La ruota delle meraviglie |
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Un film di Woody Allen.
Con Jim Belushi, Juno Temple, Justin Timberlake, Kate Winslet.
continua»
Titolo originale Wonder Wheel.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 101 min.
- USA 2017.
- Lucky Red
uscita giovedì 14 dicembre 2017.
MYMONETRO
La ruota delle meraviglie
valutazione media:
3,30
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il dovere di andare a cinema quando c'è W. Allendi MicheleCameroFeedback: 5559 | altri commenti e recensioni di MicheleCamero |
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venerdì 29 dicembre 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L’ultima fatica di Woody Allen ambientata nella Coney Island degli anni ‘50 assomiglia molto alle sue immediatamente precedenti sia per quanto attiene ai temi trattati che per quanto riguarda la tecnica della narrazione. Infatti anche in questo film lui snocciola una storia servendosi di una voce narrante che qui è prestata da uno dei protagonisti stessi, un bagnino con aspirazioni da commediografo. Gli altri soggetti sono una ex attrice dai fragili equilibri psico - fisici, magnificamente interpretata da Kate Winstlet ((da tenere d’occhio la sua interpretazione in ottica Oscar). Ginny, la Winstel, fa la cameriera in un ristorante di mare, con un figlio piromane che quando non appicca fuochi si rinchiude in una sala cinematografica (omaggio di Allen al Cinema anche come strumento di fuga dalla realtà?). E’ una donna scontenta del suo presente, rammaricata per gli errori del suo passato, alla ricerca di una via di fuga che si illude di trovare in un uomo col quale torna a tradire anche l’attuale marito, così come aveva già fatto col primo. Poi c’è il secondo marito di Ginny e la figlia di costui, in fuga dal marito gangster che la sta cercando per farla tacere per sempre. Una storia in cui Woody Allen mostra tutta la sua maestria di cinico indagatore delle sfumature dell’animo umano, con al centro probabilmente una sfiducia nelle qualità solidaristiche dell’uomo, sempre più ripiegato su se stesso e sul proprio benessere per cercare o proteggere il quale è disposto a tutto compreso il tradimento e persino una consapevole connivenza all’omicidio. E questo ovunque, indipendentemente dagli strati sociali di appartenenza. Intanto la vita si svolge, ma sempre più si confonde quella vera con quella finta così da non essere più agevole distinguere la vita dalla scena, il dire dal recitare, l’essere dal sembrare. Alla fine pare addirittura che a prevalere sia il teatro, la finzione come fuga dalla realtà, come medicamento dalle delusioni, dai rimpianti, dagli errori oramai non più recuperabili. Woody Allen a volte si ripete, ma resta pur sempre Woody Allen, vale a dire uno di quelli che, quando non ci sarà più, ci mancherà e lo rimpiangeremo. Perciò finché c’è profittiamone e facciamoci un dovere di andare a cinema a vederlo. Ultima annotazione, la fotografia di Storaro: come sempre impeccabile per i toni, il calore, le sfumature, insomma, uno spettacolo nello spettacolo.
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