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mickey97
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giovedì 5 settembre 2013
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matt damon si rasa la testa e salva il mondo
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L'aria è più inquinata e la Terra fin troppo sovrappopolata, per questo motivo i più ricchi vivono in una stazione spaziale chiamata Elysium lasciando sia poveri che criminali nel degrado del pianeta natale. Le alte classi sociali non conoscono nè malattie nè sofferenze bensì vivono nel lusso e possono curarsi con appositi macchinari in grado di debellare qualsiasi malattia. Elysium è un mondo a sè stante che risulta perfetto sotto tutti i punti di vista e si pone crudelmente a confronto con la Terra nonostante il paragone non abbia alcuna possibilità di reggere ma lo spettatore è comunque testimone di due mondi completamente diversi e la sua attenzione è completamente rivolta sia verso i degradati quartieri di una Los Angeles che ormai sembra dimenticata pure da Dio e sia verso la particolare forma di una Elysium decisamente prospera.
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L'aria è più inquinata e la Terra fin troppo sovrappopolata, per questo motivo i più ricchi vivono in una stazione spaziale chiamata Elysium lasciando sia poveri che criminali nel degrado del pianeta natale. Le alte classi sociali non conoscono nè malattie nè sofferenze bensì vivono nel lusso e possono curarsi con appositi macchinari in grado di debellare qualsiasi malattia. Elysium è un mondo a sè stante che risulta perfetto sotto tutti i punti di vista e si pone crudelmente a confronto con la Terra nonostante il paragone non abbia alcuna possibilità di reggere ma lo spettatore è comunque testimone di due mondi completamente diversi e la sua attenzione è completamente rivolta sia verso i degradati quartieri di una Los Angeles che ormai sembra dimenticata pure da Dio e sia verso la particolare forma di una Elysium decisamente prospera. Max fin da piccolo desiderava andare lassù, nel luogo in cui tutto funziona, Elysium alla fine si trasforma come il pianeta dei sogni destinati a non divenire realtà che in men che non si dica si realizzano secondo l'ingente bisogno di curarsi da una malattia che garantisce solo cinque giorni di vita. Il soggetto di tutto ciò è proprio Matt Damon che per l'occasione si rasa la testa e salva il mondo intero con ben poca volontà di rendere partecipi gli spettatori a questo gesto estremo, ossia la morte... di un uomo che stava per morire e che si reca su Elysium per sacrificare sè stesso e alla fine a salvarsi è la bambina affetta da leucemia terminale. Il regista di District 9, Neil Blomkamp dirige un prodotto che offende la fantascienza risultando vuoto, assurdo e per nulla originale ma alquanto simile ad After Earth nell'idea e a Oblivion nei presuntuosi caratteri fantascientifici. Elysium è un film che non ha colonna vertebrale e crolla di continuo per via dei terribili buchi di sceneggiatura, inoltre risulta banalissimo nell'esecuzione della trama che non prende forma mantenendosi definitivamente piatta. Matt Damon dice addio ai suoi capelli e sperimenta la versione calva salvando il mondo con una semplicità e una banalità disarmante per giunta alquanto imbarazzante ed incarna malamente la figura dell'eroe che muore per gli altri senza curare sè stesso mentre una Foster davvero poco convincente muore per mano di un'antagonista che comunque si impegna ma senza successo ma Damon non brilla come avrebbe dovuto.
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miroforti
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martedì 3 settembre 2013
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elysium
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Nel 2154 la società umana ha raggiunto un nuovo equilibrio di potere. A causa di un disastro climatico, la popolazione mondiale è parossisticamente spaccata a metà tra ricchi e poveri. Gli uni vivono su Elysium, un satellite artificiale in orbita attorno al pianeta, senza malattie né morte; gli altri invece rimangono sulla Terra, a osservare il paradiso fluttuante e a covare rancore o ingenue speranze. Lavorando in fabbrica, Max viene esposto a una dose letale di radiazione, che lo porterà a morte certa dopo pochi giorni. L’unica speranza è raggiungere una delle tante capsule mediche di Elysium e curare la contaminazione.
