Parliamo delle mie donne |
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Un film di Claude Lelouch.
Con Johnny Hallyday, Sandrine Bonnaire, Eddy Mitchell, Irène Jacob.
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Titolo originale Salaud, on t'aime.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 124 min.
- Francia 2014.
- Altre Storie
uscita giovedì 22 giugno 2017.
MYMONETRO
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Un padre e le sue donne
di FlyantoFeedback: 104180 | altri commenti e recensioni di Flyanto |
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martedì 27 giugno 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ritorna nelle sale cinematografiche il regista Claude Lelouch con una nuova ed un poco autobiografica commedia intitolata "Parliamo delle Mie Donne".
Il protagonista (l'ex-cantante ed attore Johnny Halliday) interpreta il ruolo di un ormai anziano e famoso fotografo di guerra il quale ha vissuto tutta la propria esistenza dedicandosi principalmente al suo appassionante lavoro ed a molteplici donne da cui, peraltro, ha avuto cinque figlie. Trascurate, le giovani donne hanno un cattivo rapporto col padre che ora sembra intenzionato a riallacciare i rapporti con loro ed a recuperare il tempo perduto. Isolatosi in una lussuosa baita in montagna, dove conosce una più giovane di lui immobiliarista (Sandrine Bonnaire) con cui intreccia subito una relazione sentimentale, l'uomo convoca e si riunisce con le suddette figlie piene di rancori. La convivenza non sarà ovviamente facile.....
Questa commedia agro-dolce che tratta di rapporti mal vissuti di un genitore con la propria prole, dal punto di vista della trama non dice nulla di nuovo in quanto una tematica già ampiamente trattata in altre pellicole precedenti. Lelouch, qui ha voluto rappresentare, come egli stesso ha dichiarato in numerose interviste, il proprio, probabilmente difficile, rapporto con i suoi figli e svariate mogli che, anch'essi trascurati per la sua attività intensa nel mondo del cinema, ne hanno risentito profondamente. Una sorta, dunque, di tacita "richiesta di perdono" che egli ben maneggia sullo schermo senza però eccellere e costruendo così un'opera sicuramente ben girata dal punto di vista stilistico ma piena di luoghi comuni ed azioni prevedibili. A parte un colpo di scena verso la fine del film, gli elementi necessari ad una rappresentazione di tal genere vi sono tutti (risentimento, pentimento, affetto misto a rancore e stato di salute precario) e pertanto il film risulta una commedia abbastanza scontata, sia pure molto piacevole a guardarsi. In conclusione, Lelouch rimane un grande maestro del cinema anche se qui in una forma molto meno smagliante.
In aggiunta, vi è da sottolineare che i ruoli femminili sono interpretati da attrici francesi (quali, appunto, Sandrine Bonnaire, Irène Jacob e Valerie Kaprsisky) di cui da tempo, almeno qui in Italia, si è sentito poco parlare e che pertanto è stato piacevole ritrovare sullo schermo.
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