elgatoloco
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mercoledì 21 settembre 2016
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da apprezzare, magari con il tempo
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Tempo fa avevo visto il film senza riuscire a coglierne l'"essenza", causa rumori esterni, interruzioni etc.Ora, rivedendolo, mi sembra di poter dire che, senza essere un"capolavoro"(lemma che meriterebbe di essere discusso e riconsiderato, comunque")"The Calling"sia un film interessante: già la figura della detective semi-alcolizzata e "disperata", ben impersonata dalla Sarandon, collocata in una realtà iper-provinciale e innevata, vuol dire qualcosa: oltre a tutto si colloca in un contesto decisamente difficile, quello appunto di una realtà"ai confini dell'IMpero", con una bassa percentuale di omicidi, il che sarebbe positivo di per sé, ma annoia una stazione di polizia-in specie quando i suoi rappresentanti(non solo la detective-responsabile)sono in crisi; poi l'irrompere di un serial-killer, che però presenta fin da subito caratteri anomali, particolari.
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Tempo fa avevo visto il film senza riuscire a coglierne l'"essenza", causa rumori esterni, interruzioni etc.Ora, rivedendolo, mi sembra di poter dire che, senza essere un"capolavoro"(lemma che meriterebbe di essere discusso e riconsiderato, comunque")"The Calling"sia un film interessante: già la figura della detective semi-alcolizzata e "disperata", ben impersonata dalla Sarandon, collocata in una realtà iper-provinciale e innevata, vuol dire qualcosa: oltre a tutto si colloca in un contesto decisamente difficile, quello appunto di una realtà"ai confini dell'IMpero", con una bassa percentuale di omicidi, il che sarebbe positivo di per sé, ma annoia una stazione di polizia-in specie quando i suoi rappresentanti(non solo la detective-responsabile)sono in crisi; poi l'irrompere di un serial-killer, che però presenta fin da subito caratteri anomali, particolari. Tutto così, con l'arrivo inaspettato di un agente "da altrove", ossia trasferito per motivi personali(il suo compagno deceduto), ma poi, appunto... Volendo, la tesi del film potrebbe avere elementi contraddittori, con risvolti blasfemi o invece particolarmente di curiosa "illuminazione"(non conosco il romanzo da cui il film è tratto), dato che il tema è quello(senza anticipare troppo a chi voglia vedere il film, possibilmente"gustando"gli effetti-sorpresa)del fanatismo religioso, cristiano nella fattispecie(oggi, costretti dalla cronaca, parliamo di fanatismo islamista, ma quello cristiano e segnatamente cattolico, l'abbiamo forse dimenticato?), da cui inizialmente alcuni dell'equipe di polizia prendono le distanze(il"capo"dice:"Non ho mai pregato altro Dio che Frank Sinatra", per ex.), ma che poi, anche per "immergersi"più profondamente in quanto avviene, tutti/e in qualche modo prendono in considerazione, in maniera più o meno serio. Pause, dissolvenze, stacchi: il film è in qualche modo "franto"anche per corrispondere alla curiosa atmosfera di quanto avviene, tra omicidi e una"guarigione"(altro tratto ambiguamente"misticheggiante"del film), dove il tutto è decisamente sulle spalle di interpreti classici come la citata Susan Sarandon, Ellen Bustyn, uno straordinario e intensissimo Donald Sutherland... El Gato
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elgatoloco
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venerdì 3 giugno 2016
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interessante, non propriamente un"thriller"
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"The Calling", di Jason Stone, da un libro di notevole spessore, presenta vari elementi di interesse: A)UN'interpretazione curiosa, pur se in qualche modo inserita tangenzialmente, nonché sostanzialmente negata, nel libro e nel film, dei Vangeli detti"canonici"; B)un'ambientazione"altra", particolare, che rimanda a molto, a molto altro, in una sorta di "no-man's -land"o quasi, in cui è possibile anche un'altra"realtà", almeno potenzialmente; C)a differenza dei"gialli"classici(sempre precisando che si tratta di un TV-movie, elemento anche tecnicamente non da poco, nonostante una certa assimilazione, ormai, tra film"only movie"e "TV-movie")la figura del"responsabile"dei delitti si vede(intravvede, volendo, ma certo di più)già a metà film, circa, dove scopriamo che forse il"nocciolo"della questione non è solo, appunto, nellla ricerca del colpevole, ma altrove; D)interpreti di grande spessore, da Susan Sarandon a Ellen Burstyn, al grande attore canadese Donald Sutherland, mai abbastanza ricordato come tale, che qui non è"protagonista", ma certo ha un ruolo cruciale, sempre che si sappia ben vedere.
