imperior max
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lunedì 28 ottobre 2024
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quando il male sorride anche alle star più idolatrate e dannate...!
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(Il voto sarebbe sul 7+) SMILE 2 di Parker Finn. Due anni fa dissi che Finn, nonostante il primo film fosse appena appena accettabile, era fatto per l’horror. Con il seguito direi che ha confermato anche bene.
La pop star Skye Riley, seguitissima e attivissima cantante dal passato controverso, assisterà impotente al suicidio del suo pusher mentre è afflitto da una maledizione che gli stampa in faccia un ghigno malefico. Tale maledizione passerà a Skye provocandole incubi, visioni ed allucinazioni. Riuscirà a salvarsi prima di un’imminente fine…?!
Tanto per cominciare c’è una regia veramente molto curata, già dall’intro tutto in piano sequenza si capisce la mano di Finn.
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(Il voto sarebbe sul 7+) SMILE 2 di Parker Finn. Due anni fa dissi che Finn, nonostante il primo film fosse appena appena accettabile, era fatto per l’horror. Con il seguito direi che ha confermato anche bene.
La pop star Skye Riley, seguitissima e attivissima cantante dal passato controverso, assisterà impotente al suicidio del suo pusher mentre è afflitto da una maledizione che gli stampa in faccia un ghigno malefico. Tale maledizione passerà a Skye provocandole incubi, visioni ed allucinazioni. Riuscirà a salvarsi prima di un’imminente fine…?!
Tanto per cominciare c’è una regia veramente molto curata, già dall’intro tutto in piano sequenza si capisce la mano di Finn. Si prosegue poi con inquadrature fisse, campi larghi e stretti, movimenti capovolti, lenti e soggettive molto notevoli. Non manca una buona costruzione della tensione, il sonoro ben dosato, a volte pure tolto e un montaggio più particolare del solito. Stavolta i jumpscare sono quasi tutti fatti bene nonostante se ne contino almeno una mezza dozzina. Almeno tre sequenze fanno veramente paura se non provare un’inquietudine cane. Lo splatter e il sangue è bello presente e fanno il loro porco effetto nella loro analogicità. La protagonista Naomi Scott ha la faccia e il fisico giusti, un sorprendente Ray Nicholson ben calato nella parte, anche se appare per pochi minuti, che è la copia quasi perfetta del padre Jack in Shining e un cameo di Drew Barrymore.
A differenza del primo Smile che aveva purtroppo una parte centrale mediocre se non pessima con ridondanze, cliché, ripetizioni e jumpscare buttati lì, ma un inizio e una fine ben fatti; qui si è scelto di concentrarsi sull’introspettiva e la realtà percepita della ragazza. La maledizione non è fine a se stessa, ma è intrecciata sul passato di Skye, le sue colpe, la sua disintossicazione dalla droga e dall’alcol, l’autolesionismo e i rapporti con la madre che la vede a tratti più come una cantante sforna soldi che come figlia. Si narra attraverso i ricordi di lei, le sue riflessioni e le sue allucinazioni con, a volte, conseguenze tragiche. Ad un certo punto si cercherà una soluzione per tale maledizione e si sfocerà in un colpo di scena con un finale che praticamente salva ancora di più il film.
I difetti stanno in alcuni jumpscare meno riusciti e un po’ gratuiti, il voler metterci alcune scelte narrative sopra le righe, ma palesi, allungano il brodo di almeno un quarto d’ora di troppo, alcune dinamiche sono riproposte dal precedente film quasi da far sembrare telefonate le scene successive e a volte, anche a causa dell’alternanza tra realtà e allucinazione, non si capiscono i rapporti di causa ed effetto.
Non è un capolavoro, non è un grande film, ma è sicuramente un gran bel passo in avanti per Parker Finn dove, a giudicare dagli incassi e dal finale, avrà l’onere e l’onore di un seguito per ora inimmaginabile.
