grandi cult. Nel 1980 esce Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato che è un[+]
Gli anni 70 e 80, sono stati gli anni in cui uscirono spesso pellicole controverse, che hanno scioccato il pubblico per l'estrema violenza come Reazione a Catena, A Clockwork Orange, The Exorcist, Salò o le 120 giornate di Sodoma, Zombie 2, ecc. Queste pellicole inizialmente non sono state accolte positivamente, ma solo gli anni avvenire vengono considerate dei grandi cult. Nel 1980 esce Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato che è una delle pellicole più controverse, ad aver particolarmente scioccato il pubblico e la critica. La pellicola narra di un antropologo che è alla ricerca di 4 giovani reporter, che da un po' di tempo sono scomparsi nella Foresta Amazzonica. Dopo che gli indigeni consegnano al antropologo il materiale girato dai reporter, verrà scoperto quali sono gli orrori compiuti dai reporter all'interno di The Green Inferno. Cannibal Holocaust ha riscosso un enorme successo, che viene persino apprezzato da Sergio Leone. Ruggero Deodato gira Cannibal Holocaust con un budget basso, da cui è diventato un cult che può essere apprezzato oppure odiato. La pellicola si addentra nel realismo cruento, fino a diventare stomachevole. Infatti ci sono scene estremamente violente, che sono diventate famose che hanno urtato la sensibilità del pubblico. La pellicola è stata sia censurata, che bandita in alcuni paesi del mondo. Allo stesso modo Cannibal Holocaust ha portato un’innovazione, ovvero lo stile del Found Footage. Infatti da lì in poi sono usciti film in stile Found Footage, come Cloverfield, Trollhunter, Chronicle, Project Almanac, che hanno preso di ispirazione lo stile della narrazione di Cannibal Holocaust.
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francismetal
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mercoledì 6 settembre 2017
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davvero disturbante e realistico
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Il film è realizzato molto bene, realistico in tutto, sia le scene splatter, sia la realizzazione tecnica delle scene del finto documentario che le altre, insomma ci credo che ha davvero fatto credere che fosse un vero snuff... cioè lo è per quanto riguarda gli animali sicuramente.
La scenografia, la recitazione, la fotografia, la regia, la sceneggiatura, insomma, prima o poi se avrò il coraggio di vederlo di nuovo vi farò sapere se ci sono dei difetti, a una prima impressione non ne ho trovati.
Forse l'unica scena palesemente finta è quella più famosa, quella della donna impalata, perché si vede che il palo è storto, o meglio si vede che la donna è seduta su un palo e che l'altra parte ce l'ha in bocca.
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Il film è realizzato molto bene, realistico in tutto, sia le scene splatter, sia la realizzazione tecnica delle scene del finto documentario che le altre, insomma ci credo che ha davvero fatto credere che fosse un vero snuff... cioè lo è per quanto riguarda gli animali sicuramente.
La scenografia, la recitazione, la fotografia, la regia, la sceneggiatura, insomma, prima o poi se avrò il coraggio di vederlo di nuovo vi farò sapere se ci sono dei difetti, a una prima impressione non ne ho trovati.
Forse l'unica scena palesemente finta è quella più famosa, quella della donna impalata, perché si vede che il palo è storto, o meglio si vede che la donna è seduta su un palo e che l'altra parte ce l'ha in bocca... però sembra che davvero ce l'avesse in gola e questa cosa mi ha disturbato.
Lo splatter è davvero estremo ma sensato, anche se in parte è effettivamente uno sfogo della sofferenza del regista per via del suo divorzio.
Il senso del film è che i mostri siamo noi, i protagonisti se la sono cercata, tra l'altro il film si ispira alle violenze che i telegiornali mostrano ogni giorno, quelli erano gli anni delle BR...
Io non amo affatto lo splatter, non sono abituato a guardarlo e sinceramente sconsiglio questo film a chi come me non è abituato, è davvero estremo, vi risparmio i dettagli.
Tra l'altro nel DVD è presente uno "scherzo" con commento di Deodato fatto ai giorni nostri...
Belle anche le musiche...
Insomma, un film fatto davvero bene e realistico, con un messaggio profondo, ma se non ce la fate non guardatelo.
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no_data
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venerdì 2 settembre 2016
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horror splatter allo stato puro
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Voleva fare un film che facesse vomitare a chiunque lo guardasse , e ce riuscito. Capolavoro assoluto.
