brian77
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domenica 23 settembre 2012
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buono
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Thriller/horror molto classico, perché ti porta dentro un'ambientazione e un'atmosfera, ti fa immedesimare in un personaggio e poi comincia a rovesciare le carte in tavola ma senza strizzare stucchevolmente l'occhio sul gioco dei rovesciamenti, e tenendo invece sempre il racconto sul filo dell'azione e del suspense. Soprattutto, le immagini non sono appiattite dall'uso grafico del digitale che rende soporifera la stragrande maggioranza di horror e film fantastici degli ultimi anni. Siamo un po' dalle parti di Alta tensione di Aja, insomma: speriamo che non si perda anche Laugier...
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ralphscott
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domenica 23 settembre 2012
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di buone intenzioni
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Verrebbe da lodarne l'originalità,ma se poi mi concentro gli spunti sviluppati non son del tutto nuovi (la miniera custode di segreti,la mente malata che vorrebbe sanare la società malata,ecc.). Il tema trattato resta tuttavia interessante. Le pecche sono altre,a cominciare dalla suspence che latita. La sceneggiatura propone in maniera inusuale un forte impatto sin dalle prime sequenze,dove "la madre" si aggrappa al furgone come fosse una donna bionica. Ecco,lo spettatore si aspetta (giustamente) la creazione di atmosfere che un film di questo tipo dovrebbe privilegiare,mentre invece assiste ad altro,con l'assenza di sequenze prodromiche. Più tardi,anche l'inseguimento nel bosco risulterà sciapo.
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Verrebbe da lodarne l'originalità,ma se poi mi concentro gli spunti sviluppati non son del tutto nuovi (la miniera custode di segreti,la mente malata che vorrebbe sanare la società malata,ecc.). Il tema trattato resta tuttavia interessante. Le pecche sono altre,a cominciare dalla suspence che latita. La sceneggiatura propone in maniera inusuale un forte impatto sin dalle prime sequenze,dove "la madre" si aggrappa al furgone come fosse una donna bionica. Ecco,lo spettatore si aspetta (giustamente) la creazione di atmosfere che un film di questo tipo dovrebbe privilegiare,mentre invece assiste ad altro,con l'assenza di sequenze prodromiche. Più tardi,anche l'inseguimento nel bosco risulterà sciapo. E le cose non cambiano nelle scene di interni,fatta eccezione per il rapimento nella casa di Jessica Biel. Quest'ultima,attrice poco espressiva,si riscatta in parte nella conversazione in carcere da una recitazione,in buona parte del film,monocorde. Insomma,un thriller non banale che in mano a realizzatori con più mestiere sarebbe diventato sicuramente più incisivo. Peccato.
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renato volpone
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domenica 23 settembre 2012
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una strana storia
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Un horror che si trasforma in una storia buona, ma che di fatto buona non è perché semina morte e sofferenza. L'idea è originale e stravolge i canoni classici del genere, peccato che la sceneggiatura non regga e, tra bloopers e situazioni poco chiare, sprechi questa ghiotta occasione. L'idea di fondo è quella di rimescolare le carte cosicché non si sa mai chi sia il buono e chi sia il cattivo, ma i lati d'ombra sono troppi per convincere anche lo spirito più ostinato. Ben giocata musica e fotografia, anche se nella lunga notte il giorno fa capolino un paio di volte per poi ritrarsi. La recitazione passa dal teatrale al genere country confondendo ancora una volta le idee.
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Un horror che si trasforma in una storia buona, ma che di fatto buona non è perché semina morte e sofferenza. L'idea è originale e stravolge i canoni classici del genere, peccato che la sceneggiatura non regga e, tra bloopers e situazioni poco chiare, sprechi questa ghiotta occasione. L'idea di fondo è quella di rimescolare le carte cosicché non si sa mai chi sia il buono e chi sia il cattivo, ma i lati d'ombra sono troppi per convincere anche lo spirito più ostinato. Ben giocata musica e fotografia, anche se nella lunga notte il giorno fa capolino un paio di volte per poi ritrarsi. La recitazione passa dal teatrale al genere country confondendo ancora una volta le idee. Chissà se quel finale poi non nasconda un mondo di dolore....odore di sequel.
