onufrio
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martedì 22 marzo 2016
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nei mari selvaggi
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Yann Kermadec ha per le mani una grossa opportunità, finalmente è il suo momento, complice l'infortunio di Franck, Yann si ritrova a partecipare alla regata Vendee Globe che consiste nel giro del mondo in solitario. Tutto sembra filare liscio, ma un incidente lo costringe a fermarsi per un paio di giorni per riparare l'imbarcazione, una volta partito scoprirà che la sua regata non sarà più "In Solitario". Bellissime le riprese a stretto contatto con gli immensi, bellissimi e al tempo stesso mostruosi oceani.
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rita branca
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domenica 7 giugno 2015
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"a tu per tu con la natura"
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"In solitario" film (2013) di Christophe Offenstein con Francois Cluzet, Samy Seghir, Virginie Efira, Guillame Canet, Arly Jover, Karine Vanesse
Film avvincente dal ritmo sostenuto che narra la storia della regata intorno al mondo non programmata di Yann Kermadec, coinvolto nella conduzione in solitario tassativo di una grossa barca a vela corredata di strumentazione di alta tecnologia, in sostituzione del cognato che ha subìto un incidente. Meravigliosa la fotografia, potentemente coinvolgenti le scene a tu per tu con gli oceani immensi e capricciosi, dolci o più spesso furenti; si ha la sensazione di esseri lì, accanto all’efficientissimo protagonista, pronto a risolvere gli inevitabili imprevisti, ci si sente lì a trepidare con lui, a bagnarsi ed a esporsi a vento e burrasche e a nottate insonni.
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"In solitario" film (2013) di Christophe Offenstein con Francois Cluzet, Samy Seghir, Virginie Efira, Guillame Canet, Arly Jover, Karine Vanesse
Film avvincente dal ritmo sostenuto che narra la storia della regata intorno al mondo non programmata di Yann Kermadec, coinvolto nella conduzione in solitario tassativo di una grossa barca a vela corredata di strumentazione di alta tecnologia, in sostituzione del cognato che ha subìto un incidente. Meravigliosa la fotografia, potentemente coinvolgenti le scene a tu per tu con gli oceani immensi e capricciosi, dolci o più spesso furenti; si ha la sensazione di esseri lì, accanto all’efficientissimo protagonista, pronto a risolvere gli inevitabili imprevisti, ci si sente lì a trepidare con lui, a bagnarsi ed a esporsi a vento e burrasche e a nottate insonni. Gli unici fuggevoli contatti che Yann ha con altri esseri umani avvengono via satellite , quando è possibile, con la bella e incoraggiante fidanzata Marie o la dispettosa figlioletta, alla quale invia immagini di tramonti incantevoli da tutti gli angoli che attraversa, oppure con la base organizzatrice che lo segue da terra.
Tutto sembra procedere comunque al meglio quando, ormai in alto mare, scopre con grande indignazione che, a sua insaputa, durante una sosta, un ragazzo si è introdotto e nascosto nella barca. Ciò, se scoperto, sarebbe sufficiente ad inficiare la validità della sua partecipazione. Il mauritano sedicenne, ha compiuto tale azione nella speranza di raggiungere la Francia dove un suo parente è stato curato con successo da una malattia che affligge anche lui.
A questo punto si assiste alla nascita di un rapporto fra i due che ne mette in luce la grande umanità e che costituisce l’altro fondamentale tema del film: la solidarietà capace di mettere in secondo piano qualunque ambizione pur comprensibile.
Altri imprevisti incidenti arricchiscono il film di pathos che, anche per la convincente interpretazione degli attori, tutti bravissimi, particolarmente Francois Cluzet, offre uno spettacolo davvero piacevole.
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rita branca
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domenica 7 giugno 2015
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"a tu per tu con la natura"
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"In solitario" film (2013) di Christophe Offenstein con Francois Cluzet, Samy Seghir, Virginie Efira, Guillame Canet, Arly Jover, Karine Vanesse
Film avvincente dal ritmo sostenuto che narra la storia della regata intorno al mondo non programmata di Yann Kermadec, coinvolto nella conduzione in solitario tassativo di una grossa barca a vela corredata di strumentazione di alta tecnologia, in sostituzione del cognato che ha subìto un incidente. Meravigliosa la fotografia, potentemente coinvolgenti le scene a tu per tu con gli oceani immensi e capricciosi, dolci o più spesso furenti; si ha la sensazione di esseri lì, accanto all’efficientissimo protagonista, pronto a risolvere gli inevitabili imprevisti, ci si sente lì a trepidare con lui, a bagnarsi ed a esporsi a vento e burrasche e a nottate insonni.
