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Ruth Borgobello, regista italo-australiana, dirige il suo primo lungometraggio "The Space Between" ambientando la storia proprio nella sua regione d'origine: il Friuli Venezia Giulia. Prodotto in pratica proprio grazie alle sovvenzioni di questa stessa regione, "The Space Between" racconta di un giovane il quale, dopo un lungo periodo trascorso a New York come chef presso un importante ristorante, è ritornato nella propria città di origine, Udine, per motivi familiari. Qui ora egli lavora malvolentieri presso una fabbrica e trascorre parte delle sue giornate insieme ad un caro amico che gestisce una libreria ed è felicemente fidanzato. Quando però quest'ultimo muore imporovvisamente in un incidente stradale, la solitudine del protagonista diventa ovviamente più acuta ed anche la propria insoddisfazione professionale. Attraverso la conoscenza nel frattempo che l'uomo fa di una ragazza australiana di origini italiane, egli matura piano piano l'idea di emigrare nuovamente all'estero, e precisamente a Melbourne in Australia, al fine di accettare la proposta di lavorare come chef presso un importante ristorante.
Un'opera prima che però spicca notevolmente tra quelle cinematografiche contemporanee: pur non essendo oggettivamente un capolavoro, "The Space Betwen" risulta apprezzabile proprio per la delicatezza e le atmosfere lievi con cui è stato ideato. Una storia comune ma quanto mai reale nella vita di tutti i giorni in cui vengono bene e profondamente espressi svariati sentimenti provati dalla gioventù contemporanea: l' insoddisfazione, per esempio, di un'esistenza poco soddisfacente dal punto di vista professionale, il desiderio di costruirsi un futuro altrove e, cioè, lontano dalle proprie radici e nel contempo il malessere all'idea di lasciare la terra natia ed i propri anziani genitori e la difficile ricerca di un amore sincero e stabile che comporti una reciproca e viva comunicazione. Il film termina con un finale "aperto" amaro che è pieno di speranza ma che comporta anche delle rinuncie, come, del resto, avviene nella realtà dove il più delle volte ad un'acquisizione si controbilancia una perdita. Ma proprio questa realistica visione d'insieme intrisa di amarezza e malinconia innalza il valore del film non relegandolo ad una semplice e banale storia d'amore tra due giovani individui.
Tutti gli attori, da Flavio Parenti, a Maeve Dermody, a Lino Guanciale ed altri ancora, risultano credibili e ben calati nei loro personaggi creando un'atmosfera armonica che viene anche ben evidenziata e rappresentata da una splendida fotografia del paesaggio friulano.
Un piccolo vero gioiello.
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