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opidum
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lunedì 4 luglio 2016
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piaccia o no piaccia
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questo è un film che ha fatto storia: secondo wikipedia in giappone è stato visto da tantissime persone e se lo ricordano in tanti
the blair witch projet ha scopiazzato l'idea di base.
piaccia o non piaccia deodato ( far sparire gli attori e il processo che ne è seguito) è un genio del marketing.
io il film l'ho visto e ( ma io ho visto mille film splatter) e non mi ha assolutamente turbato nè disturbato.
il film ha 35 anni e se li porta bene.
luca barbareschi ha già a 25 anni una faccia da schiaffi.
questo film piaccia o non piaccia è un cult.
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onufrio
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mercoledì 23 settembre 2015
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chi sono i veri cannibali?
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Con il suo "The Green Inferno" Eli Roth si è chiaramente ispirato a questo film italiano degli anni Ottanta, una pellicola adatta a gente dallo stomaco forte visto che si vede di tutto: stupri, inpalamenti, squartamenti, insomma di tutto e di più; non tutto però è opera dei primitivi indigeni dato che anche gli stessi protagonisti, ovvero i documentaristi a caccia di scene forti, ci mettono del loro; tanto che a fine storia l'antropologo che ci accompagna in questo macabro viaggio si pone la domanda su chi siano i veri cannibali...
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liukang05
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venerdì 9 agosto 2013
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film? grave affronto all`etica ed al buon senso...
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Ho visto il film. Sono senza parole.. Nulla niente e nessuno può giustificare, accettare e nemmeno lontanamente tollerare questa assurda violenza verso gli animali. sinceramente qualsiasi interesse verso la trama,la sceneggiatura o la morale, sono venuti meno davanti alla crudele efferatezza delle scene di violenza sugli animali. Per quel che mi riguarda questo film non è inutile, bruttissimo, o irritante...va decisamente oltre, risultando lesivo della buon senso e del rispetto per la sacralità dell` essere vivente. Sapere che la morte è reale, eccita? Soddisfa? Convince? Secondo me chiunque abbia anche solo apprezzato questo film..dovrebbe chiedersi fino a che punto sarebbe disposto a spingersi pur di vedere soddisfatti i propri desideri.
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Ho visto il film. Sono senza parole.. Nulla niente e nessuno può giustificare, accettare e nemmeno lontanamente tollerare questa assurda violenza verso gli animali. sinceramente qualsiasi interesse verso la trama,la sceneggiatura o la morale, sono venuti meno davanti alla crudele efferatezza delle scene di violenza sugli animali. Per quel che mi riguarda questo film non è inutile, bruttissimo, o irritante...va decisamente oltre, risultando lesivo della buon senso e del rispetto per la sacralità dell` essere vivente. Sapere che la morte è reale, eccita? Soddisfa? Convince? Secondo me chiunque abbia anche solo apprezzato questo film..dovrebbe chiedersi fino a che punto sarebbe disposto a spingersi pur di vedere soddisfatti i propri desideri. Credo che il regista abbia commesso uno scempio, che non si avvicina nemmeno lontanamente ad un film. OK, la tecnica di regia, e la scenografia sono innovative e curate, ma l`oggetto della pellicola è cosi squallido, che dovrebbe solo essere dimenticato per sempre. Qualche giorno fa ho tenuto una bertuccia di 2 mesi tra le braccia..vi assicuro che è più umana lei.. Di tante altre persone. In conclusione: il film più atroce, brutto, ed inutile che abbia mai visto... Da cancellare dalla storia del cinema, per sempre.
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[+] violenza intenzionale
(di isin89)
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harry manback
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lunedì 8 luglio 2013
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un bellissimo ma esageratissimo cult
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Ci troviamo di fronte al film più controverso della storia del cinema. Censurato in più di 50 paesi del mondo, nonché pesantemente tagliato, e addirittura bandito in altri paesi. Cannibal Holocaust suscitò grandi polemiche perché considerato un vero e proprio snuff movie (film contenente scene di violenza reale), cosa che provocò non pochi problemi al regista Ruggero Deodato, il quale ha rischiato più volte per la sua incolumità. Nonostante, però, tutte le polemiche e le pesanti critiche rivolte a questo film, Cannibal Holocaust è considerato dagli amanti dell’horror come uno dei più grandi cult della storia del cinema.
