felicity
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venerdì 19 gennaio 2024
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ingabbiato nei troppi cortocircuiti narrativi
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Una notte violenta e silenziosa è già dal titolo una dichiarazione di intenti, un cocktail potenzialmente esplosivo in cui trovano spazio azione, melò, pulp e citazionismo postmoderno (i rimandi a Mamma ho perso l’aereo sono forse i momenti più riusciti del film).A un certo punto della storia, una squadra di mercenari entra nel comprensorio abitato da famiglie benestanti e prende in ostaggio tutti i presenti. E come in ogni film di Natale che si rispetti, la sola a saper tenere testa alla banda sembra essere una ragazzina. Infiniti linguaggi cinematografici vengono costretti a coesistere all’interno della stessa stanza.
Ed è forse questo il limite più grande di Una notte violenta e silenziosa, un film che parte descrivendo un protagonista che pare uscito dalla penna di Sasha Baron Cohen e che alla fine viene sacrificato per tentare la strada del cortocircuito narrativo, della tensione tra differenti registri stilistici.
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Una notte violenta e silenziosa è già dal titolo una dichiarazione di intenti, un cocktail potenzialmente esplosivo in cui trovano spazio azione, melò, pulp e citazionismo postmoderno (i rimandi a Mamma ho perso l’aereo sono forse i momenti più riusciti del film).A un certo punto della storia, una squadra di mercenari entra nel comprensorio abitato da famiglie benestanti e prende in ostaggio tutti i presenti. E come in ogni film di Natale che si rispetti, la sola a saper tenere testa alla banda sembra essere una ragazzina. Infiniti linguaggi cinematografici vengono costretti a coesistere all’interno della stessa stanza.
Ed è forse questo il limite più grande di Una notte violenta e silenziosa, un film che parte descrivendo un protagonista che pare uscito dalla penna di Sasha Baron Cohen e che alla fine viene sacrificato per tentare la strada del cortocircuito narrativo, della tensione tra differenti registri stilistici.
Le scene in cui le famiglie sono ostaggio dei cattivi non decollano mai, forse colpa dei tanti personaggi in scena e del poco tempo per poterli rappresentare davvero. L’effetto allora diventa quello di dover attendere, nostro malgrado, il ritorno dell’idolo, di quel Babbo Natale mezzo bad boy e mezzo Thor pronto a prendere a calci proprio tutto. Persino la magia del Natale.
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johnny1988
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domenica 18 dicembre 2022
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finalmente un bel film di natale
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Se desiderate vedere un film che non sia il solito Scrooge (le ultime versioni CGI fanno pietà, ammettetelo), o un'overdose di zucchero sentimentale, Violent Night fa per voi.
Babbo Natale, prima di trasformarsi in un vecchio fatato, è stato un sanguinario vichingo e questo dovrebbe bastare per giustificare il titolo e la sua natura. Snobba il latte scremato, scrocca whiskey invecchiato, piscia sul Campidoglio, vomita dal cielo e rinfaccia alle renne di trattenersi meno dei piccioni. Ma soprattutto Babbo Natale, con Amazon come principale concorrente, fin da prima dei titoli di testa informa il pubblico di essere il primo a non possedere un gran spirito natalizio, disilluso dall'umanità stupida e rapace, e preferisce annegare il dispiacere nella birra fra una consegna e l'altra.
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Se desiderate vedere un film che non sia il solito Scrooge (le ultime versioni CGI fanno pietà, ammettetelo), o un'overdose di zucchero sentimentale, Violent Night fa per voi.
Babbo Natale, prima di trasformarsi in un vecchio fatato, è stato un sanguinario vichingo e questo dovrebbe bastare per giustificare il titolo e la sua natura. Snobba il latte scremato, scrocca whiskey invecchiato, piscia sul Campidoglio, vomita dal cielo e rinfaccia alle renne di trattenersi meno dei piccioni. Ma soprattutto Babbo Natale, con Amazon come principale concorrente, fin da prima dei titoli di testa informa il pubblico di essere il primo a non possedere un gran spirito natalizio, disilluso dall'umanità stupida e rapace, e preferisce annegare il dispiacere nella birra fra una consegna e l'altra. Tuttavia avrà occasione di cambiare idea quando viene spinto, suo malgrado, a soccorrere una ricchissima famiglia dai fucili di una banda terroristica, quando è chiaro che il 911 non risponderà all'appello.
Un film che non si vergogna di schernire - e forse di omaggiare allo stesso tempo - la barbarie giustizialista americana e la neo washing culture, abbatte con violenza verbale e fisica la retorica classica e facendo di un messicano un bastardo impenitente (ma non il consueto cartello della droga). Il regista non si dimentica di nessuno e, come il suo papà Natale, non fa sconti neppure al nazi-perbenismo cretino della famiglia di medio stampo repubblicana. Con una sceneggiatura (a)politica che mette da parte il dialogo risolutivo e riccorre alla logica più diretta del martello e dei proiettili, molto più sull'esempio di Die Hard che di Mary Poppins. E il gore del cinema cult di serie B viene sfruttato in tutto il suo potenziale estetico per nutrire sequenze di intrattenimento puro.
Non si vedeva una pellicola a tema negli Stati Uniti così fuori dai crismi dolciastri da quasi 30 anni - se non si conta il bellissimo ma australiano Better watch out - quando un piccolo "yankee" benestante seminava trappole, spunto di ispirazione anche per la bambina co-protagonistsa di Violent Night che si liberara con sadico piacere dei suoi rapitori.
Non perfetto e a tratti prevedibilmente stucchevole. Ma David Harbour, che con Stranger Things ha conquistato tutti, può fare quello che vuole. Quindi spero che anche questo diventi un nuovo cult da aggiungere alla cineteca di casa.
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