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chiara
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giovedì 8 giugno 2023
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banale e idiota.
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Davvero un film inutile: recitato male, doppiato peggio e trama banale. Sembra che per creare questo film abbiano preso ispirazione da uno scary movie senza neanche l’ironia demenziale e l’horror è mooolto più blando del peggiore episodio di piccoli brividi. Buchi di trama, reazioni senza senso dei protagonisti e frasi che vogliono sembrare d’effetto ma peggiorano ancora di più la situazione. Non guardatelo…è davvero tempo perso.
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shagrath
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mercoledì 12 maggio 2021
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thriller cinico
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Uno slasher direi molto poco violento, più un thriller psicologico ispirato dal mondo delle chat roulette dove la realtà diventa irreale e viceversa. Il film fa il suo lavoro di intrattenimento, ben costruite le scene di tensione. Molto apprezzabile la caratterizzazione dei personaggi secondari, in particolare del professore nichilista. Purtroppo la sceneggiatura zoppica un po' ovunque, ma tuttavia si risolleva in un finale assolutamente azzeccato. Certamente consigliato, anche ai non amanti del genere, senza dubbio.
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g_andrini
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lunedì 11 aprile 2016
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piacevole
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Non è un prodotto economico, girato con le ottime telecamere digitali RED. La maschera del protagonista è piacevole artisticamente, ben si sposa con il senso del film. Da vedere? Direi di si.
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evildevin87
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lunedì 2 febbraio 2015
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e' la fine...
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Che il genere slasher non navighi in buone acque da un bel po' di anni è risaputo, e questo film è la chiara dimostrazione che forse sarebbe il caso di piantarla.
Si continua a seguire la lezione di Scream di Wes Craven, film che io non ho apprezzato per niente, che ha trasformato lo slasher in un qualcosa di fiacco e adolescenziale, e lo si fa nel peggiore dei modi. L'idea di base è di per sè stupida secondo me, e lo sviluppo va di pari passo con, appunto, la profonda stupidità che c'è alla base. Le situazioni sono viste e riviste, i clichè tipici del genere tutti presenti e tutti uno più becero dell'altro, recitazione scadente e l'epilogo in cui scopriamo che in realtà "era tutto uno scherzo ma forse no" fa davvero salire la voglia di prendere a picconate il demente a cui può essere venuta in mente un'idea così idiota.
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Che il genere slasher non navighi in buone acque da un bel po' di anni è risaputo, e questo film è la chiara dimostrazione che forse sarebbe il caso di piantarla.
Si continua a seguire la lezione di Scream di Wes Craven, film che io non ho apprezzato per niente, che ha trasformato lo slasher in un qualcosa di fiacco e adolescenziale, e lo si fa nel peggiore dei modi. L'idea di base è di per sè stupida secondo me, e lo sviluppo va di pari passo con, appunto, la profonda stupidità che c'è alla base. Le situazioni sono viste e riviste, i clichè tipici del genere tutti presenti e tutti uno più becero dell'altro, recitazione scadente e l'epilogo in cui scopriamo che in realtà "era tutto uno scherzo ma forse no" fa davvero salire la voglia di prendere a picconate il demente a cui può essere venuta in mente un'idea così idiota.
Non ho nient'altro da dire su questo schifo, bocciato in tronco.
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elgatoloco
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sabato 29 novembre 2014
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film mediocre, scontato
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Pur se nella chiave della serialità(dai"Freddy Krueger"in poi, non se ne può più, ci sono i film-fotocopia, i"multipli"), il film ha comunque un merito, quello di riproporre, certo in modo scontato e complessivamente dozzinale, l'interrogativo posto da Todorov ne"La letteratura fantastica", ossia l'irruzione dell'"Altro", dell'"altra dimensione"è "reale"oppure un'illusione, un sogno, una mera proiezione mentale?LO fa con l'avant-propos, poi in vari momenti, in forma"clou"quando si arriva al sottolinale, al finale, al"post-titoli di coda", dove, continuamente ci troviamo in una dimensione"diversa", quasi il gioco della e sulla realtà fosse continuamente giocato su ulteriori specchi o altre matrioshka, contenenti sempre qualcosa di nuovo.
