Amori elementari |
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Un film di Sergio Basso.
Con Nicola Nocella, Edoardo Pesce, Camilla Filippi, Andrea Pittorino, Cristiana Capotondi.
continua»
Commedia,
durata 98 min.
- Italia, Russia 2014.
- Academy Two
uscita giovedì 20 febbraio 2014.
MYMONETRO
Amori elementari
valutazione media:
2,69
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il ruolo del sound-designdi lafamigliamezilFeedback: 100 |
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sabato 1 marzo 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ho portato i miei figli a vedere il film, che mi ha fatto molto riflettere sul valore della citazione, delle emozioni condivise.
C’è tutta una generazione degli anni Settanta, che è stata “esposta” ai manga giapponesi, da Capitan Harlock a Holly e Benji, e per la quale queste opere sono fonte ancora oggi di grande commozione – non necessariamente per la loro qualità intrinseca, ma per i ricordi che sono inchiavardati a essi. Fine anni Settanta – primi Ottanta in Italia, uno Stato spossato dagli scontri politici, per gli adulti, e tenuto invece a livello incantato per i bambini, tramite la TV. Una situazione paradossale, vista trent’anni dopo.
Ebbene, ho notato dalle interviste online alla troupe che la squadra di lavoro (regia e sceneggiatura) ha grosso modo la mia età, e ho ricostruito a posteriori, in filigrana, un lavoro certosino per non datare il film, per non ancorarlo a nessuna cronologia precisa.
La storia è assolutamente contemporanea; eppure i telefonini compaiono in pochissime scene, i bambini protagonisti non giocano pressoché mai con il computer: preferiscono giocano fuori, con la natura, un po’ come una volta si giocava nel quartiere. Forse non a caso l'ambientazione non è cittadina.
In più, non ho potuto non accorgermi che un’intera scena vede l’utilizzo della voce del telecronista di Holly e Benji.
Ed allora mi sono reso conto che la nostra generazione, che già è stata taglata via dal mercato, spiazzata dall’invenzione del precariato (adesso siamo quasi troppo vecchi per essere flessibili), forse non è considerata nemmeno degna di avere un suo bagaglio di citazioni emotive, senza che queste siano considerate di bassa lega.
Se Vincenzo Mollica sdogana Tex, Tintin e Moebius come fumetto d’autore cult, dobbiamo crederci. Se qualcuno invece cerca di fare citazioni dei manga giapponesi, è considerato poco elegante. Tex è nazional-popolare, Goldrake è di nicchia.
Ritengo che non sia un problema di quanto un certo immaginario sia diffuso, o quanto sia degno o "alto"; ma che molto dipenda dall'età di chi ha le redini per diffonderlo. Forse c’è un gap generazionale nei comunicatori, o in chi ha il coraggio di diffondere le proprie emozioni. Per cui i sessantenni possono avere il coraggio di dire che si emozionano per Topolino, i quarantenni invece devono mostrare di star leggendo solo Foucault o Chomsky. Come si ricollega quest’analisi ad “Amori elementari”? Che tutto il film porta avanti una riflessione su come coinvolgere adulti e bambini, trentenni e decenni. E per parlare ai trentenni-quarantenni di oggi, ci sono molti riferimenti, anche a livello di sound design, all’immaginario dell’infanzia degli adulti di oggi. L’operazione mi è sembrata portata avanti con coerenza, e aggiungerei – a titolo personale – con efficacia: mi sono emozionato, con i miei bambini – per motivi diversi dai loro.
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