jacopo b98
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giovedì 16 gennaio 2014
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bravi attori per il thriller di soderbergh
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Emily (Mara) è una donna giovane e, quando il marito (Tatum) esce di galera, riprende la vita coniugale. Le sorge però una forte forma di depressione e tenta il suicidio più volte. Si mette in cura presso il dottor Banks (Law) che le prescrive dei farmaci. Una sera da sonnambula uccide il marito e qualcuno in carcere ci deve finire. Banks inizia allora una lotta per la ricerca della verità e scoprirà che c’è molto più di quel che sembra dietro la giovane Emily. Scritto da Scott Z. Burns, è probabilmente uno degli ultimi film di Steven Soderbergh, visto il suo ventilato ritiro. È un film che affronta molti temi: dalla psicofarmacologia, al tradimento, al rapporto tra marito e donna, ecc.
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Emily (Mara) è una donna giovane e, quando il marito (Tatum) esce di galera, riprende la vita coniugale. Le sorge però una forte forma di depressione e tenta il suicidio più volte. Si mette in cura presso il dottor Banks (Law) che le prescrive dei farmaci. Una sera da sonnambula uccide il marito e qualcuno in carcere ci deve finire. Banks inizia allora una lotta per la ricerca della verità e scoprirà che c’è molto più di quel che sembra dietro la giovane Emily. Scritto da Scott Z. Burns, è probabilmente uno degli ultimi film di Steven Soderbergh, visto il suo ventilato ritiro. È un film che affronta molti temi: dalla psicofarmacologia, al tradimento, al rapporto tra marito e donna, ecc. ecc. E in tutti questi temi, seppur l’orchestrazione è effettivamente efficace, il regista e lo sceneggiatore si perdono un po’ e seminano troppe domande, dimenticandosi per alcune la risposta. Il thriller psicologico assume perciò i contorni di un thriller politico e, forse, il passaggio da un genere all’altro, in appena 106’ è un po’ brusco. Con ciò la messa in scena è di gran classe e gli attori sono in gran forma, specialmente Law e la giovane Mara, che, dopo Millennium va necessariamente tenuta d’occhio.
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onufrio
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lunedì 23 dicembre 2013
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leggere gli effetti indesiderati prima dell'uso
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Emily è una giovane ragazza che si trova da un giorno all'altro catapultata in una triste realtà: il marito viene arrestato, perde il bambino che ha in grembo e il suo tenore di vita si minimizza. Quando il marito esce di carcere i problemi sembrano alle spalle ed invece la ragazza crolla in una tremenda depressione con manie suicide, per ovviare a tale problema si rivolge al dottor Banks, che gli somministrerà una serie di medicinali per curare la malattia, ma i farmaci causano degli strani "effetti collaterali" che daranno il via ad ulteriori "effetti collaterali" che vanno oltre il campo della medicina. Soderbergh pone in crisi lo spettatore per poi aiutarlo attraverso un "bugiardino" che tirerà fuori dalla manica per spiegare questa complessata vicenda arrichita da un finale chiarificatore con tanto di susseguirsi di colpi di scena.
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Emily è una giovane ragazza che si trova da un giorno all'altro catapultata in una triste realtà: il marito viene arrestato, perde il bambino che ha in grembo e il suo tenore di vita si minimizza. Quando il marito esce di carcere i problemi sembrano alle spalle ed invece la ragazza crolla in una tremenda depressione con manie suicide, per ovviare a tale problema si rivolge al dottor Banks, che gli somministrerà una serie di medicinali per curare la malattia, ma i farmaci causano degli strani "effetti collaterali" che daranno il via ad ulteriori "effetti collaterali" che vanno oltre il campo della medicina. Soderbergh pone in crisi lo spettatore per poi aiutarlo attraverso un "bugiardino" che tirerà fuori dalla manica per spiegare questa complessata vicenda arrichita da un finale chiarificatore con tanto di susseguirsi di colpi di scena.
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iankenobi
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venerdì 15 novembre 2013
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fantascientifico?
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io la parte fantascientifica non l'ho vista,a me comunque' e' sembrato un buon thriller,peccato che soderbergh si sia fissato con tatum,anche se ha una parte piccola,mentre ho trovato come al solito convincente rooney mara,questa ragazza ha negli occhi un barlume di follia che mi piace molto,la trovo sempre molto convincente.
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liuk!
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martedì 29 ottobre 2013
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non per me
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Troppo troppo lento per i miei gusti. Non sono riuscito ad andare oltre la mezz'ora.
