senzabandiera
|
venerdì 2 gennaio 2015
|
strana storia...
|
|
|
|
... in pratica il grande conoscitore dei lupi invece di salvare i suoi compagni di sventura, li perde uno ad uno per finire proprio nella tana del lupo!
Per il gruppo di sopravissuti forse era meglio rimanere nel luogo di partenza, con il fuoco acceso, in attesa dell'arrivo dei soccorsi...
|
|
[+] lascia un commento a senzabandiera »
[ - ] lascia un commento a senzabandiera »
|
|
d'accordo? |
|
gianleo67
|
mercoledì 17 dicembre 2014
|
uomini e lupi...nella british columbia
|
|
|
|
Sopravvissuto insieme a pochi altri ad un disastro aereo durante una tappa di trasferimento, un abile ed esperto cecchino al soldo di una compagnia petrolifera che opera in Alaska, si ritrova a dover fronteggiare l'assalto dei branchi di lupi della regione, dai cui attacchi ha sempre protetto l'incolumità dei suoi colleghi. Le inclementi condizioni atmosferiche, la scarsità di viveri e di mezzi ed i dissidi interni al gruppo aggraveranno una spietata lotta per la sopravvivenza nella speranza sempre più flebile di ritornare al focolare ed ai propri affetti domestici.
Sceneggiato dal regista insieme all'autore del racconto da cui è tratto ('Ghost Walker' di Ian Mackenzie Jeffers), questa ennesima variante dal survival-adventure di ambientazione polare ha il merito (o il limite, a seconda dei punti di vista) di condensare, sin dai rovelli sentimental-nichilisti del voice-over del prologo, quelle tematiche così care al cinema americano di frontiera (penso a London piuttosto che al Pollack di 'Corvo rosso non avrai il mio scalpo') dove lo scontro uomo-natura si confronta con l'epica del reietto votato ell'espiazione di un fallimento umano e sentimentale che lo conduce al volontario esilio di un'esistenza vissuta ai margini del mondo civilizzato.
[+]
Sopravvissuto insieme a pochi altri ad un disastro aereo durante una tappa di trasferimento, un abile ed esperto cecchino al soldo di una compagnia petrolifera che opera in Alaska, si ritrova a dover fronteggiare l'assalto dei branchi di lupi della regione, dai cui attacchi ha sempre protetto l'incolumità dei suoi colleghi. Le inclementi condizioni atmosferiche, la scarsità di viveri e di mezzi ed i dissidi interni al gruppo aggraveranno una spietata lotta per la sopravvivenza nella speranza sempre più flebile di ritornare al focolare ed ai propri affetti domestici.
Sceneggiato dal regista insieme all'autore del racconto da cui è tratto ('Ghost Walker' di Ian Mackenzie Jeffers), questa ennesima variante dal survival-adventure di ambientazione polare ha il merito (o il limite, a seconda dei punti di vista) di condensare, sin dai rovelli sentimental-nichilisti del voice-over del prologo, quelle tematiche così care al cinema americano di frontiera (penso a London piuttosto che al Pollack di 'Corvo rosso non avrai il mio scalpo') dove lo scontro uomo-natura si confronta con l'epica del reietto votato ell'espiazione di un fallimento umano e sentimentale che lo conduce al volontario esilio di un'esistenza vissuta ai margini del mondo civilizzato. Che bisognasse perdersi per poi ritrovarsi ce lo sapevamo già e senza alcun tentennamento pare volercelo insegnare anche Joe Carnahan che imbastisce una sorta di discesa agli inferi di un protagonista dalla faccia giusta (il monolitico irlandese d'esportazione Liam Neeson) che sopravvissuto al suo passato, ad un tentativo di suicidio ed al solito disastro areo di prammatica, deve pure vedersela con una affamata popolazione di lupi grigi decisi (giustamente) a difendere il loro territorio dalla molesta invadenza di uno scomodo invasore bianco (c'è pure un nero ma muore quasi subito e per cause naturali) come un tempo lo era stata quella dei pionieri invisi alla corona inglese che bazzicavano gli impervi territori abitati dai 