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fenics
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lunedì 5 novembre 2018
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terribile
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Questo film è noioso... Non ho potuto apprezzarlo assolutamente... È più interessante stare seduti su una panchina al parco e vedere cosa succede...
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giovannastory
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sabato 14 aprile 2018
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nasce il genere thruller
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Con questo film, i produttori di BIDONI a livello interstellare si sono superati. Forse raggiungendo vette ineguagliabili.
Il regista e gli autori, di certo hanno inventato un nuovo genere: il Thruller
Trama commentata
Una figura spettrale (un imbecille col lenzuolone che sembra un Bacio Perugina al negativo oppure un Caciocavallo in abito da sposa) - che un tempo era stata un uomo ( infatti, i fantasmi, se esistono, un tempo dovrebbero essere stati uomini, non biciclette, oppure macchine da caffè.
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Con questo film, i produttori di BIDONI a livello interstellare si sono superati. Forse raggiungendo vette ineguagliabili.
Il regista e gli autori, di certo hanno inventato un nuovo genere: il Thruller
Trama commentata
Una figura spettrale (un imbecille col lenzuolone che sembra un Bacio Perugina al negativo oppure un Caciocavallo in abito da sposa) - che un tempo era stata un uomo ( infatti, i fantasmi, se esistono, un tempo dovrebbero essere stati uomini, non biciclette, oppure macchine da caffè... o sbaglio?) - si fa strada verso la sua ex casa, dove sarà destinata a rimanere per sempre… (scena di un patetico-ridicolo da mozzare il fiato, effetto Thruller. Il Caciocavallo, privato di macchina e patente, visto che la macchina l'aveva scassata con l'incidente mortale e la patente gli era stata ritirata per ovvi motivi, si trascina, lento e inutile, nella landa sconfinata: in poche parole se la fa a piedi dall’obitorio fino a casa!)
L'uomo è morto qualche tempo prima in un incidente stradale proprio davanti a casa sua. Lì osserva il lamento della sua amante addolorata, avvolto in un lenzuolo bianco (e ci mancava pure che, nello squallore generale, gli mettevano addosso un lenzuolo a fantasia, o a pois!)
Comunque, dove gli autori, il regista e il costumista, raggiungono l’apoteosi è quando, con una scelta da veri produttori di Thruller, fanno due buchi per gli occhi al “cosone” rincitrullito che gira per la casa.
In somma, se esiste un associazione che tutela la dignità di spiriti e fantasmi, credo proprio che ai produttori gli faranno una bella causa per vilipendio!
Non possiamo che concludere con il famigerato verso del più grande critico cinematografico di tutti i tempi, Fantozzi rag. Ugo:
“Per me, Ghost Story, è una cagata pazzesca…”
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peergynt
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lunedì 19 marzo 2018
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vita, passione e morte di un lenzuolo
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Con un coraggio sconcertante, questo film ci racconta la solitaria vita di un fantasma mostrandocelo nella sua iconografia più semplice e ironicamente scarnificata: quella di un lungo lenzuolo bianco con due buchi per gli occhi. Bisogna accettare senza ridere questo fatto per entrare in questo piccolo film e farsene affascinare. Scegliendo un curioso formato di schermo (quadrato e con gli angoli arrotondati), quasi fosse un album di fotografie di un tempo che fu, il regista racconta per immagini, e con pochissimi dialoghi (e, va detto, con piani-sequenza da cinema d'autore e una lentezza quasi esasperante), una storia di fantasmi che non entra mai nel genere horror, nemmeno da lontano, ed è piuttosto una riflessione sul dolore della perdita e sull'attaccamento disperato a quello che, per quanto assurdo sia, è ciò che noi chiamiamo vita.
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Con un coraggio sconcertante, questo film ci racconta la solitaria vita di un fantasma mostrandocelo nella sua iconografia più semplice e ironicamente scarnificata: quella di un lungo lenzuolo bianco con due buchi per gli occhi. Bisogna accettare senza ridere questo fatto per entrare in questo piccolo film e farsene affascinare. Scegliendo un curioso formato di schermo (quadrato e con gli angoli arrotondati), quasi fosse un album di fotografie di un tempo che fu, il regista racconta per immagini, e con pochissimi dialoghi (e, va detto, con piani-sequenza da cinema d'autore e una lentezza quasi esasperante), una storia di fantasmi che non entra mai nel genere horror, nemmeno da lontano, ed è piuttosto una riflessione sul dolore della perdita e sull'attaccamento disperato a quello che, per quanto assurdo sia, è ciò che noi chiamiamo vita. E l'emozione di non viverla più è tale da trascendere il tempo, uno strano evento che si avvolge su se stesso, e da farsi emozione lacerante per il protagonista, il fantasma-lenzuolo, un simbolo straniante di una storia che ha i tratti dell'assurdo e le profondità dell'apologo metafisico. Film indipendente senza effetti speciali per raccontare la storia di come quel groviglio scomposto di passioni, sentimenti e ricordi che è l'uomo fatica ad accettare di non essere più. E per questo continua a vivere ancora, ostinatamente. Cosa che ci avvicina al cuore questo originalissimo personaggio avvolto da un banale lenzuolo e ci fa penare per lui. Che è un po' come aver compassione di noi stessi.
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tmpsvita
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mercoledì 4 ottobre 2017
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quando anche un fantasma emoziona
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Poche, pochissime parole che lasciano spazio alle lunghe, alle volte quasi interminabili, inquadrature dal silenzio assordante che catturano delle splendide immagini, colorate da un impeccabile e fredda fotografia e incorniciate da un formato schermo vintage molto originale.
Il film sembra parlare di nulla, visti i dialoghi quasi assenti, ma dalle immagini, vere e proprie poesie per gli occhi, trascendono moltissimi significati riguardanti l'amore, la vita, la morte e, addirittura, l'esistenza umana.
E il suo modo di raccontare è estremamente lento ma anche rilassante, piacevole perché dà il tempo allo spettatore di poter osservare con molta attenzione ogni angolo dell'inquadratura e qualunque suo singolo cambiamento, inoltre in questo modo si esalta ogni più piccolo suono, aspetto fondamentale per alcune sequenze.
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Poche, pochissime parole che lasciano spazio alle lunghe, alle volte quasi interminabili, inquadrature dal silenzio assordante che catturano delle splendide immagini, colorate da un impeccabile e fredda fotografia e incorniciate da un formato schermo vintage molto originale.
Il film sembra parlare di nulla, visti i dialoghi quasi assenti, ma dalle immagini, vere e proprie poesie per gli occhi, trascendono moltissimi significati riguardanti l'amore, la vita, la morte e, addirittura, l'esistenza umana.
E il suo modo di raccontare è estremamente lento ma anche rilassante, piacevole perché dà il tempo allo spettatore di poter osservare con molta attenzione ogni angolo dell'inquadratura e qualunque suo singolo cambiamento, inoltre in questo modo si esalta ogni più piccolo suono, aspetto fondamentale per alcune sequenze.
Un film davvero singolare che , nella sua singolarità, trova il punto di forza.
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