gianleo67
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giovedì 22 giugno 2017
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this must be the place...for the golden thief!
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Dopo aver portato alla bancarotta la compagnia di prospezioni minerarie fondata dal nonno e gestita con successo dal padre, l'eccentrico e sconclusionato Kenny Wells decide di ingaggiare un brillante geologo e tentare la carta di un improbabile giacimento aurifero indonesiano. La fortuna sembra girare dalla sua parte, compresi i diritti di sfruttamento e gli interessi miliardari di Wall Street nell'affare. Ma non è tutt'oro ciò che riluce... Dalla corsa all'oro degli ultimi pionieri americani diretti all'Ovest alla rincorsa della speculazione finanziaria globalizzata diretta all'Est ci corrono un centinaio di anni circa e tre generazioni di 'grattatori di montagne' in cerca di fortuna, per questa parabola sulle riconversione dell'economia mondiale dallo sfruttamento delle materie prime alla loro trasformazione nell'immateriale prodotto derivato di una virtuale magnificazione del capitale.
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Dopo aver portato alla bancarotta la compagnia di prospezioni minerarie fondata dal nonno e gestita con successo dal padre, l'eccentrico e sconclusionato Kenny Wells decide di ingaggiare un brillante geologo e tentare la carta di un improbabile giacimento aurifero indonesiano. La fortuna sembra girare dalla sua parte, compresi i diritti di sfruttamento e gli interessi miliardari di Wall Street nell'affare. Ma non è tutt'oro ciò che riluce... Dalla corsa all'oro degli ultimi pionieri americani diretti all'Ovest alla rincorsa della speculazione finanziaria globalizzata diretta all'Est ci corrono un centinaio di anni circa e tre generazioni di 'grattatori di montagne' in cerca di fortuna, per questa parabola sulle riconversione dell'economia mondiale dallo sfruttamento delle materie prime alla loro trasformazione nell'immateriale prodotto derivato di una virtuale magnificazione del capitale. Tratto da una storia vera che risale alla fine degli anni '80 e tenuta in formalina dalla fine degli anni '00, lo script di questo simil-biopic sulla figura di una moderno cercatore d'oro e della sua personale bolla speculativa viene portata in scena dal bravo sceneggiatore Stephen Gaghan (Traffic) che stranamente decide di occuparsi solo della regia, organizzando un racconto che parte con la sua brava cronologia dell'antefatto per incartarsi presto nel contorto andirivieni di un percorso narrativo che si sposta continuamente nello spazio (tra il Nevada, Wall Street e i giacimenti indosnesiani) e nel tempo (tra il racconto dell'avventura mineraria e quello della sua ricostruzione a beneficio di un registratore dell'FBI), per concludersi nel finale infingardo di un colossale raggiro finanziario che estingue le sue responsabilità con la presunta morte di un personaggio di pura fantasia (quella del geologo Michael Acosta che sostituisce nel beffardo epilogo la figura del vero protagonista della vicenda). Da questo artificio romanzesco scaturisce l'escamotage di un patto d'onore e di un'amicizia virile che rappresentano il vero motore di un film cucito più sui protagonisti che sulla storia, mettendo in scena una dinamica a due volutamente ambigua dove l'azione latita, lo sviluppo appare frammentato e la riflessione si affloscia nel piano alternativo di un delitto perfetto alquanto telefonato. Pur suggerendo l'epica di una vicenda esemplare che ci parla delle alterne fortune di un'America che si è fatta da sola (There Will Be Blood) e della contorta nemesi di una speculazione finaziaria che ne rappresenta l'inevitabile deriva liberista (The Big Short), il film di Gaghan mostra la corda proprio sul versante della scrittura, in grado di imbrigliare e sgonfiare le potenzialità di un racconto sincopato che non sembra decollare mai, sviluppando i diversi rivoli di una vena narrativa che si interrompe a più riprese e si esaurisce troppo presto, tanto nelle singole vicende (la ricerca dell'oro, la speculazione, i giochi di potere, l'indagine giudiziaria) quanto nel rapporto