giuseppe sammartano
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giovedì 30 luglio 2020
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gradevole come un caffe troppo zuccherato
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Il film ha momenti di sana comicità, che si regge sopratutto sulla professionalità di grandi caratteristi, come Giacomo Rizzo o il compianto Giacomo Battaglia, e altri ancora.
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Il film ha momenti di sana comicità, che si regge sopratutto sulla professionalità di grandi caratteristi, come Giacomo Rizzo o il compianto Giacomo Battaglia, e altri ancora. La storia e frammentaria e priva di struttura narrativa. In ogni caso la simpatia dei personaggi, ripara la regia un po carente. Belli i luoghi, da visitare, e se l'intento era questo, far conoscere un angolo di Campania meno stereotipata del solito, ci sono riusciti ampiamente!
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goldrake
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martedì 30 luglio 2019
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una piacevole sorpresa
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Negli ultimi anni le produzioni italiane ci hanno dimostrato che, come in passato, l’Italia ha ancora tanto da dire in materia di Cinema. Da “Perfetti Sconosciuti” a “Dogman”, da “Il Ragazzo Invisibile” a “Smetto quando voglio” e “Gomorra”, il cinema italiano ha mostrato di poter abbracciare tutti i generi (discorso analogo vale per le Serie TV) e di poter raccontare tante storie, diverse tra loro, in modo nuovo e inedito. Passpartù non è la commedia più brillante degli ultimi anni, né una grande storia in senso lato, ma ha il pregio comunque di voler provare a fare una cosa molto difficile come il raccontare un territorio e i suoi valori.
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Negli ultimi anni le produzioni italiane ci hanno dimostrato che, come in passato, l’Italia ha ancora tanto da dire in materia di Cinema. Da “Perfetti Sconosciuti” a “Dogman”, da “Il Ragazzo Invisibile” a “Smetto quando voglio” e “Gomorra”, il cinema italiano ha mostrato di poter abbracciare tutti i generi (discorso analogo vale per le Serie TV) e di poter raccontare tante storie, diverse tra loro, in modo nuovo e inedito. Passpartù non è la commedia più brillante degli ultimi anni, né una grande storia in senso lato, ma ha il pregio comunque di voler provare a fare una cosa molto difficile come il raccontare un territorio e i suoi valori. Il film parla infatti di amore, famiglia, luoghi e onestà, tutte cose di cui troppo spesso ci si dimentica e che hanno ancora bisogno di essere raccontate e valorizzate. Passpartù lo fa bene e riesce anche, con diverse riprese con i droni, a valorizzare la terra che lo ha accolto per le riprese e che merita di essere mostrata.
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mary g.
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lunedì 22 luglio 2019
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un film da vedere
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Un film gradevole. Che mi trova in pieno disaccordo con chi l'ha definito un non film. Ho capito leggendo le recensioni che qualcuno commenta tanto per scrivere e che probabilmente non ha visto neanche il film perché non ricorda i personaggi più caratterizzati confondendoli. Per esempio risultano particolarmente simpatici, in "Passpartu", il Sindaco di Ceraso (interpretato da Giacomo Rizzo) "donnaiolo" che è sempre in contrasto, per questo motivo, con il" Parroco" del paese (interpretato da Gianni Parisi); poi vi è il medico nutrizionista Peppino Nardella, promotore con i ragazzi della dieta Mediterranea, che incontra soltanto la donna che poi diventerà sua moglie, quindi non il donnaiolo che hanno definito.
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Un film gradevole. Che mi trova in pieno disaccordo con chi l'ha definito un non film. Ho capito leggendo le recensioni che qualcuno commenta tanto per scrivere e che probabilmente non ha visto neanche il film perché non ricorda i personaggi più caratterizzati confondendoli. Per esempio risultano particolarmente simpatici, in "Passpartu", il Sindaco di Ceraso (interpretato da Giacomo Rizzo) "donnaiolo" che è sempre in contrasto, per questo motivo, con il" Parroco" del paese (interpretato da Gianni Parisi); poi vi è il medico nutrizionista Peppino Nardella, promotore con i ragazzi della dieta Mediterranea, che incontra soltanto la donna che poi diventerà sua moglie, quindi non il donnaiolo che hanno definito. Simpatici e divertenti anche comandante dei Vigili Urbani e il suo assistente. Un film da vedere.