Nel 2009 il nome di Peter Jackson alla produzione e un’astronave in avaria sopra Johannesburg spinsero il pubblico a conoscere District 9, lungometraggio d’esordio di Neill Blomkamp, pressoché sconosciuto ai più.
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Nel 2154 la società umana ha raggiunto un nuovo equilibrio di potere. A causa di un disastro climatico, la popolazione mondiale è parossisticamente spaccata a metà tra ricchi e poveri. Gli uni vivono su Elysium, un satellite artificiale in orbita attorno al pianeta, senza malattie né morte; gli altri invece rimangono sulla Terra, a osservare il paradiso fluttuante e a covare rancore o ingenue speranze. Lavorando in fabbrica, Max viene esposto a una dose letale di radiazione, che lo porterà a morte certa dopo pochi giorni. L’unica speranza è raggiungere una delle tante capsule mediche di Elysium e curare la contaminazione.
Nel 2009 il nome di Peter Jackson alla produzione e un’astronave in avaria sopra Johannesburg spinsero il pubblico a conoscere District 9, lungometraggio d’esordio di Neill Blomkamp, pressoché sconosciuto ai più. Il film convince, la figura dell’immigrato come extraterrestre – il diverso per antonomasia – appassiona e commuove e il regista ci regala uno dei migliori film fantascientifici della stagione, fitta di prove convincenti quali Avatar, Star Trek e Moon. Quattro anni dopo prosegue il suo personale viaggio all’interno della science fiction con un’opera più canonica ma che mantiene molto stile e tematiche del predecessore; nella città-fabbrica che è diventata Los Angeles ritroviamo i detriti, la polvere e la miseria che affliggevano i Gamberoni in Sudafrica. Nel futuro di Elysium la Terra assurge a immenso ghetto di isolamento per gli indesiderati, il popolo, i diversi. Diversi per coloro che detengono il potere – economico e quindi sociale – dal satellite delle meraviglie, lontani eppure fin troppo presenti nel mantenere il controllo per mezzo di robot burocrati e droidi da guerriglia. Gli alieni del Distretto 9 anelavano il ritorno dai propri simili in patria, mentre gli uomini del 2154 tentano di allontanarsene e di farsi riconoscere come uguali da chi quest’uguaglianza l’ha rifiutata con leggi e contratti. Il film ha una morale ben schierata e lo scontro avviene tra chi persegue il bene e chi decide di non perseguirlo. La nave orbitante Elysium rappresenta la materializzazione del cinismo e dell’iniquità sociali, a sua volta sintetizzata dal personaggio di Jodie Foster; il male furioso, il villain da fantascienza – in verità più innocuo della succitata Foster – è invece l’agente Kruger (seconda collaborazione del regista con Sharlto Copley), che concretizza il volto action del film, corposo e d’intrattenimento. Il percorso filmico sfocia poi in un finale pacificatorio che denota un grande e urgente bisogno di giustizia della più alta e utopica specie, non violenta né vendicativa. In ogni caso Elysium non è un film riflessivo che cerca il pensiero profondo a tutti i costi e tutte le considerazioni che ne scaturiscono sono immerse in combattimenti e frammenti gore inaspettati ma ben accetti (simpatica la ricostruzione facciale in tempo reale, che ricorda la decomposizione – al contrario – degli zombi di Evil dead). Sequenze combat più lunghe e più numerose quindi, complice un Matt Damon che mena le mani in modalità droide grazie a un esoscheletro impiantato nel sistema nervoso. Questo e la retorica sentimentale che attraversa l’opera rendono Elysium meno fresco e più vicino alla catena di montaggio hollywoodiana di quanto non fosse l’opera prima del regista. Si tratta in ogni caso di buona fantascienza, mancano però un poco del coraggio d’esordio e della vigorosa spontaneità che lo aveva fatto brillare.
