alex62
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martedì 26 maggio 2015
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raddrizzarsi
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Piccoli gesti.
Jennifer Aniston non ha ormai nulla da dimostrare: è una delle più convincenti attrici comiche, ma spesso le è piaciuto vincere facile con commediole di poco spessore e dimenticabilissime...
Ma chi glielo fa fare, a 40 anni suonati, a mettersi in gioco con un ruolo drammatico di una grande intensità, imbruttendosi, addirittura deturpandosi il volto, mimetizzando quel corpicino, che sappiamo bene, è stata capace di mantenere in ottima forma e più avvenente ora che a vent'anni?!
La caratura di un'attrice forse si misura da questi azzardi gratuiti: quando c'è una scrittura valida ed efficace, bisogna saper prendere il rischio e lanciarsi in una nuova avventura, anche quando una carriere praticamente perfetta offre la possibilità ormai di scegliere i ruoli e produrseli i film e la convincerebbe a restarsene nel suo territorio e stravincere ancora, andando sul sicuro.
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Piccoli gesti.
Jennifer Aniston non ha ormai nulla da dimostrare: è una delle più convincenti attrici comiche, ma spesso le è piaciuto vincere facile con commediole di poco spessore e dimenticabilissime...
Ma chi glielo fa fare, a 40 anni suonati, a mettersi in gioco con un ruolo drammatico di una grande intensità, imbruttendosi, addirittura deturpandosi il volto, mimetizzando quel corpicino, che sappiamo bene, è stata capace di mantenere in ottima forma e più avvenente ora che a vent'anni?!
La caratura di un'attrice forse si misura da questi azzardi gratuiti: quando c'è una scrittura valida ed efficace, bisogna saper prendere il rischio e lanciarsi in una nuova avventura, anche quando una carriere praticamente perfetta offre la possibilità ormai di scegliere i ruoli e produrseli i film e la convincerebbe a restarsene nel suo territorio e stravincere ancora, andando sul sicuro.
Invece Jennifer si butta e...vince contro ogni pronostico!, grazie a una sceneggiatura che è capace di trattare con leggerezza il lutto più insuperabile, forse l'unico insuperabile, grazie a un cast formidabile, dove non c'è un ruolo minore, anche quello che recita in una sola scena! È inutile stare a fare l'elenco, si tratta di ottimi attori e, grazie a Dio, non solo "bellocci"...
Come si può ricominciare dopo che si è perduto, per un banalissimo incidente, l'unica cosa che conta davvero? Come puoi sperare di "raddrizzarti", uscire dal tunnel di farmaci e alcool che ti danno l'illusione dell'ottundimento di un dolore che non può essere messo a tacere, mai?
Ce la farà?
Jennifer l'abbiamo amata, ci ha sempre fatto un'infinita tenerezza, la sua faccetta ci è sempre stata simpatica, ma non basta questo per essere un'ottima attrice e lei lo è, in questo film forse come mai prima, riducendo, impiccolendo, essendo avara di effetti e compromessi, con la lucidità della vera protagonista che conduce il suo personaggio dalla prima all'ultima inquadratura, impeccabile, severa, autocontrollata, dentro i confini di un sarcasmo vincente.
Allora nei suoi minimi gesti, nelle sue emozioni congelate da un rancore troppo grande contro Dio, per essere superato, speriamo con il suo personaggio che ci sia una via d'uscita: che possa scoprire che vale ancora la pena vivere...
Piccoli gesti...potrebbero salvarla.
Tornare a vivere è regalare una torta di compleanno a un bimbo che ha perso la mamma...
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eugenio
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domenica 22 febbraio 2015
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agrodolce commedia sul dolore della vita
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Cake, un termine inglese per indicare una torta, qualcosa di dolce, ci verrebbe in mente, una zuccherata piacevolezza golosa. Questo verrebbe alla mente dello spettatore quando si appresta a entrare in contatto con un nuovo film. Pensieri sparsi intinti di uno zuccheroso sentimentalismo nascondono per antifrasi, un film amaro, dove il dolore permea ogni incavo della pellicola.
Uscirà nelle sale dal 26 marzo ma il nuovo dramma di Daniel Barnz, debuttato dal festival del cinema di Toronto, già appassiona per l’intensa interpretazione della struccata, arrabbiata, depressa, dal corpo segnato da cicatrici, Jennifer Aniston, irriconoscibile in un ruolo drammatico, lei conosciuta soprattutto per commedie (come dimenticare la serie televisiva Friends? E l’oramai divenuto classico “Ti odio, ti lascio, ti.
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Cake, un termine inglese per indicare una torta, qualcosa di dolce, ci verrebbe in mente, una zuccherata piacevolezza golosa. Questo verrebbe alla mente dello spettatore quando si appresta a entrare in contatto con un nuovo film. Pensieri sparsi intinti di uno zuccheroso sentimentalismo nascondono per antifrasi, un film amaro, dove il dolore permea ogni incavo della pellicola.