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lidiaparadiso
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lunedì 22 luglio 2019
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per essere un film è davvero poca roba
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Concordo con l’articolo precedente in cui la collega dice: “i limiti artistici del film sono numerosi: dal montaggio spesso brusco ed eccessivamente frammentato alla musica onnipresente, dalla voce fuori campo che si sostituisce alla sceneggiatura alla sceneggiatura stessa, strapiena di (troppi) personaggi e di battute che da un lato attingono alla tradizione comica campana, dall'altro non tengono il passo con la contemporaneità risultando datate ed eccessivamente elementari.” Purtroppo realizzare un film è altra cosa. Si può apprezzare solo la “buona volontà” della produzione. Dalla sceneggiatura inesistente, sembra scritta da un ragazzino delle medie, alla regia inesistente... Una serie di battute messe casualmente che lo rendono più simile a un programma televisivo di bassa levatura che a un film.
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Concordo con l’articolo precedente in cui la collega dice: “i limiti artistici del film sono numerosi: dal montaggio spesso brusco ed eccessivamente frammentato alla musica onnipresente, dalla voce fuori campo che si sostituisce alla sceneggiatura alla sceneggiatura stessa, strapiena di (troppi) personaggi e di battute che da un lato attingono alla tradizione comica campana, dall'altro non tengono il passo con la contemporaneità risultando datate ed eccessivamente elementari.” Purtroppo realizzare un film è altra cosa. Si può apprezzare solo la “buona volontà” della produzione. Dalla sceneggiatura inesistente, sembra scritta da un ragazzino delle medie, alla regia inesistente... Una serie di battute messe casualmente che lo rendono più simile a un programma televisivo di bassa levatura che a un film...
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mary g.
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lunedì 22 luglio 2019
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diversamente comici
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Ho visionato il film sabato sera e avevo deciso di assegnare due stelle. Dopo aver letto un commento a mio avviso non veritiero e alquanto inutile, per forma e contenuti, che nulla a che fare con un'analisi critica ma lascia sospettare più un livore di carattere personale, ho deciso di aggiungere una stella con la seguente motivazione: al regista, al cast artistico e tecnico per essere riusciti a districarsi bene in una sceneggiatura poco lineare e in alcuni punti nebulosa. Un film che presenta luci e ombre. La presenza di troppi personaggi rendono la storia poco fluida e non facile da seguire. La sceneggiatura sembra quasi una sintesi di uno script più ampio, questo spiegherebbe perché alcuni personaggi restano solo un abbozzo e non chiudono il loro arco.