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francesco df
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martedì 22 ottobre 2024
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film dell''orrore? orrore di film
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Premetto che non ero partito con aspettative elevatissime dopo aver saputo della futura uscita di questo sequel, in quanto il primo capitolo, sebbene lo abbia ritenuto nel complesso discreto, faceva eccessivo ricorso alla tecnica del jump scare per cercare di strappare qualche spavento, cosa che mi aveva fatto uscire dalla sala frastornato più che inquietato. A sostenere il film vi era però almeno il fattore novità, il fatto che di questa misteriosa "entità" non si sapesse ancora nulla e di conseguenza la curiosità di assistere alla progressiva ricerca della verità da parte della protagonista, nonché l'evolversi della vicenda che aveva portato a un epilogo costruito tutto sommato in maniera efficace.
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Premetto che non ero partito con aspettative elevatissime dopo aver saputo della futura uscita di questo sequel, in quanto il primo capitolo, sebbene lo abbia ritenuto nel complesso discreto, faceva eccessivo ricorso alla tecnica del jump scare per cercare di strappare qualche spavento, cosa che mi aveva fatto uscire dalla sala frastornato più che inquietato. A sostenere il film vi era però almeno il fattore novità, il fatto che di questa misteriosa "entità" non si sapesse ancora nulla e di conseguenza la curiosità di assistere alla progressiva ricerca della verità da parte della protagonista, nonché l'evolversi della vicenda che aveva portato a un epilogo costruito tutto sommato in maniera efficace.
La conclusione del film, con il co-protagonista che eredita la maledizione, mi aveva fatto inizialmente credere che il sequel sarebbe "andato avanti", con il suddetto personaggio che avrebbe portato avanti la sua lotta contro questo misterioso essere cercando anche di fare tesoro di ciò che aveva appreso durante il prequel.
E invece no. Costui viene liquidato sbrigativamente nei primi minuti di questo sequel, il quale subito dopo "torna indietro", ossia ripropone una nuova protagonista (anch'essa donna), che eredita la maledizione da un suo conoscente e si ritrova a dover fare i conti con fenomeni inquietanti della stessa risma di quelli visti nel primo film.
Il problema più grosso è che, essendoci stato un film precedente che aveva già rivelato la verità sulla misteriosa entità e sul suo modus operandi, il regista non può naturalmente non calcolare il fatto che ci siano moltissimi spettatori che sanno già tutto, quindi il risultato finale è un film che si rivela sostanzialmente la copia carbone del primo in quanto a trama (maledizione subita, apparizioni sempre più inquietanti, tentativo di reazione finale e correlato destino), e che non è più sorretto da alcuna suspance circa la scoperta della verità sui misteriosi fenomeni che, a meri fini di logica narrativa, vengono sbrigativamente spiegati in cinque minuti da un personaggio apparso quasi dal nulla verso la metà del film.
Per il resto il film presenta lo stesso, insopportabile ripetuto ricorso al jump scare, con apparizioni e suoni improvvisi che spesso rovinano delle scene che partono col costruire una tensione da cui ci si sarebbe aspettati ben altro epilogo del solito fantasma ghignante che salta fuori senza preavviso. Magari si tratta di una mossa necessaria, visto che in fondo vedere persone che ostentano sorrisi maniacali non è che faccia chissà che paura, ma che alla fine denota una certa incapacità di instillare una reale inquietudine nello spettatore, alla quale si pone rimedio facendolo costantemente saltare dalla sedia.
Il finale poi, che solitamente costituisce il momento più importante in questo genere di film, all'opposto del prequel si rivela totalmente insoddisfacente, operando uno stacco narrativo assurdo a cui segue la canonica mostruosa apparizione finale che ricalca quella del film precedente e risulta pertanto priva di qualsiasi originalità e inventiva, oltre ad avvenire in un contesto che la rende decisamente più forzata ed illogica.
Un film che, personalmente, non reputo per niente coraggioso nè audace e che, a parte il mal di testa, mi ha solo lasciato la speranza che la vicenda del demone ghignante sia finita qui.
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