babrikka
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lunedì 8 novembre 2021
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tanti argomenti rimasti irrisolti
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Sono rimasta profondamente delusa da un film senza energia e che rimane irrisolto. Si lanciano argomenti importanti e attualissimi come la memoria storica, il bullismo nella scuola, la maternità in adolescenti, la scelta di essere madri single, la fluidità di genere, oltre ai più 'classici' come i rapporti di coppia, le famiglie disfunzionali, la depressione post partum... sembra un elenco dei problemi nel mondo ma i personaggi come vivono tutto ciò? Io ho visto il nulla, una piattezza disarmante. La musica sembra anticipare un thriller e invece non succede nulla, nessun dramma che travolge il racconto. Potevano nascere almeno 2- 3 film prendendo un paio diq uesti argomenti per volta e sviscerandoli come avrebbe fatto anni fa, con energia e passione.
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Sono rimasta profondamente delusa da un film senza energia e che rimane irrisolto. Si lanciano argomenti importanti e attualissimi come la memoria storica, il bullismo nella scuola, la maternità in adolescenti, la scelta di essere madri single, la fluidità di genere, oltre ai più 'classici' come i rapporti di coppia, le famiglie disfunzionali, la depressione post partum... sembra un elenco dei problemi nel mondo ma i personaggi come vivono tutto ciò? Io ho visto il nulla, una piattezza disarmante. La musica sembra anticipare un thriller e invece non succede nulla, nessun dramma che travolge il racconto. Potevano nascere almeno 2- 3 film prendendo un paio diq uesti argomenti per volta e sviscerandoli come avrebbe fatto anni fa, con energia e passione. Anche le ambientazioni sono meno brillanti del solito.
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[+] assolutamente d''accordo
(di dana scully)
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rondinella
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domenica 7 novembre 2021
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un film all'altezza di tutto su mia madre!
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E' tornato l'Almodovar che più amo! Ecco gli interni delle case piene di colori, ecco il tema della morte, delle vite parallele che sembrano prendere direzioni diverse per poi incrociarsi, ecco le fantastiche Penelope Cruz e Rossy Palma. (Rossy Palma sta ad Almodovar come Serra Yilmaz sta a Ferzan Ozpetek). Un film che so già di voler rivedere!
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nanobrontolo
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sabato 6 novembre 2021
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non il miglior film di almodovar
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I film di Almodovar sono sempre unici per la regia e la sceneggiatura ricca di particolari variopinti e ricercati. È un buon film sicuramente ma non uno di quelli per cui vale la pena insistere di andarlo a vedere.
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alberto58
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giovedì 4 novembre 2021
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meravigliosa penelope !!!
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Con Madres Paralelas Penelope Cruz ha vinto il premio come migliore attrice alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021. Non ho idea se Penelope abbia veramente recitato meglio di tutte le altre, non ho visto gli altri film, so però che sono stato ipnotizzato e stregato da lei dalla prima all’ultima scena del film di Almodovar. Il suo viso in primo piano, il suo corpo quando viene ripresa a figura intera, le sue espressioni , il suo sorriso, i suoi pianti. E Pedro non lo è a meno. Penelope è il suo Alter Ego femminile così come Banderas è quello maschile. Mi sono andato a rivedere Dolor Y Gloria per scoprire una formidabile analogia nella bisessualità che con estrema naturalezza Pedro fa recitare a tutti e due i suoi alter ego.