tra i personaggi (i finanziatori, la fidanzata, l'amico): un puzzle alla Charlie Kaufman ed alla Spike Jonze insomma, ma senza l'estro combinatorio del primo e la debordante visionarietà del secondo. This Must Be the Place era l'hic et nunc della morale predatoria dei Gordon Gekko di Wall Street: qui fa da sottofondo alla premiazione del 'Piccone d'Oro' di chi sa (?) che il posto non è quello giusto, ma lo sono per certo gli uomini ed il loro tempo: sì, il tempo di arraffare tutto e darsela a gambe levate! La coppia McConaughey-Ramírez non è certo delle più memorabili ma appare intenzionalmente complementare; tanto eccessivo e istrionico il primo, quanto misurato e posato il secondo: due cercatori d'altri tempi che fiutano una promettente vena aurifera proprio al centro del Bowling Green Park di New York city. Candidatura ai Globe 2017 per la migliore canzone originale (Gold come il titolo originale di un film che nell'edizione italiana fa insensate rivelazioni sulla trama) scritta e cantata da Iggy Pop. Hail to the thief And you won't get nothing much Hail to the thief And we'll keep what's left tonight
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emanuele1968
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domenica 11 giugno 2017
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storia incredibile
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Paesaggi mozzafiato e grande interpretazione di Matthew McConaughey, bravissimo. Una storia che ha dell'incredibile, ua matassa, mi chiedo se chi vigilava, forse in realtà sapeva già tutto? tipo speculazioni tutte calcolate, mandare in fallo, mah? chissà se realmente Wells aveva toccato con mano la tigre? e alla fine non credo che Wells abbia ricevuto i soldi, era solo un documento senza valore.
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andreagiostra
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martedì 9 maggio 2017
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gold & fame!
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Dopo aver visto l’ottimo film di Stephen Gaghan, mi verrebbe di scrivere d’impulso che la scena è dominata da due fuoriclasse big star hollywoodiane: Matthew McConaughey nei panni ei Kenny Wells, e Edgar Ramirez in quelli di Michael Acosta. Ma ovviamente non è solo questo perché gli artisti che abbiamo appena citato sono solo una parte del tutto, una componente olistica dell’intrigante ed eccellente narrazione di Stephen Gaghan, Patrick Massett e John Zinman che hanno firmato la brillante sceneggiatura di “Gold”.
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Dopo aver visto l’ottimo film di Stephen Gaghan, mi verrebbe di scrivere d’impulso che la scena è dominata da due fuoriclasse big star hollywoodiane: Matthew McConaughey nei panni ei Kenny Wells, e Edgar Ramirez in quelli di Michael Acosta. Ma ovviamente non è solo questo perché gli artisti che abbiamo appena citato sono solo una parte del tutto, una componente olistica dell’intrigante ed eccellente narrazione di Stephen Gaghan, Patrick Massett e John Zinman che hanno firmato la brillante sceneggiatura di “Gold”. Sono loro i veri protagonisti di questo bellissimo film condito di tantissime componenti emozionali e di tantissime storie che si intrecciano magnificamente come un wareshinobu giapponese! Poi c’è la fotografia di Robert Elswit, assolutamente spettacolare, basta quella per ripagare il costo del biglietto. Così come le bellissime musiche scelte da Daniel Pemberton. L’ottima produzione è tutta hollywoodiana: Black Bear Pictures, Hwy61 e Living Films.
La dicitura della promozione statunitense del lungometraggio “tratto da una storia vera”, calamita ancora di più lo spettatore come l’oro di cui si narra, che in fondo è il vero protagonista assoluto per quello che è in grado di generare come pulsione e propulsore di anime inquiete, dissennate, alcoolizzate, rapaci, cupidigie, avventate, voraci, ammiccanti, affascinati, seduttrici, truffatrici … ma di chi? Questo lo scopriranno coloro che andranno al cinema a vedere il film! Non posso certo anticiparlo io qui … gli spoiler sono inquisitoriamente ma assennatamente vietati nelle recensioni!