Uscirà nelle sale dal 26 marzo ma il nuovo dramma di Daniel Barnz, debuttato dal festival del cinema di Toronto, già appassiona per l’intensa interpretazione della struccata, arrabbiata, depressa, dal corpo segnato da cicatrici, Jennifer Aniston, irriconoscibile in un ruolo drammatico, lei conosciuta soprattutto per commedie (come dimenticare la serie televisiva Friends? E l’oramai divenuto classico “Ti odio, ti lascio, ti..”), combattuta nel suo dilaniarsi tra farmaci e droga per lenire quel dolore cronico, conseguenza di un terribile incidente.
L'ex signora Pitt, imbruttita e con le occhiaie per l’occasion, si libera dai canoni sexy della ninfomane di “Come ammazzare il capo e come ammazzare il capo 2”, divenendo tutt’uno con la camera da presa che con spirito analitico la segue in ogni sua azione quotidiana,studiandone i movimenti e rilevando con precisioni chiurgica il declino psicologico di una donna ossessionata da un passato che la distrugge giorno dopo giorno.
Il suo ruolo in Cake è quello di Claire, donna resa da un tragico incidente tanto fragile e sofferente nel corpo, quanto indurita nello spirito. L'unica persona che la sopporta ancora è Silvana (Adriana Barraza), la donna che l'aiuta in casa e l'accompagna, all'occorrenza anche a procurarsi in Messico gli antidolorifici con cui combatte il suo dolore cronico. La vita della protagonista si complica ancora di più quando inizia ad essere ossessionata, in sogni e allucinazioni, da Nina (Anna Kendrick), ragazza morta suicida che faceva parte del suo stesso gruppo di supporto per persone affette da dolore cronico. Claire decide di andare a conoscere il marito della giovane donna (Sam Worthington), che come lei è in cerca di risposte. L’incontro con il figlio di lui e lo scontro con i demoni del suo passato, costringerà la giovane donna a rivedere le sue scelte, optando per una crescita che prima che sentimentale non potrà che dirsi spirituale,vincendo le remore di un trascorso poco illustre e ineabriandosi in un futuro ignoto e chissà, forse diverso pur se doloroso.
E’ un viaggio quello di Claire, un viaggio che la protagonista è tenuta a compiere sia metaforicamente (con il significato di una rinascita che tarda avenire come rimozione di un lutto troppo grande) che fisicamente: insieme ai suoi viaggi in macchina, rigorsamente sdraiata insieme alla governante che in qualche modo la assiste calmandola dalle sue paturnie e dai suoi incubi (magistrale, in in gioco di luci azzurro-verdil la scena della acqua-terapia dove il divenire del flusso diviene quasi elemento di non ritorno nei torbidi sogni di Claire) noi spettatori ci muoviamo in un universo quasi intimo, tocchiamo con mano la bellezza di un dolore duro e aspro che non vorremmo mai che ci accadesse.
Un dolore da cui è possibile guarire solo con la forza d’animo e l’accettazione e l’emblematico riporsi in posizione eretta di Claire forse ci fa ricordare che la vita che poi fa così male, dopotutto, val la pena che sia vissuta.
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(di no_data)
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flyanto
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martedì 12 maggio 2015
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il dolore profondo fisico ma soprattutto morale
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In questo film Jennifer Aniston, la famosa protagonista della serie televisiva "Friends" e di numerose altre commedie americane, ha veramente stupito tutti interpretando un ruolo difficile e altamente drammatico che le ha comportato anche una sorta di imbruttimento fisico, necessario ovviamente alla parte sostenuta.
Claire, la protagonista di "Cake", è una donna della Los Angeles benestante (era un avvocato) che però soffre moltissimo a causa della morte del proprio piccolo figlio avvenuta in un incidente stradale in cui lei stessa è rimasta ferita in profonda maniera. Da questo momento la sua vita è andata a rotoli: ora è costretta a convivere con un'infinita moltitudine di evidenti e poco attraenti cicatrici lungo tutto il corpo, lascito appunto del suddetto incidente stradale, che le procurano continui ed acuti dolori fisici, per non parlare di quelli interni dell' anima, e che soprattutto non le permettono più di vivere un'esistenza tranquilla ed un conseguente allontanamento del marito da casa.
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In questo film Jennifer Aniston, la famosa protagonista della serie televisiva "Friends" e di numerose altre commedie americane, ha veramente stupito tutti interpretando un ruolo difficile e altamente drammatico che le ha comportato anche una sorta di imbruttimento fisico, necessario ovviamente alla parte sostenuta.
