goldy
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mercoledì 5 settembre 2018
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esaltazione adrenalinica
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Arrendiamoci davanti al dato incontrovertibile che l'adrenalina occupa un posto in pol pisition per molti spettatori. Al cinema ci sta e si presta. Il film è il frutto di un insieme di professionalità straordinarie. Centinaia di miliardi investiti, troupe sparse nei continenti formati da straordinari artigiani, stunt-men, professionisti superspecializzati nelle tecnologie più avanzate solo ed esclusivamente per far leva sull'adrenalinico. Uno spreco vergpgnpsp .con il risultato che solo gli acefali escono soddisfatti dalla sala. Mi domando ma non si può tentare, come ben facevano i primi 007 a costuire una storia che per quanto improbabile sia godibile e divertente seguire? Questa dimensione non esiste più e ci rimangono così una serei di pellicole vuote di senso di contenuto piene solo di assordante frastuono.
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Arrendiamoci davanti al dato incontrovertibile che l'adrenalina occupa un posto in pol pisition per molti spettatori. Al cinema ci sta e si presta. Il film è il frutto di un insieme di professionalità straordinarie. Centinaia di miliardi investiti, troupe sparse nei continenti formati da straordinari artigiani, stunt-men, professionisti superspecializzati nelle tecnologie più avanzate solo ed esclusivamente per far leva sull'adrenalinico. Uno spreco vergpgnpsp .con il risultato che solo gli acefali escono soddisfatti dalla sala. Mi domando ma non si può tentare, come ben facevano i primi 007 a costuire una storia che per quanto improbabile sia godibile e divertente seguire? Questa dimensione non esiste più e ci rimangono così una serei di pellicole vuote di senso di contenuto piene solo di assordante frastuono. Mi sono vergognata dela sottovalutazione delle capacità intellettive dello spettatore trattato come ottuso ingoiatore di immagini.
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(di esperandogiovadale)
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loland10
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martedì 4 settembre 2018
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pluto-ethan
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“Mission Impossible. Fallout” (id., 2018) di Christopher McQuarrie.
“Mission Impossible. Fallout” (id., 2018) è il quarto lungometraggio del regista-sceneggiatore del New Jersey, Christopher McQuarrie.
Al sesto capitolo il franchising di M.I. e del suo eroe marchiano Ethan M. Hunt (Tom Cruise) si alternano, mescolandosi benissimo, in un surplus salutare e vigoroso.
Che dire oramai di una serie inossidabile, oliata, ritmata è piena di fulgore adrenalinico? Nulla o quasi perché il buon Tom sembra ogni volta disperato (ironia di livello alla ‘Coen-buster’) per non sapere cosa fare (“ci sto pensando” quando le cose si mettono malissimo e succede quasi sempre) ma riesce a convicersi(ci) che nulla vale la pena scartare e la ‘missione’ è sempre da fare.
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“Mission Impossible. Fallout” (id., 2018) di Christopher McQuarrie.
“Mission Impossible. Fallout” (id., 2018) è il quarto lungometraggio del regista-sceneggiatore del New Jersey, Christopher McQuarrie.
Al sesto capitolo il franchising di M.I. e del suo eroe marchiano Ethan M. Hunt (Tom Cruise) si alternano, mescolandosi benissimo, in un surplus salutare e vigoroso.
Che dire oramai di una serie inossidabile, oliata, ritmata è piena di fulgore adrenalinico? Nulla o quasi perché il buon Tom sembra ogni volta disperato (ironia di livello alla ‘Coen-buster’) per non sapere cosa fare (“ci sto pensando” quando le cose si mettono malissimo e succede quasi sempre) ma riesce a convicersi(ci) che nulla vale la pena scartare e la ‘missione’ è sempre da fare.
Certo la produzione non bada a spese e la sceneggiatura si concede di tutto: i salti, le corse, le rincorse, gli aerei, gli elicotteri, le pareti rocciose, i grattacieli, i trabocchetti, le moto, le auto, gli ambienti e città tutte, la tempesta del deserto, il pulsante azzerante e l’inconscia ironia per un film che aspetti così. Ci si diverte senza pagare pegno e senza porsi e farsi tanti ragionamenti. Ad un’età oramai verso i sessant’anni il divo americano sfoggia un temperamento e un ghigno quasi da invidiare. Eppure si era detto (e scritto) che ne ‘La mummia’ (2017) il nostro eroe pareva perso e fin troppo plastificato, quasi poco convinto e in fase calante…ma è questa serie (unica nel suo genere più di altre) che dà nuovo vigore e linfa all’attore che non si perde minimamente e ci mette tutto quello che ha in corpo.