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gli ho visti tutti
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mercoledì 2 ottobre 2013
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ipnotizzante
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Ottima recitazione.Storia originale e sicuramente attuale.Da non perdere.
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mercoledì 2 ottobre 2013
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ipnotizzante
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Ottima recitazione.Storia originale e sicuramente attuale.Da non perdere.
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kondor17
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domenica 4 agosto 2013
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ottimo thriller
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Ancora una volta Scott Z. Burns non fallisce. Meritata candidatura all'oscar, per una sceneggiatura degna dei suoi lavori precedenti (the Bourne Ultimatum, ad esempio).
Il sistema giudiziario e legale americano, lo si sa, ha falle enormi. Protegge indistintamente produttori di armi e di psicofarmaci e poi condanna a morte per crimini molto minori, ma soprattutto non esiste la ripetitibilità del processo. E mai come in questo film le sue lacune vengono messe a nudo.
Apparentemente una pubblicità indotta dei vari SSRI (dagli Ablixa al Prozac alla Torazina), in realtà il film va ben oltre il discorso degli psicofarmaci per addentrarsi in un mondo ben più complesso.
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Ancora una volta Scott Z. Burns non fallisce. Meritata candidatura all'oscar, per una sceneggiatura degna dei suoi lavori precedenti (the Bourne Ultimatum, ad esempio).
Il sistema giudiziario e legale americano, lo si sa, ha falle enormi. Protegge indistintamente produttori di armi e di psicofarmaci e poi condanna a morte per crimini molto minori, ma soprattutto non esiste la ripetitibilità del processo. E mai come in questo film le sue lacune vengono messe a nudo.
Apparentemente una pubblicità indotta dei vari SSRI (dagli Ablixa al Prozac alla Torazina), in realtà il film va ben oltre il discorso degli psicofarmaci per addentrarsi in un mondo ben più complesso. In questo caso la corruzione che le ricchissime lobbies farmaceutiche perpetrano, assoldando medici consenzienti, al fine di spuntare enormi guadagni in borsa con l'inganno, inscenando farse grazie a pazienti a loro volta assoldati dai medici corrotti. Alla fin fine ahimè i veri responsabili ne escono con le mani pulite, e questo, purtroppo, corrisponde troppo spesso all'amara verità.
Bravissimi tutti gli attori, ottima la musica e la fotografia; filnalmente uno screenplay originale made in Usa degno di tale nome, e reso da Soderbergh da far suo. Sembra proprio una storia vera, e chissà se non lo è ;)
Assolutamente da vedere
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harroldthebarrel
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mercoledì 31 luglio 2013
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finale irritante
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Per tre quarti del film si ha l‘impressione di assistere a una memorabile opera di denuncia del subdolo strapotere delle multinazionali del farmaco, con una straordinaria capacità di descrivere quasi dal di dentro il dramma della depressione (grazie alla notevole interpretazione di Rooney Mara e a una colonna sonora dalle tinte angoscianti, pienamente in sintonia con la storia). Invece il film è completamente rovinato da un finale che contraddice se stesso: dal piano sociale si scivola nello pseudo thriller che riproduce tutti i peggiori stereotipi del genere, e passa addirittura il pericolosissimo messaggio che gli psicofarmaci sono in realtà acqua fresca. Il tutto mescolato con luoghi comuni misogini e con il tema degli scandali finanziari che, infilato a forza, aumenta il tasso di falsità complessiva dell‘intreccio.
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Per tre quarti del film si ha l‘impressione di assistere a una memorabile opera di denuncia del subdolo strapotere delle multinazionali del farmaco, con una straordinaria capacità di descrivere quasi dal di dentro il dramma della depressione (grazie alla notevole interpretazione di Rooney Mara e a una colonna sonora dalle tinte angoscianti, pienamente in sintonia con la storia). Invece il film è completamente rovinato da un finale che contraddice se stesso: dal piano sociale si scivola nello pseudo thriller che riproduce tutti i peggiori stereotipi del genere, e passa addirittura il pericolosissimo messaggio che gli psicofarmaci sono in realtà acqua fresca. Il tutto mescolato con luoghi comuni misogini e con il tema degli scandali finanziari che, infilato a forza, aumenta il tasso di falsità complessiva dell‘intreccio. Un‘avvisaglia del repentino e spiazzante cambio di rotta del film per la verità si era avuto nella scena in cui viene gratuitamente esibito in favore di telecamere un portatile Apple, evidente cinemarchetta. In definitiva un finale deludente, anzi irritante, che cancella tutto il buono della parte precedente. Occasione persa. Peccato.
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danylt
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lunedì 17 giugno 2013
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bel thriller di denuncia e che intriga...