Claire, la protagonista di "Cake", è una donna della Los Angeles benestante (era un avvocato) che però soffre moltissimo a causa della morte del proprio piccolo figlio avvenuta in un incidente stradale in cui lei stessa è rimasta ferita in profonda maniera. Da questo momento la sua vita è andata a rotoli: ora è costretta a convivere con un'infinita moltitudine di evidenti e poco attraenti cicatrici lungo tutto il corpo, lascito appunto del suddetto incidente stradale, che le procurano continui ed acuti dolori fisici, per non parlare di quelli interni dell' anima, e che soprattutto non le permettono più di vivere un'esistenza tranquilla ed un conseguente allontanamento del marito da casa. L'unica persona che le è rimasta e che la protagonista accetta di tenere vicino a sè è la domestica messicana di mezz'età, dalla pazienza infinita e dal buono e sincero cuore. Nel corso dei colloqui di gruppo che malvolentieri Claire frequenta come sostegno psicologico ella viene a conoscenza del suicidio di una giovane donna appartenente al suo stesso gruppo. Da questo momento per lei diverrà molto importante andare a conoscere la famiglia che la defunta ha lasciato e venire a contatto col marito ed il figlioletto lasciato orfano. Inizierà, così, piano piano per lei una lenta risalita nei confronti della vita.
"Cake" fa parte di quelle pellicole intimistiche ed appartenenti al cinema indipendente americano in cui la trama praticamente è ridotta a zero ed i veri protagonisti vengono ad essere gli stati d'animo, le situazioni interiori e personalissime dei vari individui e le loro reazioni. Jennifer Aniston pertanto diventa qui la "portavoce" di un malessere fisico, ed ancor più morale, che la deturpa fisicamente e pure interiormente, dal momento che, almeno all'inizio della storia, ella appare scontrosa e capricciosa. E la comica attrice riesce in maniera mirabolante ed inaspettata a rendere queste sensazioni in maniera quanto mai vera, toccante, sincera e comprensibile, nonchè altamente apprezzabile. E quello che più quasi sconcerta è proprio vedere manifestamente espresse le sue potenzialità delle qualità di attrice che sinora erano invece rimaste inespresse o, per lo meno, confinate a ruoli comici e sicuramente più leggeri. Non ci si stupisce così che ella sia stata candidata a numerosi premi ed altrettanti ne abbia vinti perchè sia le candidature che le premiazioni le sono qui meritatissime.
Una menzione particolare, però, occorre rivolgere anche alla bravissima Adriana Barreza, già ampiamente ammirata e premiata per il suo memorabile e toccante ruolo drammatico in "Babel", che interpreta la domestica messicana in maniera commovente e quanto mai suggestiva.
Inoltre, anche il titolo del film stesso, "Cake", di cui verrà svelato il significato alla fine del film, risulta quanto mai azzeccato in seno a tutta la vicenda e soprattutto quanto mai emblematico e consono alla sua stessa atmosfera.
Da non perdere per chi è interessato alle storie più intimistiche e proprie della cinematografia indipendente.
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filippo catani
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mercoledì 24 agosto 2016
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una donna problematica
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Una giovane donna cerca di riprendersi moralmente e fisicamente da un terribile incidente. La riabilitazione procede però a colpi di antidolorifici e relazioni interpersonali a dir poco disastrose specialmente con l'unica donna che pare averla davvero a cuore e cioè la sua colf messicana.
Un film dolente e doloroso sulla discesa agli inferi di una donna che, come spesso accade, potrebbe avere tutto ma finisce per autodistruggersi. Il terribile incidente, gli antidolorifici, lo pseudo rapporto con il figlio della colf, le visioni, il tragico rapporto con il marito e il suicidio di una compagna del corso di sostegno sono un terribile mix per una donna che non riesce a rimettersi in sesto.
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Una giovane donna cerca di riprendersi moralmente e fisicamente da un terribile incidente. La riabilitazione procede però a colpi di antidolorifici e relazioni interpersonali a dir poco disastrose specialmente con l'unica donna che pare averla davvero a cuore e cioè la sua colf messicana.
Un film dolente e doloroso sulla discesa agli inferi di una donna che, come spesso accade, potrebbe avere tutto ma finisce per autodistruggersi. Il terribile incidente, gli antidolorifici, lo pseudo rapporto con il figlio della colf, le visioni, il tragico rapporto con il marito e il suicidio di una compagna del corso di sostegno sono un terribile mix per una donna che non riesce a rimettersi in sesto. Silvana, la sua colf, nonostante gli improperi della figlia non rinuncia ad aiutare la donna in tutti i modi possibili. A questo punto va detto di una meravigliosa e struggente interpretazione della Aniston la quale dimostra la capacità di reggere anche film ben diversi dalle solite commedie americane.
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