giulio andreetta
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giovedì 25 giugno 2020
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film allegorico
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Si tratta di un film dalla forte valenza allegorica. Il racconto, infatti, risulta essere alquanto improbabile, almeno a me così è sembrato. Mi sembra difficile, in realtà, che un branco di lupi possa con testardaggine attaccare per un lasso di tempo così lungo un gruppo di uomini. Ciononostante, questa libertà espressiva che introduce una deroga a un racconto che possieda solamente intenti realisti, non risulta disturbare l'attenzione dello spettatore, che coglie fin da subito l'alto valore allegorico della pellicola. Un Liam Neeson assolutamente ai vertici della sua arte e della sua ispirazione offre un ritratto psicologicamente azzeccato di un uomo disperato, e ciononostante combattivo ed eroico.
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Si tratta di un film dalla forte valenza allegorica. Il racconto, infatti, risulta essere alquanto improbabile, almeno a me così è sembrato. Mi sembra difficile, in realtà, che un branco di lupi possa con testardaggine attaccare per un lasso di tempo così lungo un gruppo di uomini. Ciononostante, questa libertà espressiva che introduce una deroga a un racconto che possieda solamente intenti realisti, non risulta disturbare l'attenzione dello spettatore, che coglie fin da subito l'alto valore allegorico della pellicola. Un Liam Neeson assolutamente ai vertici della sua arte e della sua ispirazione offre un ritratto psicologicamente azzeccato di un uomo disperato, e ciononostante combattivo ed eroico. Da tutto ciò si può comprendere bene come una delle possibili chiavi di lettura della pellicola sia quella della rappresentazione, senza censure e nella sua cruda drammaticità, di un mondo selvaggio, nel quale vige solo la legge del più forte. Tale intento allegorico, a mio avviso, fa del film una delle migliori pellicole prodotte negli ultimi anni, in quanto la tensione emotiva che si produce nello spettatore non è solo dovuta all'interrogarsi 'su come vada a finire' il film, ma anche alla rappresentazione di un universo naturale violento, privo di sicurezza, che sembra alludere, almeno in qualche momento, al 'nostro mondo', apparentemente sicuro, civile, ma forse diverso da come si presenti. Per queste ragioni mi pare un film denso di possibili interpretazioni e significati, e anche l'aspetto tecnico-realizzativo è molto convincente. Spettacolari le ambientazioni naturali.
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domenica 26 agosto 2018
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non si può!
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Non è possibile stare 117 minuti incollati alla tv per vedere morire tutti pure il protagonista! Capisco che i registi sono a caccia di finali alternativi del “vissero tutti felici e contenti” ma dico io, tutti no, ma almeno 1 o 2! Dai!!! Questo è masochismo. Se tornassi indietro non lo rivedrei. In più, quella “preghiera”che fa alla fine....se così si può chiamare....era una bestemmia più che una preghiera! Dai! Non si può pregare Dio chiamandolo figlio di......oltre i limiti veramente. Il finale è incerto ma è purtroppo con troppo scontato che muore sua il lupo che lui....pure che sarebbe sopravvissuto l’avfebbero Sbranato gli altri lupi per vendetta essendo nella loro tana..quindi, no! Pesante ed eccessivo.
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Non è possibile stare 117 minuti incollati alla tv per vedere morire tutti pure il protagonista! Capisco che i registi sono a caccia di finali alternativi del “vissero tutti felici e contenti” ma dico io, tutti no, ma almeno 1 o 2! Dai!!! Questo è masochismo. Se tornassi indietro non lo rivedrei. In più, quella “preghiera”che fa alla fine....se così si può chiamare....era una bestemmia più che una preghiera! Dai! Non si può pregare Dio chiamandolo figlio di......oltre i limiti veramente. Il finale è incerto ma è purtroppo con troppo scontato che muore sua il lupo che lui....pure che sarebbe sopravvissuto l’avfebbero Sbranato gli altri lupi per vendetta essendo nella loro tana..quindi, no! Pesante ed eccessivo.. ????
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giuseppetoro
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venerdì 3 marzo 2017
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terribile..
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L'inizio mi ricorda casualmente il vecchio film "Alaska", ma il proseguo è totalmente diversi..una corsa verso la salvezza, dal freddo e dai lupo...terrificante..
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onufrio
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venerdì 21 agosto 2015
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attenti al lupo
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Che Liam Neeson negli ultimi tempi non faccia caso al genere di film ed al copione che gli si presenti davanti l'avevamo intuito, purtroppo stavolta il noto attore incappa in una pellicola abbastanza deludente in cui rimane lui da solo a tenere in piedi una trama scarna e deludente, ma ciò non basta per dare a questo film la sufficienza.
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lordhope
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mercoledì 18 marzo 2015
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la banalità fatta film
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Difficile dare un commento positivo a questo film . The grey è un film decisamente mediocre sotto molti punti di vista : la trama non è per niente coinvolgente ed è alquanto rafferma , la recitazione non è delle migliori ovviamente Liam Neeson escluso ed il finale lascia l'amaro in bocca . Non è un film da vedere se si aspetta adrenalina in quanto ci saranno pochissimi momenti di tensione che in un film di azione non è per niente buono , quindi se volete perdere 1 ora e 30 della vostra vita fate pure ma poi aspettatevi un bel ''te l'avevo detto''.