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foolonthehill
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domenica 23 settembre 2012
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un film che fa riflettere
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La classificazione del film quale horror è come minimo fuorviante. In effetti è un thriller anche se nemmeno questa categoria gli sta perfettamente addosso. Non si tratta solo di di un thriller ma di una vicenda complessa dove spiccano i temi della povertà, del problema dell'ambiente violento e deteriorato dove sono cresciuti molti bambini. Ma soprattutto la protagonista passa attraverso il racconto da vittima a carnefice, a vittima, mostrando come spesso il modo in cui sono conosciuti ed esposti i fatti genera sentimenti di violenza e giudizi approssimativi. E questo fa riflettere circa la facilità con cui oggi vengono creati mostri dai mass media. Non andate a vedere questo film pensando di trovarvi di fronte a bambini sgozzati e torture di ogni tipo.
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La classificazione del film quale horror è come minimo fuorviante. In effetti è un thriller anche se nemmeno questa categoria gli sta perfettamente addosso. Non si tratta solo di di un thriller ma di una vicenda complessa dove spiccano i temi della povertà, del problema dell'ambiente violento e deteriorato dove sono cresciuti molti bambini. Ma soprattutto la protagonista passa attraverso il racconto da vittima a carnefice, a vittima, mostrando come spesso il modo in cui sono conosciuti ed esposti i fatti genera sentimenti di violenza e giudizi approssimativi. E questo fa riflettere circa la facilità con cui oggi vengono creati mostri dai mass media. Non andate a vedere questo film pensando di trovarvi di fronte a bambini sgozzati e torture di ogni tipo. Chi era in sala con me è rimasto deluso. Da una parte capisco che non si sia trovato di fronte il film che si aspettava, dall'altro mi dispiace che trovarsi di fronte un film intelligente anziché splatter sia considerato un fatto negativo. Ma il bisogno di violenza come sappiamo si nutre anche di questo. Ed è un'altra cosa su cui riflettere
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lukemisonofattotuopadre
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venerdì 21 settembre 2012
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il laugier americano funzione come quello francese
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Molti registi horror francesi, dopo aver fatto dei validi film in patria, se ne sono andati in America attratti dai dollaroni e hanno fatto più o meno cagare, a parte forse Cristophe Gans e...Pascal Laugier. In attesa di capire se l'enfant prodige farà il remake di Hellraiser, godiamoci un dramma-thriller ben fatto, ben diretto e fedele al modo di vedere le cose di Pascal Laugier.
Il film è bello perché decide di fare a meno del thrilling per concentrarsi sulla dimensione umana. In effetti non saprei come si sarebbe potuto fare per unire ambedue le tematiche. Lo spaccato sulla periferia americana che viene dato non è originale, ma ricorda Roger & Me di Michael Moore.
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Molti registi horror francesi, dopo aver fatto dei validi film in patria, se ne sono andati in America attratti dai dollaroni e hanno fatto più o meno cagare, a parte forse Cristophe Gans e...Pascal Laugier. In attesa di capire se l'enfant prodige farà il remake di Hellraiser, godiamoci un dramma-thriller ben fatto, ben diretto e fedele al modo di vedere le cose di Pascal Laugier.
Il film è bello perché decide di fare a meno del thrilling per concentrarsi sulla dimensione umana. In effetti non saprei come si sarebbe potuto fare per unire ambedue le tematiche. Lo spaccato sulla periferia americana che viene dato non è originale, ma ricorda Roger & Me di Michael Moore. Viene in mente la miglior produzione pasoliniana, ferreiana o anche altmaniana nella trattazione dei personaggi, bloccati nella città e impediti alla felicità a causa della vita stessa. Anche se sono esseri spregevoli, non sono macchiette e non gli viene negata la pietà. Pietà che pure c'è per Jessica Biel, personaggio prima presentato come buona donna, poi come il male, poi ancora la luce cambia e ciascuno potrà dire quello che pensa. L'interpretazione non è univoca.
Dunque, per riassumere: non è un film schioccante, non è nemmeno un horror, ma va bene comunque, sia per via del significato, sia per la regia, stilisticamente matura, corretta, in linea col significato del film e con l'idea che Laugier ha dell'uomo e del mondo.
