Ida

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barbyrosemarie sabato 30 aprile 2016
eppoi...come soddisfare la sete di infinito? Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
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Alle domande  provocatorie dette dalla zia  a Ida "...non perdere la tua vita in un convento!" e ancora "...come puoi scegliere o pensare a di sacrificarti se non conosci la vita? Ida le concretizza dopo la morte della zia  e arriva ... al  "eppoi...eppoi cosa c'è, cosa facciamo insieme io e te..... Ida non sa trovare  in quella prosecuzione di quotidianità di vita,  che il ragazzo le propone, la sete di Infinito da cui si sente attratta e che le farà scegliere la vita conventuale.
Mi sono chiesta allora, ma la vita quotidiana spesa nelle sole opere,  avrà pure uno sbocco nello spirituale e nell'Infinito, servirà pure per farci raggiungere quel bisogno di senso e di Assoluto che c'è in ognuno di noi?
 Penso profondamente che tutto nella nostra vita è significativo e simbolico di senso e tutto è sempre legato a un  disegno e ad una trama di cui ognuno è inserito e partecipa come attore, per svolgere nel proprio piccolo, , quel mitico  "filo di Arianna" che si rivela nella  carità e nell'amore e  conduce alla Luce, fuori dal buio del labirinto. [+]

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jack beauregard mercoledì 24 febbraio 2016
tra materialità e spiritualità Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
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Polonia primi anni 60. Anna, giovane novizia, orfana senza aver mai conosciuto i propri genitori, è stata allevata in un convento e pochi giorni prima di prendere i voti per diventare suora, viene informata dalla madre superiora, che in realtà ha una zia, che non si era mai presa cura di lei. 
La zia, sorella di sua madre, è una cinquantenne ex-procuratore, colta, comunista, atea, alcolizzata e con una vita sessuale molto movimentata. La informa che il suo vero nome è Ida e che i suoi genitori erano ebrei e furono uccisi durante l'occupazione nazista della Polonia. 
Da lì, con lo scopo di fare luce sulla fine dei propri genitori, inizia un breve viaggio di ricerca, attraverso la misera realtà della Polonia di quegli anni, oppressa da un regime autoritario e con ancora presenti rigurgiti di antisemitismo. [+]

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kronos lunedì 18 gennaio 2016
oscar con pilota automatico Valutazione 2 stelle su cinque
60%
No
40%

Regola non scritta per produttori cinematografici rampanti: candidate all'Oscar un film appena decente sulla shoah e avrete ottime probabilità di vincerlo.
Se poi sullo sfondo dell'olocausto aggiungete la desolazione del socialismo reale ai tempi del patto di Varsavia, le probabilità divengono certezza.
Questi i meriti del film di Pawlikowski, il resto si riduce a un freddo e accademico citazionismo, perfino fastidioso nella sistematica esibizione d'inquadrature bressoniane (quelle scentrate a bordo fotogramma) che in certi ambienti evidentemente fanno fico ancora oggi.
Ma alla fin fine il tutto risulta essere irrimediabilmente freddo, non solo privo di vita, ma soprattutto di emozioni. [+]

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enzo70 giovedì 1 ottobre 2015
il confronto di due donne Valutazione 4 stelle su cinque
0%
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Il disastro della shoà è stato oggetto di centinaia di film, belli, bellissimi, irridenti, rigorosi. Con Ida il regista polacco Pawlikoski affronta il tema da un angolo visuale diverso; Anna è una giovane orfana in attesa di prendere i voti. La madre superiore le chiede, però, di incontrare una zia per conoscere di più del suo passato e delle sue origini. E dalla zia, Wanda, Anna apprende di essere ebrea, che il suo vero nome era Ida, e che i genitori sono morti durante il nazismo. Wanda ed Ida iniziano un breve ed intenso viaggio nella Polonia degli anni 60 per indagare sulle ragioni della morte dei genitori e per trovare i resti. Ida si trova così ad affrontare un mondo nuovo, in cui la vivacità intellettuale della zia in una Polonia oppressa dal regime comunista, e il tentativo di portare all’oblio le atrocità del periodo nazista si contrappongono alla semplicità ed alle sicurezze di Anna. [+]