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lucarossi
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martedì 3 settembre 2013
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reale artificiale utopica e mondo agonizzante
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Elysium brilla nel cielo, di giorno e di notte. È uno splendido piccolo mondo artificiale in orbita intorno alla Terra. Lì si sono ritirati i ricchi e potenti, che vivono in lussuose ville circondate dalla natura e dall'acqua. Tra le mille meraviglie che si hanno disposizione ci sono le cabine di guarigione. È sufficiente sdraiarsi al loro interno e il sistema procede a una scansione che rileva qualsiasi problema legato alla salute per poi guarirlo in un istante.
La Terra è malata: sovrappopolazione, inquinamento ambientale, malattie. Ai terrestri non è rimasto molto del pianeta di qualche secolo prima. Per molti l'unico sogno è la conquista del biglietto per Elysium.
I pochi che si avventurano nell'impresa tuttavia in genere vengono fatti eliminare ancora prima dello sbarco dal Ministro della Cura e della Difesa di Elysium, la bravissima Jodie Foster.
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Elysium brilla nel cielo, di giorno e di notte. È uno splendido piccolo mondo artificiale in orbita intorno alla Terra. Lì si sono ritirati i ricchi e potenti, che vivono in lussuose ville circondate dalla natura e dall'acqua. Tra le mille meraviglie che si hanno disposizione ci sono le cabine di guarigione. È sufficiente sdraiarsi al loro interno e il sistema procede a una scansione che rileva qualsiasi problema legato alla salute per poi guarirlo in un istante.
La Terra è malata: sovrappopolazione, inquinamento ambientale, malattie. Ai terrestri non è rimasto molto del pianeta di qualche secolo prima. Per molti l'unico sogno è la conquista del biglietto per Elysium.
I pochi che si avventurano nell'impresa tuttavia in genere vengono fatti eliminare ancora prima dello sbarco dal Ministro della Cura e della Difesa di Elysium, la bravissima Jodie Foster. Lei, sotto inchiesta per i suoi metodi brutali, ritiene che in fondo non siano quelli il problema, ma la politica permissiva dell'attuale Presidente. In una realtà retta dalla tecnologia e dall'automazione, è sufficiente rivolgersi a chi la gestisce per ottenere un reboot del sistema nel quale inserire le credenziali del nuovo Presidente.
Ma sulla Terra Max (Matt Damon) lotta. Lotta per raggiungere Elysium, che sogna insieme all'amica Frey sin da quando erano bambini. Dopo una lacerante esposizione alla radiazioni, gli rimangono solo cinque giorni di vita per raggiungere la cabina di guarigione che gli consentirà di sopravvivere.
Elysium è un film di fantascienza senza picchi emotivi o spunti originali, tuttavia la vicende umane sono godibili, gli scenari affascinanti, il contrasto tra realtà artificiale utopica e mondo agonizzante molto ben riuscito. Per gli appassionati del genere è un ottimo inizio di stagione.
www.lucarossi369.com/2013/09/elysium.html
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daniele 69
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domenica 1 settembre 2013
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occasione sprecata!
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Sono andato a vedere il film abbastanza tranquillo, forte del registra Neil Blomkamp. Lo stesso di District 9, che ho sempre considerato un buon film, anche se non ho mai gridato al capolavoro.
Rimasto deluso. Alla fine i difetti superano di gran lunga i pregi ed il regista e/o sceneggiatore non sono riusciti a creare la famosa "sospensione di incredulità" che permette di ignorare tutte le incongruenze ed assurdità della trama perché rapiti dalla storia.
I pregi? Veramente pochi: i disperati che fuggono verso Elysium per poi venire abbattuti e la Los Angeles del 2154 (completamente assurda), ma visivamente potente.
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Sono andato a vedere il film abbastanza tranquillo, forte del registra Neil Blomkamp. Lo stesso di District 9, che ho sempre considerato un buon film, anche se non ho mai gridato al capolavoro.