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Ho visionato il film sabato sera e avevo deciso di assegnare due stelle. Dopo aver letto un commento a mio avviso non veritiero e alquanto inutile, per forma e contenuti, che nulla a che fare con un'analisi critica ma lascia sospettare più un livore di carattere personale, ho deciso di aggiungere una stella con la seguente motivazione: al regista, al cast artistico e tecnico per essere riusciti a districarsi bene in una sceneggiatura poco lineare e in alcuni punti nebulosa. Un film che presenta luci e ombre. La presenza di troppi personaggi rendono la storia poco fluida e non facile da seguire. La sceneggiatura sembra quasi una sintesi di uno script più ampio, questo spiegherebbe perché alcuni personaggi restano solo un abbozzo e non chiudono il loro arco. I giovani attori non sempre sono in grado di mantenere il confronto con i più esperti. Una maggiore attenzione nella scelta degli interpreti avrebbe portato un sicuro beneficio. Al contrario tutti gli attori "maturi" reggono egregiamente il personaggio a loro assegnato. Esilaranti i siparietti tra Giacomo Rizzo (il sindaco) e Gianni Parisi (il parroco) che ricordano molto quelli tra don Camillo e Peppone ma con una vis comica più vicina a Totò e Peppino. Il regista è stato abile nella direzione degli attori e nel delineare i personaggi, nel renderli "veri" nella loro comicità senza scadere in facili e abusate "macchettizzazioni". Inquadrature semplici, che in alcuni momenti ricordano i film di genere Commedia degli anni cinquanta, danno un carattere e una specificità narrativa in cui trasparire la ricerca di una genuinità lontana da ogni supponenza registica o finta "americanizzazione. In contrapposizione ampie e bellissime panoramiche mostrano un territorio, il Cilento, in tutta la sua bellezza. È un film giocato tutto sui contrasti: nuova generazione-vecchia generazione; imbroglio-onestà. Un film da vedere e che lascia riflettere su come dovremmo comportarci con le nuove generazioni. I quattro ragazzi decidono di restare e crearsi un futuro in un territorio non sempre disponibile. C’era bisogno di un film che desse speranza e parlasse della Campania mostrandola per quello che è realmente, non uno stereotipo di violenza.
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angel of joy
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domenica 21 luglio 2019
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non la solita commedia
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Ho appena visto il film alla prima di Napoli, trascinata da amici appassionati di commedie italiane con ragazze in bikini e battute telefonate. Malgrado le basse aspettative, devo dire che il film mi ha colpito positivamente per diversi aspetti. La storia è composta da varie trame che si intrecciano e che confluiscono nel borgo di Ceraso (Cilento) sviluppandosi in modo parallelo mentre scorre il film. C’è il continuo conflitto tra il Sindaco (Giacomo Rizzo) e il Parroco (Gianni Parisi) – chiaro rimando a Peppone e Don Camillo, quello tra il giovane regista e attore Carlo (Emiliano De Martino) e il suo carattere, quello tra i quattro ragazzi interessati ad un bando per gestire un albergo in Cilento e un imprenditore romano senza scrupoli (Maurizio Mattioli), quello tra tutti loro e le varie forme dell’amore.
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Ho appena visto il film alla prima di Napoli, trascinata da amici appassionati di commedie italiane con ragazze in bikini e battute telefonate. Malgrado le basse aspettative, devo dire che il film mi ha colpito positivamente per diversi aspetti. La storia è composta da varie trame che si intrecciano e che confluiscono nel borgo di Ceraso (Cilento) sviluppandosi in modo parallelo mentre scorre il film. C’è il continuo conflitto tra il Sindaco (Giacomo Rizzo) e il Parroco (Gianni Parisi) – chiaro rimando a Peppone e Don Camillo, quello tra il giovane regista e attore Carlo (Emiliano De Martino) e il suo carattere, quello tra i quattro ragazzi interessati ad un bando per gestire un albergo in Cilento e un imprenditore romano senza scrupoli (Maurizio Mattioli), quello tra tutti loro e le varie forme dell’amore. Insomma, tante storie che si sviluppano e che, a film concluso, si chiudono tutte, lasciando tanti giudizi positivi sul film. In primis, Passpartù non è una commedia senza contenuti e, anzi, sebbene nel cast ci siano diverse belle presenze femminili che hanno fatto felice i miei amici e qualche scena ironica dai dialoghi un po’ prevedibili, l’ho trovata una produzione seria e con