raffaello
|
venerdì 22 dicembre 2023
|
polpettone di cose vere e cose inventate
|
|
|
|
Il film mi pare un polpettone: la figura del corallaro Vincenzo Stumpo di Torre del Greco e' inventata quanto la vicenda del campo di mine; la figura del Comandante inglese che rinuncia ad inseguire il sommergibile e' inventata; l'attacco aereo pure, mentre e' realmente esistita la figura di Danilo Stiepovich, medaglia d'oro alla memoria, seppur per fatti d'arme diversi da quelli narrati. Il messaggio del film e' molto attuale, fin troppo: oserei dire che la vicenda del Cappellini (gia' narrata dal film "La grande speranza" del 1954 in chiave piu' tecnica e dal messaggio piu' semplice di Italiani brava gente) e' stata ripescato proprio in funzione dell'attualita' dei salvataggi in mare, sempre ed a qualsiasi costo.
|
|
[+] lascia un commento a raffaello »
[ - ] lascia un commento a raffaello »
|
|
d'accordo? |
|
|
giovedì 21 dicembre 2023
|
ah, l'antifascismo dei fascisti rossi...
|
|
|
|
Sei o sei stata comunista? La tua recensione è la incarnazione perfetta della "correzione politica", al punto che non si capisce se il film rientra in simile corrente ideologica, o felicemente, l'evita.
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
raffaello
|
martedì 5 dicembre 2023
|
polpettone
|
|
|
|
Il film e' un polpettone di fatti veri e di fatti inventati, con un fine che appare molto politico: addirittura l'intera vicenda - gia' oggetto del film "La Grande Speranza" del 1954 - potrebbe essere stata ripresa per fini squisitamente politici! Il corallaro Vincenzo Stumpo di Torre del Greco non esiste, come non ha fondamento storico la storia del sommergibile imprigionato in un campo di mine; il Comandante inglese che ordina di cessare il fuoco non esiste; la figlia Graziella Marina nacque bel 1943, ben dopo le vicende narrate nel film; esiste invece la medaglia d'oro Danilo Stiepovich citato nel film ma caduto mesi dopo, nel combattimento al cannone contro un'altra nave... Certo, si tratta di cinema.
[+]
Il film e' un polpettone di fatti veri e di fatti inventati, con un fine che appare molto politico: addirittura l'intera vicenda - gia' oggetto del film "La Grande Speranza" del 1954 - potrebbe essere stata ripresa per fini squisitamente politici! Il corallaro Vincenzo Stumpo di Torre del Greco non esiste, come non ha fondamento storico la storia del sommergibile imprigionato in un campo di mine; il Comandante inglese che ordina di cessare il fuoco non esiste; la figlia Graziella Marina nacque bel 1943, ben dopo le vicende narrate nel film; esiste invece la medaglia d'oro Danilo Stiepovich citato nel film ma caduto mesi dopo, nel combattimento al cannone contro un'altra nave... Certo, si tratta di cinema... ma il primo film sulle vicende del Cappellini appare piu' tecnico e piu' modesto: Italiani brava gente e basta!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a raffaello »
[ - ] lascia un commento a raffaello »
|
|
d'accordo? |
|
angelo umana
|
lunedì 4 dicembre 2023
|
siamo forti siamo grandi
|
|
|
|
Tutti lo cercano tutti lo vogliono, un Pierfrancesco Favino si porta su tutto: tanti ruoli, tanti impegni, occupatissimo, sta davvero bene su tutti i registri interpretabili, e li ha ben interpretati. L'ultima o ormai penultima è la volta del Comandante, che nella realtà della guerra 1940-45 fu Salvatore Todaro: i suoi genitori emigrarono da Messina dove nacque nel settembre 1908, fino a Chioggia.
L'interpretazione di Favino è appropriata anche qui: “un po' tenero e violento”, a volte padre di famiglia comprensivo coi suoi marinai sottoposti e umano coi suoi nemici belgi – alleati dell'Inghilterra - che trasse in salvo nel suo sommergibile.