'nativi' dalla pelle rossa. Dominato dal bianco abbacinante di una location naturale ricostruita nella British Columbia e alternando scene d'azione e tappe di riflessione intimistica, il film di Carnahan si sposta pericolosamente sul filo di una retorica familistico-sentimentale che, se da un lato ambisce a caratterizzare personaggi e psicologie alla deriva messi di fronte alla fragilità della propria condizione umana, dall'altro finisce per assecondare la facile tesi di una lirica d'accatto dove il solito eroe dagli occhi di ghiaccio ed il cuore di pietra è destinato a mettere in pratica gli slanci generosi e impavidi della poetica paterna. Film tutto sommato divertente che si avvale di una buona fotografia e di un montaggio in linea con la confezione mainstream, pare tuttavia lasciare il tempo che trova, riscattandosi giusto in tempo in un finale appena troppo lungo dove, pur lontano storicamente e concettualmente dal melodramma neorealista di Giuseppe De Santis, finisce per far fronteggiare in un epico scontro alla pari la natura ferina dell'Uomo con la spietata intelligenza sociale del Lupo. Quando si dice 'meglio cent'anni da pecora...'.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
contrammiraglio
|
domenica 14 dicembre 2014
|
animalisti astenersi
|
|
|
|
Buon film ed ottima ambientazione; l'unica perplessitá è cosí la conoscenza dei lupi , ma si vede che il buon Lam è fratello di Romolo e Remo!
Da vedersi.
|
|
[+] lascia un commento a contrammiraglio »
[ - ] lascia un commento a contrammiraglio »
|
|
d'accordo? |
|
achab50
|
venerdì 12 dicembre 2014
|
niente e così sia
|
|
|
|
Inutile e penoso andare a cercare profondi insegnamenti da questo filmetto, che sembra un disaster movie girato con pochi mezzi. Il direttore della fotografia spreca tutte le occasioni per immergerci nel fantastico paesaggio. La sceneggiatura è risibile e le varie situazioni più da cartone animato che da movie realista. Spero che l'Ordine dei Lupi quereli il regista.
La psicologia dei personaggi si è rivolta a "chi l'ha visto?" ma non l'ha trovata nessuno degli interpellati.
Insomma qui non si arriva nemmeno al livello della decenza, ancorchè sia ormai un livello-pavimento.
Non sprecate ore, non sprecate soldi per questo guazzabuglio spocchioso.
[+]
Inutile e penoso andare a cercare profondi insegnamenti da questo filmetto, che sembra un disaster movie girato con pochi mezzi. Il direttore della fotografia spreca tutte le occasioni per immergerci nel fantastico paesaggio. La sceneggiatura è risibile e le varie situazioni più da cartone animato che da movie realista. Spero che l'Ordine dei Lupi quereli il regista.
La psicologia dei personaggi si è rivolta a "chi l'ha visto?" ma non l'ha trovata nessuno degli interpellati.
Insomma qui non si arriva nemmeno al livello della decenza, ancorchè sia ormai un livello-pavimento.
Non sprecate ore, non sprecate soldi per questo guazzabuglio spocchioso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a achab50 »
[ - ] lascia un commento a achab50 »
|
|
d'accordo? |
|
zenos
|
giovedì 11 dicembre 2014
|
glaciale e profondo.
|
|
|
|
Un film bellissimo. Molto forte. Poetico e filosofico. Davvero ammirevole. La perfetta rappresentazione del dramma esistenziale e della dura, durissima lotta per la vita che non vede vincitori né vinti. La trama non è che pretestuosa. Che non si guardi questo film per la pura e mera voglia di vedere soddisfatti i bisogni più bassi della cinematografia. Bisogna guardare oltre. Un film duro che contiene una maledetta volontà al rinnovarsi della lotta. Ho potuto riscontrare vari riferimenti a Nietzsche. Forte la tematica del Superomismo. Un uomo che sopporta con dolore l'esistenza per farsene carico e andare oltre la normale sopravvivenza e lottare, senza aiuti e un qualche deus ex machina che intervenga.