interessanti messaggi. Senza mai risultare noioso e pesante infatti, il film ha il merito dell’aver provato a valorizzare un territorio spesso non considerato, il borgo di Ceraso e il Cilento in generale, che, come altre tantissime location italiane, avrebbe bisogno di essere mostrato al grande pubblico con produzioni filmiche come questa. Oltre alla valorizzazione territoriale, ciò che mi ha colpito del film è il suo essere una produzione che parla di giovani ma che non è rivolta (solo) ai giovani. Passpartù infatti riflette molto sul modo in cui le nuove generazioni si sentono disilluse e timorose di un futuro incerto e spesso non alla pari di quanto speso in termini di energie (ad esempio, ragazzi che conseguono un dottorato e poi si ritrovano ad essere disoccupati o sottopagati) e, invitando anche i giovani del territorio ad avviare attività imprenditoriali atte a valorizzare la loro terra, riflette soprattutto sugli “anziani” e sul loro modo di porsi nei confronti dei giovani (il rapporto tra la madre di Umberto e il figlio, quello dell’imprenditore e la figlia ecc.), oltre che sugli “outsider”, come l’imprenditore romano, che vogliono approfittare di una terra non loro forti della furbizia e dei “sotterfugi” che li contraddistinguono. La valorizzazione e l’attenzione ai giovani non si vede solo dal film e dalla trama, ma anche dalla scelta del cast, in cui attori alle prime armi vengono affiancati ad attori noti come Giacomo Rizzo, Maurizio Mattioli o Gianni Parisi, non riuscendo ovviamente a reggere il confronto, e questo mostra una volontà da parte del film non solo di voler promuovere il messaggio di dare un’occasione ai giovani ma di voler essere quell’occasione per attori poco noti e alle prime armi che tutto sommato si sono messi in gioco con una decente performance recitativa (più i ragazzi che le ragazze). Infine, la cosa più bella di Passpartù è il suo parlare di valori importanti come l’amore (analizzato in diverse forme, da quello genitoriale a quello adolescenziale, passando per quello per il proprio territorio) e il loro essere collegati alla tradizione delle piccole realtà cilentane, elette ad esempio di quei luoghi ancora esistenti che spesso dovrebbero essere presi in considerazione non solo come posti in cui andare in vacanza ma anche come patrimonio umano e comportamentale per i valori che promuovono, spesso dimenticati nelle grandi realtà metropolitane. Tirando le somme, Passpartù è un film che fa ridere, emoziona, coinvolge, anche se non sempre e mai fino in fondo, ma che allo stesso tempo ha diverse pecche (troppa voce fuori campo e troppi personaggi – in generale si vede che è una prima produzione). Nel complesso però, merita comunque di essere valorizzato soprattutto per il messaggio che lascia e per ciò che racconta, oltre che per tutte le buone intenzioni descritte in queste righe.
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venerdì 12 luglio 2019
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un non film!!!
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Chiamarlo film è tanto. È difficile trovare qualcosa da salvare. Dalla regia praticamente nulla alla sceneggiatura inesistente e imbarazzante. Un insieme di immagini, o meglio di quadretti fatti con poca logica e assemblati con grande fatica. Povero montatore è inimmaginabile il lavoro che avrà dovuto fare. Capisco la voglia di esordire della produzione ma è impensabile chiamare film questo prodotto con una voce narrante continua, musiche infinite, una miriade di attori sconosciuti manco fosse la sagra della porchetta. Condivido i commenti della collega di Mymovies son troppo buona con un voto due, immagino solo per tenerezza verso le faccine giovani presenti nel video. Fare cinema è altra cosa, dedicatevi ad altro.
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Chiamarlo film è tanto. È difficile trovare qualcosa da salvare. Dalla regia praticamente nulla alla sceneggiatura inesistente e imbarazzante. Un insieme di immagini, o meglio di quadretti fatti con poca logica e assemblati con grande fatica. Povero montatore è inimmaginabile il lavoro che avrà dovuto fare. Capisco la voglia di esordire della produzione ma è impensabile chiamare film questo prodotto con una voce narrante continua, musiche infinite, una miriade di attori sconosciuti manco fosse la sagra della porchetta. Condivido i commenti della collega di Mymovies son troppo buona con un voto due, immagino solo per tenerezza verso le faccine giovani presenti nel video. Fare cinema è altra cosa, dedicatevi ad altro...
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