micol mazzeo
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domenica 19 gennaio 2025
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robert zemeckis dipinge il valore di esserci - here
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Primo e unico film a tenere l'attenzione sulla stessa inquadratura per 104 minuti: "la vita vista dal salotto con bow window" come in un quadro di Edward Hopper. Il divano negli anni cambia design, per le feste si accende il camino e si aggiunge il tavolo allungabile, a Natale anche l'albero con i regali. Il racconto di diverse famiglie dal '900 al 2000 si costruisce picture-in-picture, come uno scrapbook di attimi di vita da ricordare. La realt? ? fatta anche di rimpianti, ma Robert Zemeckis con questo Ritorno al passato celebra il valore dell'esserci per i propri cari, here, nel salotto di casa: dove la memoria si condivide e si conserva. Di tanto in tanto la Storia americana fa capolino dissolvendo la claustrofobia delle pareti come se qualcuno sfogliasse l'enciclopedia illustrata tenuta a scaffale.
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Primo e unico film a tenere l'attenzione sulla stessa inquadratura per 104 minuti: "la vita vista dal salotto con bow window" come in un quadro di Edward Hopper. Il divano negli anni cambia design, per le feste si accende il camino e si aggiunge il tavolo allungabile, a Natale anche l'albero con i regali. Il racconto di diverse famiglie dal '900 al 2000 si costruisce picture-in-picture, come uno scrapbook di attimi di vita da ricordare. La realt? ? fatta anche di rimpianti, ma Robert Zemeckis con questo Ritorno al passato celebra il valore dell'esserci per i propri cari, here, nel salotto di casa: dove la memoria si condivide e si conserva. Di tanto in tanto la Storia americana fa capolino dissolvendo la claustrofobia delle pareti come se qualcuno sfogliasse l'enciclopedia illustrata tenuta a scaffale. Il film invita a riflettere sulla propria storia, dalla nascita alla morte, pensando alle persone che fanno parte della nostra vita e alle azioni che facciamo per loro, dalla torta di compleanno alle grandi scelte che indirizzano l'esistenza. La coppia Tom Hanks-Robin Wright riporta nostalgicamente alla memoria Forrest Gump e il finale ? un omaggio al cinema e all'iconica scena sulla panchina.
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petri
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sabato 18 gennaio 2025
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discreto
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un zemeckis sotto tono ma sempre zemeckis, ottimo spunto sceneggiatura un po' debole, comunque godibile
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sabato 18 gennaio 2025
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carino ma noioso
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alceste perrone
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venerdì 17 gennaio 2025
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interessante
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bella riflessione sul tempo che passa
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santospago
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venerdì 17 gennaio 2025
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senza infamia e senza lode
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Bella l'idea, poco interessante la realizzazione
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carlobrusco
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giovedì 16 gennaio 2025
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e allora?
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Film assolutamente INUTILE - Ridicolo scomodare i dinosauri
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rocco gibilras
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mercoledì 15 gennaio 2025
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il senso della vita
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Film bellissimo. Mi sono commosso.
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antonio montefalcone
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mercoledì 15 gennaio 2025
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una struggente meditazione sul tempo che passa
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Basata sull'omonima graphic novel del 2014 di Richard McGuire, "Here", l’ultima fatica di Robert Zemeckis, è un’esperienza cinematografica immersiva, e un affascinante flusso ininterrotto di immagini in sé godibili.
Dopo 30 anni vediamo felicemente riuniti in “Here” la stessa troupe che fece il successo di “Forrest Gump”: Zemeckis alla regia, Eric Roth alla sceneggiatura, Don Burgess alla fotografia, Alan Silvestri alla colonna sonora, Tom Hanks e Robin Wright nei ruoli principali, Randy Thom al suono e Joanna Johnston ai costumi.
Interamente realizzato da un unico punto di vista (un’inquadratura unica e fissa per l’intera durata del film) quello di un piccolo lembo di terra, “Here” mostra tutto quello che si avvicenda intorno a quel medesimo punto in milioni di anni.
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Basata sull'omonima graphic novel del 2014 di Richard McGuire, "Here", l’ultima fatica di Robert Zemeckis, è un’esperienza cinematografica immersiva, e un affascinante flusso ininterrotto di immagini in sé godibili.
Dopo 30 anni vediamo felicemente riuniti in “Here” la stessa troupe che fece il successo di “Forrest Gump”: Zemeckis alla regia, Eric Roth alla sceneggiatura, Don Burgess alla fotografia, Alan Silvestri alla colonna sonora, Tom Hanks e Robin Wright nei ruoli principali, Randy Thom al suono e Joanna Johnston ai costumi.