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"The Calling", di Jason Stone, da un libro di notevole spessore, presenta vari elementi di interesse: A)UN'interpretazione curiosa, pur se in qualche modo inserita tangenzialmente, nonché sostanzialmente negata, nel libro e nel film, dei Vangeli detti"canonici"; B)un'ambientazione"altra", particolare, che rimanda a molto, a molto altro, in una sorta di "no-man's -land"o quasi, in cui è possibile anche un'altra"realtà", almeno potenzialmente; C)a differenza dei"gialli"classici(sempre precisando che si tratta di un TV-movie, elemento anche tecnicamente non da poco, nonostante una certa assimilazione, ormai, tra film"only movie"e "TV-movie")la figura del"responsabile"dei delitti si vede(intravvede, volendo, ma certo di più)già a metà film, circa, dove scopriamo che forse il"nocciolo"della questione non è solo, appunto, nellla ricerca del colpevole, ma altrove; D)interpreti di grande spessore, da Susan Sarandon a Ellen Burstyn, al grande attore canadese Donald Sutherland, mai abbastanza ricordato come tale, che qui non è"protagonista", ma certo ha un ruolo cruciale, sempre che si sappia ben vedere...UN film che "vive"anche di e nelle pause, contro la tendenza dominante alla spettacolarità e alla spettacolarizzazione. El Gato
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fabio57
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lunedì 11 gennaio 2016
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notevole thriller
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Una sempre grande Susan Sarandon è la protagonista di questo bel thriller.La provincia americana apparentemente sonnolenta e pigra, ma intrinsecamente focolaio di tensioni e paranoie, è la cornice ideale per questo genere di storie,vedi S.King,i personaggi sono ben costruiti e delineati,i dialoghi brillanti,finale strano.
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luigi chierico
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sabato 9 gennaio 2016
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vivere per morire, morire per vivere
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Alla bravissima Susan Sarandon, pluripremiata con Oscar, Donatello ecc., è stato affidato l’inconsueto ruolo di una sciatta detective, Hazel Micallef,dedita all’alcol e farmaci. Peraltro ha il difficile compito di indagare su alcuni delitti orribili con una matrice non nuova nel suo metodo, anche questa volta c’è da scoprire la chiave celata in ogni omicidio, ma originale per il genere e le motivazioni. Valga anche per lo spettatore il “Servare eos”. Un film condotto con scioltezza di dialogo ed avvenimenti, non è esagerato ma misurato, peraltro a pagare non saranno più di 12 i prescelti per l’al di là. Non sono le solite fanciulle, ragazze, belle donne, non c’è violenza ma liberazione. Servare eos.
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Alla bravissima Susan Sarandon, pluripremiata con Oscar, Donatello ecc., è stato affidato l’inconsueto ruolo di una sciatta detective, Hazel Micallef,dedita all’alcol e farmaci. Peraltro ha il difficile compito di indagare su alcuni delitti orribili con una matrice non nuova nel suo metodo, anche questa volta c’è da scoprire la chiave celata in ogni omicidio, ma originale per il genere e le motivazioni. Valga anche per lo spettatore il “Servare eos”. Un film condotto con scioltezza di dialogo ed avvenimenti, non è esagerato ma misurato, peraltro a pagare non saranno più di 12 i prescelti per l’al di là. Non sono le solite fanciulle, ragazze, belle donne, non c’è violenza ma liberazione. Servare eos. Qualcuno si salva appunto il cattivi che non è poi così cattivo, più malato di mente e di fanatismo religioso. Come si conviene in questo genere di film ed altri tutti, i buoni si salvano ed i cattivi muoiono in grazia di Dio, è il caso di dire. Accanto alla grande Susan soltanto un prete,ma non per l’estrema unzione, Father Price,interpretato dal sempre bravo Donald Shuterland;collaborano alle indagini Gil Bellows e Ben Wingate, ben interpretato dal giovane attore Topher Grace. La fotografia, sarebbe il caso di dire,lascia a bocca aperta. Il finale non è da meno, un fuoco fatuo.
In definitiva: discreto per la Susan.chibar22@libero.it
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davidino.k.b.
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domenica 21 giugno 2015
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fantascienza
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film discreto all'inizio che tocca punte fantascientifiche sul finale.
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no_data
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domenica 2 novembre 2014
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non c'è un vero serial-killer
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Ottimo cast e attori bravissimi. L'interpretazione di Donald Sutherland è ecezzionale. Anche Susan Sarandon se la cava bene. Il suo personaggio mi ha richiamato la poliziotta di FARGO. Da vedere
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