[+]
Tutti lo cercano tutti lo vogliono, un Pierfrancesco Favino si porta su tutto: tanti ruoli, tanti impegni, occupatissimo, sta davvero bene su tutti i registri interpretabili, e li ha ben interpretati. L'ultima o ormai penultima è la volta del Comandante, che nella realtà della guerra 1940-45 fu Salvatore Todaro: i suoi genitori emigrarono da Messina dove nacque nel settembre 1908, fino a Chioggia.
L'interpretazione di Favino è appropriata anche qui: “un po' tenero e violento”, a volte padre di famiglia comprensivo coi suoi marinai sottoposti e umano coi suoi nemici belgi – alleati dell'Inghilterra - che trasse in salvo nel suo sommergibile. A volte invece un capitano Hartmann da Full metal jacket,con le frasi decisive nell'arte oratoria del comando, eppure memore della regola marina di salvare i naufraghi. Sa pronunciare parole solenni (si addicevano all'epoca), da uomini duri, sepolti sotto “strati d'acqua e d'acciaio” e sa non dimenticare che prima ancora di essere nemici si è uomini. Glialti comandi del suo esercito, e pure gli alleati tedeschi, gli rimproverarono il soccorso ai marinai belgi che cannoneggiarono per primi il suo sommergibile, ma lui rispose che perciò gli italiani avevano 2000 anni di storia alle spalle (evviva!). Onore e memoria eterna, a differenza dei comandi russi che lasciarono i marinai del Kursk nel 2000 sepolti sott'acqua.
Bello che la conclusione di un film tragico e a tratti festoso (le patatine fritte preparate nella cucina del sommergibile da belgi e italiani, celebrate poi insieme con una canzone napoletana) venga abbellita infine da una canzone liberatoria o forse sdrammatizzante, Un'ora sola ti vorrei e perfino da una lunga lista di piatti tipici sui titoli di coda. Un “alleggerimento” che accade pure con una canzone di Baglioni a chiusura del film di Emma Dante, Misericordia.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a angelo umana »
[ - ] lascia un commento a angelo umana »
|
|
d'accordo? |
|
kronos
|
lunedì 27 novembre 2023
|
troppo veronesi
|
|
|
|
Atipico war film italiano del filone sommergibilistico, è interessante nel soggetto e ben fatto tecnicamente (una menzione particolare per l'ottima fotografia) ma è appesantito dai troppi dialoghi regionali e minimalisti. Il protagonismo di Veronesi, più scrittore che sceneggiatore da cinema, è manifesto anche nell'eccessivo uso delle voci "fuori campo", generalmente prolisse, enfatiche e didascaliche.
Ma nell'insieme la vicenda, storicamente accurata, ha una discreta tensione e forza cinematografica, esaltata da alcune belle sequenze Clou (su tutte il sacrificio del pescatore di coralli di Torre del greco). Il cast di non professionisti funziona benino accanto a un Favino troppo provinciale ma con un buon phisique du role.
[+]
Atipico war film italiano del filone sommergibilistico, è interessante nel soggetto e ben fatto tecnicamente (una menzione particolare per l'ottima fotografia) ma è appesantito dai troppi dialoghi regionali e minimalisti. Il protagonismo di Veronesi, più scrittore che sceneggiatore da cinema, è manifesto anche nell'eccessivo uso delle voci "fuori campo", generalmente prolisse, enfatiche e didascaliche.
Ma nell'insieme la vicenda, storicamente accurata, ha una discreta tensione e forza cinematografica, esaltata da alcune belle sequenze Clou (su tutte il sacrificio del pescatore di coralli di Torre del greco). Il cast di non professionisti funziona benino accanto a un Favino troppo provinciale ma con un buon phisique du role.
