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concetta
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martedì 2 dicembre 2025
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bel film con favino
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Molto bello, intenso, Favino grandioso, cast eccellente anche il piccolo attore. Bel messaggio.
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gabriella
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martedì 2 dicembre 2025
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se vuoi sbagliare, chiedi consiglio a tutti
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Un paio di settimane ho assistito a una serata con lo scrittore Francesco Vidotto ed era emerso , tra i vari discorsi, quello del fallimento, dove lui affermava che il carattere si costruisce sulle sconfitte, così come un bel volto è fatto di rughe profonde, argomento che è anche il focus del film in questione. Andrea Di Stefano torna a dirigere Pierfrancesco Favino dopo “ L’ultima notte di Amore”, abbandonando le tematiche cupe per una commedia dolceamara tra campi da tennis rossi e un affascinante itinerario tra Marche e Lazio durante un’estate degli anni 80, che creano un’atmosfera nostalgica ( grazie anche a una fotoggrafia smorzata e polverosa) il senso di viaggio sia fisico che interiore dei due protagonisti .
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Un paio di settimane ho assistito a una serata con lo scrittore Francesco Vidotto ed era emerso , tra i vari discorsi, quello del fallimento, dove lui affermava che il carattere si costruisce sulle sconfitte, così come un bel volto è fatto di rughe profonde, argomento che è anche il focus del film in questione. Andrea Di Stefano torna a dirigere Pierfrancesco Favino dopo “ L’ultima notte di Amore”, abbandonando le tematiche cupe per una commedia dolceamara tra campi da tennis rossi e un affascinante itinerario tra Marche e Lazio durante un’estate degli anni 80, che creano un’atmosfera nostalgica ( grazie anche a una fotoggrafia smorzata e polverosa) il senso di viaggio sia fisico che interiore dei due protagonisti . Felice è un tredicenne , campioncino di tennis alle regionali, allenato da un padre che riversa sul figlio le sue mancate aspirazioni, costringendolo ad allenamenti estenuanti e con regole rigide infarcite di consigli sulla responsabilità, sull’importanza del sacrificio che ripaga , Raul Gatti è un ex tennista che vanta un ottavo di finale al Foro italico, sarà lui a occuparsi del ragazzo che dovrà affrontare i tornei nazionali. Il viaggio tra i due sarà occasione di confronto, inizialmente non facile, perché Felice fatica a liberarsi dalla pressione ossessiva del padre e seguire Raul nei suoi deragliamenti, accettare che nella vita non tutto è lineare, che anche una prospettiva storta può indicare la strada giusta. D’altro canto anche Raul dovrà fare i conti con il suo passato, le occasioni sprecate, la depressione che lo tallona, un passato irrisolto, gli incontri con persone che hanno fatto parte della sua vita , per misurarsi con il presente. Alla fine la vera conquista è la solidarietà, inaspettata, che inizia dove finisce la corsa alla vittoria a tutti i costi, e trovare un senso in quell’incontro che si rivelerà affermazione di sè- Commuove il film di Di Stefano, anche se alcuni passaggi convincono meno , ad esempio l’incontro con la ex compagna ( insolitamente sopra le righe la bravissima Valentina Bellè) e qualche indecisione tra il passaggio tra registri, però l’imperfezione fa parte della fragilità del personaggio, però poi ci si lascia travolgere in una danza liberatoria sulle note di Battiato , dal suo sound contagioso, che scioglie le contratture del passato per intravedere un presente più colorato, scoprire un’invincibile estate che nasce dalla speranza.
Nota a parte: Il finale, seppure in contesti chiaramente diversi, mi ha ricordato quello del bellissimo “ Napoli New York” di Salvatore, sempre con Favino, entrambi i film si chiudono con un’incertezza, lasciando lo spettatore a immaginare, consapevoli che la vera vittoria è la dignità, l’alleanza, la complicità di un legame e una nuova libertà.
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anna rosa
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domenica 30 novembre 2025
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due attori meravigliosi ...
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...che compensano con la loro bravura certe debolezze nella costruzione della storia: quella di uno che da giovane era stato una promessa del tennis ma che invecchiando (male) ? caduto nel vortice della depressione e "non ha costruito nulla" , e quella di un giovanissimo che ? convinto di poter diventare un campione a forza di sacrifici, soprattutto perch? a ci? convinto dal padre. Alla fine "il maestro" qualcosa gli insegner?: non farsi illusioni sul proprio talento, non temere di deludere il sogno dei suoi genitori, e soprattutto pensare autonomamente e aggredire la vita con forza, rifiutando di giocare in difesa per non correre rischi.
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anna rosa
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domenica 30 novembre 2025
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due attori meravigliosi ...
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... che con la loro bravura compensano qualche debolezza nella costruzione della storia. E non ci si annoia neanche un attimo. Alla fine il maestro di tennis, per quanto ormai irrimediabilmente lontano dagli allori e dalle belle speranze della giovent?, riesce a conseguire un risultato non effimero e dare cos? senso alla sua vita squinternata aiutando il suo allievo a capire che bisogna aggredire la vita e non vivere in difesa, anche accettando le sconfitte.