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Pur se nella chiave della serialità(dai"Freddy Krueger"in poi, non se ne può più, ci sono i film-fotocopia, i"multipli"), il film ha comunque un merito, quello di riproporre, certo in modo scontato e complessivamente dozzinale, l'interrogativo posto da Todorov ne"La letteratura fantastica", ossia l'irruzione dell'"Altro", dell'"altra dimensione"è "reale"oppure un'illusione, un sogno, una mera proiezione mentale?LO fa con l'avant-propos, poi in vari momenti, in forma"clou"quando si arriva al sottolinale, al finale, al"post-titoli di coda", dove, continuamente ci troviamo in una dimensione"diversa", quasi il gioco della e sulla realtà fosse continuamente giocato su ulteriori specchi o altre matrioshka, contenenti sempre qualcosa di nuovo. UN modo per arrivare a un N 2 e in prospettiva a ulteriori numeri?Il sospetto è legittimo, sempre che Gallagher e colleghi ci riescano, il che non è detto, vista la sceneggiatura mediocre e scontata(il"déjà vu"qui è onnipresente, ma nell'accezione banale del già visto in altri film, non in quella "dissociativa"dell'esperienza psicologica), con interpreti scontati, inesistenti. Al netto della questione doppiaggio, da cui però non creda possa dipendere qui il"prodotto finale", dirò che sono, appunto, da nulla.Qualunque telenovela "vanta"interpreti migliori, anche perché essere migliori di questi attori/queste attrici è invero molto facile. El Gato
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matteo manganelli
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martedì 12 novembre 2013
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c'è poco da sorridere
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Certi film distruggono tutta la fiducia che negli anni ho riposto, un pezzettino per volta, nel cinema indipendente americano. Di questo Smiley ne hanno parlato tutti su internet; 27 milioni di visualizzazioni del trailer su Youtube, una web star americana al suo interno e un'implicita promessa di dare nuova linfa vitale al genere slasher.
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Certi film distruggono tutta la fiducia che negli anni ho riposto, un pezzettino per volta, nel cinema indipendente americano. Di questo Smiley ne hanno parlato tutti su internet; 27 milioni di visualizzazioni del trailer su Youtube, una web star americana al suo interno e un'implicita promessa di dare nuova linfa vitale al genere slasher. Niente da fare. Come per Paranormal Activity, dovevo immaginarmelo; non basta una buona idea per fare un film. Smiley poteva essere davvero un punto di ripartenza per questo genere di film e fino all'ultimo minuto ho sopportato la recitazione terribile e gli evidenti limiti tecnici del film, perchè comprendo che buoni attori e mezzi appropriati possono costare molto di più di quello che avevano a disposizione (non dimentichiamoci che è una pellicola low-budget). Il problema però non sta nei limiti tecnici o negli attori (non quello più grande almeno), ma in una totale mancanza di talento nel scrivere una sceneggiatura. Era buona l'idea di trasportare il mitico Candyman ai giorni nostri, sostituendo lo specchio con lo schermo di un computer, era buona anche l'idea sviluppata nel finale (che io avevo comunque capito dopo 20 minuti), ma non bastano dei buoni spunti per saper girare un film. Negli anni 70 c'era Halloween di Carpenter, negli anni 80 Nightmare con il mitico Freddy Kruger, nei 90 il bellissimo Scream e nei 2000 Saw; oggi invece c'è Smiley. Qualcosa è andato sicuramente nel modo sbagliato. Evitabilissimo.
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pensierocivile
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domenica 10 novembre 2013
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non c'è niente da ridere
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Azzeccare la maschera, per uno slasher significa mettere da parte un tesoretto importante, da accrescere poi con una storia, se non proprio credibilissima, ma che sappia almeno tenere desta l’attenzione dello spettatore; con manciate abbondanti di tensione e con qualche invenzione registica, di estetica “omicida”, di creazione “sanguinaria”. Smiley non ne imbrocca una: Michael J. Gallagher, il venticinquenne regista-autore-produttore non solo si dimostra maldestro e incerto dietro la macchina da presa con una creatività azzerata da identici e ripetuti campo e controcampo, non solo dimentica di imbastire almeno una storia che non sia soltanto un collage di “ispirazioni altrui”, non solo smarrisce la strada delle proprie ambizioni non riuscendo a concludere una sola riflessione e procedendo solo di accumulo, di temi abbozzati fra citazioni a casaccio di Anonymous, Wikileaks o “ricordi” di Candyman, ma con i suoi goffi inciampi registici riesce persino a smontare la scelta felice della maschera, trascurandone il fascino malato e coprendola di ironia involontaria, con testoni di gomma esilaranti.