VOTO REALE: due stelline e mezzo
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kronos »
[ - ] lascia un commento a kronos »
|
|
d'accordo? |
|
maramaldo
|
martedì 21 novembre 2023
|
lasciatemi cantare
|
|
|
|
Che altro può fare chi è fiero di essere un italiano vero? Successo del '38, Un'ora sola ti vorrei. A mezza voce, un po' in falsetto come in un vecchio disco, il motivetto fa marciare reclute ignare con in testa il Comandante. Più tardi si sgoleranno andando pel vasto mar ridendo in faccia a monna morte ed al destino. Accontentati, tutti o quasi. Liriche da La canzone dei Sommergibili, 1941. Il Cappellini avrebbe potuto viaggiare sull'onda azzurra nella luce mattinal invece fu costretto ad andar giù sotto l'onda grigia di foschia nell'albeggiar.
Caligine a mezzodì nella rotta per le Azzorre, la fotografia di Paredes.
[+]
Che altro può fare chi è fiero di essere un italiano vero? Successo del '38, Un'ora sola ti vorrei. A mezza voce, un po' in falsetto come in un vecchio disco, il motivetto fa marciare reclute ignare con in testa il Comandante. Più tardi si sgoleranno andando pel vasto mar ridendo in faccia a monna morte ed al destino. Accontentati, tutti o quasi. Liriche da La canzone dei Sommergibili, 1941. Il Cappellini avrebbe potuto viaggiare sull'onda azzurra nella luce mattinal invece fu costretto ad andar giù sotto l'onda grigia di foschia nell'albeggiar.
Caligine a mezzodì nella rotta per le Azzorre, la fotografia di Paredes. Guizzi di acciai bruniti, spruzzi di marosi lividi, tenebre incombenti, sagome scure e minacciose. Surreali e un po' fittizi gli esterni, nell'angustia dello scafo, nel puzzo di nafta e sentori di sudori, l'umanità della storia.
Una ciurma che alterna parlate del nord e del sud della cosiddetta Italia. Non è una provocazione ma non se ne può trarre l'impressione di un carattere nazionale coeso, bizzarro che vadano tutti insieme a combattere e a morire, all'unisono. Todaro, cognome antico che si riscontra per lo più in Veneto e in Sicilia, curioso. Diversamente dal mugolio uniforme del vallone del capitano belga, il gentleman "neutrale", al confronto un professorino. Salvatore da Messina, fluente in veneziano, millanta francese e tedesco, questo per "necessità". Che significa? Ci avemo sempre una "necessità" se dobbiamo interloquire con potenti che, bontà loro, ci vogliono alleati e amici.
Storia vera ma qualcosa sembra inventata. Due di quelli tratti in salvo danneggiano l'impianto elettrico al grido di un insulto che però suona moderno, attuale, inconcepibile in un'epoca in cui ci osservavano con interesse quando non ci scimmiottavano. Per molto di meno marinerie blasonate avrebbero impiccato i due gaglioffi dementi che se la cavano invece con una sventagliata di ceffoni. Questo per mostrare che siamo "miti". Non convince, direi piuttosto schizzinosi, detestiamo sporcarci le mani. Odio, ferocia, abiezioni li lasciamo alla follia e al crimine, connotati di genti genuinamente guerriere. Ce ne manca la stoffa, farsene una ragione e, giacchè ci siamo, un vanto.
Trovo arduo ragionare sul lavoretto imbastito da De Angelis e la sua band. La "ratio" di un'inusitata rievocazione sarebbe indicare l'ancor più inusitato dovere di una "tensione etica" al di là e al di sopra di tutto altrimenti non si può parlare di un uomo di quel tempo che raffigurandolo pupazzo da cabaret. Con tutte le implicazioni storico-politico-ideologiche che rendono l'argomento più minato dello Stretto di Gibilterra di allora. Ma non insegliamogli il mestiere, De Angelis col suo immaginario Comandante, un Favino emaciato e spettrale, svicola, non si fa prendere in castagna.
