scarabocio
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domenica 15 dicembre 2013
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sorpresa al noir festival di courmayeur
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Domingo Hemingway (Jude Law) è un famigerato ladro londinese. Uscito di prigione dopo 12 anni (del suo passato criminale nessun cenno), Dom ha un solo pensiero in testa: conquistarsi ciò che gli spetta per aver taciuto riguardo agli affari malavitosi di cui era a conoscenza. Con l’aiuto del compagno di affari e rapine Dickie (Richard E. Grant), giungerà presto alla villa del capo Monsieur Fontaine, ricco delinquente russo, per la promessa ricompensa. Tra folli peripezie e colpi di scena, Dom riuscirà a ritrovare i valori da cui gli anni di sofferenza e solitudine in cella l’avevano allontanato, senza tuttavia abbandonare i vizi e i comportamenti squilibrati che fanno parte della sua stessa natura.
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Domingo Hemingway (Jude Law) è un famigerato ladro londinese. Uscito di prigione dopo 12 anni (del suo passato criminale nessun cenno), Dom ha un solo pensiero in testa: conquistarsi ciò che gli spetta per aver taciuto riguardo agli affari malavitosi di cui era a conoscenza. Con l’aiuto del compagno di affari e rapine Dickie (Richard E. Grant), giungerà presto alla villa del capo Monsieur Fontaine, ricco delinquente russo, per la promessa ricompensa. Tra folli peripezie e colpi di scena, Dom riuscirà a ritrovare i valori da cui gli anni di sofferenza e solitudine in cella l’avevano allontanato, senza tuttavia abbandonare i vizi e i comportamenti squilibrati che fanno parte della sua stessa natura.
Il personaggio principale è protagonista assoluto non solo della trama, ma di ogni dialogo e inquadratura. Jude Law entra magistralmente nella parte dando a Dom caratteristiche estreme: ogni espressione, ogni parola è caricata di una vena che sta a metà tra il delirio di onnipotenza e la malinconica disperazione. Dom è un personaggio contradditorio. Presuntuoso, pressapochista, impulsivo nei gesti, intreccia al tempo stesso dialoghi fortemente sarcastici, raffinatamente teatrali, a tratti onirici, lasciando gli altri personaggi (e noi spettatori) sorpresi e interdetti. Dom conferisce al suo linguaggio, superficialmente rozzo e volgare, spontaneità e autenticità che rendono i suoi confusi discorsi simili a quelli di un poeta che lotta contro la disperazione interiore.
La trama del film è lineare, verosimile, comprensibile, caratteristiche mai date per scontate quando si parla di crime-comedy. Il mondo surreale con cui Dom interagisce tende verso una costante esagerazione comica delle situazioni in atto. Assistiamo a scene di presunta criminalità risolte come in un circo (indimenticabile la ‘prova della cassaforte’ parzialmente superata a suon di martellate); gangster che ancora ricordano con dolore la morte del gatto di casa; seducenti donne che approcciano uomini apprezzandone con esaltazione il mento.
Dovendo riportare fedelmente le caratteristiche di un individuo così imprevedibile e frenetico non si può tuttavia prescindere dalla particolare condizione con cui Dom deve fare i conti, nel momento in cui lo conosciamo: durante i suoi 12 anni di reclusione sua figlia è cresciuta senza un vero padre e oppone resistenza ai tentativi di riavvicinamento del pentito genitore ora libero, tutto ciò mentre la madre è morta per malattia. E’ naturale quindi che la sopra citata esagerazione comica degli avvenimenti nel suo complesso stia solo alla superficie della vicenda di Dom, la cui verità giace nella tragedia che lo ha logorato durante gli anni in prigione.
“Dom Hemingway” conquista il suo pubblico anche e soprattutto perché Law e il suo incontenibile personaggio non smettono mai di sorprendere, fino all’ultima indimenticabile scena in cui stupore e sorrisi si fondono a simboleggiare una ritrovata serenità del protagonista. Domingo Hemingway (Jude Law) è un famigerato ladro londinese. Uscito di prigione dopo 12 anni (del suo passato criminale nessun cenno), Dom ha un solo pensiero in testa: conquistarsi ciò che gli spetta per aver taciuto riguardo agli affari malavitosi di cui era a conoscenza. Con l’aiuto del compagno di affari e rapine Dickie (Richard E. Grant), giungerà presto alla villa del capo Monsieur Fontaine, ricco delinquente russo, per la promessa ricompensa. Tra folli peripezie e colpi di scena, Dom riuscirà a ritrovare i valori da cui gli anni di sofferenza e solitudine in cella l’avevano allontanato, senza tuttavia abbandonare i vizi e i comportamenti squilibrati che fanno parte della sua stessa natura.
