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sabato 31 agosto 2024
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livore antiamericano
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Ci sono cose che si sentono a pelle. È una questione di tatto. Quando tutto viene passato al setaccio dell'ideologia, ogni sensibilità viene anestetizzata. L'ideologia ha insegnatto a valutare secondo ragione dimenticsndo che ci sono corpi, respiri, carne che soffre. Una pellicola può fire prevalentemente questo, e questo nella sua basica banalità può a volte bastare.
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maria c
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giovedì 16 maggio 2024
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una rottura di palle
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Ma per favore!!
questi è un film di merda, non merita nemmeno una recensione intelligente, due ore di film a vedere sto stronzo di giapponese che tortura, ma sta regia è malata di mente?
Giapponesi di merda e americani forti e possenti che non si piegano mai! Ma che veramente?
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giovanni morandi
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venerdì 13 gennaio 2023
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jolie regista di un grande film
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La vita di Lou Zamperini figlio di immigrati italiani, è un atleta professionista di atletica leggera. Mentre si prepara per le olimpiadi scoppia la Seconda Guerra Mondiale ed il ragazzo decide di arruolarsi nell'aviazione. Una terribile tragedia però lo attende: l'aereo su cui viaggia attraverso l'Oceano Pacifico, precipita in acqua. L'uomo passa 47 giorni in mare prima di essere catturato dai giapponesi. Quindi fatto prigioniero dai Giapponesi insieme a molti altri americani passa il resto della guerra in un campo di lavoro sotto le continue torture. Finita la guerra, prima di morire quasi-centenario riesce a correre con la fiaccola olimpica all'età di 60 anni.
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La vita di Lou Zamperini figlio di immigrati italiani, è un atleta professionista di atletica leggera. Mentre si prepara per le olimpiadi scoppia la Seconda Guerra Mondiale ed il ragazzo decide di arruolarsi nell'aviazione. Una terribile tragedia però lo attende: l'aereo su cui viaggia attraverso l'Oceano Pacifico, precipita in acqua. L'uomo passa 47 giorni in mare prima di essere catturato dai giapponesi. Quindi fatto prigioniero dai Giapponesi insieme a molti altri americani passa il resto della guerra in un campo di lavoro sotto le continue torture. Finita la guerra, prima di morire quasi-centenario riesce a correre con la fiaccola olimpica all'età di 60 anni. Film UNBROKEN tratto da un libro biografico prodotto e diretto da Angelina Jolie con la sceneggiatura dei fratelli Coen. Uno dei più bei film degli ultimi 20 anni uscito in Italia nel 2016 candidato a vari Oscar. Un vero capolavoro, come pochi...Ne fu fatto un sequel diretto da Cronk nel 2018, uscito in Italia appena prima della Pandemia.
Louis è traumatizzato dalle sue esperienze durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma poi incontra Cynthia, che cattura il suo interesse e il suo cuore. Ma il trauma di Louis lo spinge più in profondità nell'abisso della disperazione.
Ne fu fatto un sequel diretto da Cronk nel 2018, uscito in Italia appena prima della Pandemia.
Louis è traumatizzato dalle sue esperienze durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma poi incontra Cynthia, che cattura il suo interesse e il suo cuore. Maggiore successo lo ebbe, a quell'epoca, il libro "Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio"
Libro di Laura Hillenbrand, dal quale entrambi i film ne furono la libera trasposizione.
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harroldthebarrel
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sabato 7 maggio 2022
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l''americanata
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La vicenda inverosimilmente tratteggiata di Zamperini in un tripudio di cliché american-patriottici e sadismo nipponico. Peccato perché così si finisce per ottenere l'effetto opposto a quello desiderato e a svilire una storia che avrebbe meritato ben altra narrazione.
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(di maria c)
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pedro
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lunedì 8 febbraio 2021
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jolie bocciata. zamperini promosso
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Possiamo fare uno sforzo? Separare le nostre simpatie per Zamperini dalla messa in scena cinematografica?
E’ vero. Zamperni ci è simpatico. Non necessariamente quello del bel (e anche bravo) O’Connell, ma quella sua bella faccia di anziano che torna in Giappone a portare la fiamma olimpica. Ed è anche italiano: la sua famigllia parla italiano, sua madre solo quello (ho visto la versione in lingua originale).
Ma il film è mediocre.
Condivisibile e dettagliata la recensione di presentazione qui presente di Marzia Gandolfi.
Film che fa una rappresentazione manichea, senza alcun contributo alle sofferenze umane nelle guerre, indipendentemente da chi ne sia uscito vincitore: forse andava bene nel 1950, non nel 2014.
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Possiamo fare uno sforzo? Separare le nostre simpatie per Zamperini dalla messa in scena cinematografica?
E’ vero. Zamperni ci è simpatico. Non necessariamente quello del bel (e anche bravo) O’Connell, ma quella sua bella faccia di anziano che torna in Giappone a portare la fiamma olimpica. Ed è anche italiano: la sua famigllia parla italiano, sua madre solo quello (ho visto la versione in lingua originale).
Ma il film è mediocre.
Condivisibile e dettagliata la recensione di presentazione qui presente di Marzia Gandolfi.
Film che fa una rappresentazione manichea, senza alcun contributo alle sofferenze umane nelle guerre, indipendentemente da chi ne sia uscito vincitore: forse andava bene nel 1950, non nel 2014.
Il flm è inoltre inutilmente lungo...lunghissimo...biblico Non era necessario.
Angelina e il suo film vanno bocciati, anche se Zamperini continuerà a restare nei nostri cuori.