[+]
Un film bellissimo. Molto forte. Poetico e filosofico. Davvero ammirevole. La perfetta rappresentazione del dramma esistenziale e della dura, durissima lotta per la vita che non vede vincitori né vinti. La trama non è che pretestuosa. Che non si guardi questo film per la pura e mera voglia di vedere soddisfatti i bisogni più bassi della cinematografia. Bisogna guardare oltre. Un film duro che contiene una maledetta volontà al rinnovarsi della lotta. Ho potuto riscontrare vari riferimenti a Nietzsche. Forte la tematica del Superomismo. Un uomo che sopporta con dolore l'esistenza per farsene carico e andare oltre la normale sopravvivenza e lottare, senza aiuti e un qualche deus ex machina che intervenga. Dobbiamo basarci solo sulla nostra forza per riuscire a sopravvivere. È questo il messaggio principale. Mi spiace solo per chi non è riuscito a cogliere questi e altri riferimenti e tematiche. Lo consiglierò ad amici e cinefili. Da guardare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a zenos »
[ - ] lascia un commento a zenos »
|
|
d'accordo? |
|
christo77
|
lunedì 24 novembre 2014
|
allegoria
|
|
|
|
Beh...il film è bello. Tratta tematiche forti e affascinanti. Al di là degli slanci hollywoodiani e delle scelte insensate dei protagonisti. Le riprese, i caratteri, la profondità delle riflessioni che sicuramente quei luoghi e quelle condizioni ispirano, sono ottimi. Avrei evitato di calcare la mano sulla ferocia del lupo, pur giustificandone la valenza allegorica nella lotta della civiltà e ragione contro l'istinto e la ferocia. I lupi non attaccano gli uomini adulti, mi è dato sapere, men che meno se in gruppo e in salute. Non mi sarei accanito sullo stereotipo di lupo cattivo già da troppo tempo abusato. Avrei forse usato la natura tutta con la sua immensa potenza nell'aggressione agli uomini, perché no qualche orso, lince e quant'altro.
[+]
Beh...il film è bello. Tratta tematiche forti e affascinanti. Al di là degli slanci hollywoodiani e delle scelte insensate dei protagonisti. Le riprese, i caratteri, la profondità delle riflessioni che sicuramente quei luoghi e quelle condizioni ispirano, sono ottimi. Avrei evitato di calcare la mano sulla ferocia del lupo, pur giustificandone la valenza allegorica nella lotta della civiltà e ragione contro l'istinto e la ferocia. I lupi non attaccano gli uomini adulti, mi è dato sapere, men che meno se in gruppo e in salute. Non mi sarei accanito sullo stereotipo di lupo cattivo già da troppo tempo abusato. Avrei forse usato la natura tutta con la sua immensa potenza nell'aggressione agli uomini, perché no qualche orso, lince e quant'altro. Ma i poveri lupi qui diventano( anche in virtù degli effetti computerizzati) dei giganteschi mostri ben più grossi dei loro 30/40 kg(poi il capobranco nero!!!), insomma l'incubo di cappuccetto rosso. Ma, oltre la sfiga di tutti i componenti, resta una bella riflessione sulla divina provvidenza e il rapporto uomo natura.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a christo77 »
[ - ] lascia un commento a christo77 »
|
|
d'accordo? |
|
kayako
|
giovedì 19 dicembre 2013
|
brividi d'emozione
|
|
|
|
Un capolavoro ambientato nella neve e nel gelo, in un viaggio verso la salvezza e la civiltà di alcuni superstiti a un disastro aereo. Ma il cammino è tortuoso e irto di pericoli (il maggiore sono i lupi). Liam Neeson, nei panni del protagonista sopravvissuto al disastro, ci coinvolge, con una performance fenomenale, in questa lotta per la vita, facendo percorrere sulla nostra schiena brividi di emozioni. Un film coinvolgente e toccante, soprattutto con i continui flashback del protagonista e la musica in sottofondo che rende il tutto più che realistico. Il finale, che credevamo risolversi nel solito modo (o vive o muore), ci lascia nel dubbio angosciante della sorte del protagonista, con l'immagine profonda e indimenticabile di lui che si prepara ad affrontare il lupo capo branco e la frase "Vivi e muori in questo giorno.