Avete mai pensato alle patatine fritte? La spregiudicatezza del film: le sanno fare solo in alcune zone d'Europa, non da noi. Sommessamente, ai titoli di coda, al canto struggente di quella canzone, voce narrante dal simpatico accento partenopeo, elenca una sfilza di pietanze tradizionali, un nostro patrimonio. Si direbbe che a forgiare il carattere nazionale sia stato l'Artusi e non Garibaldi o Mazzini.
Ma, poi, insegnano che, al pari delle razze, l'italiano geneticamente non esiste e, comunque, fatti due conti, si dimostra che la tipologia così denominata va a scomparire a breve.
E' il caso di prendersela? Esemplare al riguardo l'attitudine del corallaro di Sorrento: "che me ne fotte, tanto son muorto".
Un'ora sola...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maramaldo »
[ - ] lascia un commento a maramaldo »
|
|
d'accordo? |
|
francesco izzo
|
venerdì 17 novembre 2023
|
bel film con qualche perplessità...
|
|
|
|
Partiamo da un assunto: oggi i film si girano così. Non c'è più tanta voglia di pensare, di riflettere, di costruire un ragionamento (meno che mai, poi, sistematico...)
E quindi i film devono tenere il passo, devono adeguarsi, devono restituire più che altro sensazioni, flash, colpire dritto al cuore, altrimenti rischiano che lo spettatore si addormenti o quantomeno perda la concentrazione.
E' così a mio avviso anche per questo ultimo film di De Angelis con Favino: doveva parlarci del comandante Todaro, che salvò un gruppo di marinai belgi naufraghi dopo l'affondamento della loro nave, che trasportava parti di aereo inglesi pur essendo il Belgio parte neutrale nel conflitto.
[+]
Partiamo da un assunto: oggi i film si girano così. Non c'è più tanta voglia di pensare, di riflettere, di costruire un ragionamento (meno che mai, poi, sistematico...)
E quindi i film devono tenere il passo, devono adeguarsi, devono restituire più che altro sensazioni, flash, colpire dritto al cuore, altrimenti rischiano che lo spettatore si addormenti o quantomeno perda la concentrazione.
E' così a mio avviso anche per questo ultimo film di De Angelis con Favino: doveva parlarci del comandante Todaro, che salvò un gruppo di marinai belgi naufraghi dopo l'affondamento della loro nave, che trasportava parti di aereo inglesi pur essendo il Belgio parte neutrale nel conflitto. E lo fa con una sequenza di piccoli episodi, a volte belli e più significativi, a volte un pò tendenti al superficiale ed al banale.
Per me il cuore del problema è questo: quando entra in vigore la "legge del mare", della quale il comandante Favino è strenuo difensore?
Ossìa: tu prendi a cannonate una nave, spari addosso all'equipaggio finchè sta su di essa ma poi, non appena cade in acqua, devi sentire il dovere di salvarlo?
Non so, non ci arrivo.... La legge del mare vieta di sparare addosso al nemico appena caduto in acqua? Mi dovrei informare....Nel frattempo resto un pò perplesso, scettico, e credo che sia un pò difficile convertire l'odio, perchè alla fine è quello che ti fa sparare contro il nemico, in amore filantropo un attimo dopo, quando è caduto in mare.
Lì si parla dei nazisti, ma mi risulta che anche il sottomarino russo che nel 1945 affondò la Wilhelm Gustloff nel mare del nord, ad esempio, abbia lasciato morire 9.000 persone, di cui la stragrande maggioranza erano civili ed infermi, assiderate nel mare gelido.