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Con Madres Paralelas Penelope Cruz ha vinto il premio come migliore attrice alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021. Non ho idea se Penelope abbia veramente recitato meglio di tutte le altre, non ho visto gli altri film, so però che sono stato ipnotizzato e stregato da lei dalla prima all’ultima scena del film di Almodovar. Il suo viso in primo piano, il suo corpo quando viene ripresa a figura intera, le sue espressioni , il suo sorriso, i suoi pianti. E Pedro non lo è a meno. Penelope è il suo Alter Ego femminile così come Banderas è quello maschile. Mi sono andato a rivedere Dolor Y Gloria per scoprire una formidabile analogia nella bisessualità che con estrema naturalezza Pedro fa recitare a tutti e due i suoi alter ego. La scena in cui Antonio Banderas si bacia con il suo antico fidanzato fa pendant con la scena di sesso di Penelope con la giovane Ana, la sua madre parallela. Essere bisessuali per Pedro è più logico e naturale che essere eterosessuali o omosessuali. Perché mettersi dei limiti ? Perché farsi dei tabù ? Ana è presa dalla bellissima Penelope e non si tira indietro, Del resto è quasi impossibile fare diversamente con questa specie di Dea. Almodovar impacchetta la tematica centrale del film, uno sguardo profondo e dissacrante sulla maternità, in mezzo ad una tematica politica con uno sguardo ad una specialità che si va sempre più affermando come l’archeologia forense. Le due tematiche potrebbero non entrarci nulla tra di loro invece si incastrano perfettamente in una narrazione che scorre fluida. Ma ad un certo punto la storia è talmente ingarbugliata che davvero non si capisce come la protagonista possa venirne fuori…invece poi ci riesce, anche se dopo prove tremende e tutto si aggiusta in un perfetto lieto fine. Per quanto le prove da affrontare siano difficili, Pedro Almodovar ci fa vedere che le risorse umane ed empatiche dei protagonisti conducono verso un grande abbraccio finale e si esce dal cinema deliziati e leggeri. Basta farci portare dalla nostra umanità e tutto andrà bene
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giovanni_b_southern
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mercoledì 3 novembre 2021
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come al solito splendido
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Lo ammetto. Sono di parte. E' dai tempi di ' Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio' che non mi perdo (al cinema) un film di Almodovar. Senza fare spoiler. Questa non è una critica cinematografica. Ci sono i giornalisti di my movies per questo. Ma è l'ennesimo Capolavoro. Unica nota. Mostruosa la capacità di mettere insieme, nella stessa pellicola, un dramma intimo, personale, individuale e una tensione politica, generale, collettiva. Bellissimo.
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alexto
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lunedì 1 novembre 2021
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che cos’è la verità
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Secondo me un film sulla verità, sul bisogno di cercarla e sulla sua capacità infine di pacificare. Ma è un film che interroga molto: in fondo la verità deve essere sempre cercata? Quella costruita soggettivamente può essere ugualmente importante tanto quella reale? E’ sempre così necessario capire oggettivamente ogni cosa? Trovare la realtà? …
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valeria
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lunedì 1 novembre 2021
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identità e partecipazione
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Madres paralelas è un film sull'identità, non solo genetica ma anche emotiva, non solo individuale, ma anche parentale, non solo intima, ma anche storica.
In questo si sostanzia la complessità della trama, perché la ricerca della verità sulla reale maternità delle due protagoniste (magistralmente interpretate), non si ferma a quella legata alla figlia, ma si estende a quella parentale delle vittime della rivoluzione civile, senza arrestarsi alla mera descrizione formale (la verità per la verità), ma evolvendo nella ricomposizione del dramma personale e storico, che implica il rispetto dei rispettivi sentimenti, quali elementi imprescindibili dell'identità personale, e comporta l'esito finale, inclusivo e partecipato.
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Madres paralelas è un film sull'identità, non solo genetica ma anche emotiva, non solo individuale, ma anche parentale, non solo intima, ma anche storica.
In questo si sostanzia la complessità della trama, perché la ricerca della verità sulla reale maternità delle due protagoniste (magistralmente interpretate), non si ferma a quella legata alla figlia, ma si estende a quella parentale delle vittime della rivoluzione civile, senza arrestarsi alla mera descrizione formale (la verità per la verità), ma evolvendo nella ricomposizione del dramma personale e storico, che implica il rispetto dei rispettivi sentimenti, quali elementi imprescindibili dell'identità personale, e comporta l'esito finale, inclusivo e partecipato. E' nella finale inclusione, infatti, plasticamente rappresentata dalla scena dei vivi, sdraiati e uniti, nella fossa e in quella degli stessi in piedi nella famiglia allargata, che la vicenda personale e storica va oltre i confini meramente fisici, divenendo immedesimazione, rispetto empatico e unione indissolubile.