[+]
Un capolavoro ambientato nella neve e nel gelo, in un viaggio verso la salvezza e la civiltà di alcuni superstiti a un disastro aereo. Ma il cammino è tortuoso e irto di pericoli (il maggiore sono i lupi). Liam Neeson, nei panni del protagonista sopravvissuto al disastro, ci coinvolge, con una performance fenomenale, in questa lotta per la vita, facendo percorrere sulla nostra schiena brividi di emozioni. Un film coinvolgente e toccante, soprattutto con i continui flashback del protagonista e la musica in sottofondo che rende il tutto più che realistico. Il finale, che credevamo risolversi nel solito modo (o vive o muore), ci lascia nel dubbio angosciante della sorte del protagonista, con l'immagine profonda e indimenticabile di lui che si prepara ad affrontare il lupo capo branco e la frase "Vivi e muori in questo giorno...vivi e muori in questo giorno..."
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kayako »
[ - ] lascia un commento a kayako »
|
|
d'accordo? |
|
ilaria pasqua
|
mercoledì 18 dicembre 2013
|
"nessuno ci troverà, non qui"
|
|
|
|
Un aereo partito dall’Alaska crolla, e i pochi sopravvissuti cercano di sfuggire a un branco di lupi.
Liam Neson interpreta John Ottway, il protagonista di questo film uscito lo scorso anno.
[+]
Un aereo partito dall’Alaska crolla, e i pochi sopravvissuti cercano di sfuggire a un branco di lupi.
Liam Neson interpreta John Ottway, il protagonista di questo film uscito lo scorso anno. È un uomo tendenzialmente depresso, che ha subito una grande perdita e che tenta di sopravvivere come può. Sarà paradossalmente la sua esperienza in mezzo alla neve e al gelo a temprarlo e a spingerlo a combattere. I personaggi che lo accompagneranno saranno vari e proprio per questo renderanno la situazione ancora più pericolosa e tesa. Fra tutti risalta il più antipatico: lo sprezzante, che passa il tempo a insultare e a creare problemi per nascondere la sua profonda paura. La situazione all’inizio è confusa ma John, che è sempre stato in disparte prima di quel terribile incidente, prende il comando della situazione. Perché lui conosce i lupi, infatti era stato chiamato a lavorare in Alaska per ucciderli e tenere al sicuro i suoi colleghi operai. Le cose chiaramente non vanno come previsto.
"Lavoro alla fine del mondo, proteggo gli uomini dai pericoli che non riescono a vedere"
The Grey è un film che vive di suspense, come ogni thriller che si rispetti. La situazione è inimmaginabile, ed è resa ancora più difficile dall’ambiente ostico. Non sono solo sperduti, sono sperduti in mezzo a una tormenta di neve, a dieci gradi sottozero, circondati dai lupi che li vedono come nemici e non li lasceranno in pace fino a quando non li avranno uccisi tutti.
Quando i sopravvissuti si spostano nel tentativo di raggiungere un posto più riparato per affrontare i lupi, la tensione è alle stelle. Si segue con ansia il loro cammino, sapendo che i lupi sono lì, acquattati nel buio.
Un film d’impatto, dal ritmo incalzante, non ci sono scene sanguinolente perché non si basa su questo, ma sulla tensione dovuta a una situazione disperata, sullo sfinimento fisico e psicologico. I sopravvissuti piano piano legheranno tra loro, arriveranno a condividere le cose importanti della loro vita, quelle a cui è necessario aggrapparsi con tutte le energie, perché è tutto ciò che gli resta. Persone che erano a malapena amiche, trovano un terreno comune in una situazione disperata e uniscono le forze. Ognuno dei sopravvissuti è stato tratteggiato abbastanza bene, si possono riconoscere delle caratteristiche precise per ognuno. Ma è Liam Neeson che spicca: è quello che più di tutti pensa ai suoi compagni, è capace di una grande empatia e il suo sguardo è una pugnalata. Mi è piaciuto molto in questo film, anche se coperto di ghiaccio e nascosto sotto un cappello, l’ho sentito. Forte presenza e credibilità. Grande merito alla colonna sonora, perlopiù rappresentata dal pressante rumore del vento artico che copre i suoi e sovrasta le voci, procurando un'angoscia e quasi un senso di soffocamento. Insieme all’ululare dei lupi che irrompe ogni tanto spezzando quel suono perenne e incalzante.
