The Post

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Un film di Steven Spielberg. Con Meryl Streep, Tom Hanks, Sarah Paulson, Bob Odenkirk.
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Titolo originale The Post. Biografico, Ratings: Kids+13, durata 118 min. - USA 2017. - 01 Distribution uscita giovedì 1 febbraio 2018. MYMONETRO The Post * * * 1/2 - valutazione media: 3,78 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
clavius venerdì 2 febbraio 2018
spielberg gioca sempre in casa Valutazione 2 stelle su cinque
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Da decenni Spielberg gode di una sostanziale e diffusa ammirazione sia tra il pubblico che tra i critici. Non fa eccezione questo suo ultimo impalpabile lavoro ambientato negli anni 70, che riprende il gusto estetico di quel decennio con le sue carte da parati, le inquadrature dei soffitti, le contestazioni hippies (appena accennate) nelle strade.
Vorrebbe essere un'appassionante difesa del diritto di stampa, ma di appassionante c'è ben poco. Tutto sa di già visto e non vedo nessun coraggio nel riprendere una storia vecchia di quarant'anni che descrive Nixon per l'ennesima volta (come se ne sentissimo il bisogno) come un orco che vediamo solo di spalle, rancoroso, nel suo ufficio di notte, a dare ordini al telefono per impedire che una qualsivoglia notizia possa sfuggire al suo controllo. [+]

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eugenio venerdì 2 febbraio 2018
spielberg e la libertà di stampa Valutazione 4 stelle su cinque
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Si respira odore di rotativa, prima del Numero 1, prima della stampa dell’articolo.
Come in televisione, la macchina lavora a tutto spiano, la pressa schiaccia e il momento topico che precede la pubblicazione in cui si consacra il coacervo di umano e robotico, di dettagli di viti, macchinari oliati, vasche di inchiostro e di una grande massa di carta spostata su caratteri mobili finalmente impressi, ha inizio.
Quarto potere. Alzi la mano chi non se lo ricorda.
Un film che ha mostrato sin da subito i limiti del libero arbitrio della carta stampata e le connivenze tra partiti politici oltre che le influenze che i poteri forti palesano sui mezzi di informazione. [+]

[+] spielberg e welles: mondi lontanissimi (di clavius)
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chrisnolan sabato 3 febbraio 2018
bel film Valutazione 3 stelle su cinque
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Ho dato tre stelle perché mymovies.it non mi permette di dare come voto 3.5, che sarebbe più giusto. Il film è bello, ben fatto e gli attori sono bravi, ma pecca per un aspetto: non tratta l'argomento della pubblicazione del giornale con la stessa forza utilizzata per soffermarsi sulla libertà di stampa e sul ruolo della donna nella leadership aziendale. L'argomento della mal condotta degli Stati Uniti (e in particolare dei comportamenti non corretti dell'allora ministro della difesa e dei vari presidenti statunitensi) in una guerra che secondo l'opinione pubblica americana non doveva né essere combattuta né continuata, è sì trattato, ma con meno ardore rispetto al ruolo della donna e alla libertà di stampa. [+]

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maurizio.meres domenica 4 febbraio 2018
lezione di giornalismo Valutazione 4 stelle su cinque
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In questo film viene rappresentato uno dei momenti più importanti della storia del giornalismo,quando la corte suprema Americana con una sentenza che andava contro un potere politico presidenziale,fatto di minacce che continuava ad occultare la verità sull'infinita guerra del Vietnam,sancì il concetto sulla libertà di stampa che doveva salvaguardare il diritto dell'informazione verso tutti senza nessuna restrizione.
Il periodo storico rappresentato mette in luce la parte più oscura e soprattutto crudele degli Stati Uniti,il film seppur con un tono un po' spento e se vogliamo statico con un andamento lento e non incisivo,trasmette allo spettatore tutta la volgarità politica accompagnata dal potere economico,così come adesso,dopo tanti anni la storia non cambia,il vero giornalismo pur essendo sempre presente spesso viene intrappolato da un potere occulto che si tramanda nel dna di chi vuole instabilità politico economica. [+]

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lorenzoferraro domenica 4 febbraio 2018
enorme Valutazione 4 stelle su cinque
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Ero abbastanza scettico inizialmente. I miei amici chiamano questo genere di film "quelli dove bisogna pensare", ed in genere li evitano. E solitamente fanno bene. Drammi esistenziali triti e pesanti oltre ogni modo, spacciati per capolavori senza pari, ci hanno illusi più volte. Quindi mi sono preparato al peggio, non curante che alla regia ci fosse Spielberg. E cavolo quanto mi sono ricreduto. Il film mi è piaciuto veramente tantissimo. Ovviamente complesso, come i fatti di cui parla, l'ingiunzione del governo Nixon al New York Times sull'ulteriore pubblicazione di documenti segreti che svelavano come la presidenza degli Stati Uniti avesse mentito a tutti riguardo la guerra in Vietnam, ed il coraggio di una direttrice e di un direttore di redazione di un giornale, di andare contro quell'ingiunzione in nome della libertà di stampa e del diritto da parte di un popolo ad avere l'informazione che merita. [+]