Interamente realizzato da un unico punto di vista (un’inquadratura unica e fissa per l’intera durata del film) quello di un piccolo lembo di terra, “Here” mostra tutto quello che si avvicenda intorno a quel medesimo punto in milioni di anni. Una coesistenza di momenti diversi, come se sovrapposti l’uno sull’altro e che visti in prospettiva creano l’esperienza dello spazio. Si passa dall’era dei dinosauri a Benjamin Franklin, dall’epoca del popolo indigeno Lenni-Lenape ad alcuni avvenimenti che hanno segnato l’America nel XX secolo. La maggior parte della pellicola invece si ambienta all’interno di una casa dove si (sus)seguono le vite dei suoi inquilini (John Harter e la moglie Pauline; la coppia Leo e Stella Beekman; Devon e Helen Harris; e soprattutto la famiglia Young – quella col personaggio di Tom Hanks a cui si unirà Robin Wright – dal dopoguerra agli anni 2000, dalla generazione dei genitori fino a quella dei nipoti).
“Here” ci riporta agli albori del Cinema quando non era ancora stato inventato il linguaggio del montaggio, però al contempo ci lancia verso il futuro in un territorio inesplorato dove la struttura narrativa è sapientemente modellata da un complesso uso del montaggio: un montaggio elaborato che, tra alternanze temporali, posizione e movimenti degli attori all’interno dell’unica ambientazione, riquadri che si aprono per mostrare momenti di epoche diverse, precisa gestione della profondità di campo e della messa a fuoco, coinvolge lo spettatore in un’insolita esperienza visivamente stimolante, magnetica ed eccitante. E’ dunque un approccio registico che privilegia sicuramente l’innovazione visiva, ma che sa restare fedele sia all’impostazione della graphic novel su cui si basa, sia all’anima della pellicola – perché la sua bellezza estetica e stilistica non va mai a discapito del cuore pulsante di ciò che vuol esprimere a livello narrativo, concettuale o connotativo l’opera stessa.
La vicenda di Margaret e Richard (la parte più corposa e significativa dell’intera pellicola) è quella che meglio rappresenta il fluire del Tempo e i suoi effetti sui personaggi; ed è quella fatta soprattutto di delusioni e di aspettative tradite. E’ la più ordinaria e la più universale delle vicende umane (per il susseguirsi naturale di nascite, morti, amori, gioie e dolori, con la quotidianità, le fatiche, i successi e le sconfitte di ognuno); carica di momenti interscambiabili, di malinconia e dolcezza, di difficoltà e inadeguatezze. La più commovente, la più riflessiva di tutta l’opera.
L’esistenza di Richard e Margaret rimanda inevitabilmente anche alla travagliata storia della società americana durante il XX secolo, raccontata nella sua evoluzione e nella sua involuzione. Un Paese considerato la più grande potenza del mondo, terra di promesse, aspettative ed opportunità per chiunque avesse progetti, ambizioni e tanta determinazione; che però nella seconda parte del secolo ha visto perdere le proprie potenzialità.
Cambiano epoche, personaggi, oggetti e arredamenti, ma le essenze delle storie rimangono le stesse, (perché) l’Uomo rimane lo stesso.
“Here” è certamente la celebrazione della vita tutta, di ciò che è umano e animale; è persino una lirica dell’inumano e dell’inanimato; però ha comunque in sé un’anima profondamente umanistica. Il destino dell’essere umano e il suo agire nel tempo e nello spazio, viene sempre visto sotto una lente speciale: attraverso il tema universale che tutto passa, Il film diventa una struggente meditazione sulla mortalità, sulla caducità delle cose umane, sulla finitudine dell’Uomo.
L’opera cattura l'esperienza umana nella sua forma più pura pur nella consapevolezza dell’inafferrabilità dei vari momenti, anzi, è proprio questa inafferrabilità dell’istante, questo camminare in bilico tra memoria e oblio, che si vuol esprimere. E invitare a valorizzare ogni attimo che ci è stato concesso.
Bisogna vivere il più intensamente e pienamente possibile il nostro esistere qui e ora. Una cosa ovvia e scontata certamente, ma anche la più vera, la più difficile da concretizzare, e la più procrastinata dall’essere umano.