Il film racconta la storia di Kenny Wells, figlio di un’importante dinastia di petrolieri, caduto in disgrazia dopo l’improvvisa morte del padre, che cerca di rifarsi la fama ed il prestigio perduto in un’avventura che condivide con il famoso e brillante geologo anglo-indonesiano Michael Acosta, con quale stipula un patto di sangue inciso con inchiostro in un tovagliolo di pessima carta di uno scadente bar di periferia orientale dove hanno appena concluso di parlare e di stringere l’impegno picaresco. Un patto di fratellanza e di amicizia che i potenziali spettatori dovranno scoprire al cinema se sarà rispettato da entrambi oppure sarà cinicamente tradito! Il successo imprenditoriale e pionieristico, come spesso accade nelle produzioni statunitensi, calamita come mosche attratte dal miele le lobby del mercato azionario fatto di avventurieri e di squallidi personaggi che tutto possono e tutto fanno per cupidigia e denaro, come già ci aveva spudoratamente spiegato Martin Scorsese con il suo favoloso “The Wolf of Wall Street” (2014).
Anche qui, e a questo punto sembra essere un must delle produzioni hollywoodiane dell’ultimo anno, è la famiglia il riparo sicuro e protettivo dagli insuccessi e dalle delusioni della vita. E se la famiglia c’è ed è vera, allora la si ritrova nei peggiori momenti della propria vita, quando tutto sembra perduto e la speranza di farcela è svanita come polvere sotto la pioggia dirompete. Ma questa è un’altra storia da scoprire in una narrazione sorprendente, efficace e assolutamente contemporanea. Buona visione … come scrivono alla fine della loro recensione tutti i critici professionisti, quale non sono ovviamente io, per invitare i propri lettori a vedere un buon film!
ANDREA GIOSTRA.
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flyanto
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lunedì 8 maggio 2017
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un affare tutto d'oro
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Tratto da una storia realmente accaduta nel 1993, "Gold - La Grande Truffa" narra la vicenda di un imprenditore minerario che, dedito troppo al bere e dopo il conseguente tracollo finanziario della società paterna, decide di investire quel poco di capitale rimastogli nell'impresa di un geologo che lo convince dell'esistenza di una grossa miniera d'oro in Indonesia. in seguito all' estrazione del prezioso metallo, il protagonista ed il suo socio raggiungono velocemente un ingente benessere finanziario che li induce a coinvolgere nella loro affari altri soci.
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Tratto da una storia realmente accaduta nel 1993, "Gold - La Grande Truffa" narra la vicenda di un imprenditore minerario che, dedito troppo al bere e dopo il conseguente tracollo finanziario della società paterna, decide di investire quel poco di capitale rimastogli nell'impresa di un geologo che lo convince dell'esistenza di una grossa miniera d'oro in Indonesia. in seguito all' estrazione del prezioso metallo, il protagonista ed il suo socio raggiungono velocemente un ingente benessere finanziario che li induce a coinvolgere nella loro affari altri soci. Non tutto va come sperato.....
Un film sulla caduta e sulla risalita economica di un individuo piuttosto sicuro di sè e dedito al vizio del bere eccessivo che si allinea ad altre pellicole del genere. Pertanto, sia pure con diversa modalità, esso non presenta alcunchè di originale nel suo complesso. Avvincente quanto basta per richiamare ed interessare il pubblico, in certe parti però esso si dilunga in maniera eccessiva rallentando ed appesantendo l'andamento dei fatti. L'unico elemento da tenere veramente in considerazione ed, anzi, ammirare, è dato dall'efficace e convincente interpretazione di Matthew Mc Conaughey che, apposta appesantitosi nel fisico, riesce a rendere perfettamente l'idea dell'uomo arrivato economicamente parlando, della sua spavalderia e della sua dipendenza eccessiva dall'alcool. Il personaggio, forse può risultare un poco "sopra le righe" ma, considerando il contesto, diventa perfettamente accettabile e credibile. Solo per lui, dunque, vale la pena di andare a vedere il film.
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vincenzoambriola
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domenica 7 maggio 2017
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oro a 14 carati
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A volte la realtà supera l'immaginazione. Come sia possibile convincere geologi, investitori finanziari, agenzie governative che in nella giungla indonesiana ci sia un enorme giacimento d'oro, semplicemente alterando alcuni esami di laboratorio, è qualcosa di sorprendente. Eppure questa vicenda è realmente accaduta e il film si limita a raccontarla. Lo fa brutalmente, mostrandoci un personaggio alcolizzato, che fuma in continuazione e che si comporta da pagliaccio per convincere le persone perbene a credere alla sua visione. Come contraltare, abbiamo un geologo con una sola espressione, molto professionale, attivo ed efficace. Il resto è paccottiglia, scene e ambientazioni innumerevolmente già viste (imbarazzante la stanza d'albergo piena di rose gialle) e poco interessanti.
