nerimarcorã©
|
martedì 3 agosto 2021
|
a chi non è successo?
|
|
|
|
Film molto particolare: ti spedisce in una situazione che tutti conosciamo o abbiamo vissuto, facendoti pensare che sai già come andrà a finire, e poi ti manipola, attraverso lo sguardo indagatore della protagonista. L'ho rivisto si recente dopo tanto tempo, e si cade sempre nei tranelli che tende: il cinema nordico riesce a non deludere quasi mai, sempre originale negli sguardi. Anna Odell brava, magnetica, davvero una scoperta.
|
|
[+] lascia un commento a nerimarcorã© »
[ - ] lascia un commento a nerimarcorã© »
|
|
d'accordo? |
|
cardclau
|
domenica 21 ottobre 2018
|
il bullismo come metafora
|
|
|
|
Anna Odell, la regista del film The Reunion, va forse al di là delle sue intenzioni, e sollevando il velo, e un vespaio, sul bullismo degli anni di scuola nella Svezia di vent’anni fa, getta in realtà una luce per tentare di comprendere le atrocità che una parte dell’essere umano commette, messo nelle condizioni di farle (con agiti appropriati), a carico dell’altra, il nazismo di Hitler, i gulag di Stalin, per citarne due tra le innumerevoli.
[+]
Anna Odell, la regista del film The Reunion, va forse al di là delle sue intenzioni, e sollevando il velo, e un vespaio, sul bullismo degli anni di scuola nella Svezia di vent’anni fa, getta in realtà una luce per tentare di comprendere le atrocità che una parte dell’essere umano commette, messo nelle condizioni di farle (con agiti appropriati), a carico dell’altra, il nazismo di Hitler, i gulag di Stalin, per citarne due tra le innumerevoli. Non siamo di fronte a un salto, fatto il primo, ma su una linea continua. Anche tra i civilissimi nordici, come dappertutto, si annidano le forze distruttive, apparentemente addormentate, invisibili, non riconosciute, che sbrigativamente ma impropriamente potremmo chiamare del maligno (e non è il caso di tirare in ballo il diavolo), come ci ha magistralmente mostrato Susanne Bier nel suo film, In un mondo migliore. Le forze che sottendono al bullismo sono della stessa natura, anche se apparentemente meno mortali, e la dicono lunga sulla salute della nostra società, anche se messo in opera da bambini, per definizione “innocenti”. Per non parlare dei genitori in qualche modo conniventi a questo oltraggio, e decisamente responsabili, direi tribali. Alla base ci sono le forze aggressive irrisolte e inelaborate, con un doloroso ma inaccettabile sentimento di inadeguatezza; quindi il senso di liberazione e di godimento appena risulta possibile scaricarle sul vicino, meglio se un tantino diverso da noi; quindi l’incapacità di provare compassione per il prossimo, e l’omissione [Il fatto di omettere, di non fare cioè, intenzionalmente o no, quello che si potrebbe o dovrebbe fare, o in genere di tralasciare qualche cosa, e, con valore concreto, la cosa che viene omessa, tralasciata … dal dizionario Treccani]. Perché come ci mostra Anna Odell tra i bulli veri e propri, e quelli che l’hanno permesso e favorito, operano le stesse forze, ci sono le stesse complicità. Tutti “non ricordano” o, meglio, hanno un ricordo bucolico di quello che era stato, con relazioni al massimo un po’ goliardiche. Sono tutti cresciuti e diventati maturi, ma la maggior parte solo anagraficamente, qualcuno più consapevole, chiede perdono, a posteriori. Bisognerebbe, a completamento, leggere, tra gli altri, il libro “Stelle di cannella” di Helga Schneider, e il libro “La banalità del male” di Hannah Arendt, per comprendere che il male non è assolutamente banale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cardclau »
[ - ] lascia un commento a cardclau »
|
|
d'accordo? |
|
|