In conclusione, “Here” è cinema allo stato puro. Un’opera poetica che ci fa assaporare la gioia di esistere e di essere ancora vivi; l’incanto nel contemplare la meraviglia e il mistero prezioso di tutto il Creato; e soprattutto il piacere di saperci ospiti, seppur per breve tempo, di un minuscolo pianeta sperduto nell’immensità dell’universo, la nostra casa, la cui finestra si apre sul cosmo. Che incommensurabile e preziosa fortuna essere (stati/ancora) qui…
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athos
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lunedì 13 gennaio 2025
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non sono quattro muta
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Zemeckis ripercorre la storia di un luogo partendo dai dinosauri che calpestavano quel pezzo di terra, attraversando tanti periodi storici e tanti inquilini di una casa a due piani. Tutto il film è girato in una stanza, quattro mura che vedono passare epoche diverse, nascite, morti, litigi, insomma...la vita. Ho letto che gli americani, più propensi all'usa e getta, lo hanno trovato noioso mentre gli europei sono rimasti entustasti dalla visione di questo film. Sono europoeo e devo dire che mi ha anche commosso. Quelle quattro mura osservano i nostri cambiamenti, vedono le nostre emozioni e ci riflettono la nostra vita. Molto piaciuto.
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imperior max
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lunedì 13 gennaio 2025
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ieri, oggi e domani, ma sempre qui.
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Dopo un malriuscito LE STREGHE e un vergognosissimo PINOCCHIO, Robert Zemeckis ritorna in binari decisamente pi? dignitosi con HERE.
In una casa vediamo le vicende dei vari inquilini che la abiteranno nel corso degli anni tra gioie, tristezze, glorie e tragedie.
La trama sostanzialmente ? questa. Ma il punto di forza che regge il tutto ? uno solo, ossia una messinscena molto particolare. C?? una sola inquadratura ferma e fissa per il 99% del film che riprende il soggiorno con camino e una grossa finestra. Il tutto ? raccontato, man mano che si procede, con suddivisioni in riquadri. Ne appare uno che cambia una porzione della stanza e dopo un po? il resto la segue. Si passa a personaggi diversi, periodi storici diversi, usi e costumi diversi e scenografie diverse e non in modo lineare.
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Dopo un malriuscito LE STREGHE e un vergognosissimo PINOCCHIO, Robert Zemeckis ritorna in binari decisamente pi? dignitosi con HERE.
In una casa vediamo le vicende dei vari inquilini che la abiteranno nel corso degli anni tra gioie, tristezze, glorie e tragedie.
La trama sostanzialmente ? questa. Ma il punto di forza che regge il tutto ? uno solo, ossia una messinscena molto particolare. C?? una sola inquadratura ferma e fissa per il 99% del film che riprende il soggiorno con camino e una grossa finestra. Il tutto ? raccontato, man mano che si procede, con suddivisioni in riquadri. Ne appare uno che cambia una porzione della stanza e dopo un po? il resto la segue. Si passa a personaggi diversi, periodi storici diversi, usi e costumi diversi e scenografie diverse e non in modo lineare. Persino a quando la casa non era stata costruita e addirittura a quando c?erano i dinosauri! Per capirci bene, sono almeno sette sottotrame che di per s? procedono con una certa continuit? dove delle volte si intrecciano in maniera molto curiosa, coincidenziale, anche divertente e per niente a caso. Tanto da sembrare all?inizio che lo spazio ? fermo e il tempo ? in continuo movimento, ma dopo si arriva a capire che ? il tempo ad essere immobile e a muoversi ? quello che si vede su schermo.
Comunque la trama principale riguarda quella di Tom Hanks, Robin Wright, Paul Bettany e Kelly Reilly, dal giorno che acquistano la casa, ci vivono, formano una famiglia, crescono, giocano, festeggiano, litigano, superano lutti e pensano di lasciare la casa. Per il ringiovanimento o invecchiamento viene usata la CGI in maniera molto credibile e per niente posticcia, se non in un solo primo piano ravvicinato. Ovviamente ? contornata da altre sottotrame interessanti: la coppia inventore/pin-up anni ?40, la coppia pilota d?aerei/casalinga anni ?10, la famiglia afroamericana anno 2020, la rivoluzione americana, il fratello di Benjamin Franklin, la secessione americana, gli indiani eccetera. Il finale, visivamente e narrativamente, sembrerebbe ?riprendere vita?. Un po? a far vedere che certe situazioni familiari e sociali rimangono immutate nel tempo, altre invece cambiano anche se di poco.
C?? da dire che, nonostante una durata abbastanza contenuta, ogni tanto c?? qualche momento un po? a vuoto, almeno qualche volta non riuscivo bene a vedere qualche particolare importante perch? troppo lontano (complice il fatto che stavo seduto nell?ultima fila), qualche volta il montaggio ? precipitoso tra una sottotrama e l?altra, non tutte hanno un grosso spessore di scrittura, delle volte si sfocia nel retorico piagnone e ci voleva un pizzico solo di cattiveria in pi?.
Sicuramente non ? un grande film, ma almeno ? stato un bel balzo in avanti con una sperimentazione riuscita.
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