Un film intenso questo film tratto dal romanzo omonimo di Guy de Maupassant del 1883 presentato al festival di Venezia 2016.Un drammatico panorama della condizione femminile seguita per tutto l’arco di una vita.
Almeno quattro sono stati i tentativi di trarre un film dal racconto ma questo finalmente ci è riuscito. Jeanne (la bravissima Judith Chemia) è la figlia del barone Simone-Jacques Le Perthius de Vauds (Jean Pierre Daroussin) e di sua moglie Adelaide (la belga Yolande Moreau.) Siamo in una località chiamata Yport sul canale della Manica in Normandia, nella prima metà dell’Ottocento.
Il formato è quasi quadrato di 4:3 è immersiva e insiste sui primi piani; la protagonista è ripresa quasi sempre di profilo, la fissità della scena trasmesse la monotonia di una vita rassegnata, rinunciatari, la storia di una donna che non sa cosa sia la ribellione che accetta ciò che le viene proposto confondendo il volere degli altri con il proprio desiderio. Sposerà Julien de Lamare visconte titolato ma senza soldi.
Molto bella è la scena della prima notte di matrimonio, della sua ritrosia che sembrerebbe fastidio per trovarsi sposata con un uomo senza averlo scelto, così come in fondo suggerivano i genitori. E invece poi cresce l’affetto e l’amore – anche per assenza di alternative a mio parere – come se fare la cosa giusta sia il proprio desiderio.
Jeanne non ne azzecca una, gli uomini della sua vita ad esclusione del fedele e giudizioso padre – sono un disastro e saranno la sua rovina.L’assenza di mordente nella vita di Julienne porta alla noia, alla malinconia. Solo il dolore riesce a spezzarla. Il marito la tradisce sembra con qualsiasi donna metta il piede nella residenza ai “Pioppi”: Rosalie la domestica e compagna di latte di Julienne avrà un figlio da lui e sarà allontanata dalla casa una volta che l’inganno diventa collettivo e questione di famiglia.Scopre, dopo la morte della madre trova il carteggio che conservava gelosamente. Scopre in tal modo che aveva avuto un amante con il quale era stata felice mentre il suo matrimonio era stato combinato. L’amica sposata Gilberte de Fourville vivace e allegra ospite nel castello, avrà una tresca con Julien che durerà anche dopo la partenza. Jeanne piange in silenzio e non ha il coraggio di parlare né con il marito né con l’amica, ma il parroco irresponsabile si farà carico di svelare la verità al marito dell’altra.Risultato una strage.
Il figlio Paul rivelerà subito di avere un carattere piuttosto difficile. Messo in collegio fa i capricci e cerca in tutti i modi di evitare la scuola. Solo il nonno è dotato di buon senso; da vecchio uomo illuminista sa che anche per gestire la terra si ha bisogno di studiare, di conoscere il latino e saper far di conto. Così quando avrà 20 anni, finita la scuola, lui scapperà con la sua ragazza a Londra dove avrà insuccessi finanziari uno dopo l’altro fino a prosciugare gli averi di famiglia.
Tornerà Rosalia – probabilmente per espiare la sua colpa - a prendersi cura di Julienne ormai sempre più sola e sempre più povera. Solo la nascita di una bimba, figlia di Paul, e la conseguente cura delle due donne, riuscirà a ridare vita e speranza. Ed è proprio il caso di esclamare: meno male che è femmina!
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