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Ispirato a una storia vera, il film racconta la storia di Assi, sceneggiatore e poeta, pieno di dubbi e inquietudini esistenziali. Condannato ai lavori di pubblica utilità per aver provocato un incidente guidando in stato di ebbrezza, viene inviato a tenere un laboratorio di cinema per un gruppo di ragazzi agli arresti domiciliari, che stanno scontando la loro pena presso il centro di recupero del quartiere.
Assi deve confrontarsi con le personalità irruente e problematica dei ragazzi, ma riesce a catturarne l'attenzione incoraggiandoli a sfruttare la telecamera come mezzo espressivo e coinvolgendoli nelle sue riflessioni esistenziali.
A Eden, uno dei più aggressivi del gruppo, manca una guida ed Assi se ne rende conto tardivamente. Tra i due si crea un legame che si mantiene, anche quando Assi terminerà il suo corso al centro di recupero. Per quanto l'amicizia tra i due aiuti Eden ad aprirsi e a nutrire un sogno (Fare cinema) Assi, non potrà tuttavia fare nulla per evitare che il carattere irrequieto del ragazzo provochi una tragedia.
Il film è un viaggio emozionale, con una scena di chiusura serrata e devastante. Il regista è abile a creare la giusta intimità tra noi e i personaggi.
Forse Eden, chiedendo ad Assi se è innamorato della madre, spera di aver trovato oltre ad un amico anche la sua guida, ma la tragedia è ormai compiuta.
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