Rimasto deluso. Alla fine i difetti superano di gran lunga i pregi ed il regista e/o sceneggiatore non sono riusciti a creare la famosa "sospensione di incredulità" che permette di ignorare tutte le incongruenze ed assurdità della trama perché rapiti dalla storia.
I pregi? Veramente pochi: i disperati che fuggono verso Elysium per poi venire abbattuti e la Los Angeles del 2154 (completamente assurda), ma visivamente potente.
I difetti? L'ossatura stessa del film!!! E' così improbabile immaginare che una stazione spaziale abitata da poche centinaia di migliaia di edonisti (che dipende praticamente da tutto dalla madre Terra) riesca a dominare (anche se con robot soldati un filo ridicoli) un pianeta popolato da miliardi di disperati (ma dotati della tecnologia che gli permette di creare shuttle che partono dal giardino di casa ed esoscheletri da combattimento) - che tutta l'ossatura del film purtroppo crolla.
E non basta la buona volontà e tutto lo sputo del mondo per tenere in piedi la baracca. Il film vuole essere una critica sociale del presente inserita in un contesto fantastico, 100 e passa anni nel futuro. Alla fine la critica prevale e la costruzione fantastica va in frantumi.
Peccato. Un'occasione sprecata.
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mask-yoda
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lunedì 9 settembre 2013
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il secondo film è sempre il più difficile
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Dopo l’originale District 9, Blomkamp del tutto imprevedibilmente cade nella trappola Hollywoodiana del film “High profit”. Sarà che questa volta l’hanno pagato molto meglio? Voglio credere che sia stato costretto a scendere a compromessi. Scopiazzando dai videogiochi (Halo: la superstazione anello e lo scudo al plasma azzurrino dei Covenant non sono citazioni, dai!), con personaggi decisamente poco strutturati, flashback banalissimi e malcelate citazioni bibliche, il film fa più che altro arrabbiare perché per quasi metà è pure intrigante. Poi scoppia la fretta. Il filo non si perde ma i dettagli fuori posto si notano: Gesù-Damon-Max sprovveduto entra nella navetta dei cacciatori di teste sperando nel loro buon cuore, la provvida sventura fa precipitare la stessa navetta nel posto migliore di Elisyum (proprio dove è possibile resettare l’intera stazione con un click), la security spaziale svanisce di colpo per permetter di fare arrivare gli apostoli-haker-scafisti, scazzottata finale con la bellezza di pugni alla testa(dati da braccia robotizzate)che non fanno neanche il solletico, innocua denervazione dell’esoscheletro del superscarso nemico finale (detto Kruger "Il ninja-covenant"), bimbe finte che raccontano favolette a perfetti cyber-sconosciuti, personaggi femminili.
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Dopo l’originale District 9, Blomkamp del tutto imprevedibilmente cade nella trappola Hollywoodiana del film “High profit”. Sarà che questa volta l’hanno pagato molto meglio? Voglio credere che sia stato costretto a scendere a compromessi. Scopiazzando dai videogiochi (Halo: la superstazione anello e lo scudo al plasma azzurrino dei Covenant non sono citazioni, dai!), con personaggi decisamente poco strutturati, flashback banalissimi e malcelate citazioni bibliche, il film fa più che altro arrabbiare perché per quasi metà è pure intrigante. Poi scoppia la fretta. Il filo non si perde ma i dettagli fuori posto si notano: Gesù-Damon-Max sprovveduto entra nella navetta dei cacciatori di teste sperando nel loro buon cuore, la provvida sventura fa precipitare la stessa navetta nel posto migliore di Elisyum (proprio dove è possibile resettare l’intera stazione con un click), la security spaziale svanisce di colpo per permetter di fare arrivare gli apostoli-haker-scafisti, scazzottata finale con la bellezza di pugni alla testa(dati da braccia robotizzate)che non fanno neanche il solletico, innocua denervazione dell’esoscheletro del superscarso nemico finale (detto Kruger "Il ninja-covenant"), bimbe finte che raccontano favolette a perfetti cyber-sconosciuti, personaggi femminili.... non me li ricordo, ma c'erano? Molto lontano dal precedente, questa volta il distretto è provincialotto e il numero, se fosse un voto, sarebbe molto più basso di 9. I temi più profondi sono parecchio banalizzati (disuguaglianza sociale, malattia, clandestinità) e non si riconosce il regista del primo film. La cosa peggiore? Lo splatter della faccia massacrata di Kruger e la successiva miracolosa guarigione via capsula medica (tanto basta che le cervella siano ok, no?). La cosa migliore? La citazione di Star Wars. Una stella e mezza, arrotondata per eccesso visto che comunque gli incassi ci sono.
