stefano capasso
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venerdì 26 agosto 2016
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riflessioni di un camionista
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Branko è un uomo croato che ha preferito la vita del trasportatore a quella dell’insegnante. Guida il suo tir, spesso in compagnia dio un collega, per tutta Europa, e rimane per lunghi periodi lontano da casa e dalla famiglia che sente regolarmente per telefono. Ma guadagna tre volte di più e questo lo spinge a continuare con questa vita.
Alberto Fasulo racconta in questo film-documentario la vita di un autotrasportatore, e soprattutto la condizione di solitudine nel viaggio che ha tanti momenti difficili e allo stesso tempo offre tante possibilità di stabilire un profondo contatto con sé stessi, partendo dalle piccole cose quotidiane che in qualche modo è necessario organizzare per sostentarsi.
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Branko è un uomo croato che ha preferito la vita del trasportatore a quella dell’insegnante. Guida il suo tir, spesso in compagnia dio un collega, per tutta Europa, e rimane per lunghi periodi lontano da casa e dalla famiglia che sente regolarmente per telefono. Ma guadagna tre volte di più e questo lo spinge a continuare con questa vita.
Alberto Fasulo racconta in questo film-documentario la vita di un autotrasportatore, e soprattutto la condizione di solitudine nel viaggio che ha tanti momenti difficili e allo stesso tempo offre tante possibilità di stabilire un profondo contatto con sé stessi, partendo dalle piccole cose quotidiane che in qualche modo è necessario organizzare per sostentarsi.
Film molto interessante, la narrazione fatta di inquadrature lunghe e statiche invita alla riflessione e facilità l’identificazione con il protagonista condividendone le fantasie che, il regista lascia solo immaginare, sta facendo.
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lunedì 24 febbraio 2014
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on the road al tempo della crisi
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E' un docufilm di grande attualità perchè mette a nudo la guerra tra poveri ,che si sta conducendo nel vecchio continente europeo, da quando una crisi economica così grave da evocare carestie d' altri tempi sta attanagliando la categoria di lavoratori che , fino ad ora ,costituivano il nerbo dei paesi industrializzati.
In questo film in cui il coprotagonosta è il tir , dove si dorme , si mangia , si telefona e, soprattutto , si vive la durezza di un mestiere, che richiede sempre grande attenzione e resistenza alla tensione psicofisica. e dove si consuma la storia di un camionista di un paese dell' ex Iugoslavia( interpretato con grande misura e sobrietà da un attore professionista) che , lasciato l' insegnamento , ha ripiegato su questo lavoro , che, esercitato in Italia ,gli rende tra volte tanto.
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E' un docufilm di grande attualità perchè mette a nudo la guerra tra poveri ,che si sta conducendo nel vecchio continente europeo, da quando una crisi economica così grave da evocare carestie d' altri tempi sta attanagliando la categoria di lavoratori che , fino ad ora ,costituivano il nerbo dei paesi industrializzati.
In questo film in cui il coprotagonosta è il tir , dove si dorme , si mangia , si telefona e, soprattutto , si vive la durezza di un mestiere, che richiede sempre grande attenzione e resistenza alla tensione psicofisica. e dove si consuma la storia di un camionista di un paese dell' ex Iugoslavia( interpretato con grande misura e sobrietà da un attore professionista) che , lasciato l' insegnamento , ha ripiegato su questo lavoro , che, esercitato in Italia ,gli rende tra volte tanto.
Ma qui s' innesta l' odio sociale , la guerra tra simili , in quanto i colleghi italiani gli rinfacciano di portar via loro il lavoro accettando una paga troppo bassa. Problema attualissimo che riguarda sia il commercio delle merci che degli uomini e che non vede , per il momento , soluzione. E' merito del regista e di tutto il cast essere riusciti ,attraverso una narrazione emotivamente e visivamente molto avvincente, a dipanare una narrazione che oltre ad una valenxa fortemente simbolica ha tutti i crismi di una storia ben narrata.
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gaiart
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martedì 19 novembre 2013
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nomen omen!
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TIR di Alberto Fasulo
Nomen Omen!
di Gaia Serena Simionati
Uno che si chiama Fasulo, in dialetto "fagiolo" può mai produrre qualcosa di stimolante o ecletticamente originale?
Uno che, alla conferenza stampa di TIR ha fatto sbadigliare tutti o addormentare alcuni, e che alla proiezione, come risultato di reazione più scomposta, ha provocato un’agghiacciante silenzio in sala, può vincere un festival?
Per la prima domanda la risposta è NO! Per le altre due è ahimè SI.
TIR è la noiosa tiritera di un povero camionista, peraltro bravo attore Branko Zavrsan, inconsapevole della sua noia e di quella della sceneggiatura!
Dall'inizio alla fine l’attore/camionista si alza, guida, scende dal tir, si fa da mangiare, sale sul tir, guida, dorme, scende dal tir, si fa da mangiare ed è così finché morte non ci separi!
Se per caso tra crisi, problemi economici, tsunami e alluvioni vi sentite un pò giù e andate di Prozac, STATE a casa.
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TIR di Alberto Fasulo
Nomen Omen!
di Gaia Serena Simionati
Uno che si chiama Fasulo, in dialetto "fagiolo" può mai produrre qualcosa di stimolante o ecletticamente originale?
Uno che, alla conferenza stampa di TIR ha fatto sbadigliare tutti o addormentare alcuni, e che alla proiezione, come risultato di reazione più scomposta, ha provocato un’agghiacciante silenzio in sala, può vincere un festival?
Per la prima domanda la risposta è NO! Per le altre due è ahimè SI.
TIR è la noiosa tiritera di un povero camionista, peraltro bravo attore Branko Zavrsan, inconsapevole della sua noia e di quella della sceneggiatura!
Dall'inizio alla fine l’attore/camionista si alza, guida, scende dal tir, si fa da mangiare, sale sul tir, guida, dorme, scende dal tir, si fa da mangiare ed è così finché morte non ci separi!
Se per caso tra crisi, problemi economici, tsunami e alluvioni vi sentite un pò giù e andate di Prozac, STATE a casa.
Dopo Tir, rischiereste di farla finita già in sala. Si perché Tir sta per trasporto internazionale su gomma, ma anche per Tasso Interno di Rendimento.
Ecco, se dovessimo valutare realmente il rendimento, cioè l'utilità di un film del genere, o perlomeno la comprensione dei gusti della giuria che lo ha fatto vincere tra tanti molto più interessanti come: Il venditore di medicine, Take Five, Se chiudo gli occhi non sono più qui o molti altri della sezione, Alice in Città, o persino tra i documentari veri come Fuoristrada al film festival di Roma, nemmeno gli arcani stregoni del Burundi sarebbero dare una risposta assennata.
But THIS IS ITALY, you know!
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(di no_data)
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rct_freeman
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sabato 16 novembre 2013
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Una bomba H soporifera ha vinto il Festival. Complimenti.
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