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anna rosa
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domenica 30 novembre 2025
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due attori meravigliosi ...
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... che con la loro bravura compensano qualche debolezza nella costruzione della storia. E non ci si annoia neanche un attimo. Alla fine il maestro di tennis, per quanto ormai irrimediabilmente lontano dagli allori e dalle belle speranze della giovent?, riesce a conseguire un risultato non effimero e dare cos? senso alla sua vita squinternata aiutando il suo allievo a capire che bisogna aggredire la vita e non vivere in difesa, anche accettando le sconfitte.
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dario
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sabato 29 novembre 2025
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limitato
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Favino è una garanzia per il cinema italiano e lo si evince dal fatto che gira film in continuazione. Preferirei che i registi sfidassero questa abitudine di garantirsi il risultato con grandi attori e scegliessero di dare spazio ad altri attori anche per mettersi in gioco in un sistema oramai fin troppo collaudato.
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ivan il matto
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giovedì 27 novembre 2025
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wimbledon pu? attendere
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Wimbledon può attendere
“Paternità cercasi”, sembra questo uno dei contenuti ricorrenti negli ultimi mesi al cinema in Italia, se mettiamo insieme i temi di pellicole come “Paternal Leave” di Alissa Jung (moglie del protagonista Luca Marinelli), “Cinque secondi” di Paolo Virzì, “Enzo” di Robin Campillo (…magari più alla lontana) ed “Il maestro” di Andrea di Stefano. In quest’ultimo caso il regista romano abbandona i toni cupi de “L’ultima notte di Amore” (2023) che lo aveva lanciato in Italia, per inoltrarsi nei territori di una commedia brillante basata sull’amicizia fra i caratteri dei due personaggi principali, molto diversi fra loro, nei modi del sottogenere definito ‘Buddy movie’.
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Wimbledon può attendere
“Paternità cercasi”, sembra questo uno dei contenuti ricorrenti negli ultimi mesi al cinema in Italia, se mettiamo insieme i temi di pellicole come “Paternal Leave” di Alissa Jung (moglie del protagonista Luca Marinelli), “Cinque secondi” di Paolo Virzì, “Enzo” di Robin Campillo (…magari più alla lontana) ed “Il maestro” di Andrea di Stefano. In quest’ultimo caso il regista romano abbandona i toni cupi de “L’ultima notte di Amore” (2023) che lo aveva lanciato in Italia, per inoltrarsi nei territori di una commedia brillante basata sull’amicizia fra i caratteri dei due personaggi principali, molto diversi fra loro, nei modi del sottogenere definito ‘Buddy movie’. C’è sempre Pierfrancesco Favino al centro della narrazione, nei panni di Raul Gatti, maestro di tennis di mezza età con un grande avvenire alle spalle, che si fa carico di condurre al trionfo sportivo il 13enne Felice Milella, lungo i tornei del ranking nazionale, in un’estate dei primi anni ’80. Fra “Cuccuruccucu paloma” e “Sereno è” il road movie dell’autore romano sottolinea, da un lato, le aspirazioni di rivalsa sociale e i relativi sogni di gloria di genitori frustrati che riversano sui giovani rampolli, ogni loro velleità di successo. Dall’altro le speculari diversità delle personalità dei protagonisti: se Raul ha sperperato il proprio talento fra improbabili avventure erotiche ed un vasto repertorio di psicofarmaci, Felice è un ragazzino talmente inquadrato e chiuso da non considerare nemmeno lontanamente l’ipotesi di abbandonare la linea di fondo campo, secondo i farneticanti insegnamenti del padre, benché assente. Capirsi e venirsi incontro fra i due non sarà facile, ma entrambi, fra assolati campi di tennis e sconfitte dolorose, impareranno una lezione: il giovane che lungo il cammino si possono trovare anche altri ‘padri’ ed un nuovo senso di libertà; l’uomo di mezza età l’importanza di legami umani che non si possono ignorare, insieme ad un salutare ritorno alle origini. In ogni caso il film non vuole essere consolatorio, facendoci vivere situazioni imbarazzanti, magari al limite del comico-grottesco, mai patetiche o didascaliche come accade in tante commedie analoghe. Dal canto suo Favino aggiunge una nuova perla alla galleria delle sue caratterizzazioni, un personaggio dalla fragilità impressionante, ottimamente mascherata in pose da sex symbol o smargiassate da presunti trascorsi tennistici da “ottavi di finale al Foro Italico", degni del ‘mattatore’ Vittorio Gassman.
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(di gabriella)
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imperior max
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martedì 25 novembre 2025
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non un grande film, ma ? una bella esperienza di vita tra battute divertenti e battute amare, oltre che sul campo.
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IL MAESTRO.
Dopo L?Ultima notte di Amore tornano Andrea di Stefano alla regia e Pierfrancesco Favino come attore co-protagonista. Stavolta in una commedia drammatica con molte sfumature ironiche.
