mimmo fvcg
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martedì 1 settembre 2020
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scadente
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Si salva solo la Cardinale anche a 80 anni sempre grandiosa , per il resto un film inguardabile con una pessima regia
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floriana carlucci
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giovedì 4 luglio 2019
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rudy si nasce e non si diventa, nemmeno sulla scena
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Sono d'accordo. Ma da un progetto troppo "covato" non ci si poteva aspettare diversa risoluzione. I resti mortali dell'immortale Rudy avranno raggiunto falde petrolifere. Sinceramente, pensavo (speravo) che dopo Garko non ci potesse essere di più sconfortante. La saluto con sincera cordialità. Floriana Carlucci
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no_data
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lunedì 28 maggio 2018
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ritratto naif e originale di un divo pugliese.
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Progetto originale e sincero nella sua mise en scene, forse un pò ambizioso per il budget a disposizione, come già visto in altri film di Cirasola. La trama semplice si completa con la struttura narrativa più complessa (ripetuti cambi spazio temporali) rendendo omaggio ad un mito del cinema ahimè talvolta sconosciuto alle nuove generazioni. Poesia e realismo si incrociano secondo lo stile del registra pugliese. Nel complesso piacevole a vedersi. consigliato ad un pubblico non superficiale.
D.L.
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m.
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domenica 27 maggio 2018
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un film artigianale e autentico fatto con coraggio
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Non sono d'accordo con la recensione di mymovies, forse un po' troppo ingenerosa. E' vero, ci sono delle sbavature, bisogna essere onesti, però con altrettanta onestà va detto che il film è una piccola produzione indipendente, l'ambizone di raccontare un mito come Valentino, a mio avviso, andrebbe letta nella sua autentica, e per questo sincera, dimensione artigianale. L'idea di cinema passa anche attraverso il coraggio, e forse questo piccolo e importante film, racconta molto del malcostume italiano, quello contemporaneo, di un paese che non perdona l'insuccesso, anche se nel cinema mi pare sia il contrario, e tantomeno il successo. Mi è piaciuta l'idea moderna di mettere a confronto un mito cosmopolita e internazionale, con la sua terra d'origine.
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Non sono d'accordo con la recensione di mymovies, forse un po' troppo ingenerosa. E' vero, ci sono delle sbavature, bisogna essere onesti, però con altrettanta onestà va detto che il film è una piccola produzione indipendente, l'ambizone di raccontare un mito come Valentino, a mio avviso, andrebbe letta nella sua autentica, e per questo sincera, dimensione artigianale. L'idea di cinema passa anche attraverso il coraggio, e forse questo piccolo e importante film, racconta molto del malcostume italiano, quello contemporaneo, di un paese che non perdona l'insuccesso, anche se nel cinema mi pare sia il contrario, e tantomeno il successo. Mi è piaciuta l'idea moderna di mettere a confronto un mito cosmopolita e internazionale, con la sua terra d'origine. Come diceva De Chirico, un pittore non deve essere originale, ma origianario, dal suo lavoro si deve sentire la sua terra. Mi pare che in questo film questa idea si ben forte.
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trailer
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domenica 27 maggio 2018
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biografia sospesa tra il sogno e la realtà, tra l’uomo e il mito del divo rodolfo valentino
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Sospeso tra il sogno e la realtà. Tra l’uomo e il mito. Quando il cinema incontra la poesia. Non la solita biografia morbosa e celebrativa, ma un viaggio senza censure nella vita di Rodolfo Valentino, primo divo del cinema, alla ricerca delle sue radici e di se stesso. La sceneggiatura, dello stesso regista, Luigi Sardiello e Lucia Diroma, si propone credibile e priva di sbavature, a tratti onirica; l’occhio del regista curioso ma mai invadente; la luce del film, talvolta intensa talvolta morbida, quasi rarefatta, sembra carezzare, come in un quadro impressionista, i personaggi e le loro vite. Delizioso il cammeo di Alessandro Haber, nei panni di un Gabriele d’Annunzio sedotto e seducente, e perfetta Claudia Cardinale, la dolcissima zia del fascinoso e inquieto Rudy.
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franco citti
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sabato 26 maggio 2018
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a favore del cinema
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Trovo quantomeno ingeneroso parlare con tale acrimonia di un film coraggioso, fuori dagli adusi schemi delle commediacce italiche, con una sceneggiatura visionaria e di importante approfondimento psicologico sul divo e i rapporti con le sue origini. Prima di scrivere bisognerebbe conoscere anche i sacrifici produttivi e la lunga sofferta gestazione del film. E inoltre considerare la carriera di Nico Cirasola uno degli ultimi cineasti eroici del nostro panorama autoriale.