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Azzeccare la maschera, per uno slasher significa mettere da parte un tesoretto importante, da accrescere poi con una storia, se non proprio credibilissima, ma che sappia almeno tenere desta l’attenzione dello spettatore; con manciate abbondanti di tensione e con qualche invenzione registica, di estetica “omicida”, di creazione “sanguinaria”. Smiley non ne imbrocca una: Michael J. Gallagher, il venticinquenne regista-autore-produttore non solo si dimostra maldestro e incerto dietro la macchina da presa con una creatività azzerata da identici e ripetuti campo e controcampo, non solo dimentica di imbastire almeno una storia che non sia soltanto un collage di “ispirazioni altrui”, non solo smarrisce la strada delle proprie ambizioni non riuscendo a concludere una sola riflessione e procedendo solo di accumulo, di temi abbozzati fra citazioni a casaccio di Anonymous, Wikileaks o “ricordi” di Candyman, ma con i suoi goffi inciampi registici riesce persino a smontare la scelta felice della maschera, trascurandone il fascino malato e coprendola di ironia involontaria, con testoni di gomma esilaranti.
Da dimenticare prestissimo, nonostante la realizzazione di un sequel sia più che un presentimento.
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giandrewe
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mercoledì 6 novembre 2013
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smiley: come rovinare una sinossi promettente
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E' tutto visto e stravisto in questo film di serie Z, ed è un peccato perchè questo "Smiley" poteva andare a segno, con questo serial killer che richiama agli horror anni '80/90 (un esempio "Candyman - Terrore dietro lo specchio") e con questa critica alla rete internet che "uccide". Manca tensione, manca originalità e manca il talento sia da parte del regista che da quella del cast. Personaggi cliché (la ragazza innocente, l'amica promiscua, il nerd con i classici capelli emo, l'amico sbruffone e via dicendo) interpretati da attori ed attrici penosi, su tutti la protagonista Caitlin Gerard che quando ride è più inquietante di Smiley e quando è impaurita sembra stia ridendo.
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E' tutto visto e stravisto in questo film di serie Z, ed è un peccato perchè questo "Smiley" poteva andare a segno, con questo serial killer che richiama agli horror anni '80/90 (un esempio "Candyman - Terrore dietro lo specchio") e con questa critica alla rete internet che "uccide". Manca tensione, manca originalità e manca il talento sia da parte del regista che da quella del cast. Personaggi cliché (la ragazza innocente, l'amica promiscua, il nerd con i classici capelli emo, l'amico sbruffone e via dicendo) interpretati da attori ed attrici penosi, su tutti la protagonista Caitlin Gerard che quando ride è più inquietante di Smiley e quando è impaurita sembra stia ridendo. Strano siano stati scelte persone così mediocri. E' tutto sciatto e superficiale in questo film. Memorabile solo la figura di Smiley. Il resto da cestinare.
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johnson
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mercoledì 6 novembre 2013
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inguardabile
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Il peggior film horror che abbia mai visto...trama inesistente, scena già viste e riviste, il finale che dovrebbe essere il colpo di scena è davvero intuibile.....recitazione pessima con cambi repentini di umore dei protagonisti senza un senso...non ho mai visto un commissario della polizia con orecchino sinceramente....SENZA VOTO, INGUARDABILE.
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asdrubale03
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lunedì 4 novembre 2013
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dietro il sorriso di smiley c'è solo morte
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molto originale, mi aspettavo molto peggio dato che il dizionario gli ha dato un voto molto basso. Per essere il primo film del regista è molto bello
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(di paolo salvaro)
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