felicity
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mercoledì 22 gennaio 2025
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apologo sulla condizione femminile
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Wicked Little Letters si presenta come un apologo sulla condizione femminile, in primo luogo grazie all’incrocio delle vicende delle ex amiche, Edith e Rose, l’una manifestazione esasperata delle passioni che l’altra ha imparato a soffocare.
Non solo loro, però, perché c’è un altro personaggio, la poliziotta, Gladys Moss, per un verso cuore pulsante della storia, con il suo intuito e la capacità di seguire la pista giusta, per un altro giovane donna costretta a mettere davanti alla propria preparazione e professionalità una qualifica che sia denotante.
Cattiverie a domicilio vuole guardare all’oggi, per mettere in rilievo ciò che non ha smesso di stridere in una libertà di essere e di agire che diamo per scontata ma che, talvolta, è, entro certi limiti, limiti diversi, ancora un’illusione.
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Wicked Little Letters si presenta come un apologo sulla condizione femminile, in primo luogo grazie all’incrocio delle vicende delle ex amiche, Edith e Rose, l’una manifestazione esasperata delle passioni che l’altra ha imparato a soffocare.
Non solo loro, però, perché c’è un altro personaggio, la poliziotta, Gladys Moss, per un verso cuore pulsante della storia, con il suo intuito e la capacità di seguire la pista giusta, per un altro giovane donna costretta a mettere davanti alla propria preparazione e professionalità una qualifica che sia denotante.
Cattiverie a domicilio vuole guardare all’oggi, per mettere in rilievo ciò che non ha smesso di stridere in una libertà di essere e di agire che diamo per scontata ma che, talvolta, è, entro certi limiti, limiti diversi, ancora un’illusione.
Cattiverie a domicilio è un giallo grazioso e ben confezionato, che viene sublimato dalle protagoniste Olivia Colman e Jessie Buckley, le quali si impegnano al massimo nei loro ruoli.
Tuttavia, tradisce la sua mediocrità quando cerca di fare del femminismo all’acqua di rose.
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ivan il matto
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mercoledì 18 dicembre 2024
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la dark comedy perfetta ? servita
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E’ tutto vero” recitava un vecchio titolo di Orson Welles del 1942, così come oggi si ispirano a fatti realmente accaduti (lo avvertono anche i titoli di coda), quanto raccontato dalla regista londinese Thea Sharrock, nella black comedy “Cattiverie a domicilio”. Nella tranquilla e sonnacchiosa Littlehampton del 1922, piccola cittadina sul mare del Sussex meridionale nel Regno Unito, a smuovere le acque ci pensano una serie di lettere anonime dal contenuto altamente osceno che la compunta signorina Swan riceve con cadenza regolare. Se Edith Swan è profondamente conservatrice e irreprensibilmente religiosa, non così la sua vicina e una volta amica, Rose Gooding: sguaiata e ribelle immigrata irlandese, vedova di guerra con figlia a carico e per giunta convivente con un uomo di colore.
