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gustibus
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venerdì 16 agosto 2024
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alien ultima generazione
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Veramente un Alien(2024)..adatto principalmente ad un pubblico giovane.Horror alla massima potenza.Il racconto parte con originalita' notevole.5ragazzi..(e non marines!)e un simpatico androide partono per un viaggio alla ricerca di un pianeta dove ci sia energia solare.Nel viaggio trovano un astronave abbandonata Romulus-Remo(si quelli dell'antica Roma)e per sottrarre l'impianto criogeno per il loro viaggio della speranza s'imbattono con xenomorfi dormienti che con carne fresca e giovane cominciano a risvegliarsi.L'inizio e' comunque ottimo,fotografia ottima..sceneggiatura buona.Praticamenta tutto il racconto non vuole uscire dall'impiano base di Alien 1/2..phrometeus/Covenant.
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Veramente un Alien(2024)..adatto principalmente ad un pubblico giovane.Horror alla massima potenza.Il racconto parte con originalita' notevole.5ragazzi..(e non marines!)e un simpatico androide partono per un viaggio alla ricerca di un pianeta dove ci sia energia solare.Nel viaggio trovano un astronave abbandonata Romulus-Remo(si quelli dell'antica Roma)e per sottrarre l'impianto criogeno per il loro viaggio della speranza s'imbattono con xenomorfi dormienti che con carne fresca e giovane cominciano a risvegliarsi.L'inizio e' comunque ottimo,fotografia ottima..sceneggiatura buona.Praticamenta tutto il racconto non vuole uscire dall'impiano base di Alien 1/2..phrometeus/Covenant.Ci sono molti richiami a questi films,ovviamente col permesso del grande R.Scott ch ce'la mette tuttade qui e'uno dei produttori.Forse manca la classe sopraffina..ma Alvarez da il massimo vigore perché piaccia molto ad un pubblico giovane.Ha steccato il finale per timore di essere troppo innovativo.Comunque un ennesimo Alien dal regista uruguaiano lo vedrei volentieri.Film ideale per la stagione estiva.Non delude!Molto bello con qualche ripetizione evitabile.
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[+] un ritorno alle origini, efficace e vigoroso
(di antonio montefalcone)
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luigiluke
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giovedì 22 agosto 2024
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pessimo, senza appello.
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Disney, diventato proprietario del franchise deve aver dettato le nuove regole di scrittura e casting. Perché Alien diventa un film di avventure gore per ragazzi, una sorta di Venerdì 13 nello spazio. Senza un briciolo di autentica tensione drammatica, visto che da subito si capisce chi sopravviverà alla consueta mattanza sull'astronave (la lanciatissima Cailee Spaney, ormai alter ego femminile di Chalamet: a quando un film con i due insieme per la gioia dei teenagers?).
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Disney, diventato proprietario del franchise deve aver dettato le nuove regole di scrittura e casting. Perché Alien diventa un film di avventure gore per ragazzi, una sorta di Venerdì 13 nello spazio. Senza un briciolo di autentica tensione drammatica, visto che da subito si capisce chi sopravviverà alla consueta mattanza sull'astronave (la lanciatissima Cailee Spaney, ormai alter ego femminile di Chalamet: a quando un film con i due insieme per la gioia dei teenagers?).
Per il resto siamo in presenza di un citazionismo a dir poco fastidioso, persino nelle battute, Per non parlare del finale, un misto tra la Ripley del Nostromo e quella della Clonazione. Senza dimenticare la riproposizione del vecchio robot Ash che ha cambiato nome, ma è cattivo quanto il suo predecessore. Per fortuna però c'è un secondo sintetico a bordo che anche se con qualche défaillance affettiva dimostrerà di essere empatico - perché l'AI in fondo è cosa buona e giusta.
Detto di una sceneggiatura che, a parte i limiti dettati dalla tipicità della storia, si mantiene per tutto il film su livelli bassissimi e non propone mai soluzioni narrative di una qualche originalità, resta una robusta dose di CGI ad alimentare l'aspettativa di splatter, Roba comunque già vista e rivista, che non fa più effetto e ti consente di digerire tranquillamente i pop corn in sala o la pizza davanti alla TV..
La mano di Scott. se c'è stata, si vede solo all'inizio, nella rappresentazione di una città che richiama alla mente la Los Angeles di Blade Runner.E ad un cinena vero, o almeno verosimile per quanto distopico. La regia di Alvarez invece vale quanto quella dei fratelli Strause di Alien vs Predator 2. Un film, questo, che rappresentava il punto più basso, finora, della serie. Ma che almeno aveva i Predator ad arricchire la storia.