Insomma, mi indispone un pò soprattutto il finale: mandolino, patate fritte e "siamo italiani" che vorrebbe farci dimenticare l'altra faccia della medaglia, il tanto di negativo con cui ci si ostina a non voler fare mai i conti e soprattutto l'immaturità di fondo che tale frase, che può diventare facilmente anche autoassolutoria, rivela ed esalta.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesco izzo »
[ - ] lascia un commento a francesco izzo »
|
|
d'accordo? |
|
clara stroppiana
|
mercoledì 15 novembre 2023
|
salvare l''uomo
|
|
|
|
Già Sofocle, 2500 anni fa, metteva in scena il conflitto che scaturisce quando le leggi scritte, allora il potere politico incarnato da Creonte, si scontrano con quelle non scritte di chi, come l’Antigone che dà il titolo all’opera, sente che le proprie azioni vanno guidate da principi etici imprescindibili. Un analogo contrasto è al centro dell’ultimo film di Edoardo De Angelis, Comandante, che porta sugli schermi un episodio realmente accaduto nelle acque dell’Atlantico durante la seconda guerra mondiale. Il comandante del sommergibile Cappellini, Salvatore Todaro, qui interpretato da Pierfrancesco Favino, decise di salvare da morte sicura i 26 naufraghi della nave che aveva appena affondato, il piroscafo belga Kabalo.
[+]
Già Sofocle, 2500 anni fa, metteva in scena il conflitto che scaturisce quando le leggi scritte, allora il potere politico incarnato da Creonte, si scontrano con quelle non scritte di chi, come l’Antigone che dà il titolo all’opera, sente che le proprie azioni vanno guidate da principi etici imprescindibili. Un analogo contrasto è al centro dell’ultimo film di Edoardo De Angelis, Comandante, che porta sugli schermi un episodio realmente accaduto nelle acque dell’Atlantico durante la seconda guerra mondiale. Il comandante del sommergibile Cappellini, Salvatore Todaro, qui interpretato da Pierfrancesco Favino, decise di salvare da morte sicura i 26 naufraghi della nave che aveva appena affondato, il piroscafo belga Kabalo.
“Affondiamo il ferro nemico senza paura e senza pietà, ma l’uomo, l’uomo lo salviamo” è una battuta del film, citazione delle parole che Todaro pronunciò per motivare una scelta che costringeva il suo equipaggio ad affrontare ulteriori privazioni e rischi. In quel momento, ce lo dice la Storia e il film lo racconta, l’ufficiale agisce nella consapevolezza di violare le regole dettate dal comando tedesco ed è pronto a pagarne le conseguenze. Se pensiamo a quante volte la Storia ha registrato frasi del tipo “Ho solo eseguito degli ordini” a giustificazione dei crimini di guerra più spietati, il suo gesto acquista ancora maggior valore ai nostri occhi. Intanto il pensiero va ad altre acque diventate cimitero di uomini, donne e bambini nell’indifferenza di molti.
Il film è pur sempre ambientato durante un’operazione militare e le scene di combattimento non mancano, ma De Angelis ci è sembrato più a suo agio quando la macchina da presa si sofferma sui volti dei giovani marinai nelle loro mansioni quotidiane all’interno degli spazi claustrofobici del sommergibile. Nelle ore lente dell’attesa ne cattura paura, avidità di vita, ma anche capacità di sacrificio della vita stessa per un ideale. Alcune scene sono realizzate con inquadrature dal sapore teatrale, la fotografia è livida giocata su pochissimi colori, l’uso della voce fuori campo a volte racconta, ma più spesso evoca, nostalgie e presagi di morte. Meno riuscite le sequenze di “alleggerimento” per le quali si ricorre a stereotipi della commedia partenopea come quel coro di ‘O surdato ‘nnammurato con tanto di accompagnamento di mandolino. La prova di Favino è convincente, ma qualche dubbio suscita la scelta di un uomo maturo, per interpretare un giovane Todaro di 32 anni. La sceneggiatura firmata dal regista insieme a Sandro Veronesi accenna soltanto ad alcuni aspetti singolari del personaggio che in un’epoca di machismo mussoliniano, affiancava alle pratiche militari quelle dello yoga e la lettura di testi esoterici.