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maurofe
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domenica 22 febbraio 2015
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vittoria dell'intelligenza sulla forza bruta
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Secondo me prevale l'uomo alla bestia...infatti la posizione del lupo è sottomessa cioè sotto la testa del protagonista....e faccio presente che si tratta di un lupo capo-branco non di un cagnolino da salotto...il fatto che respiri e non si muova indica secondo me che sta morendo, sta spirando....invece la posizione dominante dell'uomo sembra che riposi, con la nuca sul dorso del lupo morente.
Se vogliamo uscire dalle immagini reali del film e cercare una metafora direi, secondo me, che il regista in questa ultima scena ha voluto evidenziare la vittoria dell'intelligenza (come si dota di armi il protagonista e come le ferma) sulla forza bruta, dell'uomo sulla bestia.
Invece come morale, secondo me, l'autore vuol dimostrare che il maligno (indicato con il lupo nero.
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Secondo me prevale l'uomo alla bestia...infatti la posizione del lupo è sottomessa cioè sotto la testa del protagonista....e faccio presente che si tratta di un lupo capo-branco non di un cagnolino da salotto...il fatto che respiri e non si muova indica secondo me che sta morendo, sta spirando....invece la posizione dominante dell'uomo sembra che riposi, con la nuca sul dorso del lupo morente.
Se vogliamo uscire dalle immagini reali del film e cercare una metafora direi, secondo me, che il regista in questa ultima scena ha voluto evidenziare la vittoria dell'intelligenza (come si dota di armi il protagonista e come le ferma) sulla forza bruta, dell'uomo sulla bestia.
Invece come morale, secondo me, l'autore vuol dimostrare che il maligno (indicato con il lupo nero...come tradizione poetica) si sconfigge solo con l'aiuto di Dio, con la fede, con l'assoluta dedizione e fede in Dio.
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kondor17
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martedì 13 gennaio 2015
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così così
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Il film inizia bene. L'ambientazione e l'atmosfera ricorda un pò "la cosa", di John Carpenter. Ghiaccio, vento e freddo e neve e lupi, tanti lupi, che minacciano la sopravvivenza dei desperados lassù confinati. John-Liam ha il compito di abbatterli quando si avvicinano troppo, ma non si limita a questo. Una volta sparato, quando l'animale è a terra agonizzante, gli si avvicina appoggiando la manona guantata sulla pancia e lo accompagna lassù. Abbandonato dalla moglie e relegato nel bdc del mondo, medita il suicidio, ma un uomo lassù lo capisce e ne intuisce le intenzioni. Si chiama Henry e anche lui sarà uno nel novero dei 7 superstiti del disastro aereo che capiterà da lì a poco, nel volo periodico che doveva portare a casa gli operai della base.
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Il film inizia bene. L'ambientazione e l'atmosfera ricorda un pò "la cosa", di John Carpenter. Ghiaccio, vento e freddo e neve e lupi, tanti lupi, che minacciano la sopravvivenza dei desperados lassù confinati. John-Liam ha il compito di abbatterli quando si avvicinano troppo, ma non si limita a questo. Una volta sparato, quando l'animale è a terra agonizzante, gli si avvicina appoggiando la manona guantata sulla pancia e lo accompagna lassù. Abbandonato dalla moglie e relegato nel bdc del mondo, medita il suicidio, ma un uomo lassù lo capisce e ne intuisce le intenzioni. Si chiama Henry e anche lui sarà uno nel novero dei 7 superstiti del disastro aereo che capiterà da lì a poco, nel volo periodico che doveva portare a casa gli operai della base. Anche in aereo Liam darà prova di profonda umanità, accompagnando l'anima di un compagno nell'ultimo respiro.
I sette si trovano nel grande nulla dell'Alaska o del Canada, immersi nei ghiacci, feriti e senza cibo e braccati da famelici lupi, in cerca di cibo caldo. I personaggi stereotipati del buono, del saggio, del pazzoide, del violento ci sono tutti, ma la storia in qualche modo fila, con gli occhi fosforescenti e gli ululati dei canidi a tener desta l'attenzione. Quello che manca è il succo e la morale come pure i dettagli per una way out che sembra senza meta.
Le abilità di Liam spariscono, la cosa forse + interessante, come spariscono uno ad uno tutti i suoi compagni. Il finale poi è sconcertante, ma solo alla fine ti penti di aver sprecato 2 ore di vita, quindi tanto male poi non dev'essere stato :-). 6
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senzabandiera
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venerdì 2 gennaio 2015
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strana storia...
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... in pratica il grande conoscitore dei lupi invece di salvare i suoi compagni di sventura, li perde uno ad uno per finire proprio nella tana del lupo!
