The Rover

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Un film di David Michôd. Con Robert Pattinson, Guy Pearce, Scoot McNairy, Nash Edgerton, Anthony Hayes.
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Drammatico, durata 103 min. - USA, Australia 2014. - Koch Media uscita giovedì 4 dicembre 2014. MYMONETRO The Rover * * 1/2 - - valutazione media: 2,85 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Feroce, autentico, durissimo Valutazione 4 stelle su cinque

di lgiulianini


Feedback: 1735 | altri commenti e recensioni di lgiulianini
giovedì 8 dicembre 2016

Il genere del "futuro dopo il disastro" e l'immaginazione di un futuro distopico conseguente, costituiscono come è noto un genere "classico" per Hollywood e non soltanto, i film che descrivono il "dopo" non si contano, qualunque appassionato di cinema ne ha visti innumerevoli anche di molto notevoli.
In ciascuna di queste pellicole però, tra architetture devastate ed umanità sopravvissute preda quasi sempre di brutti sporchi e cattivi villain, c'è sempre un barlume di speranza, una luce in fondo al tunnel, qualcosa di umano, un combattimento"morale" ovvero un obiettivo, un sentimento da difendere e potrei scrivere per ore : da Codice Genesi a The Road, gli esempi sono innumerevoli, nel disastro generale il nostro eroe lotta sempre per qualcosa contro qualcuno, vuoi per salvare la memoria di un libro o difendere la speranza e la vita di un  bambino. Ed ho fatto solo i primi esempi che mi sono venuti alla mente.
"The Rover"  esula da questa classificazione a tutto merito di David Michod che realizza una storia in cui il disastro non ha lasciato nulla di umano nei sopravvissuti.
Non vedremo paesaggi devastati o architetture crollate : qui è proprio l'umanità ad essersi perduta, una umanità sopravvissuta che si aggira in un paesaggio desolato ed assolato, popolato da squallide baracche fatiscenti e maleodoranti ( è incredibile come Michod riesca a trasmetterne l'odore fatto di sudore insetti e sporcizia dappertutto), una umanità allo sbando in cui si aggirano strani soldati rappresentati da figuri in mimetica che non si capisce quali autorità rappresentino che popolano baracche senza bandiera anch'essi, in cui sfilano interminabili treni provenienti da miniere che non si sa cosa scavino e per chi, ma non possono sfuggire i simboli orientali sui carri merci che indicano forse i veri padroni di questo futuro; mentre gli altri aspettano sotto la canicola..... armati di tutto punto..... e si uccidono, al limite per dollari che non valgono più nulla, ovvero senza alcun motivo almeno rivelato, la violenza  appare l'unica attività praticata da una umanità devastata, senza alcun obiettivo, senza più nulla di morale, in cui come rivela Guy Pearce nell'illuminante dialogo con lo strambo soldato : "puoi ormai fare tutto quello che vuoi senza che nessuno venga a cercarti".
In questa realtà disperata e disperante, al protagonista tre balordi rubano l'auto, che contiene qualcosa cui egli  tiene più di tutto, potrebbe assere anche il nulla nello scenario che Michod magistralmente delinea, ma questo basta a scatenare una caccia spietata e senza tregua, che porterà il protagonista a "percorrere" brandelli di questa umanità disperata, con come compagno di strada proprio il fratello di uno dei balordi responsabili del furto, che Pearce salva da una ferita contratta in una sparatoria anche questa senza una ragione rivelata, che lo avrebbe irrimediabilmente ucciso.
Proprio questo, il fatto che Pearce lo abbia salvato mentre il fratello (ferito pure lui nella sparatoria di cui sopra) lo abbia abbandonato morente, crea tra il protagonista Pearce ed il ragazzo disagiato impersonato da un Robert Pattinson da Oscar, un legame inesorabilmente forte e progrerssivo, che si realizzerà lentamente tra i rari ma tutti significativi dialoghi, i molti momenti di tensione e di azione condivisi, fino all'inevitabilmente tragico epilogo finale.
Un film molto duro, atroce nel suo messaggio ultimo: dopo la devastazione resta il niente, non c'è niente per cui lottare, niente in cui credere, più niente da realizzare, se non difendere strenuamente quel poco che si ha, o "si crede" di avere.
Un film importante e durissimo, che ho apprezzato molto per la sua originalità nel mettere in scena la verità nuda e cruda senza alcun rirerimento pseudomoraleggiante, insieme ad una fotografia rilevante, una ambientazione indimenticabile, una colonna sonora chiaramente ridotta all'osso visto il tipo di messa in scena ove anche il ritmo di un respiro ha la sua rilevanza, ma efficace e nei punti giusti, ed una prova d'attore soprattutto di Rober Pattinson degna del riconoscimento più ambito.

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