[-]
[+] l''uomo todaro
(di samanta)
[ - ] l''uomo todaro
|
|
[+] lascia un commento a clara stroppiana »
[ - ] lascia un commento a clara stroppiana »
|
|
d'accordo? |
|
jonnylogan
|
domenica 12 novembre 2023
|
salvataggi in mare
|
|
|
|
La storia di Salvatore Todaro, comandante della marina Italiana e medaglia al valore per aver salvato i naufraghi di una nave affondata, viene impiegata da Edoardo De Angelis per dar vita a una metafora facile da cogliere e necessaria per descrivere questi tempi fatti di guerre e salvataggi in mare, con un Favino capace di aggiungere un’ulteriore tacca alla propria carriera grazie a un ruolo costruito sia sulla sua fisicità e profonda vena recitativa e anche frutto di pochi accorgimenti scenici, data la scelta di ambientare la pellicola negli angusti spazi di un sommergibile ricreato fedelmente grazie ai progetti arrivati sino a noi. Una piéce teatrale nella quale al fianco del comandante Todaro si muovono una serie di comprimari di ottimo livello.
[+]
La storia di Salvatore Todaro, comandante della marina Italiana e medaglia al valore per aver salvato i naufraghi di una nave affondata, viene impiegata da Edoardo De Angelis per dar vita a una metafora facile da cogliere e necessaria per descrivere questi tempi fatti di guerre e salvataggi in mare, con un Favino capace di aggiungere un’ulteriore tacca alla propria carriera grazie a un ruolo costruito sia sulla sua fisicità e profonda vena recitativa e anche frutto di pochi accorgimenti scenici, data la scelta di ambientare la pellicola negli angusti spazi di un sommergibile ricreato fedelmente grazie ai progetti arrivati sino a noi. Una piéce teatrale nella quale al fianco del comandante Todaro si muovono una serie di comprimari di ottimo livello. Dai membri dell’equipaggio Italiano: ognuno caratterizzato dalle proprie fobie, dai propri desideri e soprattutto dai propri dialetti, che ne denunciano le rispettive provenienze. Sia per quanto riguarda i naufraghi, che inizialmente vedono in Todaro un semplice nemico e non una persona che ha preferito salvarli per uno scrupolo morale.
De Angelis, che ha presentato la sua pellicola come film d’esordio all’80° mostra del cinema di Venezia, sceglie di far virare la propria carriera nuovamente verso il dramma, in tal caso storico, dopo aver spaziato in fase di sceneggiatura, anche nel mondo della commedia, avendo contribuito sia alla creazione di due pellicole di Ficarra e Picone sia all’opera d’esordio di Nuzzo e Di Biase. Come detto il risultato è un film dai risvolti morali, tratti da una sceneggiatura a quattro mani scritta assieme al premio strega Sandro Veronesi, divenuta anche un romanzo edito da Bompiani in cui l’Io narrante non è però il solo Todaro ma tutti i membri dell’equipaggio del Cappellini.
A fine pellicola sarà lo spettatore a decidere se Salvatore (nome omen) Todaro possa essere giudicato un eroe o un uomo che ha preferito trasgredire a ordini tassativi. Nel frattempo siamo sicuri che tutti avranno trascorso con il cuore in gola ogni minuto di difficile sopravvivenza del variegato equipaggio Italo - Belga.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jonnylogan »
[ - ] lascia un commento a jonnylogan »
|
|
d'accordo? |
|
tozkino
|
domenica 12 novembre 2023
|
non è coraggio ma umanità
|
|
|
|
COMANDANTE: ecco un film costruito veramente bene! Una narrazione intensa ed empatica, drammatica e bruciante, che scava dentro una storia vera e ci restituisce personaggi che, oltre la ben costruita fiction cinematografica, hanno il potere di prendere lo spettatore, immerso nella ampia sala cinema, per trascinarlo nei gorghi furiosi del mare ma entro gli angusti spazi di un sommergibile, in piena seconda guerra mondiale. Non una storia fantasy, dunque, ma una drammatica pagina storica, una sorta di relazione dettagliata e profonda su una vicenda che ha il potere di restituire una luminosa immagine degli italiani, lo schietto DNA del nostro essere identitario più profondo:noi siamo italiani, non lasciamo morire in mare nessuno! Ci sono leggi, anche non scritte, della guerra e ci sono leggi, anche esse non scritte, del mare.
