francescoizzo
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sabato 29 dicembre 2018
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poco verosimile e piuttosto scontato
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Già all'inizio le richieste del direttore del conservatorio al giovane sbandatello appaiono poco verosimili ed assurde perché troppo forzate. Poi il film continua con questa figura di teppistello-delle-banlieus-ma-appassionato-di piano (e di musica classica per giunta -ma ti pare?!) , la cui poco felice riuscita già era ben balzata agli occhi nella scena del suo arresto durante il furto in appartamento/sonatina al piano.
Solo il giudice di sorveglianza inoltre può commutare - motivandolo- la pena del condannato a lavori socialmente utili in qualcos'altro; qui invece lo fa ancora una volta il direttore del conservatorio, con un'altra licenza di sceneggiatura.
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Già all'inizio le richieste del direttore del conservatorio al giovane sbandatello appaiono poco verosimili ed assurde perché troppo forzate. Poi il film continua con questa figura di teppistello-delle-banlieus-ma-appassionato-di piano (e di musica classica per giunta -ma ti pare?!) , la cui poco felice riuscita già era ben balzata agli occhi nella scena del suo arresto durante il furto in appartamento/sonatina al piano.
Solo il giudice di sorveglianza inoltre può commutare - motivandolo- la pena del condannato a lavori socialmente utili in qualcos'altro; qui invece lo fa ancora una volta il direttore del conservatorio, con un'altra licenza di sceneggiatura.
Poi assistiamo a umanissimi dubbi e tormenti del protagonista- ok..
E alla fine il regista doveva scegliere tra
1)muore fratellino e il protagonista canna la prova.
2)vive il fratellino e come sopra.
3) muore il fratellino e lui vince
4)vive il fratellino e lui vince.
Io, siccome sono un cinico, ho pensato che il fratellino all fine fosse finito sulla sedia a rotelle e lui potesse non aver vinto.Ma così il film sarebbe stato verosimile..
Invece dalla scena finale si deduce che lui aveva vinto un posto di pianista in un'orchestra newyorchese e forse che il direttore del conservatorio era diventato direttore di quella orchestra.
Insomma una mezza puttanata.
Però la musica era bella...
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vittorio
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giovedì 27 dicembre 2018
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vorrei vederlo....
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Bellissimo film...se si potesse vedere..
Praticamente più di metà Italia all’oscuro, Sud al completo.
Complimenti vivissimi!!!!
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chiara
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giovedì 13 dicembre 2018
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a metà tra favola e realtà, finalmente la musica classica torna protagonista
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Visto in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, consiglio Nelle tue mani a tutti quei ragazzi che amano la musica in ogni sua sfaccettatura. Da Bach a Chopin, da Liszt a Rachmaninoff, passando per i Pixies (e la sempre funzionale Where is my mind) e Groove Armada, si cresce insieme al protagonista, il quale testardo e ostinato si lascerà finalmente trascinare dai suoi Maestri per diventare grande. Tornano finalmente i valori dell'insegnamento e della perseveranza, al di fuori dei 15 minuti di fama dati dai talent. Emozionante e coinvolgente, sotto tutti i piunti di vista: quello familiare, sentimentale, sociale e naturalmente musicale. Consigliato a chi voglia farsi cullare per due ore da note avvolgenti e immortali, Nelle tue mani è anche un grande messaggio per l'integrazione tra classi attraverso l'arte e la cultura, che proprio per questo dovrebbero essere accessibili a tutti, senza distinzioni.
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robertalamonica
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martedì 4 dicembre 2018
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un billie elliot al pianoforte
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Ludovic Bernard firma un lungometraggio pieno di buoni sentimenti e di messaggi edificanti, adatto in particolare agli adolescenti in un ottica di ‘romanzo di formazione’.
Nelle tue mani (AU BOUT DES DOIGTS) racconta la favola di Mathieu Malinski (Jules Benchetrit), adolescente eccezionalmente dotato e talentuoso delle banlieues parigine che si eleva rispetto una condizione di disagio socio-economico-culturale grazie alla musica e all’aiuto delle ‘fate madrine’ Pierre Geithner(Lambert Wilson), direttore del conservatorio di Parigi e la Contessa ( Kristin Scott Thomas) che lo seguirà nel suo percorso di miglioramento tecnico e caratteriale.
Nelle tue mani è proprio il film di cui gli adolescenti hanno bisogno, in questo momento storico.
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Ludovic Bernard firma un lungometraggio pieno di buoni sentimenti e di messaggi edificanti, adatto in particolare agli adolescenti in un ottica di ‘romanzo di formazione’.
Nelle tue mani (AU BOUT DES DOIGTS) racconta la favola di Mathieu Malinski (Jules Benchetrit), adolescente eccezionalmente dotato e talentuoso delle banlieues parigine che si eleva rispetto una condizione di disagio socio-economico-culturale grazie alla musica e all’aiuto delle ‘fate madrine’ Pierre Geithner(Lambert Wilson), direttore del conservatorio di Parigi e la Contessa ( Kristin Scott Thomas) che lo seguirà nel suo percorso di miglioramento tecnico e caratteriale.