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Ci troviamo di fronte al film più controverso della storia del cinema. Censurato in più di 50 paesi del mondo, nonché pesantemente tagliato, e addirittura bandito in altri paesi. Cannibal Holocaust suscitò grandi polemiche perché considerato un vero e proprio snuff movie (film contenente scene di violenza reale), cosa che provocò non pochi problemi al regista Ruggero Deodato, il quale ha rischiato più volte per la sua incolumità. Nonostante, però, tutte le polemiche e le pesanti critiche rivolte a questo film, Cannibal Holocaust è considerato dagli amanti dell’horror come uno dei più grandi cult della storia del cinema. Il valore artistico del film, in effetti, è innegabile, soprattutto dal punto di vista registico e della sceneggiatura, che sviluppa una storia in cui la crudeltà dell’uomo civilizzato riesce addirittura a superare quella dell’uomo selvaggio. Purtroppo però, il film è voluto andare oltre, girando delle scene raccapriccianti, ritraenti vere e proprie uccisioni di animali, che potevano benissimo essere evitate.
Guardatelo solo se siete amanti del genere, perché potrebbe traumatizzarvi a vita.
VOTO 7,5
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dante cruciani
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venerdì 14 giugno 2013
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anti-estetico, immorale, aberrante
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Le esigenze cinematografiche non giustificano né le efferatezze gratuite, né la morbosità. Deodato è morboso, non radicale, come invece si converrebbe ad un regista mirato a svelare e analizzare il tema del male e della crudeltà. Stento a credere che attori, regista e troupe si siano cibati di scimmie e tartarughe; e il fatto che cose simili accadano nel mondo "civile" non giustifica queste bestialità (con tutto il rispetto per le bestie); un'azione sbagliata lo è , punto e basta, inutile giustificarsi puntando il dito contro chi altri lo fa alla maniera dei bambini dell'asilo.
Ma andiamo, la crudeltà e la follia omicida insite nell'umanità ce le hanno raccontate in maniera molto migliore e convincente grandi registi come Scorsese, Coppola, Kubrick e Kurosawa, (solo per citarne alcuni)senza indulgere in sadici e anti-estetici compiacimenti.
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Le esigenze cinematografiche non giustificano né le efferatezze gratuite, né la morbosità. Deodato è morboso, non radicale, come invece si converrebbe ad un regista mirato a svelare e analizzare il tema del male e della crudeltà. Stento a credere che attori, regista e troupe si siano cibati di scimmie e tartarughe; e il fatto che cose simili accadano nel mondo "civile" non giustifica queste bestialità (con tutto il rispetto per le bestie); un'azione sbagliata lo è , punto e basta, inutile giustificarsi puntando il dito contro chi altri lo fa alla maniera dei bambini dell'asilo.
Ma andiamo, la crudeltà e la follia omicida insite nell'umanità ce le hanno raccontate in maniera molto migliore e convincente grandi registi come Scorsese, Coppola, Kubrick e Kurosawa, (solo per citarne alcuni)senza indulgere in sadici e anti-estetici compiacimenti. Un vero artista ha l'abilità di comunicare ciò che vuole senza fare ricorso ad una banale descrizione e al palesamento , ma sa padroneggiare la capacità di allusione; la ferocia insensata dell'uomo la possiamo capire anche solo in un semplice sguardo spiritato del principe Hidetora in "Ran", o di Alberto Sordi in "Un borghese piccolo piccolo" (se vogliamo restare in ambito italiano) e questo è abbastanza, a mio avviso, per farci vergognare e riflettere su quanto malvagio sia l'uomo. Se si necessitano immagini così dirette è perché la propria capacitò di riflessione è alquanto limitata. Deodato (che, superfluo dirlo, non è né Kurosawa, né Monicelli) sta al livello più basso della via espressiva perché confonde la morbosità con la radicalità, mostra banalmente invece che alludere ed infine si macchia della stessa perversione che vorrebbe denunciare. Mostrare una discreta e dovuta dose di violenza è accettabile, ma chiunque abbia un minimo senso di estetica cinematografia saprebbe distinguerne l'uso forte ma calibrato e mai compiaciuto in un film come "Arancia Meccanica" e quello morboso e compiaciuto che ne viene fatto in questa schifezza.
Il male ce lo ha addirittura raccontato così bene gente come Shakespeare, Dostoevskij, Poe, Melville, Conrad o McCarthy facendo leva unicamente sulla parola scritta. Non è patetico che Deodato debba ricorrere ad uno ossessivo dell'immagine shock per farlo, aberrando l'arte cinematografica?
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