felicity
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martedì 2 agosto 2022
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un ritratto intimo di aretha franklin
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Il lato personale incrocia il talento di una voce formidabile, trascinata su frequenze divine, umana rivelazione di un suono ultraterreno. Gioco facile inserire uno ad uno i grandi successi, hit inseguite con accanimento, un’ambizione, forse per raggiungere una notorietà che le avrebbe permesso di non abbassare più la testa davanti a nessuno, una musica sviluppata sull’emancipazione, una musica di lotta per le donne e per i neri, vittime dell’odio, e tematiche centrali dell’attuale cinema americano. La grazia del canto accompagna le immagini, la fa vibrare, sia provenga da una riunione di fedeli, sia provenga da uno studio dell’Alabama, di New York o di Los Angeles, da una stanza d’albergo, ne segue la gestazione, la crescita per tentativi, seguendo uno sbaglio prima che si trasformi in un’illusione.
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Il lato personale incrocia il talento di una voce formidabile, trascinata su frequenze divine, umana rivelazione di un suono ultraterreno. Gioco facile inserire uno ad uno i grandi successi, hit inseguite con accanimento, un’ambizione, forse per raggiungere una notorietà che le avrebbe permesso di non abbassare più la testa davanti a nessuno, una musica sviluppata sull’emancipazione, una musica di lotta per le donne e per i neri, vittime dell’odio, e tematiche centrali dell’attuale cinema americano. La grazia del canto accompagna le immagini, la fa vibrare, sia provenga da una riunione di fedeli, sia provenga da uno studio dell’Alabama, di New York o di Los Angeles, da una stanza d’albergo, ne segue la gestazione, la crescita per tentativi, seguendo uno sbaglio prima che si trasformi in un’illusione.
Volutamente meno marcata è la descrizione dell’impegno politico di Aretha, espresso da una linea sottile ma continua negli anni, pronta a correre ad una chiamata per contribuire alla causa. La fedele ricostruzione d’epoca è particolarmente riuscita grazie al trucco ed ai costumi, eccezionale la cura dei connotati ad esempio soggetti ad invecchiamento, la sceneggiatura è ricca di dialoghi ma senza addentrarsi in un eccessivo didascalismo quando rievoca i motivi della protesta, resta soprattutto strutturata per evidenziare la volubilità dei personaggi, e nel caso della protagonista la presenza di un carattere ereditato dal padre, evidente quando all’apice dell’empireo artistico sembra averne assorbito il piglio autoritario ed un’indipendenza che al suo eccesso diventa indisposizione. La base drammatica è letteralmente immersa in un fiume carsico di performance sonore, ed anzi quella riserva di dolore è il contenitore dove prendere il materiale per costruire una scala verso i sogni.
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jonnylogan
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giovedì 30 dicembre 2021
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pensa
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La vita di Aretha, per tutti amici e famigliari ‘Re’, Franklin narrata senza giudizi morali e prevalentemente analizzandone i tormentati rapporti famigliari, le gravidanze indesiderate, i lutti e le violenze. Partendo dall’infanzia con il padre Clarence, un sontuoso Forrest Whitaker, predicatore battista di fama nazionale, amico intimo di Martin Luther King, impegnato nella difesa delle minoranze ma anche dedito ad alcool e violenza e altrettanto conscio dello smisurato talento vocale della figlia impiegata inizialmente nel corso di messe per decantare le lodi dell’altissimo, o fatta esibire per i prestigiosi ospiti di feste domestiche. Arrivando a ripercorrere i demoni personali della nemmeno ventenne Aretha, il rapporto tumultuoso con gli uomini della sua vita e con le sorelle coriste, il desiderio di non mettersi necessariamente in prima fila per la difesa delle minoranze, al contrario di altri artisti che scelsero la via maestra, mentre i ‘60ies avanzano spietati e l’alcool, nel quale cercava consolazione e rifugio, ne aggravava le condizioni fisiche e personali.