Nelle tue mani è proprio il film di cui gli adolescenti hanno bisogno, in questo momento storico. Abituati a vedere i loro sogni sviliti e infranti nella cronaca e anche sugli schermi, storie di gioventù rubata, violata, disperata, i ragazzi che vedranno questo film usciranno dal cinema con la speranza e l’ottimismo che è giusto che abbiano alla loro età.
Una struttura narrativa lineare e semplice con un uso minimo dell’ellissi e con qualche flashback funzionale a spiegare e giustificare una certa irascibilità del protagonista, rende la visione del film fruibile a un pubblico ampio e diversificato.
Bernard non si addentra nell’analisi sociale del fenomeno delle periferie, in questo caso della periferia parigina, e dell’impatto che l’emarginazione ha sugli equilibri sociali. Con leggiadria e voluta superficialità ci mostra la parabola positiva di un unico fortunato giovane che grazie a un dono e all’incontro con un buon maestro riesce dove milioni avrebbero fallito.
Il cineasta francese non si addentra nemmeno nell’analisi delle dinamiche relazionali e interiori dei personaggi, caratterizzando in modo unidimensionale ognuno dei protagonisti.
In definitiva è una bella favola, Nelle tue Mani, un po’ Cenerentola, un po’ Billy Elliot dove le belle cose trionfano senza ombra alcuna, dove l’amore tra un ragazzo ai margini della società e una bella violoncellista borghese è possibile grazie all’intercessione del ‘dono’, dove non c’è nemmeno l’Antagonista e dove gli amici abbandonati e un po’ traditi si trasformano in aiutanti e compaiono provvidenzialmente al momento giusto… per portare Mathieu incontro al suo sogno e per applaudirlo nel momento del trionfo in un teatro pieno di tutto ciò che il film ci ha raccontato. Si piange, ci si commuove, si ‘tifa’ e si esce più leggeri e positivi perché nonostante tutto “… vissero felici e contenti”.
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biondic
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giovedì 29 novembre 2018
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una storia semplice e piacevole sulle note di rachmaninov
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Visto al Festival di Roma, è un film che trasmette un certo ritorno di valori mettendo al centro della questione il talento di un ragazzo difficile. Lui è un ragazzo delle banlieue che sbarca la giornata con lavoretti saltuari e furtarelli vari, ma è dotato di un grande talento per il pianoforte, che suona amabilmente da autodidatta nelle stazioni parigine. Quando un maestro di conservatorio lo ascolta suonare, capisce le potenzialità del giovane e lo recluta per partecipare a una gara di piano affidandolo all'addestramento di una severa professoressa. Una storia semplice e piacevole sulle note di Rachmaninov che non si propone di rievocare "Shine" né "Whiplash", ma che mette in scena un buon cast (con una Kristin Scotto Thomas divertente nei panni della professoressa) e un'ottima colonna sonora.
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andrew
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mercoledì 28 novembre 2018
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una delicata storia sul potere della passione
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C'è chi nasce con un talento puro ma non può permettersi di coltivarlo. Nel caso del protagonista Mathieu la fortuna di avere un vicino pianista prima e l'incontro casuale con il direttore del conservatorio poi, lo aiuteranno ad esplodere in tutta la sua bravura. Un film piacevole e delicato, una favola a lieto fine che si sofferma più che altro sul potere insito nella passione: vuoi qualcosa al tal punto da cambiare te stesso? Sei disposto a scendere a compromessi con una vita che non ti aspettavi di avere?
Il tema non è originalissimo ma vale la pena vederlo sia per la compostezza del Lambert Wilson (il direttore) e la sempre bravissima Kristin Scott Thomas, sia perchè ogni tanto un finale felice aiuta a vivere meglio e anche per la bella colonna sonora.
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C'è chi nasce con un talento puro ma non può permettersi di coltivarlo. Nel caso del protagonista Mathieu la fortuna di avere un vicino pianista prima e l'incontro casuale con il direttore del conservatorio poi, lo aiuteranno ad esplodere in tutta la sua bravura. Un film piacevole e delicato, una favola a lieto fine che si sofferma più che altro sul potere insito nella passione: vuoi qualcosa al tal punto da cambiare te stesso? Sei disposto a scendere a compromessi con una vita che non ti aspettavi di avere?
Il tema non è originalissimo ma vale la pena vederlo sia per la compostezza del Lambert Wilson (il direttore) e la sempre bravissima Kristin Scott Thomas, sia perchè ogni tanto un finale felice aiuta a vivere meglio e anche per la bella colonna sonora. Notevole lo sforzo del giovane attore che ha imparato in pochi mesi a muovere le mani - non a suonare si capisce - come un vero pianista.
Consigliato soprattutto ai più giovani.
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