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dinoroar lunedì 20 aprile 2015
perla rara Valutazione 5 stelle su cinque
25%
No
75%

Tutto pefetto anche nella sua essenza e nelle assenze. No al colore che non aggiungerebbe descrizione, no a cinemascope per delle vite vissute in "spazi di manovra" angusti e regimati, no alla musica perché in queste vite pare non esserci posto per la bellezza fine a se stessa. Quasto film non ha vie di mezzo perché parla di vite vissute agli estremi, dove il compromesso non è la giusta via di mezzo ma un peccaminoso tradimento dei dogmi politico/religiosi e quindi vissuto fuggevolmente con senso di colpa. 

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nerone bianchi sabato 14 marzo 2015
nel gioco della vita Valutazione 4 stelle su cinque
82%
No
18%

Normalmente scrivo di un film lo stesso giorno o al massimo il giorno successivo alla visione, questa volta ne ho fatti passare tre, non per pigrizia ma sperché ho lasciato che le immagini e le impressioni si sedimentassero, sperando che poi, diradata la nebbia, avessero cose più precise e sensate da suggerire. Così non è stato e il mio giudizio critico ancora versa nell'incertezza e credo che non arriverà mai a raggiungere atteggiamenti diversi da questo. Il lavoro è in bianco e nero ed anche su uno schermo quadrato diverso da quello a cui siamo normalmente abituati, questa scelta senza ombra di dubbio conferisce maggiore profondità e credibilità alla vicenda raccontata, la trasporta su un piano diverso, nel passato grigio dei vecchi regimi comunisti, negli anni incerti del dopoguerra, tra le mura di un convento. [+]

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mericol giovedì 12 marzo 2015
ida, prima era anna Valutazione 4 stelle su cinque
51%
No
49%

 Anna sta per prendere i voti. E’ il caso di chiamare l’unica parente in vita? Esiste soltanto una zia che non ha mai risposto agli inviti della madre superiora. Anna parte in treno. Va a trovare la zia. Si chiama Wanda, è un dirigente importante del partito comunista polacco. Fa il magistrato e in quel periodo,siamo negli anni ’60, si può bene immaginare come viene esercitata la giustizia in un paese comunista: condanna sicura per i cosiddetti “nemici del popolo”:
Nasce un breve e intenso rapporto tra le due. Anna apprende di essere ebrea. Il suo vero nome è Ida. I suoi familiari sono stati trucidati durante gli anni di guerra e sottratti i loro beni. [+]

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melania martedì 3 marzo 2015
un piccolo gioiello Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

Opera in bianco e nero,senza fronzoli,breve come un soffio ma ricco di contenuti.Lo definirei un film poetico per tutto l'insieme,che va dalla trama alla fotografia,dalla scenografia alla interpretazione dei personaggi,con particolare riferimento a Ida,la protagonista,il cui viso intenso ed espressivo,parla allo spettatore anche quando lei tace.Un film molto bello!

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fragola domenica 1 marzo 2015
film intenso , commovente, da vedere. Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
100%

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stefano capasso lunedì 16 febbraio 2015
il potere e l'amore Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

Nella Polonia degli anni 60, in pieno regime socialista, Anna è una giovane novizia in attesa di prendere i voti. Ha sempre vissuto nel convento dove fu lasciata dai parenti alla morte della sua famiglia.  Rintracciata la zia, la madre superiora invita Anna ad andare a trovarla e chiarire la sua storia prima di entrare per sempre in convento. Malvolentieri Anna esce ed incontra la zia Wanda che non l’aveva mai cercata prima. Wanda è una donna cinquantenne che vive il disagio della mancanza di amore; dopo una carriera da spietata procuratore dello stato, beve e passa da un uomo all’altro. Rivela ad Anna che la sua famiglia di origine era ebrea e che per questa ragione durante la guerra si nascose nelle campagne prima di essere uccisa. [+]

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