Il personaggio principale è protagonista assoluto non solo della trama, ma di ogni dialogo e inquadratura. Jude Law entra magistralmente nella parte dando a Dom caratteristiche estreme: ogni espressione, ogni parola è caricata di una vena che sta a metà tra il delirio di onnipotenza e la malinconica disperazione. Dom è un personaggio contradditorio. Presuntuoso, pressapochista, impulsivo nei gesti, intreccia al tempo stesso dialoghi fortemente sarcastici, raffinatamente teatrali, a tratti onirici, lasciando gli altri personaggi (e noi spettatori) sorpresi e interdetti. Dom conferisce al suo linguaggio, superficialmente rozzo e volgare, spontaneità e autenticità che rendono i suoi confusi discorsi simili a quelli di un poeta che lotta contro la disperazione interiore.
La trama del film è lineare, verosimile, comprensibile, caratteristiche mai date per scontate quando si parla di crime-comedy. Il mondo surreale con cui Dom interagisce tende verso una costante esagerazione comica delle situazioni in atto. Assistiamo a scene di presunta criminalità risolte come in un circo (indimenticabile la ‘prova della cassaforte’ parzialmente superata a suon di martellate); gangster che ancora ricordano con dolore la morte del gatto di casa; seducenti donne che approcciano uomini apprezzandone con esaltazione il mento.
Dovendo riportare fedelmente le caratteristiche di un individuo così imprevedibile e frenetico non si può tuttavia prescindere dalla particolare condizione con cui Dom deve fare i conti, nel momento in cui lo conosciamo: durante i suoi 12 anni di reclusione sua figlia è cresciuta senza un vero padre e oppone resistenza ai tentativi di riavvicinamento del pentito genitore ora libero, tutto ciò mentre la madre è morta per malattia. E’ naturale quindi che la sopra citata esagerazione comica degli avvenimenti nel suo complesso stia solo alla superficie della vicenda di Dom, la cui verità giace nella tragedia che lo ha logorato durante gli anni in prigione.
“Dom Hemingway” conquista il suo pubblico anche e soprattutto perché Law e il suo incontenibile personaggio non smettono mai di sorprendere, fino all’ultima indimenticabile scena in cui stupore e sorrisi si fondono a simboleggiare una ritrovata serenità del protagonista.
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flyanto
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giovedì 5 giugno 2014
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quanto è dura riappropriarsi della propria esisten
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Film in cui si racconta di un rapinatore, il Domingo Hemingway del titolo interpretato da Jude Law, che, appena uscito di galera, và alla ricerca dei suoi ex colleghi che lui non ha denunciato al fine di recuperare la propria parte e qualcosa di più del bottino che gli spetta. Da qui si succederanno numerose avventure che porteranno il protagonista ad affrontare numerosi pericoli, ritorsioni, regolamenti di conti rendendogli l'esistenza assai dura e contrastata. In più egli cerca invano anche di recuperare il rapporto con la figlia abbandonata anni prima ed ormai cresciuta e soprattutto molto ostile nei suoi confronti. Insomma, dopo rocambolesche avventure tutto sembra quasi sistemarsi, o quasi.
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Film in cui si racconta di un rapinatore, il Domingo Hemingway del titolo interpretato da Jude Law, che, appena uscito di galera, và alla ricerca dei suoi ex colleghi che lui non ha denunciato al fine di recuperare la propria parte e qualcosa di più del bottino che gli spetta. Da qui si succederanno numerose avventure che porteranno il protagonista ad affrontare numerosi pericoli, ritorsioni, regolamenti di conti rendendogli l'esistenza assai dura e contrastata. In più egli cerca invano anche di recuperare il rapporto con la figlia abbandonata anni prima ed ormai cresciuta e soprattutto molto ostile nei suoi confronti. Insomma, dopo rocambolesche avventure tutto sembra quasi sistemarsi, o quasi.
