minervarte
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sabato 15 luglio 2017
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cinema a 4 stelle
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Cinema è inqradatura. il film "Il tuo ultimo sguardo" è una seguenza di inquadrature originalissime, a partire dalla prima che annuncia tutto il dramma che seguirà attraverso la trasversale ripresa di Janvier Barden nel ruolo del medico spagnolo Miguel.
Cinema è trama.
Miguel, un uomo normale, ne eroico, nè erotico, solo apparentemente disincatato nei confronti della vita che ha deciso però di sacrificare alla medicina del fronte di guerra: senza trucchi, solo le sue mani, fatica, sudore e qualche miracolo. Come il miracolo di salvare una vita o di innammorarsi...nonostante tutto. Innammorarsi di Wren (interpetata magistralmente da Charlize Theron), una collega, una giovane dottoressa che per strade e ragioni diverse è arrivata lì, in quel luogo non luogo, dove la normalità non esiste più, falciata da anni di guerre e sopprusi.
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Cinema è inqradatura. il film "Il tuo ultimo sguardo" è una seguenza di inquadrature originalissime, a partire dalla prima che annuncia tutto il dramma che seguirà attraverso la trasversale ripresa di Janvier Barden nel ruolo del medico spagnolo Miguel.
Cinema è trama.
Miguel, un uomo normale, ne eroico, nè erotico, solo apparentemente disincatato nei confronti della vita che ha deciso però di sacrificare alla medicina del fronte di guerra: senza trucchi, solo le sue mani, fatica, sudore e qualche miracolo. Come il miracolo di salvare una vita o di innammorarsi...nonostante tutto. Innammorarsi di Wren (interpetata magistralmente da Charlize Theron), una collega, una giovane dottoressa che per strade e ragioni diverse è arrivata lì, in quel luogo non luogo, dove la normalità non esiste più, falciata da anni di guerre e sopprusi. Eppure Sean Pean, il regista, riesce coraggiosamente a dare una connotazione "normale" al loro amore così in netto contrasto con tutto il resto. Una amore fatto di bellissimi, intensi primi piano, di gesti pieni di tenerezza, di silenzi e sguardi.
Cinema è fotografia: mai banale, mette in risalto tutta la bellezza e la brutalità del continente africano.
Cinema è recitazione: due mostri sacri come Barden e Theron non rientrano nei soliti cliché. Unici, indipendenti, puri nella loro recitazione, restituiscono intatto tutto il valore del film.
Il film è la storia d'amore fra due persone che hanno fatto una scelta difficile, opposta e definitiva. La loro lotta per restare normali in un luogo che ti mangia l'anima ti coinvolge profondamente.
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flyanto
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martedì 4 luglio 2017
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due individui divisi tra l'amore e la guerra
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"Il Tuo Ultimo Sguardo" con la regia di Sean Penn narra la storia d'amore tra una direttrice di un'associazione umanitaria ed un medico che presta il proprio servizio tra le popolazioni dei paesi africani, quali la Liberia, devastati dalle continue guerre civili. Nel corso di una pericolosa missione i due suddetti protagonisti (Charlize Theron e Javier Barden) si conoscono e subito si innamorano e per un certo periodo continuano insieme a distribuire aiuti a questi bisognosi e tormentati popoli ma nel tempo essi dimostreranno di avere un'ideologia differente su come portare aiuto ed affrontare la terribile situazione di una parte del mondo fortemente devastata e ciò li farà allontanare l'uno dall'altra, nonostante la profondità e la sincerità dei loro sentimenti.
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"Il Tuo Ultimo Sguardo" con la regia di Sean Penn narra la storia d'amore tra una direttrice di un'associazione umanitaria ed un medico che presta il proprio servizio tra le popolazioni dei paesi africani, quali la Liberia, devastati dalle continue guerre civili. Nel corso di una pericolosa missione i due suddetti protagonisti (Charlize Theron e Javier Barden) si conoscono e subito si innamorano e per un certo periodo continuano insieme a distribuire aiuti a questi bisognosi e tormentati popoli ma nel tempo essi dimostreranno di avere un'ideologia differente su come portare aiuto ed affrontare la terribile situazione di una parte del mondo fortemente devastata e ciò li farà allontanare l'uno dall'altra, nonostante la profondità e la sincerità dei loro sentimenti.