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A volte la realtà supera l'immaginazione. Come sia possibile convincere geologi, investitori finanziari, agenzie governative che in nella giungla indonesiana ci sia un enorme giacimento d'oro, semplicemente alterando alcuni esami di laboratorio, è qualcosa di sorprendente. Eppure questa vicenda è realmente accaduta e il film si limita a raccontarla. Lo fa brutalmente, mostrandoci un personaggio alcolizzato, che fuma in continuazione e che si comporta da pagliaccio per convincere le persone perbene a credere alla sua visione. Come contraltare, abbiamo un geologo con una sola espressione, molto professionale, attivo ed efficace. Il resto è paccottiglia, scene e ambientazioni innumerevolmente già viste (imbarazzante la stanza d'albergo piena di rose gialle) e poco interessanti.
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marionitti
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sabato 6 maggio 2017
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troppa carne al fuoco
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Peccato. Il regista aveva a disposizione una buona storia, intricata ed intrigante al punto giusto, e una squadra di attori all’altezza, con un ottimo Matthew McConaughey, ma troppe volte la sceneggiatura scivola sui passaggi e non convince. La storia dell’uomo alla ricerca dell’oro e dell’occasione che gli offra il riscatto di una vita poco riuscita, Wall Street con le sue illusioni di facili arricchimenti, le collusioni tra dittatori orientali e grande finanza, i rapporti umani tra il protagonista e la moglie, gli investitori illusi, la truffa…. Come un cuoco che ha messo troppa, davvero troppa carne al fuoco alla fine non riesce a curarne nessun pezzo a dovere.
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Peccato. Il regista aveva a disposizione una buona storia, intricata ed intrigante al punto giusto, e una squadra di attori all’altezza, con un ottimo Matthew McConaughey, ma troppe volte la sceneggiatura scivola sui passaggi e non convince. La storia dell’uomo alla ricerca dell’oro e dell’occasione che gli offra il riscatto di una vita poco riuscita, Wall Street con le sue illusioni di facili arricchimenti, le collusioni tra dittatori orientali e grande finanza, i rapporti umani tra il protagonista e la moglie, gli investitori illusi, la truffa…. Come un cuoco che ha messo troppa, davvero troppa carne al fuoco alla fine non riesce a curarne nessun pezzo a dovere. Si capisce che la materia prima era buona, ma il risultato non è adeguato.
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fight_club
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venerdì 5 maggio 2017
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sogni d'oro
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di non facile approccio questo film di Stephen Gaghan, si pensa ad un altro lupo di Wall street invece si rivela un idealista fagocitato dai suoi stessi sogni e dalla sete di denaro delle compagnie americane. meglio evitare paragoni con il film di Scorsese, qui si racconta solo una piccola storia diventata più grande del previsto . Matthew McConaughey si coferma star di grandezza mondiale con accanto un convincente Edgar Ramirez, egregio anche il resto del cast. voto finale 7
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minnie
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sabato 29 aprile 2017
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mcconaughey come di caprio
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Quanto piacciono le truffe ai registi americani! Perché consentono all'attore protagonista di dare il meglio - o il peggio - di sé come appunto è accaduto specie a Di Caprio in Prova a prendermi o nel Lupo di Wall Street. Anche McConaughey non è nuovo a queste imprese ma in questo film entra nel personaggio fino allo stravolgimento, a diventare brutto (ma anche questo lo ha già fatto da vero seguace di Strasberg qual è) e devo dire che, seguendolo specie in originale (ha una voce splendida!), ha lavorato per l'Oscar. Il film però, nonostante tutto, non ha ritmo, la sua donna ha un ripensamento troppo repentino (da sciocca seguace diventa critica e si allontana) e insomma se non ci fosse Matthew non avrebbe gran senso.
