Ella Purnell ha la faccia di un "manga”, con quegli occhioni sproporzionati sulla boccuccia perennemente imbronciata. Ricorda Betty Boop e a tratti sembra quasi scimmiottare le movenze della prima diva sexy dei cartoon. Ma interpreta il personaggio di una ragazzina acerba, però tutt'altro che evanescente come la materia dei fumetti: questa è una storia vera. Una vicenda che si ripete identica milioni di volte in quest'epoca senza padri o di genitori in fuga... McKenzie ha perso, quasi in un sol colpo, il padre - grazie a Dio, finalmente un film che non dipinge il padre assente, ormai divenuto una specie di “maschera” grottesca e obbligatoria dei canovacci hollywoodiani - morto da un anno e anche la madre, probabilmente tossica o alcolista, alla deriva.
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Ella Purnell ha la faccia di un "manga”, con quegli occhioni sproporzionati sulla boccuccia perennemente imbronciata. Ricorda Betty Boop e a tratti sembra quasi scimmiottare le movenze della prima diva sexy dei cartoon. Ma interpreta il personaggio di una ragazzina acerba, però tutt'altro che evanescente come la materia dei fumetti: questa è una storia vera. Una vicenda che si ripete identica milioni di volte in quest'epoca senza padri o di genitori in fuga... McKenzie ha perso, quasi in un sol colpo, il padre - grazie a Dio, finalmente un film che non dipinge il padre assente, ormai divenuto una specie di “maschera” grottesca e obbligatoria dei canovacci hollywoodiani - morto da un anno e anche la madre, probabilmente tossica o alcolista, alla deriva. Si ritrova sola, a 14 anni in casa dello zio-lupo che non fa che alitarle addosso, con l'acquolina in bocca...appunto "allupato"...deve fuggire: la fuga selvaggia e tempestiva è l'unica possibilità per McKenzie. Questo nome di battesimo evoca atmosfere irlandesi, fuochi fatui e gnomi...e la caparbietà dell'iresistibile Maureen O'hara, stupenda interprete dai capelli fulvi che fa perdere la testa a John Wayne nel capolavoro di John Ford, "Un uomo tranquillo”(1952). Solo un'altra "rossa" ha saputo offuscare il mito di Maureen O'hara: la Rita Hayworth di "Gilda"!
Proprio la testardaggine è l'unica "dote" (un difetto a volte può diventare il vantaggio che ci salva, basta accettarsi) che la ragazzina ha saputo riconoscere in se stessa fino a quel momento, sul lunghissimo e impervio viaggio della conoscenza di sé. McKenzie sa di essere cocciuta: è questo che la salva...con l'aiuto di Dio! Potete chiamarlo destino, fato, vita, o come vi pare, ma solo lo Spirito di Dio, che si diverte a scorrazzare nella natura selvaggia, poteva imbandire per McKenzie l'incontro che la porterà in salvo, al sicuro da lupi famelici ed orsi enormi e minacciosi (alla fine non poi tanto pericolosi, come si poteva temere)! Questo forse ci vuol dire che le vere bestie feroci e insaziabili non vivono nella natura selvaggia, ma nelle metropoli, sono in mezzo a noi!
Bart non la riconosce subito, è ancora troppo intontito dalla perdita della moglie, non la vuole con sé: ha bisogno di ripercorrere i cammini selvaggi, tante volte raggiunti insieme con la moglie ancora in vita, ora solo con il fantasma dell'amata. Ma alla fine, dovrà rassegnarsi, proprio per la cocciutaggine della ragazzina, a lasciarsi accompagnare. Ed anche per lui questo significherà una nuova vita, finalmente!
Un film piccolo e immenso, che prodigio l'Alaska in estate!, per soli due attori, ma è un match impari perché Ella stravince...
Proprio quando siamo convinti che non potremo più vivere un amore vero, perché abbiamo perduto l'oggetto del nostro amore, la vita ci offre una nuova opportunità, c'invita a riaprirci, a rioffrirci senza riserve al miracolo dell'amore...
Quando sembra proprio che Bart non abbia capito niente della tragedia incipiente di McKenzie (che rischia di finire molto male) e che si rifiuti di aiutarla, chiuso e ripiegato com'è sul suo dolore a lutto, ecco che invece, lui, che non è mai stato padre, assume tutta la responsabilità che significa una "figlia" quattordicenne e addirittura va ad affrontare faccia a faccia il lupo cattivo e lo vince e dà appuntamento a McKenzie in un futuro dove proseguiranno il cammino insieme, disinteressatamente, come padre e figlia e niente altro, finché lei non avrà più bisogno di lui...è proprio quello che un buon padre fa per un figlio...solo questo.
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