Due stupende, giovani attrici: Evan Rachel Wood ed Ellen Page. Di una bravura naturale, apparentemente priva di ogni artificio. Al servizio di un abbozzo di storia che pretende di alludere a un mondo nuovo, ricostruito, o meglio rinato grazie solo alle donne. Quello che sto per raccontare e interpretare non pretendo che sia davvero così, perché magari qualcuno leggendo questo e guardando poi il film potrebbe rimanere deluso: dico solo che è ciò che il film pretendeva di dire; e poi, sapete, il cinema è l'arte visionaria per eccellenza; il che vuol dire che ognuno può vederci ciò che crede!
Due sorelle, tanto amore per un padre che si è dovuto occupare da solo di loro e lo ha fatto nel migliore dei modi.
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Due stupende, giovani attrici: Evan Rachel Wood ed Ellen Page. Di una bravura naturale, apparentemente priva di ogni artificio. Al servizio di un abbozzo di storia che pretende di alludere a un mondo nuovo, ricostruito, o meglio rinato grazie solo alle donne. Quello che sto per raccontare e interpretare non pretendo che sia davvero così, perché magari qualcuno leggendo questo e guardando poi il film potrebbe rimanere deluso: dico solo che è ciò che il film pretendeva di dire; e poi, sapete, il cinema è l'arte visionaria per eccellenza; il che vuol dire che ognuno può vederci ciò che crede!
Due sorelle, tanto amore per un padre che si è dovuto occupare da solo di loro e lo ha fatto nel migliore dei modi. Un padre esemplare, come oggi se ne conoscono pochi, in questa atroce eclissi del padre, preconizzata da Freud, che stiamo vivendo fino in fondo. Con tutte le sue conseguenze nefaste, a cominciare dall'incapacità di diventare adulti, poiché è proprio questo il ruolo del padre: sottrarci alla madre, per traghettarci nel consorzio degli uomini…
E poi c'era la madre che le ha lasciate troppo presto a causa di un male incurabile che l'ha strappata a una vita bella, intensa, vissuta in uno chalet nel cuore della foresta, dove tutti e quattro si erano “rintanati” per fuggire dal rumore del mondo. Loro tre sono reduci da un lutto lacerante, da una ferita difficile e lunga da cicatrizzare…
Da qui si dipana la breve tragedia.
Le due ragazze coltivano sogni di gloria, l'una all'Università, l'altra (come o meglio della madre scomparsa) in una prestigiosa compagnia di danza. Forse più “vie di fuga” che realtà alla loro portata, o veri desideri confacenti ai loro destini.
Tutto comincia con l'interruzione della fornitura di energia, non si capisce bene a causa di cosa, forse in tutto il Paese, siamo ovviamente negli USA, anche se il film è canadese. Come la regista, Patricia Rozema, che ricordiamo per aver diretto una delle versioni dello splendido capolavoro di Jane Austen, “Mansfield Park”(2000). Ma perché, mi chiedo, i libri di questa straordinaria scrittrice devono essere stati adattati per il cinema sempre in modo così approssimativo e inadeguato?!? Eppure si tratta di una delle più grandi scrittrici…
Dicevo, tutto comincia con l'interruzione inspiegabile della fornitura di energia e il mondo piomba, d'improvviso, nel silenzio della natura, che ricomincia a prendersi i suoi spazi. Che era sempre rimasta lì, violata, deturpata, sfregiata, rapinata, sfigurata… Ma ora ritorna, finalmente a prendere il suo spazio, il suo tempo. Lo vediamo soprattutto con la splendida casa, che in breve tempo va in rovina e che le due sorelle, rimaste sole, a causa di un incidente (talmente stupido da far pensare alla vacuità e pericolosità di ogni tecnologia umana) che strappa loro anche il padre, decidono di dare alle fiamme. Dopo la terribile esperienza di uno stupro subito dal personaggio interpretato dalla Wood, decidono di accogliere l'invito della foresta ad unirsi a lei: a lasciarsi sfamare, ospitare, proteggere da Lei. La foresta è il personaggio principale di tutto il racconto, ma sempre silenziosa e sullo sfondo. E l'unico, minuscolo rappresentante del genere maschile, che è stato donato e accolto dalla vittima dello stupro, quasi come un “risarcimento” per tutto ciò che aveva perduto, rappresenta la speranza per un futuro di nuovo armonico. Un futuro che non potrà più allettare con il miraggio di un College prestigioso e supercostoso, o di una scrittura in una compagnia di danza nazionale; i miraggi che illudevano le due ragazze sono semplicemente evaporati, per lasciare posto al procurasi da vivere con le proprie mani, imparare a trarre il nutrimento dalla foresta e conservarlo, ha restituito loro tutto l'amore reciproco, indistruttibile, imperituro. Insomma ha restituito ai tre superstiti una prospettiva di futuro, non allettante o illusoria, ma concreta e felice, come il canto degli uccelli che echeggiano fra i tronchi, come il mormorio del ruscello, come il rombo del tuono e…il dolce-aspro sapore dei mirtilli…
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