Una crudele faida familiare perpetuata per decenni, iniziata a metà dell’Ottocento e consumata al confine tra Kentucky e West Virginia: è questa la (vera) storia raccontata da Hatfield & McCoys, miniserie in tre puntate targata History Channel.
Diretta dal redivivo Kevin Reynolds, con protagonisti Bill Paxton e Kevin Costner e con un cast di supporto ricco di star – come Tom Berenger, Powers Boothe e Jena Malone – la saga è un puro western all’americana, pluripremiato in patria: un Satellite Award per la miglior miniserie, un ASCAP Award per la miglior colonna sonora, ben 5 Emmy Awards e un Golden Globe, assegnato a Costner come miglior attore. La fiction ha in sé un ulteriore plus positivo, che a molti potrà sembrare banale, ma che ne ha senza dubbio determinato la riuscita: il ritorno ad una collaborazione paritaria tra Reynolds – regista dell’indimenticabile Fandango – e Costner, suo attore feticcio, sodale e amico, dopo ben 20 anni di aspri litigi, iniziati con il clamoroso flop del bistrattato Waterworld e mai completamente risolti.
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Una crudele faida familiare perpetuata per decenni, iniziata a metà dell’Ottocento e consumata al confine tra Kentucky e West Virginia: è questa la (vera) storia raccontata da Hatfield & McCoys, miniserie in tre puntate targata History Channel.
Diretta dal redivivo Kevin Reynolds, con protagonisti Bill Paxton e Kevin Costner e con un cast di supporto ricco di star – come Tom Berenger, Powers Boothe e Jena Malone – la saga è un puro western all’americana, pluripremiato in patria: un Satellite Award per la miglior miniserie, un ASCAP Award per la miglior colonna sonora, ben 5 Emmy Awards e un Golden Globe, assegnato a Costner come miglior attore. La fiction ha in sé un ulteriore plus positivo, che a molti potrà sembrare banale, ma che ne ha senza dubbio determinato la riuscita: il ritorno ad una collaborazione paritaria tra Reynolds – regista dell’indimenticabile Fandango – e Costner, suo attore feticcio, sodale e amico, dopo ben 20 anni di aspri litigi, iniziati con il clamoroso flop del bistrattato Waterworld e mai completamente risolti.
La sanguinosa catena di vendette tra le famiglie del titolo non era materia facilmente trattabile: il rischio quando si parla di western di cadere in banali clichè di genere e in una piatta riproposizione di sparatorie e violenze è spesso in agguato. In questo caso il risultato finale è completamente opposto: girata senza quasi ricorrere ad effetti visivi nelle terre selvagge e le foreste incontaminate della Transilvania, Hatfield & McCoys è quanto di più autentico e concreto si possa chiedere, nella sua cruda bellezza, complice uno script sapientemente strutturato e una regia esperta e senza fronzoli a servizio della storia. Tutto inizia nel 1863 tra i due capi famiglia, Anderson “Devil Anse” Hatfield e Randolph “Randall” McCoy, compagni di reparto durante la Guerra di Secessione: il primo diserta per tornare a casa, il secondo rimane, viene imprigionato e liberato due anni dopo. Nel frattempo tra Harmon, il fratello di McCoy, e Jim Vance, lo zio di Hatfield, nasce una disputa per un’accusa di tradimento. L’omicidio di Harmon per mano di Vance sarà il primo pretesto che accenderà la miccia tra le famiglie. Tornato a casa traumatizzato, Randall si rende conto che il rivale ha fatto fortuna con i diritti sul legname delle proprie terre e anche di quelle dei McCoy (ottenuti in seguito a una tentata truffa), mentre i suoi cari sono costretti a lavorare i campi; si aggrappa quindi alla sua cieca fede e giura vendetta. Divisi soltanto dal fiume Tug e dalla boscaglia, i due clan daranno vita a una serie di esecuzioni, incendi e dispute sulle proprietà che sfoceranno in tragedia, lasciando una mastodontica scia di morte e sangue che si fermerà soltanto con l’inizio del nuovo secolo e una sofferta tregua.
Ambra Agnoletto
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