Parlare e far sapere alla Cia neanche per idea perché il nostro Ethan risolve tutto da suo con idee geniali e naturalmente spericolatissime al rischio...di spasmo quadratico per lo spettatore. E quando parte il ‘refrain-tema’ musicale viene la pelle d’oca, inutile nasconderlo: si aspetta dopo il lungo inizio…la tensione giusta per entrare nel vivo del film. Partono i titoli di testa e le note di Boris Schifrin (dalla serie tv iniziata nel 1966) poi riprese dai più e anche da A.Clayton e Larry Mullen (degli U2). E il minutaggio diventa un battito cardiaco continuo, uno spasmo allegorico, un miscuglio salutare e un montaggio pestante spaventosamente di corsa senza sosta fino all’ultimo minuto (quello finale è una cartolina per il pubblico della prima ora).
Tutti sono scambiabili e lasciati morire ma l’amico Luther (Ving Rhames), che ha preso parte a tutte le scorribande impossibili, non si lascia mai per terra sofferente. E’ lui che detta i tempi, è lui che legge Hunt, solo lui conosce ogni minimo dettaglio fino al punto zero. Il taglio avviene (e un filo non vale assolutamente un altro) in modo perfetto e sincronizzato. Luther e Hunt hanno dalla loro un’omogeneità di intenti anche a lunga distanza e ambiente. E nei titoli di coda l’omaggio (che non è solo di circostanza si osa immaginare) è ben posizionato: il primo volto (e nome) che viene messo è quello dell’attore newyorkese al partire del tema celeberrimo.
Trama: guerra e fine di tre luoghi simboli delle religioni monoteiste, Vaticano, Gerusalemme e La Mecca per la banda terroristica criminale denominata gli Apostoli. Si devono recuperare tre atomi di plutonio
Si devono recuperare tre possibili bombe nucleari. La spedizione ha imprevisti naturalmente tra Parigi, Londra e la regione del Kashmir. Naturalmente fino all’ultimo secondo. Ultimissimo come sempre.
L’ironia di un sorriso e lo sforzo di un film finito (quasi un esserci per un prossimo capitolo…chi sa) fanno da epilogo ad un film che ha dentro di se lo spettacolo velocissimo e contagioso. Tom Cruise ha la verve giusta per farci dimenticare la sua carta d’identità. Anni eccessivi per passare da un B. De Palma (non uno qualsiasi) al regista del New Jersey (le ultime quattro pellicole hanno il suo zampino come sceneggiatore e riprese).
Incipit lungo e adrenalinica-mente corretto per i titoli di testa. Si arriva alla musica quasi accarezzando ogni scena per farla arrivare. E i tempi sono più o meno dilatati.
Inseguimento a Parigi: camion, moto e altro; ecco che rinverdire i fasti del ‘contromano’ di vecchia memoria (da ‘Il braccio violento della legge’, 1971, di W. Friedkin, in poi). In un attimo, tra i tanti, si intravedono due turisti (comparse o no…) che nello scendere le scale (di una chiesa) si fermano all’istante mentre tutt’attorno gira un set roboante. Spaventati o entusiasti…chi sa.
Inseguimento a piedi....o meglio di gran corsa per aggrapparsi alla fine ad un ascensore chiuso. Una corsa spasmodica e senza sosta. Come tante. Nel terzo capitolo se ne ricorda una esemplare. E mentre guardiamo ci ricordiamo che lo stuntman è abolito. I rischi del mestiere nei salti dei palazzi…
Elicotteri e inseguimento. A mani nude sulle pareti rocciose. E qui è facile ricordare un giro di manovella (molto più di una) verso ‘Il mondo perduto. J.P.” (1996) e ‘Indiana Jones e l’ultima crociata’ (1989) (entrambi di S. Spielberg) per l’atterraggio (si fa per dire) degli elicotteri (come quelle delle auto ne Parco) e le mani che si aggrappano (come quelle dell’archeologo che riesce a salire…dal fondo di una parete).
