the adrenalin addict
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lunedì 13 gennaio 2025
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morire d'altro!
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Anche a Teheran esistono stupendi parchi pubblici dove potere sedersi serenamente a contemplare la natura, anche a Teheran non mancano hotel e ristoranti di lusso, e neppure la cortesia e l'educazione dei giovani verso gli anziani!!! Anche i negozi, i panifici, le mense, il servizio taxi...sono come in occidente. Allo stesso modo anche in Iran si pu? benissimo avere nostalgie del passato, specialmente se si vive da soli. Ci si pu? benissimo reinnamorare, specialmente se si ? vedovi. Si pu? anche sognare l'impossibile. Anche la morte, che non ? un optional per nessuno, non avviene soltanto in carcere, per condanna o per suicidio, oppure durante le proteste contro il regime! Anche a Teheran si pu? pure morire d'altro, di morte naturale, di morte improvvisa, di morte senza sofferenze! Un privilegio che per? non spetta a tutti! E' quello che accade tra le mura di una donna anziana benestante, ma che da trent'anni vive sola perch? vedova! Il bisogno di un nuovo compagno, di rivivere certe emozioni del passato torna improvvisamente come uno tsunami a travolgere la sua vita, fino a portarla alla depressione!!! Ma Dio rende possibile anche l'impossibile.
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Anche a Teheran esistono stupendi parchi pubblici dove potere sedersi serenamente a contemplare la natura, anche a Teheran non mancano hotel e ristoranti di lusso, e neppure la cortesia e l'educazione dei giovani verso gli anziani!!! Anche i negozi, i panifici, le mense, il servizio taxi...sono come in occidente. Allo stesso modo anche in Iran si pu? benissimo avere nostalgie del passato, specialmente se si vive da soli. Ci si pu? benissimo reinnamorare, specialmente se si ? vedovi. Si pu? anche sognare l'impossibile. Anche la morte, che non ? un optional per nessuno, non avviene soltanto in carcere, per condanna o per suicidio, oppure durante le proteste contro il regime! Anche a Teheran si pu? pure morire d'altro, di morte naturale, di morte improvvisa, di morte senza sofferenze! Un privilegio che per? non spetta a tutti! E' quello che accade tra le mura di una donna anziana benestante, ma che da trent'anni vive sola perch? vedova! Il bisogno di un nuovo compagno, di rivivere certe emozioni del passato torna improvvisamente come uno tsunami a travolgere la sua vita, fino a portarla alla depressione!!! Ma Dio rende possibile anche l'impossibile. Ed ? per questo che Mahin riesce ad incontrare la sua anima gemella, un ex-soldato, oggi tassista, stanco anche lui della vita, ma non di sognare! Il suo nome ? Faramarz. Lui ha paura di morire da solo, senza nessuno ad assisterlo. Lei vorrebbe morire nella sua casa ed essere seppellita nel suo giardino. Ma questi scambi "lugubri" di battute si spengono subito nell'allegria spensierata del momento: una festa "romantica" che sembra non finire mai. Le circostanze vorranno che i desideri si realizzino all'incontrario! Faramarz, infatti, nel suo primo incontro con Mahin, a casa di quest'ultima, trover? la morte durante il sonno a causa dell'interazione fatale tra alcool e una pastiglia! Sembra non essersi accorto di nulla! Una morte serena, senza sofferenze, dopo una serata ricca di soddisfazioni e di compagnia!!! Mahin, accumula dolori su dolori, ma sopravvive! Decide di tumulare il corpo di Faramarz in segreto nel suo giardino! Ce lo avr? per sempre vicino, ma da morto. L'ironia di una storia che si sposa a nozze con la tragedia del destino. Una storia "di stampo occidentale", forse d'altri tempi, che pu? sembrare fuori luogo, e che invece prende luogo proprio in una citt? mediorientale come Teheran.
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gabriella
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domenica 16 febbraio 2025
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oltre il giardino
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Girato in semiclandestinità, aggirando fortunatamente, non si sa come , la censura e presentato alla scorsa Berlinale senza la presenza dei registi ai quali è stato sequestrato il passaporto, il film racconta attraverso una sovversiva limpidezza, la vita in Iran, in modo particolare per la donna. Mahin è una settantenne di Theran vedova da trentanni, con i figli all'estero che non può andare a trovare perchè le autorità non concedono più il visto oltre una certa età, che trascorre le sue giornate in solitudine tranne le sporadiche e allegre visite delle amiche, che decide di dare un calcio alla depressione che sta bussando alla porta e rivitalizzare il suo esistere.
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Girato in semiclandestinità, aggirando fortunatamente, non si sa come , la censura e presentato alla scorsa Berlinale senza la presenza dei registi ai quali è stato sequestrato il passaporto, il film racconta attraverso una sovversiva limpidezza, la vita in Iran, in modo particolare per la donna. Mahin è una settantenne di Theran vedova da trentanni, con i figli all'estero che non può andare a trovare perchè le autorità non concedono più il visto oltre una certa età, che trascorre le sue giornate in solitudine tranne le sporadiche e allegre visite delle amiche, che decide di dare un calcio alla depressione che sta bussando alla porta e rivitalizzare il suo esistere. Esce di casa e in un ristorante mette gli occhi su un signore della sua età, un tassista anch'egli solo, senza esitazione lo invita a casa sua, Faramarz è un pò sorpreso, ma si lascia quasi immediatamente accogliere dalla morbida e dolce intraprendenza di questa donna e la segue . I due trascorrono la serata a bere vino ( vietato in Iran l'uso degli alcolici in casa), a mangiare, chiaccherare, raccontarsi aneddoti delle loro vite, , a sedersi nel giardino di lei, che diventa un luogo magico, uno spazio privato, trasgressivo, lontano dall'oppressione del regime. Del resto i due sono testimoni di prima della rivoluzione islamica del 79, quando le donne non dovevano coprirsi il capo con l' hjiab, non come adesso che le ragazze vengono arrestate se trasgrediscono a questa regola o se vengono viste baciare in pubblico il fidanzato ( la scena del parco), Mahin e Faramarz decidono di vivere questa libertà interiore, facendosi beffa dell'oppressione esterna, della vicina spiona, difendendo quegli attimi intensi e preziosi di vita , scatenandosi in una danza che reclama con forza il diritto alla felicità e all'amore ( come quando si portava i tacchi alti), il piacere della seduzione, ma l'appagamento tanto atteso e sospirato, dopo decenni di solitudine , rimarrà inesaudito, come la libertà del popolo iraniano. Tutto ciò che rimane è solo un'immagine sfocata di un sogno che riporta bruscamente alla realtà. E' un film coraggioso, tenero, delicato e dirompente, che non solo sfida le regole totalitarie, ma sottolinea l'importanza di non arrendersi e di non tacere, perchè più ti rendi sottomessa, più ti mettono i piedi in testa, ma sfida anche il tabù di un'età in cui troppo spesso si crede erroneamente. sia calato il sipario.
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