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fabal
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martedì 17 settembre 2024
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fa quel che deve fare
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(Due stelle e mezzo) Se i sequel non hanno avuto fortuna ai prequel non è andata meglio: a ben vedere la saga di Alien, dal 1992 in poi, ha collezionato più tonfi che successi. La 20th Century studios cerca così il ritorno alle origini, producendo il film di complemento che si inserisce tra un capitolo e l'altro e per il quale la follia lessicale del cinema di franchise inventa ad hoc un altro termine: il midquel. Alien Romulus, ormai settimo capitolo della saga, si colloca tra i primi due Alien(s). Mossa astuta, pur con tutte le riserve sulla legittimità della prosecuzione di un filone che nel 2024 non può che presentare profonde differenze rispetto a 45 anni fa.
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(Due stelle e mezzo) Se i sequel non hanno avuto fortuna ai prequel non è andata meglio: a ben vedere la saga di Alien, dal 1992 in poi, ha collezionato più tonfi che successi. La 20th Century studios cerca così il ritorno alle origini, producendo il film di complemento che si inserisce tra un capitolo e l'altro e per il quale la follia lessicale del cinema di franchise inventa ad hoc un altro termine: il midquel. Alien Romulus, ormai settimo capitolo della saga, si colloca tra i primi due Alien(s). Mossa astuta, pur con tutte le riserve sulla legittimità della prosecuzione di un filone che nel 2024 non può che presentare profonde differenze rispetto a 45 anni fa. Ma svincolarsi dai farraginosi Prometheus e Covenant, inserendosi invece nella linea temporale in cui lo xenomorfo è già fatto e finito, consente a Fede Alvarez di muoversi in una storia che recuperi l'immediatezza di un horror senza fronzoli. Operazione già intuita dal videogioco Alien Isolation che in Romulus è citato in diverse occasioni.
La trama è però uno schema inevitabile, per non dire pretestuosa: un gruppo di giovani che lavora in un pianeta colonia della WY fugge per cercare fortuna in un altro sistema. Ma per un viaggio così lungo servono criocapsule, e una stazione abbandonata sembra offrire la soluzione...
Narrare una vicenda che sfiora soltanto (almeno per ora) la storia principale di Ripley e co. offre la possibilità di una narrazione con qualche licenza di libertà. Senza troppi vincoli di continuity con predecessori (o successori) che avevano, ad esempio, annientato dopo pochi secondi la credibilità di Alien 3 rispetto al film di Cameron. O che avevano ossessionato i prequel con contorte spiegazioni di genesi davvero non necessarie. Il risultato è che Romulus è, almeno da un punto di vista della godibilità spicciola, migliore di almeno tre dei sei film precedenti.
Un minimo di coerenza con la lore di Alien è però d'obbligo. La trama prova, perciò, a costruire un ponte tra i capitoli, soprattutto con quanto visto in Prometheus e il misterioso fluido nero da cui tutto è partito: con una spiegazione forse sbrigativa ma ben più efficace delle divagazioni di Covenant le cui vicende non sono citate. Risparmiabilissima, invece, la scelta di legarsi al finale del primo Alien con un “recupero” che potrebbe far infuriare i fan più integralisti.
In ogni caso il film fa quello che deve fare: diverte, spaventa, tiene incollati alla poltrona, è ruffiano il giusto e vive interamente del suo passato. E tra le molte citazioni agli altri film si aggiunge persino qualche informazione nuova sul ciclo biologico dello xenomorfo. E ci sono altre belle trovate.
Strutturalmente Romulus si presenta come il più schematico degli horror che prova solo all'inizio a fare il verso al primissimo Alien. La tensione ben introdotta dai cunicoli stretti e dai rumori della stazione spaziale cede presto il passo all'eccesso visivo e ai soliti jumpscares, almeno sei o sette in tutto il film, di cui la metà più che telefonati. Quando la quiete lascia il posto all'azione, la voragine tra il 1979 e il 2024 si fa sentire tutta. E si passa al sangue, ai corpi martoriati, alle urla strazianti, grossa contraddizione rispetto al silenzio spaziale predicato dalla locandina del 1979. L'eccesso accompagna il resto del film, ridondante pur nei limiti del guardabile, nonostante un cast di poco spessore e dialoghi dimenticabilissimi che rendono ancora più profonda quella voragine.
Il tentativo di una rivisitazione “neoclassica” per recuperare le atmosfere del primo capitolo riesce solo a livello citazionistico, perché i tempi narrativi sono quelli di un horror fin troppo contemporaneo. Romulus è un film furbo e didascalico, interamente derivativo che fa un collage di situazioni già viste nel franchise, arrangiate con i tempi cinematografici di oggi. Un collage comunque rispettoso, senza derive filosofiche che vadano a destrutturare la mitologia della xenomorfo. Se il risultato non è certo innovativo, l'obiettivo di tenere lo spettatore incollato alla sedia è indubbiamente raggiunto. Non è dato, con certezza, sapere se Romulus sia davvero ben fatto o soltanto migliore dei più recenti capitoli (troppo brutti per essere veri), ma dal cinema non si esce delusi.
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