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E’ tutto vero” recitava un vecchio titolo di Orson Welles del 1942, così come oggi si ispirano a fatti realmente accaduti (lo avvertono anche i titoli di coda), quanto raccontato dalla regista londinese Thea Sharrock, nella black comedy “Cattiverie a domicilio”. Nella tranquilla e sonnacchiosa Littlehampton del 1922, piccola cittadina sul mare del Sussex meridionale nel Regno Unito, a smuovere le acque ci pensano una serie di lettere anonime dal contenuto altamente osceno che la compunta signorina Swan riceve con cadenza regolare. Se Edith Swan è profondamente conservatrice e irreprensibilmente religiosa, non così la sua vicina e una volta amica, Rose Gooding: sguaiata e ribelle immigrata irlandese, vedova di guerra con figlia a carico e per giunta convivente con un uomo di colore. Ogni evidenza porta a colpevolizzare, delle missive irricevibili, la focosa e sconveniente irlandese, anche perché Edith è molto stimata in città, benché zitella, ed il padre Edward più di lei in quanto autoritario ex ufficiale reduce dal conflitto mondiale appena conclusosi. La polizia locale non ha dubbi! Rose viene arrestata, rischiando, peraltro, di perdere la custodia della figlia. Ovviamente le cose non stanno così come sembrano e saranno le indagini di un’altra donna, la sottovalutata e discriminata agente Gladys Moss, a consentire che la verità venga a galla. Con il classico respiro della commedia britannica di impianto teatrale la Sharrock (“Io prima di te” del 2016) sa costruire una vicenda dallo humor nero, ma condita di battute irresistibili, che scivola via godibile ed accattivante, se è vero che nel suo Regno Unito ha richiamato nelle sale un milione di spettatori in tre settimane! Impeccabile nel suo andamento, “cattiverie a domicilio” si avvale di un cast perfetto, dal premio Oscar Olivia Colman nel ruolo della benpensante protagonista, alla giovane Jessie Buckley nei panni dell’incontenibile Rose, al ‘sommo’ Timothy Spall, già apprezzatissimo attore feticcio di Mike Leigh, qui burbero e ieratico Edward Swan. Un discorso a parte merita l’attrice di Singapore Anjana Vasan, la composta agente donna Moss, qui al primo ruolo importante, alla cui perspicacia si deve la soluzione del caso, una volta diventato di rilievo nazionale. Il film sa stare in equilibrio fra teatro, giallo appena accennato, dark comedy e classiche dinamiche processuali dove i nodi si scioglieranno fra prevedibili colpi di scena. Alla regista londinese preme, però, mettere in scena l’atmosfera irrespirabile, retriva e sessista, di una “piccola città bastardo posto” (per dirla con Francesco Guccini) di un secolo fa….oggi quanto sarebbe vissuta diversamente una vicenda analoga?!
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maramaldo
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mercoledì 24 luglio 2024
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cherchez la femme
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Solo il femminismo offre ormai una prospettiva accettabile sull'avvenire. Preferibile virtuoso e consapevole come quello di Thea Sharrock, la stoffa di Sofia Coppola. Sincero ed onesto e qui il discorso si complica. Si accoppano oggi più femmine di quando imperversavano gallismo, patriarcaggine, delitto d'onore, ecc. Chi va a dirlo in TV? Non manca tanto il coraggio - e ce ne vuole - di cercare una spiegazione nell'attualità invece di trastullarsi con i detriti del passato ma di rendere giustizia alle donne che non sia la lagna sui maltrattamenti. La Sharrock ci prova e in parte ci riesce e convince. La sua non è una "storia vera". Chiarito da una nostra preziosa Francesca.
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Solo il femminismo offre ormai una prospettiva accettabile sull'avvenire. Preferibile virtuoso e consapevole come quello di Thea Sharrock, la stoffa di Sofia Coppola. Sincero ed onesto e qui il discorso si complica. Si accoppano oggi più femmine di quando imperversavano gallismo, patriarcaggine, delitto d'onore, ecc. Chi va a dirlo in TV? Non manca tanto il coraggio - e ce ne vuole - di cercare una spiegazione nell'attualità invece di trastullarsi con i detriti del passato ma di rendere giustizia alle donne che non sia la lagna sui maltrattamenti. La Sharrock ci prova e in parte ci riesce e convince. La sua non è una "storia vera". Chiarito da una nostra preziosa Francesca. Tuttavia, che vi circoli gente di "colore" è funzionale alla lezione che si vuole impartire. C'è rispetto, forse l'affettuoso riguardo per gli emarginati di oggi non di ieri. "Dea ex machina" è l'indianetta poliziotta, risolve il caso con un semplica espediente, un'astuzia elementare.
