max
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sabato 10 maggio 2025
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distanza emotiva
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Non guardo piu' i trailer. Inoltre, un film con Battiston lo vado a vedere a scatola chiusa. Con questo film pero' avrei capito a cosa andavo incontro. Meglio cosi' dai. Come spettatore devo mettermi alla prova, ricordare cosa mi piace, cambiare idea quando si puo'. Sbagliare.
Sto raschiando il barile in un esercizio di diplomazia che poco mi appartiene. Ma se registi italiani possono ancora e ancora fare film cosi' stucchevoli nei dialoghi, nelle solite ambientazioni da benestanti, nei soliti figli illuminati, (quando riesci a capire quali parole dicono), nella colonna sonora, ovvero in tutto, chi sono io per non provare a trovare un senso in un film al quale avrei in realtà dato 1 stella?
Ci provo.
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Non guardo piu' i trailer. Inoltre, un film con Battiston lo vado a vedere a scatola chiusa. Con questo film pero' avrei capito a cosa andavo incontro. Meglio cosi' dai. Come spettatore devo mettermi alla prova, ricordare cosa mi piace, cambiare idea quando si puo'. Sbagliare.
Sto raschiando il barile in un esercizio di diplomazia che poco mi appartiene. Ma se registi italiani possono ancora e ancora fare film cosi' stucchevoli nei dialoghi, nelle solite ambientazioni da benestanti, nei soliti figli illuminati, (quando riesci a capire quali parole dicono), nella colonna sonora, ovvero in tutto, chi sono io per non provare a trovare un senso in un film al quale avrei in realtà dato 1 stella?
Ci provo.
Bellissimo che il figlio dira' dopo pochi minuti qualcosa tipo: -chissa' se ci saro' al prossimo Natale-. Accattivanti le numerose telefonate a cui è costretto il povero Battiston per spiegare che il figlio si, è caduto, ma non si è fatto nulla. Irrinunciabile l'ansia sempre presente della Foglietta, il fascino di Cortina e dell'aria di festa, la famiglia che sa fare bene tutto e tutto al momento giusto dall'apparecchiare la tavola all'irrompere in spazi vietati dell'ospedale come se il figlio avesse perso 2 gambe (ancora non si sapeva l'entita' dell'incidente). I suoceri? Una perla di originalità. E poi, gli immancabili oggetti feticcio del figlio, i ricordi con gli occhi umidi tipo "quando Flavio era piccolo, (pausa) camminava mettendo avanti prima un piede poi l'altro...."
Si. Scherzo. Non ci sono riuscito. Io di questo film non salvo niente anzi, dopo aver sentito Battiston e la Foglietta cantare ninna nanna blu a metà film, sarei dovuto uscire dal cinema. Dopo un giorno sono ancora infastidito e voglio scriverne. Ma magari, l'importante è che se ne parli. So cosa vuol dire crescere in una famiglia dove un figlio poco piu' che adolescente muore, ma non voglio giocarmi questa carta. Metto solo le mani avanti. Non si sa mai. Ho pero' l'impressione che si scrivano film superficiali e artificiali, che purtroppo poi vanno al cinema e da spettatore, ti trovi di fronte a qualcosa che non è nè realistico nè covolgente ma falso, anche nella finzione. Come in questo caso. Il tema trattato da un film non è fondamentale. E' come lo si tratta, che rende un film "da vedere". Mai avrei pensato di dover sottolineare sta roba. Ma a banalità rispondo con le stesse armi. Per dimenticare questa esperienza e soprattutto la Foglietta, fra poco andro' a vedere "La solitudine dei non amati" sicuro di fare la cosa giusta.
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silvia galbardi
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lunedì 5 maggio 2025
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l''intensa metafora del cervo
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Storia emozionante, intensa, profonda. Può sembrare lenta ma la lentezza è funzionale al dipanarsi del groviglio di emozioni chche da due anni attanaglia i protagonisti.
Una storia d'amore, di caduta e di rinascita.
Simbolico l'episodio del cervo metafora della salvezza solo nel branco.
Come sempre un Battiston insuperabile.
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