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[+] mah...
(di icutino)
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jacopo b98
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venerdì 30 agosto 2013
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grandioso,violento,potente,affascinante, fresco!!!
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Anno 2154 d.C. La Terra è ormai impossibile da abitare, perciò i ricchi costruiscono una enorme stazione spaziale, Elysium, dove non ci sono malattie e guerre e ci vanno a vivere lasciando i poveri a morire sul pianeta. A Los Angeles Max (Damon), un ladruncolo d’automobili, mentre lavora ha un incidente ed è destinato a morire entro cinque giorni. Perciò si mette in affari con un uomo (Cantillo) che ha intenzione di fare un furto: rubare dalla mente di un uomo le chiavi di Elysium, così da poter andare lassù e liberare il mondo dalla dittatura dei ricchi. Max, dopo essersi fatto installare un esoscheletro meccanico, parte perciò per Elysium per operare la rivoluzione.
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Anno 2154 d.C. La Terra è ormai impossibile da abitare, perciò i ricchi costruiscono una enorme stazione spaziale, Elysium, dove non ci sono malattie e guerre e ci vanno a vivere lasciando i poveri a morire sul pianeta. A Los Angeles Max (Damon), un ladruncolo d’automobili, mentre lavora ha un incidente ed è destinato a morire entro cinque giorni. Perciò si mette in affari con un uomo (Cantillo) che ha intenzione di fare un furto: rubare dalla mente di un uomo le chiavi di Elysium, così da poter andare lassù e liberare il mondo dalla dittatura dei ricchi. Max, dopo essersi fatto installare un esoscheletro meccanico, parte perciò per Elysium per operare la rivoluzione. Scritto, co-prodotto e diretto dal sudafricano Blomkamp che aveva dimostrato le sue doti con la folgorante opera prima District 9 (2009). Con Elysium sale il budget (cento milioni contro i trenta del film precedente) e si realizza uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi anni: non c’è forse il furore e l’originalità del film precedente, ma c’è coraggio da vendere e, anche se la storia di per sé non è nuova, è il modo in cui il regista mette in scena che conta. Infatti Blomkamp dimostra ulteriormente la possibilità di fare fantascienza adulta e non si inchina agli standard hollywoodiani: partiamo dall’ambientazione (scenografie di Philip Ivey) su una terra in rovina: erano anni che non si vedeva un ritratto così potente, fresco ed appassionato del futuro. Non ci sono la speranza e il buonismo hollywoodiani, bensì una visione apocalittica e drammatica del futuro. Memorabile dal punto di vista tecnico, perfetti come sempre gli effetti speciali, magnifica la fotografia (una volta tanto non in 3D), e soprattutto perfetto il montaggio, furente e veloce, che valorizza il talento di Blomkamp nella scelta delle inquadrature. Altra cosa non convenzionale è la violenza: realistica e sanguinosa (la testa di Kruger che esplode è indimenticabile), che evidentemente non va incontro le esigenze produttive (infatti in America è stato vietato ai minori di 17 anni non accompagnati). Grandioso, potente, affascinante, fresco, fluido, ricco di citazioni, messo in scena con perizia e sceneggiato con cura, è una ventata d’aria fresca nel desolante panorama della fantascienza post-apocalittica e non solo. Ed infine non si può non parlare almeno di Damon, che ci dà una eccellente prova d’attore (cosa rara in uno sci-fi).
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(di shalafi)
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