Anno 1989, il giovane Felice Minella gioca a tennis, seguito dal padre Pietro che lo tiene costantemente concentrato a livello tecnico, fisico e quotidiano fino addirittura a fare lavori extra pur di mantenere i suoi risultati alti. Dopo aver vinto il torneo regionale decide subito di farlo competere a livello nazionale e di allenarlo sotto la tutela di Raul Gatti, un ex campione di tennis che per? ? mezzo sbandato e sotto terapia dopo una vita di eccessi che l?hanno portato a ritirarsi.
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IL MAESTRO.
Dopo L?Ultima notte di Amore tornano Andrea di Stefano alla regia e Pierfrancesco Favino come attore co-protagonista. Stavolta in una commedia drammatica con molte sfumature ironiche.
Anno 1989, il giovane Felice Minella gioca a tennis, seguito dal padre Pietro che lo tiene costantemente concentrato a livello tecnico, fisico e quotidiano fino addirittura a fare lavori extra pur di mantenere i suoi risultati alti. Dopo aver vinto il torneo regionale decide subito di farlo competere a livello nazionale e di allenarlo sotto la tutela di Raul Gatti, un ex campione di tennis che per? ? mezzo sbandato e sotto terapia dopo una vita di eccessi che l?hanno portato a ritirarsi. I due intraprenderanno un viaggio per l?Italia da una partita e l?altra tra piccole gioie, grandi delusioni e formazioni personali.
La regia del nostro ? bella azzeccata in molti punti. Dall?uso della macchina a mano che seguono gli attori, dai movimenti coi dolly e carrelli e dai campi e controcampi decisamente corretti nei dialoghi, nelle panoramiche e nelle sequenze di allenamento e le partite dove quest?ultime sono forse meno spettacolari, ma perch? si ? pi? concentrati nelle reazioni dei personaggi. Un?ottima ambientazione scenica del tempo, una fotografia pi? mirata e un ottimo uso del sonoro e delle musiche sia diegetiche che extra. La recitazione dei nostri ? pi? che egregia con un ottimo Pierfrancesco Favino che passa dalla macchietta al sopra le righe e al devastato depresso, un buon Tiziano Menichelli come protagonista, Giovanni Ludeno nel ruolo del padre decisamente perfetto, una divertente Dora Romano, una splendida ed austera Valentina Bell? e una bella entrata in scena di Edwige Fenech.
Tutto sommato la storia, da come suggerisce il titolo, mette il focus sul personaggio di Raul Gatti in quanto parte come individuo in via di disintossicazione dopo un passato di droghe, alcol e donne, con una ben celata depressione tenuta a bada con delle pillole e il senso dell?umorismo, ma che alla prima occasione e nel momento propizio lo spingerebbe al suicidio e finisce col trovare quel che ha perso e la voglia di vivere grazie al suo allievo Felice. Al contempo neanche Felice ? ?felice? dato che ? s? bravo a tennis, ma ? vittima del classico padre che vive di luce riflessa, lo tiene sotto osservazione per renderlo un campione in maniera fredda, schematica e calcolatoria con un quadernino tattico e sembrerebbe non ascoltarlo appieno, la madre asservita al padre e la sorella fa? la bulla spaccona e dal momento che inizier? il viaggio con Raul capir? in un certo senso cosa vuole veramente e vedendo in lui una figura fraterna particolare. Neanche il viaggio sar? del tutto roseo dal momento che i due vedranno l?apice della loro infelicit? tra sconfitte, profonde delusioni, occasioni mancate ed elaborazioni di se stessi. Il tutto per? con dei momenti di simpatica ironia, battute pungenti, battibecchi, scorribande ed alchimie quasi inaspettate. Senza inutili retoriche, ma con immagini ed azioni si arriva ad una catarsi formativa di entrambi.
Certo ? che, a parte un padre apprensivo ben costruito, la madre e la sorella meritavano pi? spessore, ogni tanto l?essere sopra le righe di Favino fa? pi? passare alla pancia che alla sostanza, il fatto che il padre precisino e informato ingaggi proprio Raul non ? che torni pi? di tanto, ma comunque il finale ben tagliato e apparentemente sospeso regala un buona interpretazione del pubblico su come potrebbe andare ai posteri.
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stefano73
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lunedì 24 novembre 2025
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raul, vecchio campione instabile e farfallone
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Film "il maestro". Anni 80, Felice, 13 anni, è una promessa del tennis o almeno secondo il papà. Da talento a livello regionale, per affrontare i tornei nazionali viene affidato all'ex tennista Raul Gatti (Pierfrancesco Favino). Raul era un buon tennista ..ma adesso la vita l'ha sciupato e ridotto ad un instabile e stagionato farfallone da tennis club. Favino interpreta benissimo ogni personaggio. Molto bravo anche il ragazzo protagonista per un film on the road dell' Italia anni 80. Voto:6
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grazia
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lunedì 24 novembre 2025
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capolavoro di favino
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Sweet story of personal growth, dealing with the fragility of the human psyche, and the adult and child coming of age and facing the expectations of parents and society and also celebrating the Italian 80s summer lifestyle all so distant and vintage to us now.
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