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"In solitario" film (2013) di Christophe Offenstein con Francois Cluzet, Samy Seghir, Virginie Efira, Guillame Canet, Arly Jover, Karine Vanesse
Film avvincente dal ritmo sostenuto che narra la storia della regata intorno al mondo non programmata di Yann Kermadec, coinvolto nella conduzione in solitario tassativo di una grossa barca a vela corredata di strumentazione di alta tecnologia, in sostituzione del cognato che ha subìto un incidente. Meravigliosa la fotografia, potentemente coinvolgenti le scene a tu per tu con gli oceani immensi e capricciosi, dolci o più spesso furenti; si ha la sensazione di esseri lì, accanto all’efficientissimo protagonista, pronto a risolvere gli inevitabili imprevisti, ci si sente lì a trepidare con lui, a bagnarsi ed a esporsi a vento e burrasche e a nottate insonni. Gli unici fuggevoli contatti che Yann ha con altri esseri umani avvengono via satellite , quando è possibile, con la bella e incoraggiante fidanzata Marie o la dispettosa figlioletta, alla quale invia immagini di tramonti incantevoli da tutti gli angoli che attraversa, oppure con la base organizzatrice che lo segue da terra.
Tutto sembra procedere comunque al meglio quando, ormai in alto mare, scopre con grande indignazione che, a sua insaputa, durante una sosta, un ragazzo si è introdotto e nascosto nella barca. Ciò, se scoperto, sarebbe sufficiente ad inficiare la validità della sua partecipazione. Il mauritano sedicenne, ha compiuto tale azione nella speranza di raggiungere la Francia dove un suo parente è stato curato con successo da una malattia che affligge anche lui.
A questo punto si assiste alla nascita di un rapporto fra i due che ne mette in luce la grande umanità e che costituisce l’altro fondamentale tema del film: la solidarietà capace di mettere in secondo piano qualunque ambizione pur comprensibile.
Altri imprevisti incidenti arricchiscono il film di pathos che, anche per la convincente interpretazione degli attori, tutti bravissimi, particolarmente Francois Cluzet, offre uno spettacolo davvero piacevole.
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enzo70
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domenica 16 novembre 2014
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un film sull'impossibilità della solitudine
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La trama del film è abbastanza semplice; il protagonista, un uomo alla ricerca di se stesso, decide di partecipare alla Vendèe Globe, una regata internazionale che prevede il giro del mondo in solitario. L’imprevisto non è una bufera, eppure ce ne saranno, o i naufragi, che, comunque, faranno parte del film. Ma l’incontro imprevisto con un ragazzo sulla nave, nel bel mezzo del mare, in realtà un giovane immigrato che cerca così di sfuggire al suo destino di miseria. E quindi in solitario si trasforma in un film sull’incontro, sull’impossibilità stessa della solitudine, anche nel mezzo degli oceani, con un’ottica sicuramente positiva in relazione ai rapporti umani. Il film sfrutta la bellezza dell’idea stessa di regata, le albe ed i tramonti, le balene e i delfini, insomma lo straordinario spettacolo della natura.
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La trama del film è abbastanza semplice; il protagonista, un uomo alla ricerca di se stesso, decide di partecipare alla Vendèe Globe, una regata internazionale che prevede il giro del mondo in solitario. L’imprevisto non è una bufera, eppure ce ne saranno, o i naufragi, che, comunque, faranno parte del film. Ma l’incontro imprevisto con un ragazzo sulla nave, nel bel mezzo del mare, in realtà un giovane immigrato che cerca così di sfuggire al suo destino di miseria. E quindi in solitario si trasforma in un film sull’incontro, sull’impossibilità stessa della solitudine, anche nel mezzo degli oceani, con un’ottica sicuramente positiva in relazione ai rapporti umani. Il film sfrutta la bellezza dell’idea stessa di regata, le albe ed i tramonti, le balene e i delfini, insomma lo straordinario spettacolo della natura. Ed il concetto di regata, sfida impossibile dell’uomo con l’uomo, sport e coraggio; ed il buonismo di fondo è tutto nella decisione del protagonista di non tagliare il traguardo, confessando la presenza di un altro uomo, perché il ragazzo cambia, così come il protagonista, la vita stessa modifica le cose, inesorabilmente. Il rapporto tra l’uomo ed il mare diventa, quindi, un racconto sulla relazione tra l’uomo e i suoi simili con un approccio naturalistico che rende il film gradevole, ma senza gli spunti che gli avrebbero dato un valore aggiunto.
