Per diventare adulti le regole non bastano
di Emiliano Morreale La Repubblica
Presentata al festival di Locarno (nella sezione Cineasti del presente) e a quello di Torino, l'opera seconda di Davide Maldi appartiene a quel campo del cinema italiano che si fonda sull' osservazione della realtà cercando e suscitando situazioni con una nuova forma di racconto. Una tipologia di documentario ("cinema del reale", lo si chiama) che potrebbe essere benissimo quella di un film di finzione, con personaggi che ci crescono davanti agli occhi e uno stile evidentissimo, che non finge oggettività ma anzi a tratti si abbandona a una sorta di contemplazione estatica, accentuata dalla fotografia e da un uso sottilmente creativo dei rumori. Il luogo scelto è un istituto alberghiero particolare, il Rosmini di Domodossola, collegio cattolico che insegna a pochi allievi come essere dei perfetti camerieri. L' osservazione della vita quotidiana, delle lezioni (sulla Costituzione, sulle diverse disposizioni internazionali in materia di alberghi), dei rituali in cucina o in sala si restringe presto su uno degli allievi, Luca Tufano, il più inquieto e letteralmente disadattato. Incapace di stare fermo, proveniente dalle campagne, è il più bravo a scrivere ma è fisicamente ingestibile, nei colloqui è assente e mostra un'aria quasi sfottente.
Questo mondo sottovuoto, fuori dal tempo, può assumere evidentemente dei tratti metaforici, come descrizione di ogni adolescenza che si trova ingabbiata in regole che appaiono assurde. Ma ciò che interessa al regista (che già nel suo esordio, Frastuono, raccontava una comunità di giovani a Pistoia, tra natura, scorci urbani e dj-set) è il rito di passaggio nell' età adulta, che questa strana ambientazione permette di osservare "in purezza". Le parti migliori non sono tanto quelle in cui lo stile si fa vistoso attraverso la dilatazione di tempi o l'eleganza delle inquadrature, ma certi dettagli inattesi, certi gesti colti sul corpo dei ragazzi, con piccoli momenti di verità.
Da La Repubblica, 5 marzo 2020
di Emiliano Morreale, 5 marzo 2020
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