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domenica 4 febbraio 2018
un film ancora necessario
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The Post è l'ennesima conferma di come la ferita della guerra in Vietnam negli Stati Uniti non si sia mai sanata. Spielberg riprende un argomento non certo nuovo e già più volte trattato da vari punti di vista, la guerra del Vietnam, per mettere in risalto l'importanza della difesa di libertà di stampa. Come tutti i film di Spielberg la confezione è splendida. Quello che ho trovato in alcuni punti poco efficace è la sceneggiatura, non sempre chiara e scorrevole. Per chi non conosce la storia dell'epoca e le vicende politiche americane risulta difficile capire determinati intrecci e i ruoli di tutti i protagonisti. Per il resto, a parte la retorica che è sempre presente in certi film americani, ritengo sia un bel lavoro di Spielberg. [+]

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goldy lunedì 5 febbraio 2018
purchè si faccia in fretta Valutazione 3 stelle su cinque
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Il film, nonostante l'ottimo montaggio non convince come dovrebbe. Un film in difesa del diritto di informazione deve perlomenotoccare  il sentimento dell'indignazione per approdare a quello del trionfo del bene. Cos' non è . Tutto si svolge rapidamente senza costruire adeguatamente i momenti topici.  Una Meryl Street doppiata in modo melenso e altalenante contribuisce ad aumentare gli aspetti negativi.
Impegnato in altra produzione, sembra che Spielberg abbia girato in modo frettoloso trascinato forse dall'urgenza di intervenire e sensibilizzare sul problema delle fake news e si vede. Il finale è sbrigativo: fuga delle notizie top secret, rischio della   pubblicazione, veto della Procura di Stato,  rifiuto del divieto partono le rotative, tutti esaltano e la libertà di stampa trionfa. [+]

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udiego martedì 6 febbraio 2018
non è come sembra Valutazione 4 stelle su cinque
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 Nel 1971 un uomo del Pentagono decide di divulgare alla stampa un documento di 7000 pagine che racconta di come il governo degli Stati Uniti abbia mentito ai propri cittadini sull’andamento della guerra in Vietnam: è il New York Times il primo giornale a pubblicare le notizia ed il governo americano decide di bloccare tutto con un’ingiunzione della Corte Suprema. Toccherà di conseguenza al Washington Post, che nel frattempo è riuscito a mettere le mani su questi scottanti documenti, decidere se pubblicare tutta l’inchiesta, mettendo a rischio la vita del giornale stesso o insabbiare il tutto per salvaguardare l’integrità della testata giornalistica. [+]

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enzo70 martedì 6 febbraio 2018
lezione di libertà di un editore e di un direttore Valutazione 4 stelle su cinque
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The post ha due diverse prospettive; dalla prima, immediata, si inquadra un bel film diretto da Spielberg e che ha come protagonisti Tom Hanks e Meryl Streep. Faccio una doverosa premessa; Meryl, semplicemente, mi incanta, il mio giudizio nei suoi confronti non vale, è condizionato da uno dei sentimenti più forti dell’uomo: l’amore impossibile. I ritmi di Spielberg, la bravura dell’intero cast e la storia avvincente rappresentano un più che valido motivo per andare al cinema. La seconda prospettiva, è diversa. The post è un film necessario in un momento in cui, a livello mondiale, il ruolo dell’informazione viene messo in discussione per la perdita di credibilità dei giornali e dei giornalisti. [+]

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maumauroma sabato 10 febbraio 2018
the post Valutazione 3 stelle su cinque
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Nel 1971 , durante la presidenza Nixon e in piena guerra del Vietnam in corso, Il quotidiano The Washington Post decise di pubblicare una serie di dossier segreti, trafugati dalle casseforti del Pentagono da un dipendente del Ministero della Difesa in piena crisi di coscienza, nei quali si faceva luce sugli errori di gestione commessi  dalle Amministrazioni presidenziali e dai loro consiglieri nei decenni precedenti riguardo le politiche di ingerenza nella importante e stratetica regione del sud est asiatico, politiche che avevano causato e stavano ancora provocando decine di migliaia di morti tra i soldati americani. Quella di pubblicare tali documenti fu una decisione molto sofferta soprattutto per il rischio da parte della editrice Katharine Graham e del direttore del giornale Ben Bradlee di essere incriminati dalla Corte Suprema degli Stati Uniti per attacco alla sicurezza dela Nazione. [+]

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