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gabriella
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mercoledì 30 luglio 2014
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solitario a due
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Yann Kermadekk sta affrontando la Vendèè Globe, il giro del mondo in solitario su barca a vela, senonchè si accorge che a bordo c'è un ospite “indesiderato” un giovane mauritano spaventato e desideroso di approdare in Francia. Per Yann si pone un bel quesito, da una parte il raggiungimento di un traguardo sportivo tanto ambito, dall'altra il senso morale di aiutare una persona in difficoltà, anche se prendere in prestito le parole di Hemingway nel suo “ Il vecchio e il mare”_ L'uomo non trionfa mai del tutto, ma anche qaundo la sconfitta è totale quello che importa è lo sforzo per affrontare il destino e soltanto nella misura di questo sforzo si può raggiungere la vittoria nella sconfitta_la presenza di costui li costerà sicuramente la squalifica.
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Yann Kermadekk sta affrontando la Vendèè Globe, il giro del mondo in solitario su barca a vela, senonchè si accorge che a bordo c'è un ospite “indesiderato” un giovane mauritano spaventato e desideroso di approdare in Francia. Per Yann si pone un bel quesito, da una parte il raggiungimento di un traguardo sportivo tanto ambito, dall'altra il senso morale di aiutare una persona in difficoltà, anche se prendere in prestito le parole di Hemingway nel suo “ Il vecchio e il mare”_ L'uomo non trionfa mai del tutto, ma anche qaundo la sconfitta è totale quello che importa è lo sforzo per affrontare il destino e soltanto nella misura di questo sforzo si può raggiungere la vittoria nella sconfitta_la presenza di costui li costerà sicuramente la squalifica. Per cui si assiste per tutto il film alla dualità del protagonista che se da una parte cerca di guadagnare terreno per il piazzamento in classifica, dall'altra non si sottrae ad aiutare il ragazzo specie quando quest'ultimo necessita di cure mediche per una forma di anemia. Francois Cluzet, dopo il successo di “Quasi amici” dove interpretava un tetraplegico, si cimenta in un ruolo totalmente opposto, dinamico lupo di mare alle prese con le insidie , le tempeste ed eventi climatici di ogni genere, carattere duro e un po' scontroso, alterna momenti di nervosismo a toni più gentili e scherzosi. Ci sono scene spettacolari, come quella dello spinner dei delfini attorno alla barca, scene mozzafiato sull'azzurro del mare aperto, l'energia delle onde , le” strambate”, la barca che fila via lungo il corridoio di navigazione, fino all'arrivo a Les Sables e la scelta del protagonista che tanto per essere in tema marino, si potrebbe prendere in prestito le parole di Hemingway nel suo “ Il vecchio e il mare”- L'uomo non trionfa mai del tutto, ma anche quando la sconfitta è totale quello che importa è lo sforzo per affrontare il destino e soltanto nella misura di questo sforzo si può raggiungere la vittoria nella sconfitta-
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giuliana q.
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giovedì 29 maggio 2014
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montaggio fantastico.
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Cionsiderando che non faroì mai una cosa del genere ho veramente avuto l'impressione di esseci anch'io!
trovo sia un bel film,ben diretto e con una fotografia e montaggio meravigliosi.
Una cosa: qul'e' il titolo della canzone finale del film,la scena quando arrivano a Sable d'oleon?
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alexander 1986
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sabato 10 maggio 2014
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cluzet troppo veloce per regia e sceneggiatura
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Yann Kerdamec (François Cluzet) sta compiendo la Vendée Globe, la famosa regata che consiste nella circumnavigazione del mondo in solitaria. Sostituisce il cognato Franck, infortunatosi prima dell'inizio della competizione, e lascia a casa la compagna Marie e una figlia piccola. Non passa però troppo tempo prima che Yann scopra di non essere solo: un ragazzino mauritano si è infatti imbarcato di nascosto, di fatto mettendolo a rischio squalifica. Una brutta gatta da pelare per il navigatore, costretto a oscillare di continuo tra l'ambizione di vincere la gara e il senso di normale solidarietà.
Suggestivo nell'ambientazione e nella regia, con riprese spettacolari grazie anche all'assenza di effetti speciali.