Per il gruppo di sopravissuti forse era meglio rimanere nel luogo di partenza, con il fuoco acceso, in attesa dell'arrivo dei soccorsi...
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gianleo67
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mercoledì 17 dicembre 2014
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uomini e lupi...nella british columbia
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Sopravvissuto insieme a pochi altri ad un disastro aereo durante una tappa di trasferimento, un abile ed esperto cecchino al soldo di una compagnia petrolifera che opera in Alaska, si ritrova a dover fronteggiare l'assalto dei branchi di lupi della regione, dai cui attacchi ha sempre protetto l'incolumità dei suoi colleghi. Le inclementi condizioni atmosferiche, la scarsità di viveri e di mezzi ed i dissidi interni al gruppo aggraveranno una spietata lotta per la sopravvivenza nella speranza sempre più flebile di ritornare al focolare ed ai propri affetti domestici.
Sceneggiato dal regista insieme all'autore del racconto da cui è tratto ('Ghost Walker' di Ian Mackenzie Jeffers), questa ennesima variante dal survival-adventure di ambientazione polare ha il merito (o il limite, a seconda dei punti di vista) di condensare, sin dai rovelli sentimental-nichilisti del voice-over del prologo, quelle tematiche così care al cinema americano di frontiera (penso a London piuttosto che al Pollack di 'Corvo rosso non avrai il mio scalpo') dove lo scontro uomo-natura si confronta con l'epica del reietto votato ell'espiazione di un fallimento umano e sentimentale che lo conduce al volontario esilio di un'esistenza vissuta ai margini del mondo civilizzato.
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Sopravvissuto insieme a pochi altri ad un disastro aereo durante una tappa di trasferimento, un abile ed esperto cecchino al soldo di una compagnia petrolifera che opera in Alaska, si ritrova a dover fronteggiare l'assalto dei branchi di lupi della regione, dai cui attacchi ha sempre protetto l'incolumità dei suoi colleghi. Le inclementi condizioni atmosferiche, la scarsità di viveri e di mezzi ed i dissidi interni al gruppo aggraveranno una spietata lotta per la sopravvivenza nella speranza sempre più flebile di ritornare al focolare ed ai propri affetti domestici.
Sceneggiato dal regista insieme all'autore del racconto da cui è tratto ('Ghost Walker' di Ian Mackenzie Jeffers), questa ennesima variante dal survival-adventure di ambientazione polare ha il merito (o il limite, a seconda dei punti di vista) di condensare, sin dai rovelli sentimental-nichilisti del voice-over del prologo, quelle tematiche così care al cinema americano di frontiera (penso a London piuttosto che al Pollack di 'Corvo rosso non avrai il mio scalpo') dove lo scontro uomo-natura si confronta con l'epica del reietto votato ell'espiazione di un fallimento umano e sentimentale che lo conduce al volontario esilio di un'esistenza vissuta ai margini del mondo civilizzato. Che bisognasse perdersi per poi ritrovarsi ce lo sapevamo già e senza alcun tentennamento pare volercelo insegnare anche Joe Carnahan che imbastisce una sorta di discesa agli inferi di un protagonista dalla faccia giusta (il monolitico irlandese d'esportazione Liam Neeson) che sopravvissuto al suo passato, ad un tentativo di suicidio ed al solito disastro areo di prammatica, deve pure vedersela con una affamata popolazione di lupi grigi decisi (giustamente) a difendere il loro territorio dalla molesta invadenza di uno scomodo invasore bianco (c'è pure un nero ma muore quasi subito e per cause naturali) come un tempo lo era stata quella dei pionieri invisi alla corona inglese che bazzicavano gli impervi territori abitati dai 'nativi' dalla pelle rossa. Dominato dal bianco abbacinante di una location naturale ricostruita nella British Columbia e alternando scene d'azione e tappe di riflessione intimistica, il film di Carnahan si sposta pericolosamente sul filo di una retorica familistico-sentimentale che, se da un lato ambisce a caratterizzare personaggi e psicologie alla deriva messi di fronte alla fragilità della propria condizione umana, dall'altro finisce per assecondare la facile tesi di una lirica d'accatto dove il solito eroe dagli occhi di ghiaccio ed il cuore di pietra è destinato a mettere in pratica gli slanci generosi e impavidi della poetica paterna. Film tutto sommato divertente che si avvale di una buona fotografia e di un montaggio in linea con la confezione mainstream, pare tuttavia lasciare il tempo che trova, riscattandosi giusto in tempo in un finale appena troppo lungo dove, pur lontano storicamente e concettualmente dal melodramma neorealista di Giuseppe De Santis, finisce per far fronteggiare in un epico scontro alla pari la natura ferina dell'Uomo con la spietata intelligenza sociale del Lupo. Quando si dice 'meglio cent'anni da pecora...'.
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contrammiraglio
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domenica 14 dicembre 2014
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animalisti astenersi
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Buon film ed ottima ambientazione; l'unica perplessitá è cosí la conoscenza dei lupi , ma si vede che il buon Lam è fratello di Romolo e Remo!
Da vedersi.
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