johnnyg
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mercoledì 1 maggio 2013
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marianna cappi, di grazia, che cosa si è bevuta?
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Capisco che dimostrare di conoscere Soderbergh possa costituire garanzia di competenza, ma da questo a fare una recensione del curriculum del regista anzichè del film ne passa. Trattasi di un buon thriller psicologico, a maggior ragione perchè diventa tale a sorpresa, decollando proprio quando, secondo la Cappi, inizia ad adagiarsi. La mia personale opinione è che il critico dovrebbe a volte provare l'ebbrezza di approcciarsi al film come se fosse uno spettatore anzichè un erudito intellettuale. Si renderebbe forse conto che il film è un entertainment movie raffinato, non uno strumento di denuncia sociale. Non abbiamo nessun bisogno di un regista per essere consapevoli dei "complotti e gli affari dietro le cure del bene", men che meno di un critico cinematografico che attraverso la sua recensione riesca a non farci capire un accidente del film che stiamo pensando di andare a vedere.
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Capisco che dimostrare di conoscere Soderbergh possa costituire garanzia di competenza, ma da questo a fare una recensione del curriculum del regista anzichè del film ne passa. Trattasi di un buon thriller psicologico, a maggior ragione perchè diventa tale a sorpresa, decollando proprio quando, secondo la Cappi, inizia ad adagiarsi. La mia personale opinione è che il critico dovrebbe a volte provare l'ebbrezza di approcciarsi al film come se fosse uno spettatore anzichè un erudito intellettuale. Si renderebbe forse conto che il film è un entertainment movie raffinato, non uno strumento di denuncia sociale. Non abbiamo nessun bisogno di un regista per essere consapevoli dei "complotti e gli affari dietro le cure del bene", men che meno di un critico cinematografico che attraverso la sua recensione riesca a non farci capire un accidente del film che stiamo pensando di andare a vedere.
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lore1987
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sabato 20 aprile 2013
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attenziona: può causare sonnolenza.
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Anche i film possono avere delle controindicazioni. Tra gli effetti collaterali dell'ultimo film di Soderbergh, i più comuni tra gli spettatori sono senz'altro noia e sonnolenza.
Il film inizia lento, e lento resta per tutta la prima metà. Emily Taylor (Rooney Mara) è una giovane ed attraente ragazza il cui marito (Channing Tatum) è appena uscito di prigione dopo essere stato arrestato per insider trading. Apparentemente depressa, Emily tenta il suicidio schiantandosi in auto contro il muro di un garage, restando pressoché illesa. Condotta in ospedale per accertamenti, incontra un giovane psichiatra dall'accattivante accento inglese, il Dr.
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Anche i film possono avere delle controindicazioni. Tra gli effetti collaterali dell'ultimo film di Soderbergh, i più comuni tra gli spettatori sono senz'altro noia e sonnolenza.
Il film inizia lento, e lento resta per tutta la prima metà. Emily Taylor (Rooney Mara) è una giovane ed attraente ragazza il cui marito (Channing Tatum) è appena uscito di prigione dopo essere stato arrestato per insider trading. Apparentemente depressa, Emily tenta il suicidio schiantandosi in auto contro il muro di un garage, restando pressoché illesa. Condotta in ospedale per accertamenti, incontra un giovane psichiatra dall'accattivante accento inglese, il Dr. Banks, interpretato da un discreto Jude Law. Lo psichiatra prende in cura la giovane, alla quale prescrive farmaci come fossero caramelle, tanto da far pensare a un film di denuncia sull'iperprescrizione degli antidepressivi (niente di più lontano dal vero). Ad ogni modo, i farmaci assunti dalla ragazza le provocano alcuni effetti collaterali, tra i quali sonnambulismo e vuoti di memoria, ma sembrano aiutarla a gestire la sua depressione. Finchè il marito di Emily non viene trovato riverso in una pozza di sangue con un coltello nella schiena. Lei non ricorda nulla, ed è l'inizio della seconda metà del film. Quella peggiore, a dover scegliere.
In una girandola di colpi di scena prevedibili ed improbabili allo stesso tempo, il film si trascina svogliato verso la sua conclusione, senza che lo spettatore riesca mai a provare empatia per uno qualsiasi dei protagonisti. La suspense non c'è, la voglia di sbrogliare l'intricata matassa nemmeno.
Un film molto mediocre quello del regista statunitense, assai distante dalle sue opere migliori. Del cast si potrebbe salvare solo Jude Law, se non altro perché regge da solo l'intero film. La volutamente (si spera) mono-espressiva Rooney Mara non colpisce, pur essendo la protagonista. Channing Tatum, nei panni dello sfortunato marito, interpreta invece la parodia di un trader. Catherine Zeta-Jones, in una delle sue peggiori interpretazioni, non affascina e non intriga. Della sceneggiatura, infine, non si salva nulla.
Di fatto, vera protagonista è la noia. Un film da non vedere, specialmente se allo spettacolo delle 22:30.
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