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donni romani
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lunedì 10 settembre 2012
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un giallo classico che solleva interrogativi etici
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Una cittadina come tante Cold Rock, in difficoltà economica dopo la chiusura della miniera che dava lavoro a molti cittadini, con i giovani sfiduciati e gli anziani rassegnati, con famiglie disfunzionali dove una madre assiste senza intervenire alla gravidanza della figlia adolescente messa incinta dal proprio compagno, microcosmi dove parlare per esprimere il proprio dolore e il disagio di vivere è talmente inutile che la voce narrante dal film è una ragazza che al tempo dei fatti era muta per scelta, per rinuncia, per disperazione. In un contesto simile la scomparsa di diciotto bambini in pochi anni è chiaro che diventa motivo di inquietudine e di paranoia, dando vita ad un misterioso e mitico personaggio, il "tall man" del titolo originale, l'uomo alto che nel cuore della notte rapisce i bambini e li porta chissà dove.
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Una cittadina come tante Cold Rock, in difficoltà economica dopo la chiusura della miniera che dava lavoro a molti cittadini, con i giovani sfiduciati e gli anziani rassegnati, con famiglie disfunzionali dove una madre assiste senza intervenire alla gravidanza della figlia adolescente messa incinta dal proprio compagno, microcosmi dove parlare per esprimere il proprio dolore e il disagio di vivere è talmente inutile che la voce narrante dal film è una ragazza che al tempo dei fatti era muta per scelta, per rinuncia, per disperazione. In un contesto simile la scomparsa di diciotto bambini in pochi anni è chiaro che diventa motivo di inquietudine e di paranoia, dando vita ad un misterioso e mitico personaggio, il "tall man" del titolo originale, l'uomo alto che nel cuore della notte rapisce i bambini e li porta chissà dove. Quando però ad essere rapito è il figlio dell'infermiera del paese, una Jessica Biel sempre bellissima nonostante le tumefazioni al volto con cui appare in apertura di film, lei non si rassegna, insegue il furgone che si allontana da casa sua, lotta con il cane del rapitore, cerca di ritrovare il bambino a tutti i costi... quella che segue sarà una lunghissima notte, che cambierà le vite di tutti gli abitanti di Cold Rock, di chi resta e di chi andrà via... non si può e non si deve svelare di più della trama del nuovo film di Pascal Laugier perchè i copi di scena e i ribaltamenti di fronte sono tanti, e tutti di ottima fattura, e bisogna scoprirli man mano, scendendo i grandini della follia e della disperazione, accompagnati dalle figure stanche delle madri che hanno perduto i loro figli, e dagli occhi supplici di chi ha ancora un futuro davanti a sè. Teso, asciutto, diretto con mano sicura e girato in locations perfette per un thriller - antiche dimore vittoriane che nascondono tunnel sotterranei che portano alle vecchie miniere, foreste illuminate dalla luna, tavole calde in cui gli abitanti si scambiano sguardi inquieti e complici - "I bambini di Cold Rock" non tradisce le attese della suspance, concedendosi anche il lusso di introdurre degli interrogativi morali sulle scelte che gli adulti compiono nei confronti dei figli, e lasciando che siano le immagini, i silenzi e i dubbi a non-dare risposte scontate, a sussurrare piuttosto che gridare, a suggerire piuttosto che giudicare. Temi inquietanti e scottanti come l'abuso sui minori e l'adozione illegale sono inseriti in un impianto tradizionale con tanto di poliziotto solitario e disilluso, ma restano impresse a lungo le immagini di un bambino che confuso sulla propria origine si aggira sperduto fuggendo da ogni adulto, perchè ha ormai perso la fiducia in coloro che dovrebbero invece proteggerlo e guidarlo. L'amarezza di fondo che lascia il film ci fa capire che non ci troviamo di fronte al solito thriller in cui si arriva alla conclusione liberatoria con la morte o l'arresto del colpevole ma siamo perfettamente calati nel territorio di un film di analisi e di riflessione sociale, sia pure perfettamente orchestrato con le cadenze d'inganno e le scatole cinesi di ogni giallo che si rispetti.
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(di dragoneme)
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lupodelupis
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martedì 21 agosto 2012
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questa volta si: i soldi sono ben spesi
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aumento di una stella il giudizio. Appena esce in italia andate a vederlo. Un thriller dove niente è come sembra (tre colpi di scena assolutamente non previsti) ed alla fine l'interrogativo che si pone la voce narrante si insinua dentro di noi.
Ottima recitazione e paesaggi che amo, quelli dello stato di Washington nell'estremo ovest.
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ecoval
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giovedì 16 agosto 2012
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da vedere...... ma non tutto è come sembra!!!
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come ho scritto nel titolo non tutto è come sembra....un bel thriller con venature horror ,lo consiglio ......seguitelo bene ne vale la pensa per me!!!!
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