plania
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giovedì 30 gennaio 2014
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film e interpretazione geniali
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L'uscita contemporanea del film di Genovese e di questa chicca di Gallienne sembra sottolineare in modo impietoso la differenza tra certo cinema italiano ed il cinema francese. Si parla in fondo della stessa cosa e da una parte e dall'altra (la ricerca affannosa della propria identità sessuale), si tratta in entrambi i casi di "commedia", ma lo spessore con cui è affrontato il problema è diversissimo. Questo "Tutto sua madre" si avvale oltretutto di una regia attentissima ai particolari, di una sceneggiatura geniale e di un interpretazione davvero sontuosa. Film da non perdere che con "Moliére in bicicletta" riporta il cinema francese a fasti per noi, ahimè, irraggiungibili
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melvin ii
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giovedì 30 gennaio 2014
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un inno alle donne
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TUTTO SUA MADRE È un film di Guillaume Gallienne.
Con Guillaume Gallienne, André Marcon, Françoise Fabian, Nanou Garcia, Diane Kruger.
Fino ad ieri pensavamo che solo Pedrò Almodovar potesse permettersi di parlare dell’omosessualità e della “diversità” al cinema.
Ci sbagliavamo.
Guillaume Gallienne con la sua prima opera autobiografica ed acclamata dalla critica francese, ci racconta la mentalità e i costumi della borghesia parigina e ci apre una nuova prospettiva su questi temi
Guillame è un ragazzo sensibile e molto legato alla figura materna.
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TUTTO SUA MADRE È un film di Guillaume Gallienne.
Con Guillaume Gallienne, André Marcon, Françoise Fabian, Nanou Garcia, Diane Kruger.
Fino ad ieri pensavamo che solo Pedrò Almodovar potesse permettersi di parlare dell’omosessualità e della “diversità” al cinema.
Ci sbagliavamo.
Guillaume Gallienne con la sua prima opera autobiografica ed acclamata dalla critica francese, ci racconta la mentalità e i costumi della borghesia parigina e ci apre una nuova prospettiva su questi temi
Guillame è un ragazzo sensibile e molto legato alla figura materna.
La sua famiglia lo tratta come “un diverso” non riuscendo a capirne la sua vera essenza.
Lui stesso si “sente” donna in un corpo di un uomo.
Il rapporto con padre è difficile, privo di qualsiasi di comunicazione.
I fratelli lo deridono per la sua”eccentricità”.
La figura materna oscilla tra freddezza ed eccessiva protezione
Il film tratto da un monologo teatrale, ne porta i pregi e i difetti.
Guillame racconta sé stesso e il rapporto con sua madre con tratti leggeri e ironici, ma con un linguaggio e tempi poco cinematografici.
La sceneggiatura è lineare, ben scritta, scorrevole anche se i dialoghi non sono particolarmente incisivi.
Divertenti il cameo di Diane Kruger nella veste d’estetista e le scene alla visita militare.
A rendere interessante il film, è la forza espressiva del protagonista e l’abilità d’essere figlio e madre insieme.
Il film è una dichiarazione d’amore per le donne.
La sessualità è un tema delicata oggi, specie tra i giovani.
Gay, etero, bisex sono tutte etichette dateci dalla società e dalla famiglia.
Il finale bordeline non convince fino in fondo, lasciando lo spettatore perplesso
Tutto sua madre può essere utile per tutti quelli che considerano la sensibilità, una “malattia” da curare.
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flyanto
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mercoledì 29 gennaio 2014
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quando la figura di una madre ampiamente condizion
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Film in cui si narra della ricerca della propria identità sessuale da parte del protagonista, il quale sin dall'infanzia vive un rapporto di amore-odio con la madre, donna dal carattere e dalla personalità molto forte e poco affettiva nei confronti dei suoi familiari.
L'opera di Guillame Gallienne è la sua testimonianza autobiografica in cui egli coglie l'occasione per ripercorrere ed analizzare il difficile rapporto avuto con la propria genitrice, di cui subisce un fascino esagerato e che però sino ad un certo punto della propria esistenza gli ha sempre condizionato le scelte ed il proprio naturale orientamento sessuale.
L'intero film è strutturato come una pièce teatrale dove il protagonista (Gallienne stesso) intrattiene il pubblico con un monologo a lui rivolto dal palcoscenico.
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Film in cui si narra della ricerca della propria identità sessuale da parte del protagonista, il quale sin dall'infanzia vive un rapporto di amore-odio con la madre, donna dal carattere e dalla personalità molto forte e poco affettiva nei confronti dei suoi familiari.