In sintesi i giudizi (personali) per ogni ‘Missione’ (i paragoni vanno sulla serie): M.I. (1996) = 9 ; M.I.II (2000) = 8 ; M.I. III (2006) = 7- ; M.I. Protocollo Fantasma (2011) = 8,5 ; M.I.Rogue Nation (2015) = 7,5 ; M.I.Fallout (2018) = 7,5.
Regia congrua e avvolgente, disincantata e irruenta.
Voto: 7½ (***½ -le stelline non corrispondono).
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[+] un ottimo proseguo di 'm: i – rogue nation'
(di antoniomontefalcone)
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barbonpubblico
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lunedì 3 settembre 2018
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la solita solfa
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L'inizio del film è spettacolare. Poi parte la sigla (tanta roba). Poi potete anche smettere di vederlo. La solita corsa contro il tempo per non far saltare in aria mezzo mondo, tanta velocità per non andare da nessuna parte, sceneggiatura prevedibile, monotona, noiosa, che non trasmette nulla di più rispetto agli altri capitoli.
Fotografia della pellicola a tratti inaspettatamente imbarazzante: alcune inquadrature erano talmente dozzinali da avermi fatto credere che il monitor del cinema avesse qualche problema. Buono l'uso dei costumi. Troppo poco per salvare un film decisamente mediocre.
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domenica 2 settembre 2018
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revisione della trama
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Ho cercato di capire questa sinossi rileggendola più volte. Ho dubitato della mia capacità di leggere e comprendere quello che leggo, delle ore passate da ragazzo sui banchi di scuola a fare analisi grammaticale ma comunque dal "se il precedente ...." In poi non ho capito se chi l'ha scritta era annoiato, avesse perso il filo del discorso o si fosse detto che tutto sommato nessuno legge le trame dei film.
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donatello
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sabato 1 settembre 2018
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spettacolare!
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Ero scettico ma la versione 3D è stata una vera figata!!!!
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gustibus
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sabato 1 settembre 2018
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impossibile annoiarsi
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Dire che queste film annoia sarebbe una bugia!M.I.Fallout e'il sesto film della fortunata saga.L'astuzia del bravo C.Mc Quarrie(il regista)e'il susseguirsi di azione alla James Bond,la corsa olimpionica di Ethan Hunt(il bravo T.Cruise)che sembra a D.Craig in SKYFALL.C'e'anche molto spionaggio,guerra tra servizi segreti,Henry Cavill(Superman)non mi e'piaciuto,ma la trama verso il finale finalmente porta ad una resa dei conti intima e personale di Hunt che lasciera'molto sorpresi.Un altra chicca e'Luther che finalmente assume( oltre a far parte di tutti gli episodi di M.I.)un ruolo importante e psicologico che gli da ancor piu'simpatia.Sicuramente da vedere per gli amanti del genere.
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Dire che queste film annoia sarebbe una bugia!M.I.Fallout e'il sesto film della fortunata saga.L'astuzia del bravo C.Mc Quarrie(il regista)e'il susseguirsi di azione alla James Bond,la corsa olimpionica di Ethan Hunt(il bravo T.Cruise)che sembra a D.Craig in SKYFALL.C'e'anche molto spionaggio,guerra tra servizi segreti,Henry Cavill(Superman)non mi e'piaciuto,ma la trama verso il finale finalmente porta ad una resa dei conti intima e personale di Hunt che lasciera'molto sorpresi.Un altra chicca e'Luther che finalmente assume( oltre a far parte di tutti gli episodi di M.I.)un ruolo importante e psicologico che gli da ancor piu'simpatia.Sicuramente da vedere per gli amanti del genere.Ce'qualche esagerazione,ma il successo e' assicurato.Buon Cinema comunque.
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sabato 1 settembre 2018
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uci cagliari
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il numero di telefono che fornisce uci Cagliari non è attivo.. avremmo voluto sapere se oggi è attiva l'aria condizionata dato che le ultime volte siamo morti dal caldo. ma è la normalità per un cinema non fornire gli spettatori di aria condizionata e fornire un num di tel di contatto che nn è mai attivo.???