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f26
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sabato 26 maggio 2018
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a me è piaciuto
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Trovo che gli attori siano centrati nei loro ruoli e che ogni parte di questo film, dalla sceneggiatura alla fotografia, alla colonna sonora, collabori alla realizzazione di un’atmosfera dolce e nostalgica, di leggera poesia, e al recupero di un Rodolfo Valentino alla portata delle nuove generazioni.
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sabato 26 maggio 2018
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un film appassionato ed appassionante
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Mi risulta davvero difficile ed imbarazzante vedere accostato questo ritratto appassionato ed appassionante che Nico Cirasola ha realizzato, o meglio inseguito, per anni con un film di Ken Russell con un budget stratosferico. Imbarazzante a meno che il filo rosso, il grado di separazione non sia semplicemente l'oggetto del racconto. Inoltre questo non è un biopic su Valentino, ma un immaginario ritratto della sua visita, storicamente dimostrata, nella sua terra d'origine. Ovviamente il segreto di questo film italiano, che esce fuori dalla mischia ordinaria e mediocre delle fiction da prima serata, sta proprio nel coniugare il rapporto teatro/cinema non solo per questioni pratiche e per ottimizzare i costi, ma proprio per dare una dimensione originale ed inconsueta.
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Mi risulta davvero difficile ed imbarazzante vedere accostato questo ritratto appassionato ed appassionante che Nico Cirasola ha realizzato, o meglio inseguito, per anni con un film di Ken Russell con un budget stratosferico. Imbarazzante a meno che il filo rosso, il grado di separazione non sia semplicemente l'oggetto del racconto. Inoltre questo non è un biopic su Valentino, ma un immaginario ritratto della sua visita, storicamente dimostrata, nella sua terra d'origine. Ovviamente il segreto di questo film italiano, che esce fuori dalla mischia ordinaria e mediocre delle fiction da prima serata, sta proprio nel coniugare il rapporto teatro/cinema non solo per questioni pratiche e per ottimizzare i costi, ma proprio per dare una dimensione originale ed inconsueta. Ritengo inoltre che in virtù della generosa prova dei suoi interpreti (da Haber alla Cardinale ma ci metterei anche il bravissimo Luca Cirasola, un giovane attore capace ed istrionico) il film abbia un potenziale internazionale ed un appeal rivolto non solo alle curiosità del pubblico o dei fans del divo. E' un film che parla al cuore, ma anche alla mente. Nico Cirasola è un filmaker sulla breccia da più di trent'anni. E questo mi risulta essere una delle sue migliori incursioni. Di sicuro la più ispirata, nonostante la difficoltà di dover rendere conto ad un personaggio controverso, realmente esistito, con cui praticamente è nato non solo il cinema ma tutto lo star system.
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giovedì 24 maggio 2018
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il rudy uomo e non il divo
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Gentilissima signora Marzia. Premetto che ho visto il film al Festival del cinema Europeo di Lecce. Mi consenta di dissentire dalla sua recensione per i seguenti motivi. La costruzione del film tra sogno e realtà passa da una porta che si apre e si chiude per gestire una realtà che è anche sogno. Il rudy di cirasola non è il mito che ritorna a Cas tellaneta ma è il ragazzo ribelle che torna alle sue origini, nella realta di un piccolo paese agricolo della provincia di Taranto, bigotto ed ancorato a valori sicuramente diversi da quelli della civiltà americana che ha costruito il mito del Divo dei Divi. Il Rudy di Cirasola è il ragazzo ribelle che studiava agraria prima di partire per l'America.
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Gentilissima signora Marzia. Premetto che ho visto il film al Festival del cinema Europeo di Lecce. Mi consenta di dissentire dalla sua recensione per i seguenti motivi. La costruzione del film tra sogno e realtà passa da una porta che si apre e si chiude per gestire una realtà che è anche sogno. Il rudy di cirasola non è il mito che ritorna a Cas tellaneta ma è il ragazzo ribelle che torna alle sue origini, nella realta di un piccolo paese agricolo della provincia di Taranto, bigotto ed ancorato a valori sicuramente diversi da quelli della civiltà americana che ha costruito il mito del Divo dei Divi. Il Rudy di Cirasola è il ragazzo ribelle che studiava agraria prima di partire per l'America. Il rudy di Pietro Masotti è alla ricerca delle sue radici e rifugge dall'essere il Divo. Deve purtroppo constatare dall'incontro con i suoi paesani che il suo spirito ribelle non tollera la mentalità retrograda e bigotta intrisa dei valori fascisti che indirizzano la vita dei suoi concittadini. Credo che l'umanita del personaggio Rudy interpretato da Pietro Masotti risalti appieno. Il film non vuol essere la reincarnazione del mito ma la scoperta di una persona con le sue fragilità, le sue paure e le sue ansie. È la storia dell'emigrato che ritorna al paese natio, seppur famoso, in cui puttroppo non si riconosce piu. Il film pur con le sue contraddizioni e con i suoi limiti va visto.
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