L'opera di Guillame Gallienne è la sua testimonianza autobiografica in cui egli coglie l'occasione per ripercorrere ed analizzare il difficile rapporto avuto con la propria genitrice, di cui subisce un fascino esagerato e che però sino ad un certo punto della propria esistenza gli ha sempre condizionato le scelte ed il proprio naturale orientamento sessuale.
L'intero film è strutturato come una pièce teatrale dove il protagonista (Gallienne stesso) intrattiene il pubblico con un monologo a lui rivolto dal palcoscenico. Attraverso il racconto di svariati episodi della propria esistenza che vengono presentati al pubblico attraverso varie scene, il regista-attore (Guillanne sostiene entrambi i ruoli più l'interpretazione anche del personaggio femminile della madre, oltre quello di scrittore della sceneggiatura) approda piano piano alla conoscenza più approfondita di sè lasciandosi sempre di più alle spalle i dubbi e le paure che sino a quel momento lo hanno accompagnato.
In conclusione il film in generale risulta ben strutturato e soprattutto intriso di dialoghi sottilmente ironici che smorzano parecchio l'atmosfera dl disagio e di timore del protagonista per tutto ciò che lo concerne, pertanto esso è piacevole da seguire e quanto mai adatto per una novantina di minuti di svago.
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fabiofeli
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domenica 26 gennaio 2014
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recitare una parte non vuol dire essere
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Guillaume (Guillaume Gallienne) è un ragazzo particolare, raffinato e sensibile, con una smisurata ammirazione ed un incondizionato amore per la madre (personaggio interpretato dallo stesso Gallienne), pratica e schietta ai limiti della brutalità; ne imita i gesti, le posture, il tono di voce, il modo di parlare e le stesse frasi, al punto che il padre stesso (André Marcon) cade nell’equivoco. I suoi atteggiamenti generano la convinzione nei genitori, nei due fratelli e persino nella nonna (Françoise Fabian, che in un delizioso “cameo”, durante una cena di famiglia che sembra tratta da una commedia inglese di James Ivory, arriva ad apostrofarlo con l’epiteto ‘puttanella’) che Guillaume sia omosessuale, più o meno conscio.
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Guillaume (Guillaume Gallienne) è un ragazzo particolare, raffinato e sensibile, con una smisurata ammirazione ed un incondizionato amore per la madre (personaggio interpretato dallo stesso Gallienne), pratica e schietta ai limiti della brutalità; ne imita i gesti, le posture, il tono di voce, il modo di parlare e le stesse frasi, al punto che il padre stesso (André Marcon) cade nell’equivoco. I suoi atteggiamenti generano la convinzione nei genitori, nei due fratelli e persino nella nonna (Françoise Fabian, che in un delizioso “cameo”, durante una cena di famiglia che sembra tratta da una commedia inglese di James Ivory, arriva ad apostrofarlo con l’epiteto ‘puttanella’) che Guillaume sia omosessuale, più o meno conscio. La fervida immaginazione del ragazzo, impegnato a costruire la storia della principessa Sissi e della rigida Arciduchessa Sofia, corrobora l’opinione del padre. La madre lo manda in vacanza a Gibilterra, un posto squallido e di cattivo gusto alla Almodòvar, sicuramente uno dei luoghi meno belli della penisola spagnola, dove l’unica occupazione sembra sia la preparazione al ballo che si terrà al termine della vacanza. Guillaume impara benissimo a farlo dalla maestra Paqui (Nanou Garcia), con il piccolo difetto che gli vengono insegnate le movenze femminili, scatenando l’ilarità dei presenti. Non va meglio nel collegio inglese dove Guillaume studia 5 anni e rimane affascinato da uno studente che gli concede l’amicizia; e neanche al reclutamento per il servizio militare, dove lo psicologo lo riforma, consigliandolo di consultare uno psichiatra. E psichiatri ne consulta diversi, Guillaume, senza trovare realmente il bandolo della matassa, neanche in una salvifica “casa di benessere” nella Baviera. La madre lo consiglia di “accettarsi per quello che è”. Ma Guillaume, ‘dragato’ in un locale gay, non gradisce l’esperienza omosessuale, e in altra occasione viene spaventato dalla virilità dell’altro, visto simile a un cavallo. Solo quando riuscirà a liberarsi del “complesso del cavallo”, accettando la propria animalità e sessualità, potrà dedicarsi ad amare chi ha sempre realmente amato …
Gallienne, produttore del film, firma la regia e collabora alla sceneggiatura nella pellicola che lo vede (doppio) attore principale. Pur con qualche lungaggine di troppo - il brano della Baviera sarebbe tranquillamente sopprimibile - la storia, ben recitata da tutti, scorre con molti momenti divertenti che fanno anche riflettere. Saltare alle conclusioni dalle apparenze spesso è errato: si rischia di cucire addosso alle persone il vestito sbagliato, perché recitare una parte non vuol dire essere quello che la parte rappresenta.