Sean Penn, qui in veste solo di regista, costruisce un'opera che contiene tutti gli ingredienti adatti ad un tale genere di films: il messaggio di denuncia a sostegno delle popolazioni nel mondo meno fortunate con immagini brutali e quanto mai realistiche per rafforzare il suddetto intento, la storia d'amore profondo ma travagliata tra due individui affascinanti, provvisti di alti ideali umanitari ed impavidi al pericolo incombente, le missioni pericolose in territori selvaggi, ecc... , ma egli ha prodotto una pellicola al limite del romanzetto sentimentale o di uno sceneggiato televisivo di secondo ordine che, peraltro, si dilunga per poco più di due ore risultando così anche un poco prolisso e ciò nonostante anche poco approfondito per ciò che riguarda la tematica espressa. Charlize Theron e Javier Barden, già ottimi attori, si dimostrano più che all'altezza, per non dire addirittura un poco sprecati, nei loro ruoli ma non risollevano affatto il film dal flop totale.
Insomma, un'occasione sprecata per Penn che, in altre occasioni precedenti ha dato migliore prova di sè come regista.
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[+] il war-drama con love story di sean penn
(di antoniomontefalcone)
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fabiofeli
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giovedì 6 luglio 2017
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tanto sensazionalismo per scoprire l'acqua calda
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Wren (Charlize Theron) è una giovane dottoressa che dirige una ONG, “Médecins du Mond”, impegnata in operazioni di soccorso in territori agitati da guerre civili. Si reca in un territorio africano per relazionare alla fondazione l’operato del personale lì presente. Viene ignorata inizialmente dalla squadra medica della quale fanno parte una sua amica, Ellen (Adèle Exarchopoulos), e Miguel (Javier Bardem), un chirurgo affascinante che incarna abnegazione e umanità; questi, pur spossato da una giornata impossibile, ha la forza di giocare semiaddormentato con un piccolo africano.
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Wren (Charlize Theron) è una giovane dottoressa che dirige una ONG, “Médecins du Mond”, impegnata in operazioni di soccorso in territori agitati da guerre civili. Si reca in un territorio africano per relazionare alla fondazione l’operato del personale lì presente. Viene ignorata inizialmente dalla squadra medica della quale fanno parte una sua amica, Ellen (Adèle Exarchopoulos), e Miguel (Javier Bardem), un chirurgo affascinante che incarna abnegazione e umanità; questi, pur spossato da una giornata impossibile, ha la forza di giocare semiaddormentato con un piccolo africano. La storia d’amore tra Wren e Miguel comincia appena lei partecipa attivamente alle operazioni di soccorso. Ma poi si arena su due diverse visioni del mondo …
Sean Penn dirige il film impiegando tutti gli ingredienti hollywoodiani di successo possibili per catturare attenzione e partecipazione dello spettatore: medici intrepidi e pieni di abnegazione come quelli di Emergency e di Médecins Sans Frontières; scene di azione convulse dove tutti sparano contro tutti indistintamente; schegge tribali impazzite che perpetrano le peggiori torture e delitti; paesaggi esotici fotografati in modo accattivante; tanto sangue per aumentare la drammaticità di operazioni chirurgiche di fortuna che hanno risultati alterni; ed infine una storia d’amore tra i protagonisti, belli e pronti per una auto-identificazione da parte dello spettatore/spettatrice. Ma quello che all’inizio attrae poi respinge: tutto il terribile quadro africano serve solo come sfondo di una storia d’amore neanche tanto originale. E poi, infine, l’asino casca clamorosamente. Nell’insulso discorso ai finanziatori della ONG Wren proclama, osannata dai presenti: “(Gli africani) sono uomini come noi, con gli stessi sentimenti!”. Una clamorosa scoperta dell’acqua calda. Wren pensava forse che il diverso colore della pelle e il deficit, da lei individuato e/o supposto, di denaro, scienza, cultura e umanità fosse un abisso incolmabile?
