sellerone
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lunedì 16 luglio 2018
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l'amore non ha colore
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La base è la differenza di colore della pelle, discriminante che al protagonista non sembra importare più di tanto, ciò fa risaltare l'atteggiamento della parentela della nipote che si impegna ad evidenziare il potenziale razzismo del nonno bianco e ricco. Insomma quasi una discriminazione al contrario, almeno nel gioco della narrazione. bravi attori e storia buona, non mi ha preso più di tanto, ma vale la pena di guardarlo, almeno ogni tanto una botta di buoni sentimenti fa bene.
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flyanto
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mercoledì 11 marzo 2015
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la lotta di due famiglie per l'affidamento di un m
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Film in cui si racconta di un uomo di mezza età, rimasto prematuramente vedovo, il quale deve continuare ad occuparsi ormai da solo della nipote di colore, figlia della a sua volta ed anzi tempo defunta figlia. Da questo momento la famiglia nera imparentata col padre di colore della piccola (padre che, del resto, mai si è preso una responsabilità della piccola in quanto troppo occupato a drogarsi ed, in alternativa, a disintossicarsi) si fa avanti con la pretesa di occuparsi della bimba con la motivazione di non farle scordare le proprie reali origini. Da qui si evolverà una serie di battaglie legali condotte in tribunale da entrambe le parti sino ad una soluzione intelligente e giusta tesa solo al bene della piccola.
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Film in cui si racconta di un uomo di mezza età, rimasto prematuramente vedovo, il quale deve continuare ad occuparsi ormai da solo della nipote di colore, figlia della a sua volta ed anzi tempo defunta figlia. Da questo momento la famiglia nera imparentata col padre di colore della piccola (padre che, del resto, mai si è preso una responsabilità della piccola in quanto troppo occupato a drogarsi ed, in alternativa, a disintossicarsi) si fa avanti con la pretesa di occuparsi della bimba con la motivazione di non farle scordare le proprie reali origini. Da qui si evolverà una serie di battaglie legali condotte in tribunale da entrambe le parti sino ad una soluzione intelligente e giusta tesa solo al bene della piccola.
Questa commedia, piacevole e divertente, attraverso un clima piuttosto sereno ed ironico in alcune sue parti, affrontando, principalmente il delicato tema dell'affidamento di un minore, e per giunta orfano, è intrisa di buoni e sani principi che, seppure scontati, inducono comunque lo spettatore a riflettere quanto per un bambino sia necessario ed influente l'ambiente in cui cresce e che lo forma. Pertanto, si riesce a comprendere nel corso dell'intera vicenda quanto siano sterili e dannose le controversie portate avanti dai vari contendenti, per lo più quando dettate dal semplice orgoglio personale o per un puro e semplice puntiglio, ma in ogni caso a danno del minore che poi è l'unico elemento a soffrire dell'intera situazione. Essendo un film un poco didascalico, ovviamente possiede un finale giusto e razionale, affermando una decisione che però non sempre, purtroppo, si avvera in simile situazioni reali. Ma al di là di ciò, il film funziona bene nel suo complesso, dando un insegnamento giusto e plausibile e divertendo anche il pubblico nella misura adatta.
Bravi, qui, l'attore Kevin Costner nella parte del nonno distrutto dal dolore e dedito al bere ma nel contempo molto affettuoso con la nipotina, ed anche Olivia Spencer, nella parte della nonna di colore, esuberante, autoritaria ma sicuramente dotata di buon cuore.
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(di tom87)
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flaw54
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sabato 7 marzo 2015
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una buona seconda parte
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Dopo un primo tempo di una noia mortale il film si riscatta in parte nel finale. Interessante e di attualità il discorso di Kostner al processo riassumibile così: è sempre un razzista chi parla male di un nero? Il film nel complesso si lascia vedere, anche se il regista ha accentuato i toni della dipendenza dall'alcool di Kostner che è perennemente con il bicchiere inmano ed è monocorde per gran parte del film. Brava e misurata la bambina, mentre appare troppo macchietistica la nonna
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gaiart
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domenica 2 novembre 2014
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si lascia vedere, il conflitto interrazziale
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Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela del Festival Internazionale del Film di Roma,ha registrato quest’anno un incremento del 25% rispetto al bilancio finale dello scorso anno. Oltre 28.000 presenze totali, tra pubblico e accreditati. In sostanza, un successone.
La crescita progressiva del triennio conferma che, dove esiste qualità, esiste pubblico e, crisi, rimane solo una parola latina, che significa cambiamento. Si, ma in positivo!
Formazione per i giovani e adulti, cultura e svago, sono stati, insintesi, gli ingredienti di una ricetta vincente: Alice nella città’ e le sue 21 proiezioni, tutte di altissima qualità.
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Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela del Festival Internazionale del Film di Roma,ha registrato quest’anno un incremento del 25% rispetto al bilancio finale dello scorso anno. Oltre 28.000 presenze totali, tra pubblico e accreditati. In sostanza, un successone.
La crescita progressiva del triennio conferma che, dove esiste qualità, esiste pubblico e, crisi, rimane solo una parola latina, che significa cambiamento. Si, ma in positivo!
Formazione per i giovani e adulti, cultura e svago, sono stati, insintesi, gli ingredienti di una ricetta vincente: Alice nella città’ e le sue 21 proiezioni, tutte di altissima qualità.
Tra i film assolutamente imperdibili, dove è emersa una vera Education, nel senso inglese del termine, di esperienza, di miglioramento e di crescita, non solo per i giovani, si annoverano: X + Y, About a girl, Ghadi, Black and White, The Road Within.
Tra questi film, presentati al festival di Roma, interessante e con una tematica veramente attiva oggi in America, è Black and White di Mike Binder, starring due premi Oscar, Octavia Spenser e Kevin Costner, presente in sala, è risultato utile per aiutare a esplorare il rapporto tra razzismo e ricchezza, nel caso di affidamento di una minore con padre drogato afroamericano in opposizione al suocero vedovo alcolista Costner, ricco padre della defunta figlia e madre della bambina. Una battaglia legale dai risvolti teneri, segna ancora una volta l’innocenza del mondo infantile, rispetto allo sbandamento e disequilibrio di quello degli adulti, siano essi padri o nonni, ricchi o poveri.
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gaiart
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domenica 2 novembre 2014
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scontri interraziali tra ricchezza e povertà
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Un altro film interessante e poetico al festival di Roma è Black and White di Mike Binder, starring due premi Oscar, Octavia Spenser e Kevin Costner, presente in sala, è risultato utile per aiutare a esplorare il rapporto tra razzismo e ricchezza, nel caso di affidamento di una minore con padre drogato afroamericano in opposizione al suocero vedovo alcolista Costner, ricco padre della defunta figlia e madre della bambina. Una battaglia legale dai risvolti teneri, segna ancora una volta l’innocenza del mondo infantile, rispetto allo sbandamento e disequilibrio di quello degli adulti, siano essi padri o nonni, ricchi o poveri.
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