Un film godibile.
Valutazione ***
FabioFeli
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(di fafia61)
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gondrand
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domenica 26 gennaio 2014
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sontuoso
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Film sontuoso, direi per palati raffinati. Ero in Francia in queste festività natalizie Guillaume era la vedette delle conversazioni della gente. Da qui mi sono ripromesso di andarlo a vedere appena arriverà in Italia. Non vi aspettate una commedia brillante come "amici miei" ma quasi un'opera teatrale raccontata al cinema. Ma lo sviluppo di questo racconto,di questo attore della commédie française è davvero brillante, sensisible, raffinata. Peccato per il titolo demenziale dato al film in quanto "Guillaume è i ragazzi a tavola" sarebbe stato l'unico titotlo da dare al film, il vero bignami di questa storia.
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Film sontuoso, direi per palati raffinati. Ero in Francia in queste festività natalizie Guillaume era la vedette delle conversazioni della gente. Da qui mi sono ripromesso di andarlo a vedere appena arriverà in Italia. Non vi aspettate una commedia brillante come "amici miei" ma quasi un'opera teatrale raccontata al cinema. Ma lo sviluppo di questo racconto,di questo attore della commédie française è davvero brillante, sensisible, raffinata. Peccato per il titolo demenziale dato al film in quanto "Guillaume è i ragazzi a tavola" sarebbe stato l'unico titotlo da dare al film, il vero bignami di questa storia.
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brian77
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venerdì 24 gennaio 2014
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stucchevole
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Filmetto stucchevole e incredibilmente sopravvalutato. Spesso gag e battute sono così stiracchiate e scontate da risultare imbarazzanti, oltre che fastidiose, anche se ovviamente sentivo il pubblico -7 o 8 persone- ridacchiare qua e là in sala (ma era pubblico da salette d'essai, quello che i film veri non li vede nemmeno per miracolo, solo gradevolezze culturalmente corrette ed espressivamente nulle). Leggendo la recensione del sito ho conferma di come anziché guardare al cinema, si guarda sempre più spesso agli elementi culturalmente citabili che si trovano in un film, li si pompa in modo da permettere a chi scrive di fare la ruota e si finisce col compiere quello che non bisognerebbe mai fare: valutare un film non per la sua qualità, ma per le chiacchiere culturali che permette superficialmente di innescare.
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Filmetto stucchevole e incredibilmente sopravvalutato. Spesso gag e battute sono così stiracchiate e scontate da risultare imbarazzanti, oltre che fastidiose, anche se ovviamente sentivo il pubblico -7 o 8 persone- ridacchiare qua e là in sala (ma era pubblico da salette d'essai, quello che i film veri non li vede nemmeno per miracolo, solo gradevolezze culturalmente corrette ed espressivamente nulle). Leggendo la recensione del sito ho conferma di come anziché guardare al cinema, si guarda sempre più spesso agli elementi culturalmente citabili che si trovano in un film, li si pompa in modo da permettere a chi scrive di fare la ruota e si finisce col compiere quello che non bisognerebbe mai fare: valutare un film non per la sua qualità, ma per le chiacchiere culturali che permette superficialmente di innescare. Di questo passo si finisce nell'accademismo puro e semplice...
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(di frangi49)
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manuela geri
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martedì 1 ottobre 2013
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geniale
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Intelligente, molto divertente, tenero, commovente, mai volgare, coinvolgente...che altro dire? IMPERDIBILE, terrò d'occhio questo Guillaume, ottimo come regista e come attore ( e non svelo altro riguardo la recitazione...)
NON PERDETEVELO !
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manuela geri
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martedì 1 ottobre 2013
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genial !!!!
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Un film imperdibile ! Tenero, divertentissimo, meravigliosament recitato (non svelo nulla...) , mai volgare, coinvolgente, commovente, con un bel ritmo...insomma, fido chiunque a non amarlo dopo averlo visto! E infatti è piaciuto a TUTTI gli amici a cui l'ho consigliato e agli spettatori che erano in sala con me quando abbiamo avuto la meravigliosa intuizione di vederlo all'interno della Rassegna di Cannes!
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