Sean Penn ha recitato in buoni film da grande Attore. Come regista critica e pubblico lo hanno apprezzato in Into the Wild. Qui spreca tre buoni attori: Bardem, indimenticabile ne Il mare dentro di Amenàbar e tre volte premio Oscar, l’ultimo dei quali nei panni dell’ottuso killer di Non è un paese per vecchi dei fratelli Cohen; la Theron, premio Oscar 2003 come miglior attrice in Monster di Jenkins; la Exarchopoulos, migliore attrice a Cannes 2013 insieme alla coprotagonista Seydoux ne La vita di Adèle di Kéchiche, premiato a sua volta per la regia. Penn confeziona un polpettone indigeribile e inguardabile.
Valutazione *
FabioFeli
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giovedì 6 luglio 2017
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tanto sensazionalismo per scoprire l'acqua calda
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Wren (Charlize Theron) è una giovane dottoressa che dirige una ONG, “Médecins du Mond”, impegnata in operazioni di soccorso in territori agitati da guerre civili. Si reca in un territorio africano per relazionare alla fondazione l’operato del personale lì presente. Viene ignorata inizialmente dalla squadra medica della quale fanno parte una sua amica, Ellen (Adèle Exarchopoulos), e Miguel (Javier Bardem), un chirurgo affascinante che incarna abnegazione e umanità; questi, pur spossato da una giornata impossibile, ha la forza di giocare semiaddormentato con un piccolo africano.
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Wren (Charlize Theron) è una giovane dottoressa che dirige una ONG, “Médecins du Mond”, impegnata in operazioni di soccorso in territori agitati da guerre civili. Si reca in un territorio africano per relazionare alla fondazione l’operato del personale lì presente. Viene ignorata inizialmente dalla squadra medica della quale fanno parte una sua amica, Ellen (Adèle Exarchopoulos), e Miguel (Javier Bardem), un chirurgo affascinante che incarna abnegazione e umanità; questi, pur spossato da una giornata impossibile, ha la forza di giocare semiaddormentato con un piccolo africano. La storia d’amore tra Wren e Miguel comincia appena lei partecipa attivamente alle operazioni di soccorso. Ma poi si arena su due diverse visioni del mondo …
Sean Penn dirige il film impiegando tutti gli ingredienti hollywoodiani di successo possibili per catturare attenzione e partecipazione dello spettatore: medici intrepidi e pieni di abnegazione come quelli di Emergency e di Médecins Sans Frontières; scene di azione convulse dove tutti sparano contro tutti indistintamente; schegge tribali impazzite che perpetrano le peggiori torture e delitti; paesaggi esotici fotografati in modo accattivante; tanto sangue per aumentare la drammaticità di operazioni chirurgiche di fortuna che hanno risultati alterni; ed infine una storia d’amore tra i protagonisti, belli e pronti per una auto-identificazione da parte dello spettatore/spettatrice. Ma quello che all’inizio attrae poi respinge: tutto il terribile quadro africano serve solo come sfondo di una storia d’amore neanche tanto originale. E poi, infine, l’asino casca clamorosamente. Nell’insulso discorso ai finanziatori della ONG Wren proclama, osannata dai presenti: “(Gli africani) sono uomini come noi, con gli stessi sentimenti!”. Una clamorosa scoperta dell’acqua calda. Wren pensava forse che il diverso colore della pelle e il deficit, da lei individuato e/o supposto, di denaro, scienza, cultura e umanità fosse un abisso incolmabile?
Sean Penn ha recitato in buoni film da grande Attore. Come regista critica e pubblico lo hanno apprezzato in Into the Wild. Qui spreca tre buoni attori: Bardem, indimenticabile ne Il mare dentro di Amenàbar e tre volte premio Oscar, l’ultimo dei quali nei panni dell’ottuso killer di Non è un paese per vecchi dei fratelli Cohen; la Theron, premio Oscar 2003 come miglior attrice in Monster di Jenkins; la Exarchopoulos, migliore attrice a Cannes 2013 insieme alla coprotagonista Seydoux ne La vita di Adèle di Kéchiche, premiato a sua volta per la regia. Penn confeziona un polpettone indigeribile e inguardabile.
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FabioFeli
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