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pie
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lunedì 1 novembre 2021
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film incompleto
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Faticoso. Faticoso arrivare alla fine di un film mai emozionante a causa di una sceneggiatura debole che banalizza il tema della memoria storica e della riconciliazione postfranchista mischiandolo con quello della maternità e le sue sfaccettature più tragiche. Colonna sonora opprimente a tratti disturbante Pedro dove sei ?? Non ti riconosco più
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francesca meneghetti
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sabato 30 ottobre 2021
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un complesso rapporto tra quadro (privato) e cornice (pubblica)
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Capita di andare a vedere un film impreparati, richiamati solo dal nome del regista (o da qualche altro specchietto per le allodole). E capita di uscirne con la frase: “Che bel film! Ho pianto tanto!” (per non parlare dei brividi trascorsi sulla pelle). Accade quando un regista preme sul pedale della comunicazione emotiva. Così lo spettatore si lascia condurre sulle montagne russe di emozioni diverse, se non contradditorie, in continuo movimento, finendo per immedesimarsi nelle situazioni, a volte drammatiche, e nelle scelte dei personaggi. O meglio: delle protagoniste, tutte donne (madri con o senza istinto materno). Il che non è una novità per Almodovar. Ma poi uno esce dalla sala cinematografica (rigorosamente Edera): quella che crea alla perfezione l’illusione della realtà.
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Capita di andare a vedere un film impreparati, richiamati solo dal nome del regista (o da qualche altro specchietto per le allodole). E capita di uscirne con la frase: “Che bel film! Ho pianto tanto!” (per non parlare dei brividi trascorsi sulla pelle). Accade quando un regista preme sul pedale della comunicazione emotiva. Così lo spettatore si lascia condurre sulle montagne russe di emozioni diverse, se non contradditorie, in continuo movimento, finendo per immedesimarsi nelle situazioni, a volte drammatiche, e nelle scelte dei personaggi. O meglio: delle protagoniste, tutte donne (madri con o senza istinto materno). Il che non è una novità per Almodovar. Ma poi uno esce dalla sala cinematografica (rigorosamente Edera): quella che crea alla perfezione l’illusione della realtà. La serata è frizzante. Si fanno due passi e si comincia a ragionare. Che ci azzeccano le “madri parallele” (ovvero la storia in parallelo di due donne, una quarantenne e un’adolescente, entrambi senza compagno, che fanno amicizia durante il travaglio e partoriscono insieme) con i desaparecidos, sepolti in fosse comuni, dai franchisti durante la guerra civile spagnola? Per capire il senso della domanda, bisogna sapere che la storia delle due donne (e delle loro famiglie) è incastonata in una cornice in qualche modo storiografica, sottolineata dalla citazione finale di una frase dello scrittore uruguayano “Per quanto si tenti di zittirla, la Storia non è muta”. Infatti Janis (Penelope Cruz), che è fotografa incontra nel suo lavoro Arturo (Israel Elejalde), un antropologo forense e gli chiede un favore: aiutarla a ritrovare i resti mortali di suo nonno, assassinato dai franchisti. Janis, così chiamata in onore dell’omonima cantante Joplin, è rimasta orfana da piccola, allevata dalla nonna che vorrebbe morire in pace sapendo che le spoglie del marito, finite in una fossa comune, hanno avuto una degna sepoltura. Arturo accetta. Anzi, inizia così una relazione passionale tra i due che innescherà la storia della maternità di Janis. Alla fine, con perfetta circolarità, si ritorna alla fine a questo argomento di partenza, che appassiona moltissimo Janis, consapevole dei suoi risvolti divisivi. Infatti, avendo colto una certa indifferenza a riguardo nella giovanissima amica e amata Ana, Milena Smit, (alla quale la legherà un destino imprevedibile e capriccioso), la aggredisce per la sua ignoranza storica: da che parte stava la tua famiglia durante la dittatura? Devi saperlo! Naturalmente questo è un tema di valenza civile e politica, che porta a spaziare oltre il tema del privato, che resta il cuore del film. Su questo però è meglio tacere per non compromettere la curiosità dello spettatore, che dovrà prepararsi a tanti colpi di scena, sesso, pianti, drammi e gioie, raccontati però sotto forma di melodramma raccontato in uno stile classico, privo di ironia, insolito per l’Almodovar d’antan. Si può discutere su questa relazione tra quadro e cornice: se sia una forzatura o se il motivo della vita che pulsa nel quadro sia profondamente connesso con il tema della morte, che emerge dalla cornice. O se in entrambi i casi, cioè nel privato e nella dimensione pubblica, sia importante la ricerca delle radici. Resta, a mio parere, un film molto bello. Grande l’interpretazione di Penelope Cruz, dai grandi occhi espressivi, il fisico sottile da ragazzina, la camminata da rugbista, accentuata da quei carrarmati, griffati finché si vuole, che porta ai piedi. Ma non sfigurano affatto tutte le altre attrici. Diciamo anche, che in questo gineceo, non soccombe nemmeno Arturo/Israel Elejade.