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sabato 4 luglio 2020
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unbroken
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enzo70
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mercoledì 14 dicembre 2016
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storia appassionante ma regia un pò debole
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Unbroken è la biografia di Louis Zamperini, un eroe americano. Prima campione di mezzofondo Louis aspetta le olimpiadi di Tokio per vincere l’oro del mezzofondo. Ma la guerra lo porterà a combattere nel pacifico; l’aereo viene colpito e precipita ed insieme a due commilitoni sopravvive nel mezzo dell’oceano per 47 giorni. Ma il peggio deve ancora arrivare, ossia la prigionia in un campo di concentramento giapponese; il problema di Louis non sono solo le pessime condizioni del campo, ma l’odio che il sergente Watanabe prova per lui e che lo conduce a episodi di sadismo puro.
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Unbroken è la biografia di Louis Zamperini, un eroe americano. Prima campione di mezzofondo Louis aspetta le olimpiadi di Tokio per vincere l’oro del mezzofondo. Ma la guerra lo porterà a combattere nel pacifico; l’aereo viene colpito e precipita ed insieme a due commilitoni sopravvive nel mezzo dell’oceano per 47 giorni. Ma il peggio deve ancora arrivare, ossia la prigionia in un campo di concentramento giapponese; il problema di Louis non sono solo le pessime condizioni del campo, ma l’odio che il sergente Watanabe prova per lui e che lo conduce a episodi di sadismo puro. Una volta liberato Louis perdonerà l’aguzzino. Bella storia e doveroso omaggio ad un grande americano, ma che dire, certo se dietro la macchina ci fosse stato un certo Clint, immagino che avremmo visto un altro film. La sceneggiatura è dei fratelli Coen, il che fa capire le grandi potenzialità di questo film che, purtroppo, rimane sempre in una sorta di guado narrativo. Alla fine, per carità, il film si vede e anche volentieri, ma rimane un prodotto sufficiente, mentre Angelina Jolie poteva, oggettivamente, fare di più.
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anglee
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giovedì 10 settembre 2015
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jolie vola basso, ma vola bene
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Unbroken. La storia di un prigioniero di guerra che, dopo un'omerica impresa tra l'ambiguità dell'oceano e la crudeltà della terraferma, ne esce vincitore. Angelina Jolie prende in mano questo libro e si dà da fare per trasformarlo in materia cinematografica. Ed ecco così che si delinea la storia di un uomo, dapprima perfettamente contestualizzato in un'arida ma non dispiacevole introduzione degli aerei da guerra, poi ampliata in due ampi flashback traboccanti di foreshadowing. Ma già dall'inizio, l'immensa struttura che la Jolie ci aveva promesso comincia a scricchiolare. Due flashback male inseriti conducono (male) lo spettatore in una realtà non perfettamente contestualizzabile. Dopo di che, i flashback che hanno aperto al film fin troppe ramificazioni (foreshadowing, per intenderci) finiscono e cadiamo dal precipizio (letteralmente).
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Unbroken. La storia di un prigioniero di guerra che, dopo un'omerica impresa tra l'ambiguità dell'oceano e la crudeltà della terraferma, ne esce vincitore. Angelina Jolie prende in mano questo libro e si dà da fare per trasformarlo in materia cinematografica. Ed ecco così che si delinea la storia di un uomo, dapprima perfettamente contestualizzato in un'arida ma non dispiacevole introduzione degli aerei da guerra, poi ampliata in due ampi flashback traboccanti di foreshadowing. Ma già dall'inizio, l'immensa struttura che la Jolie ci aveva promesso comincia a scricchiolare. Due flashback male inseriti conducono (male) lo spettatore in una realtà non perfettamente contestualizzabile. Dopo di che, i flashback che hanno aperto al film fin troppe ramificazioni (foreshadowing, per intenderci) finiscono e cadiamo dal precipizio (letteralmente). L'aereo precipita e dalla dimensione aerea passiamo alla dimensione acquatica. Da qui in poi comincia un'estenuante e logorante visione del film. Il tempo non passa nè per i personaggi né per il povero pubblico in sala che di questa meravigliosa fotografia non sa che farsene. E anche quando la terraferma si rivela per il protagonista già altamente provato nientemeno che un destino di ostaggio, il film non decolla mai. Non basta l'ECCELLENZA recitativa del protagonista e l'effettiva maestria registica nel gestire scene ad alto numero di comparse e contenuto drammatico. Il film vola basso, quasi trascinato. Il pathos, gettato lì tra quelle eccellenze, senza alcun crescendo e con un rado supporto musicale, si aggrappa forte alle pinne di squalo, alle torture, alle espressioni di grande capacità recitativa. Non che il film non sia un'ottimo elemento: apprezzabile lo storyboard delle inquadrature, la "realisticitá" delle scene ben gestite, qualche picco di sceneggiatura che fa un tuffo nella psicologia de "l'uccello". Ma in un film che fa molto (davvero molto) affidamento alla regia più che alla sceneggiatura, Jolie ha volato davvero basso. Ha utilizzato gli ingredienti che aveva a disposizione in maniera ottima, ma non ha giocato con loro, non li ha orchestrati, non li ha mescolati per far sentire allo spettatore una misto di sapori e sensazioni. Infine un elogio veramente sentito va alla scena in cui il protagonista solleva la sua tavola di legno. Con quell'urlo animalesco, quei muscoli che bruciano, quei serrati primi piani tra comandante e ostaggio e infine quella musica che sembrava non arrivare e invece arriva, merita l'espressione "da oscar".
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ragthai
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mercoledì 5 agosto 2015
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crudo e intenso
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Premesso che non amo particolarmente ne' i film lunghi ne' i film di guerra, questo almeno a differenza di altri non annoia.
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