Questa pellicola ricorda molte precedenti opere cinematografiche del genere "malavitoso": con personaggi cioè che hanno vissuto e vivono costantemente nell'illegalità ed in maniera violenta, frequentando gli ambienti più sordidi e pericolosi della città e dotati di un linguaggio molto esplicito, diretto ed ovviamente crudo e scurrile. Pertanto il film non risulta propriamente una novità nel panorama cinematografico e la sua riuscita non viene pienamente ottenuta. In ogni caso, come puro divertissement, quest'opera è piacevole e gli elementi che sicuramente meritano un certo elogio sono l'interpretazione, qui molto differente dalle sue precedenti, di Jude Law, che risulta molto efficace e calzante al ruolo di "poco di buono" e la colonna sonora composta da canzoni tipiche del sound inglese degli anni '80/90.
Sicuramente allo spettatore non passerà inosservato il linguaggio dei protagonisti, composto da dialoghi e battute dirette, forti, talvolta volgari ma efficaci in modo tale da rendere l'idea dell'ambiente sordido della malavita. E tutto teso ad un eclatante effetto.
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luigi chierico
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martedì 23 febbraio 2016
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sorprendente
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Non una sola parola su questo originalissimo film che per gli amanti del buon cinema va visto e gustato scena per scena. Una colossale interpretazione di Jude Law nella parte difficile di Dom Hemingway, non da meno tutti gli altri protagonisti, amici e nemici, parenti e non dello sfortunato Dom. In particolare Richard E. Grant, nella parte di Dickie, e Demiàn Bichir, nella parte di mr. Fontaine. La scelta di tutti gli attori è veramente un grandissimo merito del regista Richard Shepard che li ha voluti per dirigerli magistralmente in questa strana avventura. Il film è presentato come “commedia”, lo è solo in parte perché nella sua propria essenza è difficile inquadrarlo in una categoria. E’ sorprendentemente nuovo.
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Non una sola parola su questo originalissimo film che per gli amanti del buon cinema va visto e gustato scena per scena. Una colossale interpretazione di Jude Law nella parte difficile di Dom Hemingway, non da meno tutti gli altri protagonisti, amici e nemici, parenti e non dello sfortunato Dom. In particolare Richard E. Grant, nella parte di Dickie, e Demiàn Bichir, nella parte di mr. Fontaine. La scelta di tutti gli attori è veramente un grandissimo merito del regista Richard Shepard che li ha voluti per dirigerli magistralmente in questa strana avventura. Il film è presentato come “commedia”, lo è solo in parte perché nella sua propria essenza è difficile inquadrarlo in una categoria. E’ sorprendentemente nuovo. La trama può essere scontata, ma il film è spettacolo, è narrazione, un dialogo ai limiti della follia narrativa,una sfida con la vita per Dom. Buona la musica, sceneggiatura e scenografia impeccabili, ottimo il doppiaggio. Una fugace presenza di Melody, in arte la bella Carry Condon, offre l’occasione per raccogliere il lato positivo di un film in cui pare dominare la cattiveria, il linguaggio scurrile, il sesso ed il nudo gratuiti, la violenza minacciata o subita:”Per il karma chi salva la vita a qualcuno sarà ripagato dalla sorte nel momento in cui ne avrà più bisogno”. Occorre avere coraggio critico per dare il giusto valore a questo film che per la massa è declassato, ma si sa che la massa preferisce ben altri spettacoli, poco importa l’impegno professionale degli attori e del regista, vero è che agli attori si preferiscono gli effetti speciali, al dialogo le scene, alle persone le macchine che si rincorrono. In questo film ci si deve accontentare di una bella passeggiata in una magnifica macchina con uno splendido panorama su Saint-Tropez per raggiungere una splendida dimora immersa nel verde, là dove la speranza si perderà, e di un’auto uscita fuori strada in una delirante scena, dove un bacio basterà a ridare una vita e raccogliere il karma. Allorché qualcosa,un quadro,un libro,una statua,un film risponde a ben precisi requisiti deve definirsi capolavoro, piaccia o non piaccia a tutti,la Gioconda pur rispondendo a tutti i canoni per definire capolavoro un quadro a me non piace, senza cpn ciò nulla togliere al suo giusto ed indiscusso valore. E’ per questo principio che questo film lo consiglio solo a chi ne fa raccolta di particolari, divertenti, anche se non impegnati, romantici, malinconici o d’avventura.chibar22@libero.it
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