Il film non è piaciuto in patria. Un grosso critico, che compare su un organo severo con le derive reazionarie a casa d'altri, pur riconoscendo la bravura dei teatranti, lo demolisce, stizzito per il quadro che ne esce di quella società. Ma Thea aveva già colpito nel segno. Uscito il film, le due attrici principali, Olivia Colman (Edith) e Jessie Buckley (Rose) sono coinvolte in un'intervista congiunta. Artiste realizzate, personalità sicure di sè e dell'ascendente che esercitano, si lamentano della "condizione femminile": le donne non vengono riconosciute, valutate, apprezzate per quello che sono, per quello che danno; indotte, costrette pertanto, ad appartarsi tra di loro, ad aggregarsi in solidarietà fittizie, ad entrare in intimità che si rivelanpo sterili e insoddisfacenti. Le due così concludono: never repress a woman because it will come out.
Perfidie. Ad un cero punto il film ha un sussulto inatteso. Temo di aver fatto da spettatore la stessa faccia di Timothy Spall (Edward Swan). Nel salire dopo l'arresto sul cellulare la grafomane scostumata scoppia in un'agghiacciante risata. Edith impazzisce. Ora, la follia non appartiene alla donna che, diversamente dell'uomo che presenta oscillazioni tipo da genio ad imbecille, mentalmente appare "normotipa" ciò che in natura significa perfezione (si può dire, vero?). Manifestazioni scomposte, distruttive, già solo le strane, gli antichi le attribuivano al "dio" che invasava. Pur con i pregiudizi riduttivi sentivano il mistero della potenza femminile. Ora, se qualcosa ha fatto ammattire Edith, causato il suo comportameto deviato, deve essere un fattore che le è estraneo. Nel film, chiaramente, la cultura del tempo.
In che consiste il suo misfatto? Nel diramare volgarità che ha solo sentito dire. Si dovrebbe aprire una riflessione che per rispetto di Umberto Eco non oso intitolare Fenomenologia del turpiloquio. Le parole, nel vuoto del pensiero, sono importanti. Da tempo vige quella che ho definito pruderie lessicale.
Facezie datate, del tempo in cui si diceva "scherzo da prete" hanno fatto vittime illustri.
Alla fine, senza dare importanza drammatica, povere sconcezze in fondo puerili vengono vergate con gli svolazzi di un corsivo elegante. E' la bella scrittura, la calligrafia che in Oriente è una forma d'arte. Da noi pressochè scomparsa disattivando una parte del cervello che, si spera, una qualche evoluzione indirizzerà verso altri compiti. Forse la stessa evoluzione che liquiderà la cultura di stampo maschilista. Per il momento si procede ad un ridimensionamento, se non ad una soppressione del maschio, mostrandone limiti, balordaggine, crudeltà (il film dà il suo contributo).
PS. Confesso, ho visto il film perchè c'era Timothy Spall. Quell'espressione ottusa... mi mette di buon umore, mi aggiusta la giornata. Forse perchè consola, si permette uno sberleffo su un'umanità che, prescindendo dai generi, incombe su tutti noi. Non scomodatevi ad andare a cercarla. Verrà "lei" a trovarvi.
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eugenio
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sabato 6 luglio 2024
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riso amaro
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Cattiverie a domicilio di Thea Sharrock, commedia british, amara e ottimamente recitata (oltre che doppiata) è un amabile gioiellino. Ambientata nella Gran Bretagna degli anni 20, cattolica e puritana sul vento della modernità, il film delinea una vicenda quantomeno particolare: l'invio di missive "pesanti" e insultorie a molte famiglie di una piccola comunità del Sussex senza alcun apparente significato. Tra queste vi è Edith, obbediente, sottomessa al padre, sempre in secondo piano nella società britannica, ma, obtorto collo, distruttivamente rancorosa, vicina di casa di Rose, la donna post guerra, immigrata irlandese, separata convivente con uomo di colore (mica marito), chiaramente capro espiatorio delle insane missive.