[+]
COMANDANTE: ecco un film costruito veramente bene! Una narrazione intensa ed empatica, drammatica e bruciante, che scava dentro una storia vera e ci restituisce personaggi che, oltre la ben costruita fiction cinematografica, hanno il potere di prendere lo spettatore, immerso nella ampia sala cinema, per trascinarlo nei gorghi furiosi del mare ma entro gli angusti spazi di un sommergibile, in piena seconda guerra mondiale. Non una storia fantasy, dunque, ma una drammatica pagina storica, una sorta di relazione dettagliata e profonda su una vicenda che ha il potere di restituire una luminosa immagine degli italiani, lo schietto DNA del nostro essere identitario più profondo:noi siamo italiani, non lasciamo morire in mare nessuno! Ci sono leggi, anche non scritte, della guerra e ci sono leggi, anche esse non scritte, del mare. Le prime avrebbero imposto di abbandonare ventisei naufraghi ammassati su una scialuppa in pieno Oceano, e condannarli così a morte certa. Non per il comandante Salvatore Todaro che dirige, da espertissimo militare e uomo di mare, un sommergibile della Marina Militare italiana, con precisi ordini di compiere azioni belliche importanti nel conflitto mondiale contro gli Alleati, un comandante al servizio della sua coscienza, prima ancora che al Governo fascista, Todaro sceglie la legge del mare e si prende la responsabilità (e l’onore) di salvare i naufraghi belgi. Mi ha fatto emozionare e riflettere tanto, specie per i tempi bellici che, da troppi mesi viviamo, acuiti dal conflitto israelo-palestinese. Gran bel film Comandante di Edoardo De Angelis, che ha aperto, in concorso e in prima mondiale all’80esima edizione della Mostra internazionale del Cinema di Venezia. La storia è quella vera di uno sconosciuto eroe della II Guerra Mondiale che, nel 1940, è al comando del sommergibile Cappellini della Regia Marina e che, dopo aver affondato una nave belga (ufficialmente neutrale ma, in realtà, al servizio degli inglesi, che trasportava parti meccaniche e munizioni per gli aerei di sua Maestà) decide per l’appunto di salvare i superstiti belgi, ormai naufraghi affamati e infreddoliti, condannati ad affogare e di portarli in un porto sicuro, facendoli salire a bordo del suo troppo piccolo sommergibile. Una decisione controcorrente che nessuno avrebbe preso (certamente non il comandante della nave belga che, a fine film, domanda come mai questa decisione: io l’avrei lasciata morire in mare, Lei perché l’ha fatto? La risposta è devastante e bruciante più delle fiamme che divorano la nave belga:perché io sono italiano! Mi è piaciuta moltissimo la regia di De Angelis, raffinato sia dal punto di vista cinematografico che narrativo: in Comandante riesce a confezionare una vicenda con infinite sfumature, tutte intense mai banali o deja vu, una tavolozza di sentimenti e situazioni accese, conturbanti, emozionantissime: dall’ambiente, di per sé claustrofobico, dell’interno del sommergibile emergono tutt’una serie di situazioni drammatiche (mirabile la lunga sequenza che vede due soldati belgi, colpevoli di aver tentato di sabotare l’impianto elettrico del sommergibile e che vengono puniti, in modo duro ma paterno, dal Comandante e da tutt’e due gli equipaggi: una scena assolutamente meravigliosa, emozionante alle fino alle lacrime); ci sono anche una lunga serie di affreschi e situazioni intense, toccanti ma anche ilari, comiche, emozionati... gran bel film!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tozkino »
[ - ] lascia un commento a tozkino »
|
|
d'accordo? |
|
|