The Grey non è solo un film che vede nella sopravvivenza dei superstiti il suo scopo, ma è soprattutto una metafora sull’affrontare le avversità, sul lottare anche quando la vita ti mette davanti a situazioni dolorose. Questo è mostrato attraverso flashback che coinvolgono il protagonista e che vedono nel finale la naturale conclusione, il completamento del percorso di un uomo che nel corso del film ha visto nel lupo la personificazione del suo desiderio di confronto con la morte, collegato ai ricordi di sua moglie e di suo padre.
I punti negativi: la sceneggiatura poteva essere arricchita, soprattutto sul fronte dialoghi, a volte un po’ scarni e poco incisivi. La trama non è il massimo dell’originalità ma si riscatta con alcune scene davvero belle e con un Liam Neeson che tiene magistralmente tutto sulle sue spalle.
In conclusione il film è feroce, intenso e tragico, toccante, e ha dei momenti notevoli, finale compreso, peccato non rimanga sempre sullo stesso piano.
"Ancora una volta nella mischia, nell'ultima vera battaglia che affronterò. Vivi e muori in questo giorno. Vivi e muori in questo giorno."
Recensione orginariamente pubblicata su: www.ilariapasqua.net
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ilaria pasqua »
[ - ] lascia un commento a ilaria pasqua »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
mercoledì 11 dicembre 2013
|
lo psicologo dei lupi
|
|
|
|
Dopo un terribile disastro aereo, un manipolo di uomini sopravvissuti si ritrova in mezzo a una landa desolata nel pieno di una tempesta di neve. Oltre a ciò dovranno fare anche i conti con un branco di lupi pronti a cacciarli.
Raramente ho visto una pellicola talmente oscena, banale e priva di qualsivoglia significato. Liam Neeson (che al pari di Nicolas Cage non riesce più ad azzeccare un film da anni) si mette a capo dei sopravvisuti in quanto abile cacciatore ma soprattutto fine esperto della psicologia dei lupi. Il protagonista infatti non lesina pseudo teorie sul funzionamento del branco di lupi che in pratica sarebbe una metafora di quello che sta succedendo al gruppetto di uomini.
[+]
Dopo un terribile disastro aereo, un manipolo di uomini sopravvissuti si ritrova in mezzo a una landa desolata nel pieno di una tempesta di neve. Oltre a ciò dovranno fare anche i conti con un branco di lupi pronti a cacciarli.
Raramente ho visto una pellicola talmente oscena, banale e priva di qualsivoglia significato. Liam Neeson (che al pari di Nicolas Cage non riesce più ad azzeccare un film da anni) si mette a capo dei sopravvisuti in quanto abile cacciatore ma soprattutto fine esperto della psicologia dei lupi. Il protagonista infatti non lesina pseudo teorie sul funzionamento del branco di lupi che in pratica sarebbe una metafora di quello che sta succedendo al gruppetto di uomini. Questi ovviamente hanno tutti una storia più o meno triste alle spalle ma vogliono sopravvivere. Ecco allora che Liam Neeson si trasforma in una sorta di provetto Mac Gyver mettendo pallottole sulla punta di bastoni. La scena però più ridicola di tutte è però l'attraversamento di un dirupo tramite una corda di stracci. L'ulteriore guaio di questo film è che non si limita a questo genere di scene da film d'azione trash ma nelle intenzioni del regista vorrebbe addirittura essere una riflessione più o meno spirituale sul senso della vita. Ecco allora sbocciare "profonde" discussioni teologiche a 30 gradi sottozero, le frasi rincuoranti in punto di morte, l'uomo che decide di morire davanti ad uno splendido panorama e Liam Neeson che fa la solita sparata contro Dio. Insomma un film che fa rabbrividire per bruttezza e banalità della sceneggiatura e non si riesce a capire come abbia fatto Ridley Scott a produrre una roba del genere. Da evitare come la peste.
[-]
[+] mai pensar male
(di achab50)
[ - ] mai pensar male
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
|