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Cattiverie a domicilio di Thea Sharrock, commedia british, amara e ottimamente recitata (oltre che doppiata) è un amabile gioiellino. Ambientata nella Gran Bretagna degli anni 20, cattolica e puritana sul vento della modernità, il film delinea una vicenda quantomeno particolare: l'invio di missive "pesanti" e insultorie a molte famiglie di una piccola comunità del Sussex senza alcun apparente significato. Tra queste vi è Edith, obbediente, sottomessa al padre, sempre in secondo piano nella società britannica, ma, obtorto collo, distruttivamente rancorosa, vicina di casa di Rose, la donna post guerra, immigrata irlandese, separata convivente con uomo di colore (mica marito), chiaramente capro espiatorio delle insane missive. Ma sui sospetti infondati, indaga una poliziotta, contro lo stesso volere del suo capo, burocrate sessista e chiaramente incapace di sgominare quella "serpe in seno" dall'insulto selvaggio. Riso amaro. Spettacolare Olivia Colman nella difficile rappresentazione di una zitella inacidita, con pochissime luci e molte ombre.
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ralphscott
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sabato 22 giugno 2024
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vecchio ammuffito rancido bastardo.
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Si sapeva che genitori invadenti creano mostri, ma quando la figliuola é Edith di Olivia Colman, come si fa a non entrare in empatia? Straordinaria. Timothy Spall fa il vecchio tiranno, e lo fa da Oscar. Tutti i personaggi sono ben definiti, credibili, dal club delle signore al pub sino al commissariato. Si ride di gusto come di rado capita in sala. Con un po' di pena.
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venerdì 7 giugno 2024
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cattiverie a domicilio
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Inzio banale, tuttavia il film si carica rapidamente con un turpiloquio così bizzarro che risulta essere molto liberante e divertente. Consigliato!
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clod
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lunedì 27 maggio 2024
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finalmente!
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un film molto ben scritto, girato e meravigliosamente interpretato che riconcilia con la cinematografia attuale, in realtà piuttosto patetica. Unica nota stonata, alcune lievi forzature "politicamente corrette" decisamente inverosimili per l'epoca in cui si svolge la vicenda (la poliziotta indiana e il giudice di colore) che sanno di doveroso omaggio alle sciocche fantasie woke d'oggigiorno.
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cardclau
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domenica 12 maggio 2024
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sorprendente
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Nel film Cattiverie a domicilio di Thea Sharrock siamo di fronte ad un incredibile Commedia, divertentissima e quanto mai British, oscenamente buffonesca ma mai volgare, scaturita dalla penna magica di Johnny Sweet, ambientata nella Gran Bretagna del dopo Grande Guerra. L’argomento chiave della storia è il contrasto tra due donne, tra l’inglese Edith Swan (Olivia Colman) e l’irlandese Rose Gooding (Jessie Buckley). Edith rappresenta la donna pre guerra, obbediente, sottomessa al marito o al padre, sempre in secondo piano nella società britannica, ma, obtorto collo, distruttivamente rancorosa. Rose invece è la donna post guerra, che comincia a pensare di essere sì diversa dal maschio, ma uguale, quindi in pace con se stessa.
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Nel film Cattiverie a domicilio di Thea Sharrock siamo di fronte ad un incredibile Commedia, divertentissima e quanto mai British, oscenamente buffonesca ma mai volgare, scaturita dalla penna magica di Johnny Sweet, ambientata nella Gran Bretagna del dopo Grande Guerra. L’argomento chiave della storia è il contrasto tra due donne, tra l’inglese Edith Swan (Olivia Colman) e l’irlandese Rose Gooding (Jessie Buckley). Edith rappresenta la donna pre guerra, obbediente, sottomessa al marito o al padre, sempre in secondo piano nella società britannica, ma, obtorto collo, distruttivamente rancorosa. Rose invece è la donna post guerra, che comincia a pensare di essere sì diversa dal maschio, ma uguale, quindi in pace con se stessa. Edith incapace di comprendersi, non trova di meglio che proiettare la sua rabbia su chi “ci è riuscita”, a ribellarsi. Il cast al completo è spettacolare, ma sopra di tutti si erge Olivia Colman nella difficile rappresentazione di una zitella inacidita, con pochissime luci e molte ombre.