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vincenzoambriola
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venerdì 31 agosto 2018
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all'ultimo secondo
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Ci risiamo, i cattivoni vogliono distruggere il pianeta e Ethan Hunt deve combatterli, affrontando imprese impossibili. CI riuscirà? Ovviamente la domanda è retorica e la salvezza arriverà all'ultimo secondo (mai una volta che manchi un minuto intero). Niente da dire su questo ennesimo episodio della saga, con inseguimenti, tradimenti, maschere, trappole elettroniche e informatiche. Forse sarebbe stato meglio seguire una trama più semplice, per evitare le puntuali spiegazioni a beneficio degli spettatori distratti o poco predisposti al tema del doppio e triplo gioco, migliorare i dialoghi e le espressioni facciali dei protagonisti, per evitare l'effetto cartone animato.
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Ci risiamo, i cattivoni vogliono distruggere il pianeta e Ethan Hunt deve combatterli, affrontando imprese impossibili. CI riuscirà? Ovviamente la domanda è retorica e la salvezza arriverà all'ultimo secondo (mai una volta che manchi un minuto intero). Niente da dire su questo ennesimo episodio della saga, con inseguimenti, tradimenti, maschere, trappole elettroniche e informatiche. Forse sarebbe stato meglio seguire una trama più semplice, per evitare le puntuali spiegazioni a beneficio degli spettatori distratti o poco predisposti al tema del doppio e triplo gioco, migliorare i dialoghi e le espressioni facciali dei protagonisti, per evitare l'effetto cartone animato. Ma per chi, come me, non si perderebbe mai il prossimo episodio, resta sempre un film da vedere appena possibile.
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danilo
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mercoledì 29 agosto 2018
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questi films, se ti piacciono ,ti piacciono!
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Potra' non essere un genere freschissimo, ma se ti piace quel genere ti piacerà sempre. Un po' come i cartoni animati per i piccoli o Guerre stellari ...........
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ronin2_go
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lunedì 30 luglio 2018
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fallout: a fall out...
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Premetto che sono un grande fan della serie e considero M:I2 uno dei capolavori del cinema d'azione. Detto questo, l'ultimo capitolo della serie, Fallout, lascia a desiderare. Ci sono recensioni che pregiano le scene d'azione mentre non salvano i dialoghi, ma io non mi sento di elogiare nemmeno quelle. E' un film forzato. È forzato, perché deve esserci quel cast, che deve riuscire nell'ennesima impresa impossibile; perché le scene d'azione devono svolgersi senza stunt double e quindi perdono in spericolatezza; perché l'azione deve svolgersi a Parigi, quindi uno può già immaginare che cosa salterà per aria, e cioè solo dove ci sono strutture che appaiono decisamente sacrificabili; perché nemmeno gli inseguimenti in auto/moto, trademark della serie, danno un brivido.
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Premetto che sono un grande fan della serie e considero M:I2 uno dei capolavori del cinema d'azione. Detto questo, l'ultimo capitolo della serie, Fallout, lascia a desiderare. Ci sono recensioni che pregiano le scene d'azione mentre non salvano i dialoghi, ma io non mi sento di elogiare nemmeno quelle. E' un film forzato. È forzato, perché deve esserci quel cast, che deve riuscire nell'ennesima impresa impossibile; perché le scene d'azione devono svolgersi senza stunt double e quindi perdono in spericolatezza; perché l'azione deve svolgersi a Parigi, quindi uno può già immaginare che cosa salterà per aria, e cioè solo dove ci sono strutture che appaiono decisamente sacrificabili; perché nemmeno gli inseguimenti in auto/moto, trademark della serie, danno un brivido. Vedendo la location viene automaticamente il confronto, e da rimpiangere, Inception. Una delle magie del cinema e' proprio che, in certi ispirati casi, i registi riescono con un insieme necessariamente limitato di elementi non far apparire questi limiti, e riescono a far vivere per un paio d'ore al pubblico quella sensazione di non sapere che cosa li attendera' nella prossima scena. Invece ormai la spy-story Angloamericana che mescola CIA e MI6 è stata girata in tutte le salse. E se a questo si aggiungono tutte le limitazioni di cui sopra, perché ostinarsi a fare un altro film?
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