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thomas
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venerdì 29 ottobre 2021
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un "medio" almodovar
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Almodovar è Almodovar quando nei suoi film sparge almeno un pizzico di sana (ma spesso è stata insana) follia, sennò è altro. In "Madres Paralelas" però vi è un'inusuale pace interiore, è come un fiume che scorre quieto, prevedibile. È vero che il Maestro il suo meglio lo dà quando non esagera nell'andare oltre le righe e che il suo più grande capolavoro, "Parla con lei", è uno straordinario gioco di equilibrio tra il troppo e il poco, ma questa volta è tutto sottotono: personaggi, storia, sviluppi sono pressoché "normali". Ricorrono sempre i suoi temi preferiti, come l'instabilità e la mutabilità dei ruoli famigliari e l'innata capacità di solidarietà tra le donne, ma vi è anche una perdita di forza espressiva nel racconto e nei protagonisti, quasi una rassegnazione degli stessi di fronte a situazioni ineluttabili, ad un destino da cui non è dato sfuggire e che neanche è possibile modificare.
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Almodovar è Almodovar quando nei suoi film sparge almeno un pizzico di sana (ma spesso è stata insana) follia, sennò è altro. In "Madres Paralelas" però vi è un'inusuale pace interiore, è come un fiume che scorre quieto, prevedibile. È vero che il Maestro il suo meglio lo dà quando non esagera nell'andare oltre le righe e che il suo più grande capolavoro, "Parla con lei", è uno straordinario gioco di equilibrio tra il troppo e il poco, ma questa volta è tutto sottotono: personaggi, storia, sviluppi sono pressoché "normali". Ricorrono sempre i suoi temi preferiti, come l'instabilità e la mutabilità dei ruoli famigliari e l'innata capacità di solidarietà tra le donne, ma vi è anche una perdita di forza espressiva nel racconto e nei protagonisti, quasi una rassegnazione degli stessi di fronte a situazioni ineluttabili, ad un destino da cui non è dato sfuggire e che neanche è possibile modificare. Ci aveva invece insegnato, Almodovar, che è la follia il grimaldello della realtà, ma questa volta vi è serena accettazione della stessa. Forse è per questo che i veri sussulti della volontà di una straordinaria Penelope Cruz (in alcuni momenti sublime nella recitazione) sono rivolti al passato; la sua maggiore vitalità viene fuori nella ferma volontà di ricercare e far riaffiorare dall'oblio le aberrazioni avvenute durante la guerra civile ai danni di chi aveva il solo torto di credere in una società in cui vi fosse maggiore giustizia sociale. Ma anche questo tema rilevante del film richiedeva qualcosa in più di profondità e forza polemica. "Madres Paralelas" in definitiva non delude, ma non entusiasma perché manca "quell'ingrediente almodovariano" che rende ogni suo film speciale, proprio come una carbonara in cui si è utilizzata la classica pancetta invece che l'inimitabile guanciale.
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[+] una parabola sulla necessità della memoria
(di antonio montefalcone)
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[+] un almodovar diverso
(di francesco2)
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