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Quanto piacciono le truffe ai registi americani! Perché consentono all'attore protagonista di dare il meglio - o il peggio - di sé come appunto è accaduto specie a Di Caprio in Prova a prendermi o nel Lupo di Wall Street. Anche McConaughey non è nuovo a queste imprese ma in questo film entra nel personaggio fino allo stravolgimento, a diventare brutto (ma anche questo lo ha già fatto da vero seguace di Strasberg qual è) e devo dire che, seguendolo specie in originale (ha una voce splendida!), ha lavorato per l'Oscar. Il film però, nonostante tutto, non ha ritmo, la sua donna ha un ripensamento troppo repentino (da sciocca seguace diventa critica e si allontana) e insomma se non ci fosse Matthew non avrebbe gran senso...Quando l'attore è tutto!!!
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alberto
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giovedì 20 aprile 2017
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un grande mcconaughey
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Un'altra storia vera da raccontare e da modificare per il grande schermo, e i temi sono sempre quelli: ascesa e caduta, questa volta di una compagnia mineraria realmente esistita, la Bre-x, il cui amministratore, che nel film si chiama Kenny Wells e ha le fattezze di Matthew McConaughey, è accecato dalla voglia di trovare dell'oro a tal punto da sognare l'Indonesia, di cui secondo lui il nobile metallo è sicuramente ospite. Parte subito e con l'aiuto dell'illustre geologo Michael Acosta, nonostante la malaria e i problemi degli operai, riesce a realizzare il suo sogno, che tuttavia non sarà rosa e fiori e avrà conseguenze negative sotto tutti gli aspetti.
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Un'altra storia vera da raccontare e da modificare per il grande schermo, e i temi sono sempre quelli: ascesa e caduta, questa volta di una compagnia mineraria realmente esistita, la Bre-x, il cui amministratore, che nel film si chiama Kenny Wells e ha le fattezze di Matthew McConaughey, è accecato dalla voglia di trovare dell'oro a tal punto da sognare l'Indonesia, di cui secondo lui il nobile metallo è sicuramente ospite. Parte subito e con l'aiuto dell'illustre geologo Michael Acosta, nonostante la malaria e i problemi degli operai, riesce a realizzare il suo sogno, che tuttavia non sarà rosa e fiori e avrà conseguenze negative sotto tutti gli aspetti. L'amore, l'economia e le amicizie non saranno più come prima, ma in fondo questo racconto ci vuole ricordare che la vita è tutta così: anche se sembra insolito e sfortunato, tutti i nostri giorni o se ci vogliamo allargare i nostri anni, si alternano tra momenti sì e momenti no, momenti in cui i sogni sembrano avverarsi e altri in cui sembrano collassare. L'importante è avere almeno un pò del carattere del protagonista, che continua imperterrito a cercare e non rinuncia mai ai suoi obiettivi. McConaughey ci regala un'altra performance magnetica, e ricorda un pò la goffaggine e la sboccaggine del Les Grossman di Tom Cruise in "Tropic Thunder", anche se quest'ultimo è caricaturale e rigorosamente demenziale. Qui invece il protagonista è sfaccettato e molto curioso. La pellicola è interessante, ma si sentiva proprio il bisogno di adattare anche quest'altro fatto di cronaca che ha destato scalpore per la svolta della frode a danno persino di Wall Street? Se non altro chi non ne era a conoscenza ha arricchito il suo elenco di cronaca storica, e nel migliore dei modi possibili. La durata poteva essere minore: 2 ore che contengono un pò di sequenze inutili e noiosette. Comunque i dialoghi di Massett e Zinman sono ben scritti, e pronunciati dall'ex fondatore del "Dallas Buyers Club" tengono proprio lo spettatore incollato allo schermo. Nel cast troviamo anche "colei che correva coi tacchi a spillo" Bryce Dallas Howard e l'ex villain di "Ant-Man" Corey Stoll. Alla regia invece c'è Stephen Gaghan, più famoso come sceneggiatore per aver vinto un Oscar per "Traffic", mentre la carina soundtrack è di Daniel Pemberton, che si è aggiudicato un golden globe per la migliore canzone. Un avvenimento di cronaca che incontra il grande schermo in maniera dignitosa ma non memorabile. L'unico elemento memorabile è l'interpretazione di McConaughey, che dimostra di essere tra gli attori più carismatici del momento.
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