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gabriella
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mercoledì 8 maggio 2024
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wicked little letters
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Anni 20, la cittadina di Littlehampton, nel West Sussex, viene sconvolta da una serie di lettere oscene inviate agli abitanti, in particolare verso Edith, morigerata zitella, irreprensibile e timorata di Dio che vive con gli anziani genitori. Tutto farebbe supporre sia opera di Rose, nonché vicina di casa di Edith ,irlandese impetuosa e sboccata che vive con la figlia e un uomo afroamericano che naturalmente non è il padre della bambina, A occuparsi delle indagini, la stazione di polizia della cittadina, dove lavora anche Gladys Moss, zelante e perspicace, ma trattata con sufficienza dai colleghi maschi che le intralciano continuamente la strada perché donna.
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Anni 20, la cittadina di Littlehampton, nel West Sussex, viene sconvolta da una serie di lettere oscene inviate agli abitanti, in particolare verso Edith, morigerata zitella, irreprensibile e timorata di Dio che vive con gli anziani genitori. Tutto farebbe supporre sia opera di Rose, nonché vicina di casa di Edith ,irlandese impetuosa e sboccata che vive con la figlia e un uomo afroamericano che naturalmente non è il padre della bambina, A occuparsi delle indagini, la stazione di polizia della cittadina, dove lavora anche Gladys Moss, zelante e perspicace, ma trattata con sufficienza dai colleghi maschi che le intralciano continuamente la strada perché donna. In questo clima composto e compassato, dove ogni cosa dev’essere fatta con rigore e precisione e ognuno deve restare nel suo ruolo, le donne a casa con la bocca chiusa e gli uomini che decidono anche per loro, qui ben rappresentato dal padre di Edith ( un bravissimo Timothi Spall), che incarna il maschio padre padrone, sessista e scorbutico, risoluto a porre fine a questa scandalosa e indecorosa vicenda e Rose è senza dubbio il capro espiatorio ideale. Soltanto che interviene una forza femminile di unione contro l’ostracismo maschile, vero pericolo al progresso, che si allea con la poliziotta per aiutarla a far luce sulla vicenda e scagionare Rose dalle accuse, una specie di sorellanza che riesce a dare umorismo e brio all’intreccio narrativo, una dark comedy piena di ironia , di trasgressione e parolacce, tante parolacce,che diventano un intercalare continuo, , un linguaggio scurrile che tracima ribellione e desiderio di essere ciò che si è e non quello che vogliono gli altri. Olivia Colman è una fuoriclasse, la sua bravura indiscussa , la consacra ancora una volta a essere una delle migliori attrici dei giorni nostri, anche per la distanza che riesce a creare tra lei e il personaggio, dall’espressione di donna ingessata e bigotta a quella irriverente e leggera quando si abbandona a parolacce e imprecazioni che in questo caso rappresentano l’emancipazione, la liberazione dal giogo maschile. I duelli verbali con Jessie Buckley sono divertenti , efficaci, irriverenti e velenosi al punto giusto, uno scontro che vuole diventare incontro perché entrambe in fondo combattono nemici comuni ,il pregiudizio e l’ipocrisia, che finalmente vengono riconosciuti, guardati in faccia , insultati e abbattuti.
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no_data
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venerdì 3 maggio 2024
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vedibile se non hai altro da fare
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A parte gli attori (di scuola inglese, quindi niente da dire), la storia fa ridere, ma solo a tratti, a volte è scontata. Il turpiloquio è all'acqua di rose, anche se probabilmente esagerato per il tempo in cui il film è ambientato. Ma, soprattutto, quello che non si sopporta è l'oramai diventata ossessione inglese per l'inclusione a tutti i costi. Dove mai all'inizio del '900 in Gran Bretagna si sarebbe mai visto un giudice nero? O una giovane donna indiana nella polizia? Sono cose che saltano agli occhi e stonano, non c'è niente da fare. Bravi tutti e due (specialmente lei), ma, sinceramente, più fuori luogo dei cavoli a merenda.
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