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La vita di Aretha, per tutti amici e famigliari ‘Re’, Franklin narrata senza giudizi morali e prevalentemente analizzandone i tormentati rapporti famigliari, le gravidanze indesiderate, i lutti e le violenze. Partendo dall’infanzia con il padre Clarence, un sontuoso Forrest Whitaker, predicatore battista di fama nazionale, amico intimo di Martin Luther King, impegnato nella difesa delle minoranze ma anche dedito ad alcool e violenza e altrettanto conscio dello smisurato talento vocale della figlia impiegata inizialmente nel corso di messe per decantare le lodi dell’altissimo, o fatta esibire per i prestigiosi ospiti di feste domestiche. Arrivando a ripercorrere i demoni personali della nemmeno ventenne Aretha, il rapporto tumultuoso con gli uomini della sua vita e con le sorelle coriste, il desiderio di non mettersi necessariamente in prima fila per la difesa delle minoranze, al contrario di altri artisti che scelsero la via maestra, mentre i ‘60ies avanzano spietati e l’alcool, nel quale cercava consolazione e rifugio, ne aggravava le condizioni fisiche e personali. Una pellicola, quella della regista teatrale Liesl Tommy, che riesce a restituire al pubblico la vita lontana dai riflettori di una star della musica, riuscendo a normalizzarla, restituendocela con pregi, errori e difetti e rendendo la sua musica, nel corso del film selezionata proposta attraverso i suoi più grandi successi, e il suo smisurato talento come due semplici ma splendide appendici. Abile Angela Hudson nel difficile ruolo della Franklin, ma ancora una volta capace di confermarsi nell’essere protagonista di pellicole a sfondo musicale avendo già impersonato Effie White, cantante e fondatrice delle Supremes, nel biopic del 2006 firmato da Billie Condon. Da vedere per non perdersi una storia che affonda le proprie radici nel Gospel terminando con una redenzione del tutto personale.
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giomo891
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mercoledì 21 settembre 2022
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biopic difficile ma non impossibile. giomo891
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Fare un film/musical su un'icona come la Regina del Soul, non è un'impresa facile. Il regista J.Tommy si è preso una bella "gatta da pelare", oltretutto se si considera l'attuale situazione negli Usa, poche volte in una crisi politica divisiva come quella attuale.
Ma le critiche del film sono trasversalmente più che positive.
Dopo Billie Holiday ed Ella Fitzgerald, Aretha è stata, senza dubbio alcuno, una vera rivoluzione non solo nel campo musicale, ma anche in quello dei movimenti femministi, la sua estensione vocale non ha eguali, e già questo può bastare per consacrarla come un vero mito, difficilmente arrivabile.
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Fare un film/musical su un'icona come la Regina del Soul, non è un'impresa facile. Il regista J.Tommy si è preso una bella "gatta da pelare", oltretutto se si considera l'attuale situazione negli Usa, poche volte in una crisi politica divisiva come quella attuale.
Ma le critiche del film sono trasversalmente più che positive.
Dopo Billie Holiday ed Ella Fitzgerald, Aretha è stata, senza dubbio alcuno, una vera rivoluzione non solo nel campo musicale, ma anche in quello dei movimenti femministi, la sua estensione vocale non ha eguali, e già questo può bastare per consacrarla come un vero mito, difficilmente arrivabile.
Manohla Dargis, critica del New York Times, ha affermato che il film "trova il suo ritmo", elogiando le performances di Mary J. Blige e Jennifer Hudson, definendo quest'ultima un "piacere solo guardarla entrare in una stanza". Peter Debruge di Variety ha definito il film un "biopic eccessivamente rispettoso che evita di rivelare i traumi che hanno plasmato la leggenda della Franklin, ma offre il piacere di sentire la Hudson (certamente all'altezza) reinterpretare le canzoni di Aretha Franklin, dai primi standard jazz che ha interpretato per la Columbia alla sua reinvenzione del singolo di Otis Redding che dà il nome al film".
Non c'è stato alcun diniego circa le violenze famigliari e non, ed altre circostanze intime da parte della Franklin e questo, a mio avviso, la fa onore. Il passato serve per il presente ed il futuro di ognuno di noi, qualunque sia il percorso della vita. Ottima l'interpretazione della Hudosn, che aveva già mostrato le sue qualità precedentemente, ed a anche quella di Forrest Whitaker.
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