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Prima di questo, l'ultimo film che ho visto di Soderbergh era Contagion, dove tra gli interpreti c'era anche Jude Law, le cui caratteristiche e i risvolti del personaggio assomigliano un po' a quelli dello psichiatra di Emily (una sorprendente Rooney Mara) in questo film.
La prima parte del film è lenta e molto dettagliata ed è proprio per questo che riesce a trasportarti e anche a farti un po' immedesimare nel personaggio della Mara, la cui vita perfetta con il marito Martin (Channing Tatum) viene sconvolta quando quest'ultimo viene arrestato per insider trading. Lei lo aspetta per anni ma è proprio in questo periodo la vita di Emily non è più la stessa.
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Prima di questo, l'ultimo film che ho visto di Soderbergh era Contagion, dove tra gli interpreti c'era anche Jude Law, le cui caratteristiche e i risvolti del personaggio assomigliano un po' a quelli dello psichiatra di Emily (una sorprendente Rooney Mara) in questo film.
La prima parte del film è lenta e molto dettagliata ed è proprio per questo che riesce a trasportarti e anche a farti un po' immedesimare nel personaggio della Mara, la cui vita perfetta con il marito Martin (Channing Tatum) viene sconvolta quando quest'ultimo viene arrestato per insider trading. Lei lo aspetta per anni ma è proprio in questo periodo la vita di Emily non è più la stessa. Quando lei cerca di togliersi la vita viene affidata ad uno psicologo che le prescrive un nuovo farmaco per curare la depressione ed è proprio da qui che iniziano gli effetti collaterali.
Per tre quarti della pellicola Soderbergh grazie anche ad una sceneggiatura piccante e provocatoria denuncia gli affetti che il capitalismo ha sulle case farmaucetiche in america, lasciando allo spettatore la malizia di farsi delle domande. Emblematica e provocatoria la battuta di Law: "quando in Inghilterra si va dallo psichiatra e si prendono pillole è perché si sta male, in USA invece è per stare meglio". Questo intento purtroppo però alla fine va a scemare lasciandoci domande in sospeso, a favore del proseguo della storia, che si rivelerà comunque intrecciata ed intrigante.
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pensierocivile
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lunedì 10 giugno 2013
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viagra per la sceneggiatura!
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Fin dalle prime scene ti assale una possessione di incredulità riguardo al coraggio sbandierato senza riserve, nell'attacco all'abuso di psicofarmaci, oggi tanto di moda e “necessari”; nella denuncia dello sfruttamento che le case farmaceutiche fanno della professione medica, tramutata in recluta di soggetti compiacenti per sperimentazioni “doverose”; nella fotografia di una realtà che vede i pazienti supplicare una dose ed il medico acconsentire con inusitata superficialità. EFFETTI COLLATERALI, con il solito “vestito” scintillante alla Soderbergh sembra procedere come un tir contro questa involuzione dei rapporti, permettendosi anche un ribaltamento della sceneggiatura, con uno psichiatra che da solidale e devoto alla professione, diviene vittima o “complice” di un delitto.
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Fin dalle prime scene ti assale una possessione di incredulità riguardo al coraggio sbandierato senza riserve, nell'attacco all'abuso di psicofarmaci, oggi tanto di moda e “necessari”; nella denuncia dello sfruttamento che le case farmaceutiche fanno della professione medica, tramutata in recluta di soggetti compiacenti per sperimentazioni “doverose”; nella fotografia di una realtà che vede i pazienti supplicare una dose ed il medico acconsentire con inusitata superficialità. EFFETTI COLLATERALI, con il solito “vestito” scintillante alla Soderbergh sembra procedere come un tir contro questa involuzione dei rapporti, permettendosi anche un ribaltamento della sceneggiatura, con uno psichiatra che da solidale e devoto alla professione, diviene vittima o “complice” di un delitto. Denuncia, coraggio, chiarezza ed un cast al top; null'altro da chiedere se non mantenere le premesse, invece il tradimento è dietro l'angolo. Gli autori pugnalano lo script alle spalle, le case farmaceutiche, l'abuso di farmaci, tutto cancellato in pochi fotogrammi. Jude Law si accorge di “qualcosa” e vai di thriller, di medici diabolici, di sete di denaro e intrighi di finanza. I personaggi zompettano da una scena all'altra nel tentativo di far dimenticare l'avvio della storia e confondere il più possibile per affrettare una conclusione, plausibile quanto si voglia, ma con la scena del microfono nascosto si sfiora la miseria intellettuale, perfino gli attori sembrano non credere più a nulla. Altro che antidepressivi.....
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