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Yann Kerdamec (François Cluzet) sta compiendo la Vendée Globe, la famosa regata che consiste nella circumnavigazione del mondo in solitaria. Sostituisce il cognato Franck, infortunatosi prima dell'inizio della competizione, e lascia a casa la compagna Marie e una figlia piccola. Non passa però troppo tempo prima che Yann scopra di non essere solo: un ragazzino mauritano si è infatti imbarcato di nascosto, di fatto mettendolo a rischio squalifica. Una brutta gatta da pelare per il navigatore, costretto a oscillare di continuo tra l'ambizione di vincere la gara e il senso di normale solidarietà.
Suggestivo nell'ambientazione e nella regia, con riprese spettacolari grazie anche all'assenza di effetti speciali. Cluzet interprete ottimo e credibile, non altrettanto il resto del cast. Una sceneggiatura troppo schematica non dà conto dell'evoluzione del rapporto tra i protagonisti e dello scorrere del tempo. Dovrebbero passare mesi, e invece si ha la sensazione del viaggio di una settimana.
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cizeta
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venerdì 7 febbraio 2014
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mah...
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Non ci ho trovato nulla di particolarmente esaltante in questo... a parte la fotografia,i paesaggi ed il mal di mare che trasmette.
Il sempre ottimo Cluzet, nel suo personaggio, vorrebbe dar vita ad un cambiamento interiore del protagonista che, a parer mio, non trapela nel film!
Non appare mai nella pellicola il sentimento del velista che mette da parte la sua competizione per portare in salvo il clandestino, ma il film te lo sbatte in faccia a pelliccola conclusa... Non capiamo come e quando si decide di mandare a quel paese anni di allenamento ed un'ottima regata per uno scopo "umano".
Non lo so... non l'ho capito...
Voto personale: 5,5
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paulnacci
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giovedì 12 dicembre 2013
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dinamico...
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Film molto dinamico scandito dal mutare della classifica della Vendèe de globe, il protagonista im mezzo alle intemperie del mare ed a inconvenienti come la rottura del timone , è costretto a condividere l'angusto spazio della sua barca con un clandestino Mauritano salito di nascosto alle canarie , al quale si affezzionerà e che a costo di perdere la regata non facendolo sbarcare di nascosto , inoltre vi è un esplicito riferimento al fatto veramente accaduto con protagosnisti Giovanni Soldini e la navigatrice francese Isabelle Autissier , molto belle le scene di navigazione.
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matteoincani
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domenica 8 dicembre 2013
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i soldi meglio spesi della mia vita
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Il voto che ho lasciato è giustificato solo da una cosa, questo film mi ha cambiato e lascerà il segno nella mia vita. Non sto ora qua a criticare questo quello e quell'altro per il semplice motivo: non sono all'altezza, e penso che molte persone che commentano in questo sito dovrebbero essere più umili.
Vi consiglio di vederlo da soli per gustarlo al meglio. La recensione del sito corrisponde a quello che penso se non per alcune finezze.
Dal mio punto di vista il film non è lento, soprattutto se pensiamo che in 130 minuti vediamo una storia che dovrebbe svolgersi in 80 giorni! Ma oltre a queste affermazioni razionali, per mostrare una storia come quella che si vede si necessita di spendere alcuni secondi in più, facendo vivere qualche emozione in più.
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Il voto che ho lasciato è giustificato solo da una cosa, questo film mi ha cambiato e lascerà il segno nella mia vita. Non sto ora qua a criticare questo quello e quell'altro per il semplice motivo: non sono all'altezza, e penso che molte persone che commentano in questo sito dovrebbero essere più umili.
Vi consiglio di vederlo da soli per gustarlo al meglio. La recensione del sito corrisponde a quello che penso se non per alcune finezze.
Dal mio punto di vista il film non è lento, soprattutto se pensiamo che in 130 minuti vediamo una storia che dovrebbe svolgersi in 80 giorni! Ma oltre a queste affermazioni razionali, per mostrare una storia come quella che si vede si necessita di spendere alcuni secondi in più, facendo vivere qualche emozione in più.
Devo essere sincero: non volevo che finisse! Sarei rimasto in quella poltrona per ore e ore ancora a vedere questo UOMO navigare in solitaria, anche se non era solo, e non era un uomo, era tutti noi, tutti noi che abbiamo visto il film, che ci siamo immedesimati in lui, che ci siamo chiesti "e ora che cazzo faccio".
Sono contento che nel più famoso cinema della mia città la sala era vuota, solo 8 persone, in una città dove i cinema sono pieni, sono contento perchè vuol dire che qualcuno ancora ama il buon cinema e non le solite storie sterotipate o saghe dai mille capitoli.
Detto questo vi saluto e vi consiglio di andalo a vedere.
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