The Lighthouse |
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Un film di Robert Eggers.
Con Willem Dafoe, Robert Pattinson, Valeriia Karaman, Logan Hawkes.
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Titolo originale The Lighthouse.
Thriller,
- USA 2019.
- Universal Pictures
MYMONETRO
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Raccontino gotico tutto estetica e attorialità
di Matteo_MoscardaFeedback: 511 | altri commenti e recensioni di Matteo_Moscarda |
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domenica 26 marzo 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“The Lighthouse” (2019) è un gioiellino visivo, con un bianco e nero finalmente riuscito (rispetto ad altri esperimenti recenti), forse perché in perfetto accordo con le atmosfere da racconto gotico di Poe o Lovecraft, con l’estetica da cinema espressionista tedesco, con le logiche da cortometraggio sperimentale. Willem Dafoe e Robert Pattinson sono superlativi, nei limiti della caratterizzazione di due personaggi letterari e strampalati, un po’ da letteratura russa di fine Ottocento, un po’ conradiani, in ogni caso colmi di comicità indiretta (non manifesta, non espressa) rispetto a qualsiasi drammaturgia più seriosa. “The Lighthouse” non si prende sul serio, e fa bene, ed è per questo che risulta inattaccabile. Peccato che non ci sia una trama, e che tutto si limiti all’idea iniziale, riassumibile in troppe poche parole: “Due marinai, intrappolati su un’isola deserta per sorvegliare un faro, bevono fino a impazzire”. Tutta la componente fantastica, horror, allegorica, psicologica, tutta quella parte lì, resa visivamente in modo persino elegante e suggestivo, non aggiunge niente: il film sarebbe stato infinitamente più inquietante senza sequenze oniriche, allucinazioni o tentacoli giganti, come dimostra il fatto che la scena in assoluto più memorabile è quella dell’uccisione del gabbiano, un evento crudo e reale. Il film è tutto un climax, basato su una costante disattesa: in ogni scena i personaggi hanno cambiato umore, personalità e modo di rapportarsi l’un l’altro – prima Dafoe è un despota e Pattinson un agnellino, poi Pattinson potrebbe essere un serial killer e Dafoe un povero anziano, poi sembra che stiano per baciarsi, poi sono entrambi due innocui disperati, poi uno è un manipolatore e l’altro pure, insomma, un mutamento continuo che è in realtà una ripetizione dello stesso espediente. Eppure il film diverte, è consigliabile (al detto di un paio di scene inadatte agli stomaci deboli), e che ben vengano cose a conti fatti diverse dalla produzione dominante a tutti i livelli.
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